Prequel di The conjuring - Il caso Enfield e quindi tratto da una delle poche scene ben organizzate di quel film. Più che un horror o thriller, è un invito alla noia più assoluta. Un mediocre esorcista viene inviato con una novizia a indagare sul suicidio di una suora in un remoto castello transilvano. Il demone appartiene alla categoria tutto fumo e niente arrosto e alla fine, dopo una lunga serie di riempitivi all'interno di una trama scadente, si fa eliminare.
L'ambientazione monacale è un richiamo per chi ama il gotico e le location transilvane sono buone (il monastero è in realtà il rumeno Castello di Hunedoara, molto usato di recente), ma tutto si risolve in una delusione, per un film che non si discosta da altri prodotti odierni dello stesso genere. La trama non sarebbe neanche pessima, ma è molto stiracchiata e i vuoti sono riempiti di jumpscare ed effettacci all'ultima moda che, comunque, cominciano a dare un senso di ampiamente già visto.
Spin-off della saga di L'evocazione, dovrebbe far luce sulla suora dalle fattezze demoniache intravista nel precedente capitolo della serie; in realtà lo script è abbastanza pasticciato e non si eleva particolarmente al di sopra della media dei vari horror satanico/esorcistici degli ultimi dieci anni, nonostante svariate citazioni da Fulci e Argento, nonché un'ambientazione rumena sicuramente suggestiva che ricorda a sua volta anche i gotici all'italiana. Si fa vedere senza troppa noia, ma resta giusto un diversivo di non particolare interesse.
Dopo che una suora si toglie la vita impiccandosi, dal Vaticano vengono mandati sul posto un prete e una novizia per far luce sulla questione. L’horror mainstream americano sembra esser sempre più in caduta libera e questo "The nun" ne è la conferma. Come in molti suoi consimili si registra una comicità involontaria che va a minare completamente ogni barlume di tensione, data perlopiù dagli usuali jumpscare. Il cast non dispone di molte frecce al proprio arco, con l’unica eccezione di una decorosa Farmiga. Non male la location della spettrale abbazia.
Mediocre horror che riesce nell'intento di tenere sveglio lo spettatore solo grazie ai jumpscare, pianificati per "colpire" inesorabilmente ogni cinque minuti. La trama è quasi inesistente, la regia scolastica, i personaggi odiosi e dimenticabili (su tutti il guascone franco-canadese) e purtroppo non basta una citazione da Paura nella città dei morti viventi per salvare la baracca. Suggestive le location monastiche.
MEMORABILE: La sepoltura prematura del prete, con tanto di citazione fulciana.
Appartenente all'universo di The conjuring, il film si rivela per certi versi una mezza delusione. La storia è altamente sovrannaturale, tanto che si perde, in certe sequenze, anche quel poco filo della ragione e delle leggi della fisica che di solito vengono mantenute, negli horror. Il tutto appare come un incubo a occhi aperti, in cui la razionalità è assente e la sospensione della realtà diventa troppa da reggere. Degni di nota una splendida fotografia, inquadrature molto suggestive ed effetti speciali validi.
MEMORABILE: C'è tempo per pregare e tempo per agire: ora è tempo di agire.
Fiacco spin-off di The conjuring incentrato sulla suora demoniaca Valak. Nonostante l'ottimo prologo faccia ben sperare, il film si rivela un horror convenzionale e dimenticabile a causa di situazioni stereotipate, jumpscare a profusione e una Valak anonima che non rimane impressa come dovrebbe. Inoltre, il personaggio del francese è piuttosto irritante e protagonista di alcune scene pseudo-comiche fuori luogo. Si salvano la suggestiva ambientazione gotica e qualche soluzione visiva. Finale sbrigativo e troppo surreale. Occasione sprecata.
Il classico film dalla bellissima confezione ma dal contenuto scadente. Pezzi forti sono sicuramente l'ambientazione, con un bellissimo monastero medioevale semi diroccato perso nel bel mezzo della foresta rumena e la fotografia dai colori spenti, che dà al film una suggestiva atmosfera dark. Deludenti sono invece la trama, particolarmente banale ed eccessivamente surreale e la caratterizzazione di alcuni personaggi, uno su tutti quello di "Francese". Nel complesso resta comunque un film dignitoso che si fa vedere tranquillamente.
Nell'universo horror, sempre più produttivo in termini di quantità ma deludente quanto a contenuti, ecco una pellicola decisamente ben fatta; una sorpresa, rispetto a tutti quei film che non generano alcuna emozione. Qui si resta sulla corda dall'inizio alla fine e sono molte le cose che funzionano: atmosfere, tensione, ritmo narrativo. Forse il regista Hardy avrebbe dovuto giocare maggiormente con il "visto-non-visto", ma è una bazzeccola rispetto al resto. Il cast meritava attori con più personalità.
MEMORABILE: L'incontro con la madre badessa; La preghiera collettiva.
La suggestiva location e la buona fotografia avrebbero meritato una sceneggiatura decisamente migliore. E invece i plot hole si sprecano, la narrazione è debole e la logica va a farsi friggere in più circostanze. Senza contare lo scarso apporto del comparto attoriale, su cui spicca la sola Farmiga jr. Peccato davvero, perché il soggetto si prestava a buone soluzioni e la suggestione dei luoghi era davvero perfetta. Non è proprio da buttare e qualche scena fa il suo fino in fondo, ma rimane un horror comunque troppo nella media.
Fotografia maestosa e maestrale, ambientazione gotico medioevale ricercata e lussuosa, con la regia di Hardy in leggera discontinuità con l’universo Conjuring così come la ricerca di una vena orrorifica e fantasiosa più marcata. Poi però bisogna pur spaventare e il fallimento è davanti l’angolo: jumpscares fiacchi, confusione, una figura potenzialmente terrificante e di potenzialità enormi ridotta a meccanico boogeyman di clausura. Il cast non supporta, la pancia non sopporta. Sufficiente, ma l’abito non fa la monaca.
Nato con la funzione di spin-off di The conjuring, è un horror debolissimo e pasticciato, mai in grado di far paura, di cui solo si salvano qualche location e l'ambientazione generale. Le pochissime idee sono confuse e gettate lì alla ricerca di un qualche effetto che non arriva mai. Fortunatamente dura poco e il montaggio veloce limita un minimo la noia. Difficile possa piacere, anche ai fan del genere.
Horror di media levatura che non si prefigge né tantomeno riesce a riscrivere il genere o ad apportare elementi innovativi. La sceneggiatura è alquanto esile e convenzionale, sfruttando diversi elementi tipici delle storie di possessione. Tuttavia le suore indemoniate un po’ di impressione la suscitano e un minimo di apprensione per le situazioni che si vengono a creare non manca. Anche sul piano visivo non demerita, se non altro perché non cerca mai di strafare. Da notare la citazione di Paura nella città dei morti viventi di Fulci.
Ambientazione credibile, coppia protagonista accettabile. Manca, ancora una folta, la storia: la storia con un retroterra e suggestioni culturali ben precise; manca l'alternanza fra parte horror, debitamente esagitata e una parte prosaica che serva da sfondo e contrasto. Gli spaventi son sempre meccanici, purtroppo e questo, alla lunga, si fa sentire. Non manca, invece, il colpetto di scena finale che lascia il tempo che trova (oltre a essere di irritante prevedibilità). Meglio della (bassissima) media attuale.
Ci si attesta su livelli davvero bassi. L'abbazia ubicata in Romania fa la sua figura, sicuramente si configura come maggior pregio dell'opera; la fotografia valorizza gli interni e contesto naturale attorno alla struttura. IL film, purtroppo, viene meno sulla storia pigra e le innumerevoli incongruenze equamente ripartite tra le decisioni dei protagonisti e le modalità di possessione/infestazione di Valak. Anche i jumpscares, reiterati e prevedibili, lasciano il tempo che trovano.
MEMORABILE: Il simpatico allacciamento dell'epilogo, con i coniugi Warren a presentare il caso.
Spin-off di The conjuring collegato al demone-suora del Caso Enfield. Si risale al'52 in un monastero in Romania. Promette bene con un'atmosfera affascinante e ricercatamente gotica ed elementi di folklore rumeno (può ricordare un film Hammer rimodernato). Sceneggiatura e montaggio spesso confusi inanellano effetti sovrannaturali (conseguenza di una scarna leggenda medievale) che rivelano un prodotto fantasy-demoniaco con antagonista un clone di Marilyn Manson mascherato da suora. Interessante il finale, che si riallaccia al primo Conjuring.
Demone nascosto dall'abito talare, Valak si conferma un ottimo antagonista, dominando le scene in cui compare. Il problema è il contorno, questa volta molto meno accattivante, con troppe divagazioni dall'opprimente monastero e colpi di scena mal gestiti che non contribuiscono a creare la giusta tensione. Nel complesso è comunque gradevole e qualche sequenza colpisce, specialmente nella seconda parte. Aarons è inquietante come sempre mentre i protagonisti sono sottotono; convince di più il comprimario Bloquet.
MEMORABILE: Il corridoio capovolto; La preghiera collettiva; L'epilogo.
Ennesimo spin-off della saga Insidious, stavolta con ambientazione rumena (e con location che sembrano le stesse di Crucifixion). Confezione elegante, soliti jumpscare, soliti cliché (con il Vaticano che sembra la sede della Gestapo). Un po' d'interesse la riveste l'ambientazione nel monastero rumeno e soprattutto il terrificante demone/suora Valak, che rimanda a Dracula (ma assomiglia a Marylin Manson) e che compare troppo poco. Attori fiacchi, in particolare il prete esorcista, un po' meglio la suorina della Farmiga. Film non brutto ma si dimentica un paio d'ore dopo averlo visto.
MEMORABILE: Le ombre sul muro tipo quelle del Dracula di Coppola.
Dopo il caso Enfield ecco che la saga di The conjuring si amplia con uno spin-off dedicato all'inquietante suora che si presenta a più riprese nelle visioni della famiglia Warren. Il film è strutturato in maniera tale da stuzzicare la curiosità dello spettatore attraverso una storia esorcistica dove il male viene percepito in ogni singola inquadratura. L'opera, nonostante qualche incongruenza nel comportamento dei protagonisti, procede bella spedita e gli spaventi sono tanti e ben distribuiti. L'ambientazione rumena e quella conventuale contribuiscono non poco a creare tensione.
Storia del convento di suore in Romania impossessato dal demone Valak. Horror che si fa apprezzare particolarmente per le atmosfere cupe e per le location. L'originalità non è il punto forte della storia che tuttavia, paradossalmente, riesce a coinvolgere. Regia piuttosto efficace di Corin Hardy. Poco convincente il cast. Consigliabile per una visione, almeno agli amanti del genere.
Horror che parte pure in maniera promettente, con un copione senza particolari fronzoli, personaggi gustosamente stereotipati e una suggestiva ambientazione tra le campagne rumene, ma non appena il male si risveglia (lo scontro cimiteriale con esiti dal sapore fulciano), la trama lascia progressivamente il posto a un susseguirsi di assalti demoniaci, irritanti jumpscare ed effetti speciali discutibili. Cast nella media, regia e montaggio tecnicamente decorosi che scadono, però, nelle scene di tensione, tutte caratterizzate da una patina artificiosa da videogioco.
La volontà di dare una storia al bislacco demone simil-Marilyn Manson di Il caso Enfield partorisce questo film, che praticamente è L'altro inferno con molto più budget e strutturato come un classico horror moderno made in USA (dunque non positivamente). Bisogna dire che l'atmosfera funziona e che certe musiche sono buone, ma tanto per cambiare è la scrittura a difettare; non accade molto ad esclusione di qualche jumpscare qua e là, e le scene d'azione sono tra l'altro oscurate dal troppo buio. Sviluppo e soprattutto epilogo sono all'insegna della prevedibilità. Ordinario e mediocre.
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DiscussionePiero68 • 28/10/19 09:28 Contratto a progetto - 241 interventi
Piccola curiosità.
All'inizio del film, quando il prete e la novizia arrivano al villaggio, poggiano per errore le valigie su un camioncino. Per qualche secondo si può chiaramente leggere la targa che è, oltre a 3-4 numeri, Valak che è il nome del demone.