L'esordio nel lungometraggio per Oliver Stone avviene con questo curioso horror psicologico rimasto negli anni piuttosto oscuro, nonostante non manchi di una singolare suggestione e porti sulla scena tre villain a loro modo indimenticabili. Tutto nasce o sembrerebbe nascere dalle allucinazioni di Edmund Blacksone (Frid), uno scrittore che si è preso un periodo di vacanza con la famiglia (moglie e due figli) in una bella villa isolata nel verde. Con loro anche alcuni amici che nella prima parte del film mostrano con tutti una certa confidenza lasciandosi andare a commenti particolarmente insidiosi, allusivi, piccanti soprattutto nel caso del protervo, disgustoso Charlie Hughes interpretato...Leggi tutto da Joseph Sirola.
Al centro però è sempre Edmund, che in una giornata apparentemente uguale alle altre viene svegliato da suo figlio e poco dopo spedito a cercare nel vicino bosco Aziz, il bassotto di famiglia. Quando lo trova impiccato a un albero capiamo che sta per accadere qualcosa di imprevisto. Da qui in avanti il film subirà diverse impennate con l'entrata in scena del malefico trio di cui sopra: in primis lei, la Regina del Male che la sempre conturbante Martin Beswick carica di una seducente, insinuante, programmatica ferocia che ce la impone come la vera star del film. Splendida nel suo tipico look con capelli lunghi in stile Morticia Addams e ghigno beffardo, sembra prendersi gioco di tutti e in particolare del padrone di casa, il quale però d'improvviso si sveglia capendo di essere stato vittima in un incubo. O no? Il ripetuto passaggio dal piano reale a quello onirico non permette di distinguerli con certezza creando la singolare atmosfera alla base della relativa riuscita del film.
D'accordo, siamo nell'ambito di un cinema che si serve dei topoi cari al genere per non deluderne gli appassionati, ma lo fa mantenendo un'impronta personale che già la regia vigorosa di Stone è in grado di garantire. Soprattutto nella seconda parte, dopo che la prima si era un po' troppo impelagata in alcune sterili conversazioni tra gli ospiti della villa. Poi però compare appunto lei, la regina, accompagnata dal nano Spider (il Tattoo di FANTASILANDIA, agghindato con tutina rossa medievale da sadico torturatore) e da Jackal (Baker), un gigantesco boia sfregiato in volto. Un trio scatenato che si diverte a maltrattare gli ospiti della villa costringendoli a giochi mortali in un crescendo di cattiveria dal quale è curiosamente bandito il sangue.
La trama è minimale: lo spazio è lasciato all'imperversare dei tre comparsi dal nulla per attaccare i villeggianti e ai continui struggimenti di Edmund, che si risveglia e si rituffa nell'incubo perennemente frastornato, incapace di mettere a fuoco cosa stia realmente accadendo. Un esordio interessante, per molti versi stimolante, molto legato al suo decennio di appartenenza (i Settanta) e che affronta l'horror senza preoccuparsi troppo di cercare una sofisticatezza estetica non ancora patrimonio di Stone puntando invece sul sadismo dei tre villain (in particolare di due, perché il boia resta sullo sfondo, presenza incombente ma non certo loquace). All'epoca surfare sulle onde tra realtà e incubo non era ancora operazione così inflazionata e l'impressione di aver a che fare con un regista destinato a grandi cose è già chiara, pur se in alcuni tratti il film si addormenta un po' (nelle lunghe digressioni storiche e citazioniste del vecchio, ad esempio)...
Uno scrittore sta passando un weekend in una casa di campagna con moglie, figlio e un eterogeneo gruppo di amici quasi tutti moralmente discutibili, ma presto tre misteriose persone si mostreranno cominciando una carneficina dei presenti, con la promessa che solo uno di loro si salverà (ma chi?). Il cast è molto interessante, a partire da Frid inquietante scrittore, superba la Beswick splendida; ci sono pure l'ex attor giovane per eccellenza Donahue e la Woronov di Silent night. Molto claustrofobico e di sicuro intrattenimento.
MEMORABILE: Le labbra di un rosso vivissimo della Beswick quando si "presenta" agli ospiti e momento priceless la Woronov che mezza nuda tenta di fuggire.
Primo lungometraggio di Stone, ingiustamente poco considerato; un horror claustrofobico a tratti confuso, ma già con alcune buone idee, che riesce ad avvincere e a creare un clima cupo e crudele. Ben caratterizzati i tre villains, in modo rozzo ma efficace. Qualche elemento di interesse nel cast (Frid sottilmente inquietante, la splendida e sensuale Beswick dalle labbra avvolgenti, la Woronov ambigua e seducente). La mattanza di personaggi riprovevoli non è un'idea nuovissima, ma è resa con qualche spunto non disprezzabile. Già evidente una personalità registica ben marcata.
MEMORABILE: I tre villains; La Beswick che seduce Frid; La lotta stile gladiatori tra il protagonista e la seminuda Woronov; Il finale.
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DiscussioneZender • 1/07/09 20:45 Capo scrivano - 48874 interventi
A causa di uno dei titoli con cui è conosciuto questo esordio di Stone (ovvero "Queen of evil"), sono in molti a confonderlo con un altro "Queen of evil", ovvero il "Love me deadly" di Jacques La Certe (regolarmente arrivato da noi col titolo "La necrofila" e conosciuto in America anche come "Queen of evil"). Non si contano più le persone che, credendo di aver visto il raro esordio di Stone (mai giunto in Italia) si sono invece sorbiti il modesto "La necrofila"...
DiscussioneZender • 2/07/09 09:11 Capo scrivano - 48874 interventi
A onor del vero la colpa è anche delle guide televisive, che incappano regolarmente nell'errore deviando noi poveri ignari. Tu ad esempio com'è che ci sei cascato, Hackett?
Proprio così, registrai dalla tv il film dopo aver letto nella guida che era di Oliver Stone, non ricordo poi se nella pellicola si leggevano tutti i titoli di testa, così sono rimasto convinto fosse proprio di Stone... fino a ieri...
A proposito di "nada" (non la cantante), vedi che ti fà uscire la Spagna! E mio, assolutamente MIO, finalmente (credo non abbia nemmeno i sub, ma solo la lingua inglese/spagnolo)