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La nostra recensione di L'erede

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Quando si vede qualcuno che nell'incipit raccoglie da terra i resti di un incidente aereo, la mente non può non andare a quanto accadde al nostro Enrico Mattei che, proprio come il grande magnate dell'industria di questo film, precipitò col suo velivolo privato per via di un sabotaggio di chi aveva interesse a ostacolarne il lavoro. I richiami sono evidenti, ma il film si concentra su quanto accade dopo, con Bart Cordell (Belmondo), il figlio del defunto, che nel ruolo dell'erede designato si prepara a prendere possesso dell'enorme impero di suo padre diventando il ventesimo uomo più ricco del mondo (così gli viene comunicato). Una rivista di successo (il...Leggi tutto Globe), un impianto siderurgico, multiproprietà varie...

Bart, con la sua irriverenza e il piglio di chi vuol cambiare il mondo, conosce i vertici della rivista (Rochefort, Gravina) e assume un investigatore privato perché faccia luce sulla strana morte del padre, un dramma che coinvolgerà presto anche il meccanico (Wagner) del velivolo. Nel frattempo approfondisce la conoscenza con una strana donna (Kerwin) che, sull'aereo dagli Stati Uniti - dove vive con la moglie Giovanella (Orso) e il figlio (Lassila) - alla Francia, l'ha sedotto infilandogli non vista in tasca il biglietto di un bagaglio contenente della droga, per il quale verrà fermato in aeroporto e liberato solo grazie alle sue conoscenze. Chi l'ha pagata? Intanto la cosa ci ha fatto capire, così come le avance fatte pure a Liza (Gravina), come Bart abbia l'usanza, durante i viaggi in treno e in aereo, di far l'amore con le donne che incontra, attraverso proposte schiette e spudorate.

Non ci vorrà molto, in ogni caso, per capire che dietro la morte di Cordell sr. si muove un sottobosco di loschi personaggi le cui fila si scopriranno essere tirate da qualcuno di non troppo distante da lui. Giovanella, la moglie, è figlia di un italiano (Giachetti) ambiguo le cui caratteristiche ricordano tanto quelle dei mafiosi, e facendo due più due... Sono tuttavia in tanti quelli che non solo desideravano la morte di suo padre ma anche la sua, come avremo modo di vedere...

Il regista Philip Labro sa di non avere in mano niente di originale, di conseguenza lavora sulla forma cercando di lasciare il segno così. Il risultato è un film che s'inventa un montaggio a tratti troppo frammentario, con flashback fugaci, anche fuori luogo, improvvisi, stordenti, che fanno il paio con la gestione ugualmente un po' caotica di molte scene. In questo modo la narrazione si fa meno lineare lasciando in chi guarda più di una perplessità, rendendo evidente come sia attraverso uno stile personale che si vuol superare la banalità degli spunti. Che invece, se gestiti più tradizionalmente, avrebbero anche potuto convincere. Perché la trama riserva qualche buona intuizione, l'intreccio che si avvicina per certi versi al giallo - pur se inserito in un contesto di complotto politico internazionale - è sviluppato secondo una progressione logica accettabile e, se anche non può certo stupire, è comunque supportato da un parco attori di grande prestigio ed esterni eleganti. C'è pure una breve parentesi italiana con la moglie di Bart, Giovanella, che per la sua permanenza nella Capitale si stabilisce dal padre nella villa nota ai romani come... Villa Giovanelli. Una coincidenza? Difficile...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/10/21 DAL BENEMERITO NICOLA81 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 25/10/24
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Nicola81 1/10/21 19:45 - 2986 commenti

I gusti di Nicola81

Potente industriale muore in un dubbio incidente aereo (come non pensare a Enrico Mattei?); il figlio, oltre a voler vederci chiaro, ha anche idee troppo anticonformiste per certi ambienti… Giallo di denuncia politica che riscatta qualche incertezza iniziale con un bel crescendo emotivo e un epilogo in cui la verità viene sì a galla, ma ad altissimo prezzo. Belmondo bravo anche in ruolo che limita la sua proverbiale ironia, ottimi anche la pungente Gravina, la vendicativa Kerwin, il leale Denner e l'ambiguo Rochefort; ultimo ruolo per Giachetti. Buone le musiche di Michel Colombier.

Ronax 26/04/25 00:51 - 1407 commenti

I gusti di Ronax

Deciso a cercare la verità sulla morte del padre, un magnate dell'industria e dell'editoria vittima di un oscuro incidente aereo, il figlio, che ne ha ereditato la fortuna, andrà fino in fondo ma la scoperta sarà molto amara e a caro prezzo. Due anni dopo Senza movente, Labro firma un altro thriller questa volta incentrato su un contorto complotto politico e finanziario, dalla trama abbastanza convenzionale e dallo sviluppo non molto credibile ma girato con una buona tecnica e che nella fase finale riesce a essere discretamente appassionante, grazie anche a uno scatenato Belmondo.
MEMORABILE: I mazzi di rose che Belmondo fa recapitare nella camera d'albergo della squillo.

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