La fuga - Film (1947)

La fuga
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Dark passage
Anno: 1947
Genere: gangster/noir (bianco e nero)
Note: Dal romanzo di David Goodis, edito in Italia col titolo "Giungla umana".

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L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/05/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 5/07/10
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Il Gobbo 10/05/07 09:09 - 3015 commenti

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Accusato di uxoricidio che non ha commesso, un uomo cerca in ogni modo di scagionarsi, con l'aiuto di una donna che lo mette in contatto con un chirurgo plastico, grazie al quale l'uomo cambia volto... Ottimo noir tutto giocato sulla soggettiva, solo dopo un bel pezzo di film ne vedremo il (nuovo) volto, che è poi, l'avete capito, quello di Bogart. Formalmente ardito e di buona tensione, un gioiellino nel ricchissimo scrigno di uno dei generi fondamentali del cinema americano. Bogey e Bacall fanno scintille come sempre.

Cotola 13/07/08 19:53 - 9275 commenti

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Questo film di Daves rappresenta uno dei noir più originali, ed anche più belli, che siano mai stati girati. Basti pensare all'idea di partenza che porta l'ormai divo Bogart a mostrare il suo volto solo nella seconda parte del film, mentre nella prima, girata tutta in soggettiva, compare ma non lo si vede mai. Per il resto la sceneggiatura è di grande raffinatezza e sfrutta molti tòpoi del genere, la regia è inventiva e sopraffina e gli attori sono semplicemente sublimi. Una perla che gli amanti del genere non devono farsi sfuggire.

Renato 26/03/09 13:40 - 1648 commenti

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Grandissimo noir, teso e coinvolgente. Stranamente non ha il culto che meriterebbe, quantomeno in Italia. Storia originale, atmosfera perfetta, la coppia Bogart-Bacall... insomma non manca davvero nulla, con in più una struttura molto particolare che -com'è noto- fa sì che Humphrey Bogart si possa mostrare soltanto a metà film. Delmer Daves è stato un buon regista, probabilmente da rivalutare.

Puppigallo 27/08/09 09:11 - 5372 commenti

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La faccia di Bogart come risultato di una chirurgia plastica? A dir poco ironico, anche se non era certo questo lo scopo del regista. E' un film coraggioso, se si pensa che nella prima metà abbondante di pellicola, il protagonista proprio non si vede (si usa la telecamera come suo punto di vista) e poi compare fasciato, per i postumi dell'intervento. Tutto funziona, protagonisti (bravo Bogart, ma anche Lauren Bacall) e seconde linee (il ricattatore, la iena in gonnella...); e questo, associato a dialoghi piacevoli, fa sì che lo spettatore segua con interesse gli sviluppi. Notevole.
MEMORABILE: George, il cui sogno era di andare in Perù a suonare la cornetta... momento comico involontario della pellicola.

Capannelle 21/09/09 10:43 - 4484 commenti

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Un gran bel classico dove Bogart è meno pompato e più malinconico del solito e il noir è ammantato dal giusto romanticismo. A tutto vantaggio della piacevolezza della trama che cresce d'intensità col passare degli eventi. La famosa prima mezzora in soggettiva è funzionale ma non la esalterei troppo, dura troppo a lungo. Ottimi tutti gli attori, ammaliante lo sguardo della Bacall. Curiosa, nel doppiaggio, la pronuncia dozzinale di "San FranCisco" e vedere una sigaretta in bocca al medico prima dell'operazione: potenza dell'industria del tabacco.
MEMORABILE: Siamo tutti paurosi, il coraggio è una cosa inesistente. C'è solo la paura di farsi male, la paura di morire. Perciò gli esseri umani vivono a lungo.

Giùan 31/07/11 22:08 - 4759 commenti

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Quando la Hollywood della golden age decideva di osare, dal punto di vista stilistico e del modo di raccontar soggetti, il noir era uno dei generi di elezione in cui quei "rischi" si esercitavano. In tal senso è da leggere l'importanza di questo film, in cui per mezz'ora il protagonista si cela dietro la soggettiva dell'ottimo Daves, il quale si cimenterà altrettanto bene in solidi westen e tardi melò Anni Sessanta. Qui appunto, dopo l'operazione di maquillage, il film è tutto della divina coppia Bogart-Bacall, per quanto la tensione venga mantenuta fin al The end.

Saintgifts 12/09/11 10:43 - 4098 commenti

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La prima parte del film è abbastanza originale per la tecnica con cui è stata girata e per la situazione di tensione creata. Dopo l'intervento di ghirurgia plastica (curioso notare che in Dead End, del 1937, Bogart "Faccia d'Angelo", era reduce da un intervento al viso), il film prende una piega dove gli avvenimenti, pur seguendo una trama interessante, appaiono forzosi, fino ad arrivare ad un finale veloce, facile e forse troppo romantico. Rimane comunque un buon noir con i due protagonisti credibili, coppia vera anche nella realtà.

Tarabas 14/11/11 23:37 - 1888 commenti

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Come nel coevo Una donna nel lago anche Daves usa in modo innovativo e spavaldo la mdp, tenendo la faccia da cinema per eccellenza dell'epoca nascosta per un'ora dietro riprese in "quasi soggettiva" o sotto le bende di un'intervento plastico. Quando appare Bogart finiscono gli esperimenti e cominciano 30 minuti di noir classico, l'innocente condannato che cerca giustizia e forse vendetta. Quasi tutto il film è pervaso da un'atmosfera antirealistica e oppressiva (Venturelli parla di dimensione onirica), contrastata dal finale. Cast essenziale.
MEMORABILE: Il duello tra la Bacall e la folle Moorehead regala scintille. Ma il chirurgo "langhiano" resta impresso, col rasoio in mano.

Homesick 15/11/11 17:51 - 5737 commenti

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Il Vincent Parry di Bogart è un po’ come l’Harry Lime di Welles, che condiziona l’intero film con la sua presenza in gran parte “invisibile”: qui il volto del divo è ripreso in soggettiva per più di un’ora e poi celato da fasciature prima di palesarsi del tutto. Questa geniale trovata tecnica prevale su una trama dal tragitto conforme ai canoni del genere (il fuggitivo ingiustamente condannato alla ricerca dei veri colpevoli, l’aiuto della donna, il ricattatore) e conclusa in un insolito happy end. Sempre suggestive le colline e i saliscendi di San Francisco.
MEMORABILE: Le insinuanti domande del sergente al bar.

Delpiero89 16/10/13 00:35 - 263 commenti

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Accusato ingiustamente di uxoricidio, evade dal carcere. Da qui un susseguirsi di eventi a orologeria, confezionati dalla mano sapiente di Delmer Daves. Rivoluzionario per l'epoca, il volto del personaggio principale si vede dopo quasi un'ora (la prima parte infatti è caratterizzata dalle immagini in soggettiva del protagonista). La trama forse non è eccezionale, ma il film funziona, eccome...

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Daniela 11/09/14 15:21 - 12919 commenti

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Un uomo ingiustamente condannato per uxoricidio fugge di prigione e, per poter scoprire il vero assassino, si sottopone ad una plastica facciale che ne cambia i connotati. Introdotto da una lunga soggettiva, un film in cui il protagonista compare per buona parte della sua durata coperto da un pesante bendaggio. Questo escamotage rende ancora più intrigante questo bel thriller, ottimanente sceneggiato ed interpretato, anche se la "riconoscibilità" di Bogey è tale che potrebbe anche recitare chiuso in un baule. Uno dei classici del genere, imperdibile.

Jdelarge 14/08/15 13:57 - 1000 commenti

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Film a due facce (come quelle del protagonista), nel senso che la prima metà, sperimentale, girata quasi interamente dal punto di vista dell'evaso Vincent Parry, funziona benissimo, riuscendo a creare un clima di suspense e surrealismo incredibili. La sceneggiatura, invece, non conferisce al film quel qualcosa in più e, al contrario, risulta statica e priva di reali colpi di scena, culminando in un finale piuttosto sbrigativo. Bogart è più che una certezza e la Bacall è perfetta nella parte. Noir atipico e molto interessante.

Faggi 2/01/16 13:24 - 1551 commenti

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È un film con Bogart e la Bacall e questo potrebbe già dire qualcosa, forse. Loro sono straordinari, ma in questa pellicola non si eguagliano le notevoli vette che i due (insieme) hanno raggiunto in Il grande sonno e Acque del Sud. Per il resto, tutto fila (si perdonano certe sbavature) con invenzione e gusto. Insomma, il divertimento di un noir ben congegnato è certo perché gli ingredienti ci sono (quasi) tutti.

Myvincent 30/03/16 23:14 - 3852 commenti

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La fuga di un uomo innocente verso la costruzione di una nuova identità (solo facciale) è il motore di questo ennesimo "Bogie-Bacall movie" che sfrutta ulteriormente le vincenti differenze tipologiche fra i due grandi protagonisti. La trama esasperata si arricchisce della "presenza" di Bogart, anche in sua assenza, cioè per circa un'ora di film, il che dà una piacevole sensazione destabilizzante.

B. Legnani 30/03/16 23:43 - 5606 commenti

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Celebre noir, che raggruppa molti tòpoi, ma anche il lungo e noto periodo di uso della soggettiva. Due le cose che qui colpiscono particolarmente, in Bogart. Per prima cosa, come molti hanno giustamente detto, la sua "riconoscibilità" anche con i soli occhi visibili. Ma non trascurerei la sua discesa dalle scale sùbito dopo la sbendatura, con movimenti semplici, quasi imbarazzati, ma che sprigionano enorme carisma. Non un capolavoro, ma senz'altro un buon film. La sbendatura e il nuovo volto sono stati ripresi nel delizioso Il detective con la faccia di Bogart, con il noto sosia Robert Sacchi.

Didda23 3/07/19 08:49 - 2439 commenti

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Un'opera certamente innovativa per l'epoca soprattutto a livello tecnico, basti pensare alla prima parte girata spesso in soggettiva. Rapisce e intriga sin da subito per la curiosità che instilla l'operazione al volto e per gli sviluppi narrativi che tale cambiamento può produrre. Poi entra in scena Bogey e il suo carisma invade la celluloide regalando momenti attoriali di puro talento. Peccato che la narrazione non mantenga tutte le straordinarie premesse, con un finale scontato che non conquista totalmente. Impossibile rimanere indifferenti dinanzi alla bellezza della Bacall.
MEMORABILE: Il chirurgo plastico; Le cure amorevoli della Bacall; La resa dei conti nei pressi del ponte.

Ciavazzaro 31/12/19 01:05 - 4765 commenti

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Capolavoro noir incredibilmente poco conosciuto. Girato con una tecnica assai coraggiosa (soprattutto per l'epoca) che mostra il volto del protagonista solo dopo un'ora, offre allo spettatore - almeno da un punto di vista fotografico - molta gioia. Cast perfetto a partire dalla sempre ottima accoppiata Bacall-Bogart con un lavoro psicologico sulla Bacall notevole, incredibile performance della Moorehead e ottimo il viscido Clifton Young. Ben sfruttata l'ambientazione tra lussuosi appartamenti e tram. Da rivalutare.
MEMORABILE: Il tragico confronto nel pre-finale con rivelazione dell'identità dell'omicida; Tutte le scene con la Moorehead; La fuga a piedi; Il finale.

Nicola81 9/01/22 18:29 - 2933 commenti

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Tecnicamente impeccabile e stilisticamente innovativo, l'unico noir diretto da Daves risulta assai meno convincente sul piano narrativo. In realtà la trama sarebbe anche intrigante, ma è penalizzata da una sceneggiatura che accumula forzature e coincidenze come se piovesse. Peccato, perché i dialoghi sono piacevoli, il ritmo sostenuto, e anche il finale imposto dalla produzione, per quanto molto più conciliante rispetto a quello del romanzo, non è poi così trionfalistico come potrebbe sembrare. Ottime interpretazioni non solo della copia Bogart/Bacall, ma anche del cast di contorno.
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  • Curiosità Patrick78 • 21/05/09 10:00
    Magazziniere - 545 interventi
    Nel libro di Wensley Clarkson TARANTINO - THE MAN, THE MYTHS AND HIS MOVIES edito nel 2007 viene citato come uno dei film e delle fonti di ispirazione che più di ogni altro hanno influenzato la carriera registica di Quentin Tarantino.