Un Philip Marlowe insolito. Diretto e interpretato da Robert Montgomery, che in realtà nel film si "vede" pochissimo perché - attenzione! - il film è girato completamente in soggettiva. In pratica Montgomery viene inquadrato, a mo' di narratore, nel prologo (quando ci spiega che vuole farci "vivere" la sua avventura in prima persona), a metà film e nell'epilogo. Per il resto del film parla con la sua voce ma noi lo vediamo solo quando si riflette negli specchi. In pratica seguiamo la storia attraverso i suoi occhi e nulla sappiamo che lui non sappia. Un'idea originale, simpatica (anche se in certe occasioni appare troppo forzata) che però,...Leggi tutto a lungo andare, non si avverte nemmeno più. Il punto è un altro, e cioè che la storia (di Raymond Chandler) funziona bene all'inizio, ma quando comincia ad aggiungere nomi su nomi e ad infittirsi richiede un’attenzione fin eccessiva, finendo con lo stancare. I dialoghi sono ben rifiniti come sempre (o quasi) capita al personaggio, ma la figura femminile centrale (l'editrice che per prima assume Marlowe chiedendogli di ritrovare la moglie scomparsa del suo principale) si fa spesso ingombrante senza che ve ne sia una reale necessità, appesantendo il film soprattutto nell'ultima parte, decisamente affannosa. Una detective-story nella norma, impostata in perfetto stile bogartiano senza che però sia presente il vero "titolare". Peccato, perché la prima mezz'ora dispone bene le carte in tavola e la sceneggiatura pare superiore alla media. Comunque un film da vedere.
Nuova indagine per Philip Marlowe, incaricato stavolta di trovare la moglie di un ricco editore, di cui s'è persa ogni traccia... Cosa fa spiccare questo film nella lunga serie dei Marlowe su grande schermo? L'audacia stilistica: il film è tutto in soggettiva! Così ognuno può flaubertianamente dire "Philip Marlowe c'est moi!". Mossa astuta, fra l'altro, che evita a Robert Montgomery (anche regista, il furbacchione) confronti impegnativi con Bogart. "Davvero notevole" per l'epoca, da recuperare.
Ispirandosi al romanzo di Chandler, il regista e attore Montgomery gira un bel noir caratterizzato da una storia intricata ed avvincente al punto giusto, impreziosita da un originale procedimento formale: la soggettiva. Tutto il film è, infatti, girato in quel modo. L'effetto è a dir poco spiazzante: lo spettatore, infatti, vede esclusivamente le stesse cose del protagonista Marlowe. Per l'epoca decisamente innovativo, mantiene ancor oggi il suo valore ed un certo fascino.
Detective story il cui unico motivo di interesse risiede nell'essere girata quasi interamente in soggettiva; si tratta però di un mero virtuosismo stilistico, che non aggiunge granchè all'emozione dello spettatore (anche se alcune sequenze colpiscono). La trama poi, penalizzata dalla discutibile decisione di non mostrare tutta quella parte del romanzo ambientata sul lago (per lasciare spazio ad un risibile plot amoroso), appare piuttosto farraginosa e involuta. Il dover fissare costantemente l'obiettivo non aiuta la naturalezza degli attori.
Una donna scomparsa, un playboy morto, sbirri corrotti. Semplificando all'estremo un complicatissimo romanzo di Chandler, Montgomery gira un film rimasto celebre per una scelta estrema: le riprese sono tutte soggettive del protagonista Philip Marlowe. Questo pone il problema di avere sempre il protagonista in scena (da un lato) e quello di non poter sfruttare la soggettiva come punto di vista forte (o debolissimo, secondo le circostanze) di identità tra lo sguardo del personaggio e dello spettatore. Bizzaro? Sperimentale? Più che altro ingenuo.
MEMORABILE: Ogni tanto la vanità dell'attore ha il sopravvento sul rigore del regista, che regala al suo personaggio qualche specchio nel quale apparire.
Più che un film trattasi, in realtà, di un vero e proprio esperimento cinematografico, tanto che la storia passa quasi in secondo piano. Pur presentando alcune ingenuità, la scelta di girare tutto in soggettiva è coraggiosa e anche ben realizzata: fisicamente parlando sembra davvero di vedere e subire con il corpo del protagonista, ma dal punto di vista psicologico-emotivo lo spettatore ha bisogno di vedere negli occhi di Marlowe e non con i suoi occhi per carpire pienamente i suoi sentimenti. Bello, originale e sfrontato.
Variazione sul tema Philippe Marlowe (malvolentieri) indaga. Trama intricata, ironia e azzeccato uso dei cliché del noir più cupo e senza speranza. Attenzione però, non è un vero noir ma una nobile parodia del genere. Notevole l'uso massimalista della soggettiva. Film divertente e insolito, che gli ossessi del cinema al quale fa riferimento non possono perdere.
Entrata nella storia del cinema per l'uso quasi integrale della soggettiva, che avrebbe dovuto garantire nelle intenzioni una maggiore immedesimazione nel protagonista da parte dello spettatore, questa avventura d.o.c. di Marlowe resta tuttora godibile per la trama complessa ma non astrusa, i personaggi ben delineati ed i dialoghi brillanti, però paradossalmente l'artificio tecnico/narrativo, coraggioso per l'epoca e motivo della fama del film, risulta troppo forzato, con un effetto straniante che rende difficile appassionarsi alla vicenda. Opera importante, ma più curiosa che riuscita.
Tecnicamente un gioiellino: tutto girato in soggettiva, con un'ottima scelta delle inquadrature e movimenti di camera più realistici possibili. La sceneggiatura invece è un po' farraginosa, con il coinvolgimento non sempre alle stelle proprio a causa della scelta stilistica. L'intreccio ingarbugliato garantisce bei colpi di scena però, più stucchevoli invece le scene tra Marlowe e la femme fatale di turno. Da vedere almeno una volta, perché un unicum nella Hollywood dell'epoca.
Tecnicamente un film all'avanguardia, girato interamente in soggettiva e capace di immedesimare lo spettatore nel protagonista. Come sempre quando si prende spunto da Chandler, la trama è piuttosto complessa e i dialoghi ben studiati, ma rispetto al romanzo si tende comunque a semplificare in favore di una vena romantica che non era certo nelle corde del suo autore (l'epilogo in salsa rosa ne è l'emblema). Come attore Montgomery è ingiudicabile (ma l'impressione è che sarebbe uscito con le ossa rotte da illustriconfronti), ma dirige con bravura i colleghi, in particolare la Totter.
Robert Montgomery HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Sono sempre stato incuriosito d questo film per la scelta di girarlo tutto in soggettiva, ma non sono mai riuscito a vederlo. Qualcuno sa dove si può trovare? Sul muletto?
Di questo film esiste un'edizione italiana in DVD, distribuita da DNA Srl “UNA DONNA NEL LAGO (1947) + L'UOMO NELL'OMBRA (1952)” (2 Film su un unico Dvd). Lingue: Italiano, Inglese mono Rapporto schermo: 1.33:1 (Riadattato in formato 16/9 Pillarbox) Extra: Trailers Il film è stato rieditato con il contributo dello studioso di storia del cinema Riccardo Cusin. Questa versione è disponibile anche in streaming su alcune piattaforme.