La casa - Il risveglio del male - Film (2023)

La casa - Il risveglio del male
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La coppia d'oro del primo indimenticato capitolo (Sam Raimi e Bruce Campbell) si accomoda in produzione lasciando la cinepresa in mano a Lee Cronin, che butta giù un abbozzo di storia, quattro dialoghi senza fantasia e per il resto pensa ovviamente alla regia, da sempre nella saga la chiave di tutto. Se però Raimi aveva saputo esordire con evoluzioni al tempo rivoluzionarie, un uso innovativo della steadicam, un linguaggio cinematografico assolutamente travolgente, per l'epoca, queste riprese moderne non riescono proprio ad avere la stessa forza, adagiandosi in soluzioni ormai straviste e limitandosi a pigiare al massimo il pedale...Leggi tutto dello splatter come fosse stato quello il valore aggiunto della proposta raimiana.

Qui, sottratta alle vittime pure la caratteristica ambientazione boschiva - riproposta in un veloce prologo successivo di un giorno all'azione che diventerà il fulcro del film e che si ricorda solo per la sequenza in cui il titolo emerge minaccioso dall'acqua di un lago in una bella fusione grafica con l'immagine horror - tutto si fa maniera; e quel che è peggio nessuno dei personaggi trasmette nulla, nucleo familiare anonimo interpretato senza convinzione e pronto solo a trasformarsi in carne da macello immersa in una fotografia di livello che vira al verde e al blu mantenendosi sempre su toni molto scuri, per quanto ben illuminati da luci e ombre che lasciano capire come tecnicamente il film possieda qualità indubbie.

Come appiccicare al tutto il solito libro dei morti e le formule magiche che pronunciate scatenano l'inferno in terra? Si immagina un potentissimo terremoto ('sta maledetta faglia di Sant'Andrea...) e si aprono crepe in tutto il condominio; subito uno dei tre figli della giovane madre (Sutherland) da poco lasciata dal marito ci si infila esplorando un cunicolo che dice essere il caveau della banca. E dentro che ci trova? L'immancabile librone in pelle umana, naturalmente, qui pure dentato e che quando lo apri mostra le sue terribili illustrazioni disegnate col sangue. Come accompagnamento tre vinili numerati progressivamente: appena li fai girare sul piatto cominciano le litanie del prete che recita le formule magiche e dà il via all'apocalisse. Da lì in poi solo una sarabanda di sbudellamenti, copiose vomitate di sangue, pustole purulente e l'intero coté caro alla saga. Al quale manca però il vero orrore: LA CASA faceva paura (i sequel dello stesso Raimi molto meno, ad essere sinceri, ma almeno erano divertenti nel loro parodiare allegramente il genere), questi sequel proprio no, né ci provano.

Non c'è tempo per creare un minimo di tensione; c'è da far saltellare la madre assassina per la casa, far combattere i figli e insomma, siamo più nell'action sanguinoso che nell'horror. Con l'aggiunta di qualche buona trovata registica, certo (togli pure quella, cosa resta?), belle contorsioni e voli da ESORCISTA in versione ginnasta. Ma in un campo in cui sotto questo profilo ormai tutto è stato detto c'era la necessità di lasciare il segno in qualche altro modo, perché anche il prologo da riagganciarsi all'epilogo è un espediente povero, fin quasi irritante. L'ambientazione tra le pareti di un moderno appartamento non ha il fascino dell'isolazionismo rustico. Di corpi contundenti infilati in ogni parte della testa abbiamo perso il conto negli anni, di seghe a motore usate come "arma finale" idem. Qua e là una bella mano dietro la cinepresa permette di godere delle singole sequenze, è vero, ma l'insieme sembra poter soddisfare giusto gli irriducibili del genere o gli esteti che un po' di buono ce lo troveranno facilmente, in questa passata di sangue e frattaglie. Troppo poco però, per emergere dal mare di orrori splatter che circola negli ultimi anni...
Marcel M.J. Davinotti jr.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/04/23 DAL BENEMERITO TEDDY POI DAVINOTTATO IL GIORNO 11/06/23
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Teddy 26/04/23 00:24 - 678 commenti

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Quanto a contenuti non ci troviamo di fronte a nulla di nuovo, sia chiaro, ma la svolta della (mono)location metropolitana e gli effetti di ombra-luce fortemente atmosferici sono un bel contrassegno narrativo. Cronin, fra le altre cose, cita amorevolmente Kubrick e Romero, piazza davanti l’imponenza maschile un femminismo assoluto e rievoca situazioni della saga con un grande gusto figurativo. Splatter torrenziale.

Herrkinski 26/04/23 04:43 - 7680 commenti

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La saga si reinventa nuovamente con questo episodio spurio che riprende i temi portanti del franchise spostando l'azione in un tetro condominio; tutto sommato la location funziona, anche perché è solo un contorno al solito gioco al massacro tra indemoniati e assediati, carico di splatter ed effetti pratici ben fatti, nonostante il film ci metta un po' troppo a ingranare. Molto simile al remake, anche se forse un pelo più riuscito giacché privo del paragone diretto con l'originale; molto déjà vu citazionistico della saga (e non), humour impercettibile, cast un po' anonimo.
MEMORABILE: Gamba grattuggiata; Ascensore alla Shining.

Gabigol 27/04/23 00:47 - 536 commenti

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Involontario epitaffio di un classico che ha fatto scuola all'interno dell'horror. Cronin conosce il materiale di partenza, ma l'autoreferenzialità soffoca nella culla qualunque novità. Tra jumpscares poco dosati e uno scolastico ribaltamento degli archetipi del capostipite, il film tracima sotto il profilo emoglobinico e spreca un po' di tutto: dell'ambientazione (inutilizzata) sino a potenziali sequenze ansiogene, che pure potevano offrire un'interessante variante d'approccio. Qualche sequenza va a segno; il disegno complessivo, invece, conferma poca personalità.
MEMORABILE: Il sorriso della Sutherland; Tutta la sequenza allo spioncino; La grattugia; La masticatura del vetro.

Rebis 29/04/23 11:39 - 2279 commenti

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Adattabile e reversibile: reboot della trilogia originale o sequel del remake, è patrocinato da Raimi e Campbell alla produzione, garanti di filologia. Cronin riesuma lo spirito grottesco del capostipite, lasciando che la cupa ferocia delle forze maligne esorbiti in una depravata birboneria, più oltragiosa che divertente. Lo splatter dilaga senza reticenza e la location urbana riserva qualche sorpresa. Festa del citazionismo, tra fan service e notevoli intuizioni figurative (l'ascensore). Centrato il mood ottantino con innesti polanskiani. Ci si diverte, calibrando le aspettative.

Mco 29/04/23 23:45 - 2300 commenti

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Ottimo compendio del genere, reso altamente spettacolare dalla bontà degli effetti speciali visivi e sonori. Si respira quell'aria pulita del buon horror anni Ottanta e Novanta, scevri di tutte quelle argomentazioni che non fanno che politicizzare ogni pellicola. Il cinema è libertà creativa e qui Cronin riporta in auge la metafisica di Yuzna, il grottesco ipersplatter di Jackson e finanche qualche suggestione kubrickiana. I protagonisti sono perfetti nel ruolo di sacrificabili al Male, tra terremoti, scale sommerse e libri ritrovati. Bruce Campbell e Sam Raimi tra i produttori.
MEMORABILE: La forte scossa di terremoto; L'incipit in riva al lago; Il redde rationem nel garage.

Deepred89 11/05/23 00:11 - 3627 commenti

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Dopo un prologo pure piuttosto riuscito, la saga si sposta in un grattacielo, ma il copione è grossomodo sempre lo stesso. Purtroppo, il film di Cronin non possiede né la fascinosa rozzezza del capostipite né l'inventiva dei seguiti, rivelandosi un'alternanza di fiacchi jump-scare e scene splatter (spesso quasi invalutabili a causa della scurissima fotografia) che si pone in mezzo tra un Rec senza pov e uno Splatters gli schizzacervelli senza umorismo e soprattutto senza trama. Cast pure discreto e regia volenterosa, ma la pochezza della sceneggiatura non perdona.

Schramm 12/05/23 15:15 - 3449 commenti

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Esasperando Alvarez e orfano di Ash, Cronin solarizza il mito portando oltre le sue estreme conseguenza l'evilame del titolo: basta slapstickume, fine del cartoonaro e tanti saluti alle giravolte surreali che invitano al sorriso. Nel prenderla sullo stramaledettamente serio e sprangando lo spettatore in ogni osso i dolori non tardano a farsi sentire, ma per il cultore anche ad annoiare, ché di fatto tolti interpreti e location, strofe e ritornelli son ritriti. Per i novizi un party BDSM, ma quanto a fantasioso/spassoso rinnovamento dei codici 5' a caso della serie ne fanno polpette.
MEMORABILE: Nel bosco i rami, qua le corde dell'ascensore; Occhi riversi; Occhio strappato a morsi, Inghiottendo i vetri; Grattugia; La cosa-ragno.

Markus 21/05/23 18:14 - 3631 commenti

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Nella parte iniziale di quest'horror gli echi del 1981 ci sono tutti, a partire dalle inquadrature in soggettiva (del demonio), il bosco e il famigerato libro che risveglia le malvagità che era meglio lasciar dormire, ma si sa che la curiosità - come dice il detto - "...uccise il gatto" e... l'uomo. Tutto sommato non è così indispensabile conoscere la vicenda dal quale il film è tratto, tanto più che poi si consuma - in ambito condominiale/notturno - uno splatter di modernissima concezione di discreta fattura (naturalmente a patto di accettare certe immagini sanguinolente).

Lukkyo1980 29/05/23 10:04 - 9 commenti

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Gli elementi del sangue a valanga, occhi sgranati con sorrisi demoniaci, amputazioni, inquadrature dal basso che correndo arrivano in primo piano e le armi predilette da Ash come la motosega, il fucile a pompa, ci sono tutti. Manca tutto il resto. Il film è un jumpscare modernissimo senz'anima, adatto alle piattaforme, da vedere una serata senza troppe pretese e completamente sprovvisto dell'ironia della trilogia del buon Sam. Discreta la regia, attori cui manca il carisma soprattutto rispetto a Campbell. Un western con Justin Bieber al posto di Eastwood.

Belfagor 11/06/23 23:10 - 2674 commenti

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Il prologo è legato in modo tenue al resto del film ma ne imposta bene l'atmosfera. Oltre alla variazione sul tema del corredo evocativo (stavolta con un grimorio zannuto e dischi in vinile che attendono chi è in cerca di nostalgia musicale), a colpire è la tensione insita nei legami familiari come preludio al misto di tragedia e sangue, che di certo non manca. L'umorismo nero non è graffiante come nella trilogia originale, ma le diaboliche espressioni di Sutherland riescono a calamitare l'attenzione fino alla fine.
MEMORABILE: Il titolo che emerge; "Mammina è con i vermi ora"; Il bicchiere masticato.

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