E' un vero peccato che quello che aveva tutti i presupposti per essere uno dei migliori SF post 2000 (e non sfigurare di fronte ai precedenti remake kaufmaniani e ferrariani) sia stato rovinato dalla mano pesante e fracassona di mister Joel Silver, che, nel finalone baraccone, manda in vacca l'ottimo lavoro svolto da mann Hirshbiegel fino a quel momento, con tamarrate degne di Michael Bay e l'omaggio (poco consono) alle ultime battute dello
Zombi romeriano.
Peccato davvero, perchè questa quarta versione cinematografica del romanzo paranoide di Jack Finney è ricca di tensione, paranoia, empatia, con le spore e il virus al posto dei bacelloni, con momenti che sfiorano la perfezione fantaorrorifica (la mutazione nel letto mentre si dorme, la donna disperata che cerca di avvisare dell'incombente pericolo nella galleria, i suicidi gettandosi dai tetti dei palazzi, la Kidman osservata gelidamente dagli alieni mentre è in auto o si reca al lavoro, l'intrusione violenta a casa sua, tutta la parte mozzafiato sulla metropolitana, la Kidman che non solo deve fingere di essere senza emozioni ma non deve nemmeno sudare, perchè "loro" se ne accorgono, le vomitate reganiane che trasmettono il contagio, la Kidman che vede il suo doppio colpirla davanti allo specchio, il cane che aggredisce il ragazzino ultracorpo e lui non fa una piega, e sul corpo della Kidman repellenti membrane che si staccano, la Kidman al supermercato che fa di tutto per non dormire, l'iniezione al cuore che fa il paio con quella di
Pulp Fiction, i tafferugli cittadini, le notizie che riguardano la guerra in Iraq, il console russo in via di trasformazione che striscia giù per le scale, lo stato dittatoriale di polizia), insomma, pezzi di gran cinema di fantaorrore, magistralmente gestiti dall'autore de
La caduta, che dona al film un look gelido, plumbeo, opprimente e massicciamente teutonico (Washington sembra una fredda città dell' europa del nord), grazie anche alla fotografia metallica di Reiner Klausmann.
Sua maestà Todd Masters lavora di fino sul disgustoso make up degli infetti in fase mutevole e la musica di John Ottman sottolinea la defribillazione continua che il film continua a pompare man mano che gli ultracorpi prendono possesso sul mondo (forse pacifici, nelle intenzioni e a modo loro, visto che cessano guerre e violenze, annientando quella parte animale e ferina che si annida in qualsiasi essere umano, non è
Ultimatum alla terra, però...però)
Le rovinose manacce produttive pasticciano il tutto, mandando un pregevole gioiello della nuova fantascienza a remengo, con stò finale insopportabilmente buonista e politicamente corretto (quello girato da Hirshbiegel era ben più pessimista), dove si trova il vaccino e vissero tutti felici e contenti (con guerre sparse per il mondo annesse). Per tacere della Kidman provetta
Fast & Furious (maddai) che sfocia nella cafonata.
Come sputtanare un ottimo film di fantascienza portandolo alla stregua di un banale e rumoroso blockbusterone senz'anima.
Forse, il vero ultracorpo, in questo caso, è proprio Joel Silver.