Thriller per modo di dire. Tenta di essere sofisticato, ma ci riesce solo nell'immagine. La trama vede tre ragazze bene e un ragazzo da loro scelto, fare una gita solitaria su uno yacht che culmina in una notte a base di LSD, con magnetofono acceso a documentare ciò che acccadrà. Film immobile e con situazioni tirate per i capelli che somiglia decisamente al più cheap Top Sensation, girato l'anno seguente da Ottavio Alessi, con cui Liberatore scriverà subito dopo Incontro d'amore e altro... Belle le ragazze, terrificante De Vries.
MEMORABILE: Parecchi momenti sopra le righe, ad esempio la scena con la Troschel e il farmacista. Ma non voglio spoilerare nulla.
Ciò che 40 anni fa era un caso sporadico oggi è una radicatissima regola. Il film l'ho cercato per più di 10 anni, meriterebbe un voto alto perché non lascia certamente indifferenti, ma il titolo giusto sarebbe il Sesso degli Asini. Mi ha disgustato e lo considero un'istigazione a delinquere di quelle più sottili, atte a produrre gli effetti più deleteri e raccapriccianti. Odiose e studiate molto bene allo scopo Doris Kuntsmann e Rosemary Dexter.
MEMORABILE: Molto reale l'agonia e soprattutto la scena della morte. Chi esercita una professione sanitaria e vedrà, capirà...
Non posso parlare che bene di questo "thrillerino" che Liberatore dirige in modo professionale, arricchito di una buona fotografia e di belle e "allegre" musiche di Nicolai. Tra le tre protagoniste quella che "colpisce" di piu è la Dexter, mentre De Vries esprime bene la sua sofferenza.
Molto meglio Interrabang. L'incipit era intrigante, ma la lungaggini surclassano le cose interessanti della pellicola; i personaggi hanno una psicologia poco delineata, le tre donne sembrano agire seguendo un piano prestabilito, ma solo nel finale si scopre veramente qualcosa, qualcosa che non convince. Interessante l'uso degli inserti musicali, meno le questioni sottointese, dimostrano poco coraggio da parte del regista. Uno di quei pochi film in cui qualche nudità in più avrebbe giovato, data l'ambientazione sullo yacht. Irrisolto, ma non del tutto.
Interessante. Per il capostipite del thriller italiano “in alto mare” Liberatore segue una rotta tutta sua: la settentrionale Istria in luogo della Sardegna e dei Tropici – preferite nelle pellicole esotiche a seguire - come meta per borghesi annoiati e apatici e la pudicizia (rari e fugaci i nudi; sesso off-screen) e l’ellissi al posto dei particolari espliciti e delle varie chiarificazioni. Fra le onde e gli scogli dell’Adriatico le tre splendide interpreti (le anfibole e magnetiche Dexter e Kuntsmann, la tremula Troschel) rifulgono nell’atmosfera e nelle musiche di pura matrice sessantesca.
MEMORABILE: Il risveglio dopo l’LSD party; la proposta al farmacista per ottenere la morfina; gli occhi della Kunstmann.
Ugo Liberatore cura regia, soggetto e sceneggiatura di questo thriller girato nel mare Adriatico. Il cast femminile con la Dexter, la Kunstmann e la Troschel è azzeccato per i ruoli da interpretare: maligne le prime due, ingenua la terza. Alcune scelte molto dure (la scena della farmacia per esempio) donano picchi che altrimenti avrebbero lasciato la pellicola incompiuta. Tutto sommato da riscoprire.
Ci sono tre "ragazzine" viziate ma "progressiste" in cerca di nuove sensazioni e di libertà. La barca di lusso e l'lsd sono fondamentali e imprescindibili elementi per superare le crisi e magari mettere nei guai il bamboccio di turno, naturalmente un ricco borghese pure lui. Elementi frullati con mediocrità dal regista per una storia che tira a campare, soprassedendo nel mostrare le fasi fondamentali, tanto per non turbare noia e censura. Topless e pittura nera non bastano per rendere interessante una vicenda banale, rappresentata nello stesso modo.
Francamente deludente. Può servir più che altro da spunto per elucubrare sul come ci siano film che dovrebbero restare per il cinefilo piuttosto titoli dell'immaginario, senza concretizzarsi in sconfortanti visioni. A fargli difetto è soprattutto la assoluta e a conti fatti deleteria seriosa sussiegosità con la quale Liberatore conduce la vicenda, alla quale invece non avrebbe affatto nuociuto un po' di understatement leggero. Il successivo Interrabang di Biagetti gli è enormemente superiore. Persuasive Dexter e Kunstmann, acerbamente intrigante Troschel.
Violenza femminile questa volta, ai danni di un maschio predato e rapito per "consumarci" un festino a base di LSD dentro gli spazi di una barca di lusso. Fra gli stupendi scenari della Croazia (allora Jugoslavia) si consuma questo viaggio allucinante che non porterà a nulla di buono. L'originalità di una storia di soprusi tutta rosa si coniuga bene coi volti delle tre protagoniste, tratteggiate in maniera differente l'una dall'altra.
Puro Sessantotto, nel bene e nel male. Si parte rilassati e col sorriso sulle labbra, tra sole e libertinaggio antidiluviano, si passa poi a una fantasiosa interpretazione degli effetti dell'lsd e qui il film cambia rotta, si tinge di giallo (la registrazione) e inizia a imbarcare una cattiveria crescente che non ci si sarebbe inizialmente aspettati. Le reticenze del finale, molto ben girato, lasciano perplessi, ma era forse l'unico modo per non cadere nel banale. La Kunstmann non possiede il carisma sufficiente per la parte. Belle immagini e musiche, montaggio spesso accattivante.
MEMORABILE: Scambio di battute tra la Kunstmann e De Vries: "Quanti anni hai? Non te l'ho mai chiesto." "Venticinque, perché?" "Sei già dalla parte dei vecchi..."
Film diviso in due parti nettamente distinte. La prima è la tipica gita borghese in yacht con dialoghi pseudo-intelletualoidi e tanta, tantissima noia. Tutto già visto, niente di nuovo, e ci si consola con le tre bellezze protagoniste. Dopo la scena dell'LSD, che poteva essere il colpo di grazia, il film vira decisamente verso il thriller. Ed è a quel punto che la pellicola si fa interessante e degna di nota, abbandonando le tematiche tipicamente sessantottine e buttandosi in una seconda parte intrisa di sospetto e di dramma; è questa che salva la baracca, altrimenti molto deludente.
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