Esotico, mistico e piuttosto fiacco. Spiccano comunque la bellezza ancora pudica della Antonelli e quella più selvaggia della Pauly, oltre ad una bellissima Elena Mercury-Ilona Staller nelle scene aggiunte da Paolo Heusch. Orsini è sempre molto professionale e Steiner incarna con convinzione la figura dell'occidentale in crisi mistico-esistenziale. Sensualmente avvolgenti le musiche di Gaslini; suggestiva la cornice balinese.
Film noioso, pretenzioso e insieme insulso, vorrebbe forse mostrare allo spettatore l'incanto pericoloso che le religioni orientali esercitano sugli occidentali, anche i più disincantati, ma riesce soltanto a far desiderare che i personaggi principali si suicidino velocemente in massa per evitarci lo strazio delle loro riflessioni para-spiritualistiche. Anche il risvolto erotico, più sbandierato che altro, è davvero poco coinvolgente. I paesaggi sono incantevoli, Laura Antonelli è bellissima. Si salva pochissimo altro.
Titolo ripescato dal dimenticatoio verso il 2000, sottoforma di VHS, dalla infaticabile Shendene & Moizzi (della quale i cultori del cinema italiano sentono la mancanza). In effetti, pur essendo fascinosa l'ambientazione esotica e piacevole la presenza di attori scafati (nonché aggraziati), si fa fatica a sopportare - per intero - lo sviluppo di un plot drammatico che sfiora, in più contesti, la noia generata dalla banalità di situazioni (e dialoghi) e da una trama confusa e poco chiara. Solo per appassionati del cinema "segreto" italiano.
Liberatore, dopo Bora Bora tenta il bis esotico-erotico, ma poco erotico e più mistico-intellettuale: fiasco. Allora il produttore Bini fa girare a Paolo Heusch un prologo e un epilogo, con Cicciolina a "controfigurare" (le virgolette hanno un perché non svelabile) la Antonelli, e rimonta il film di Liberatore. Insomma, caos totale, fra locations notevoli, pretenziosità, ma poco pelo: questa è la versione che circola, il director's cut appare verosimilmente palloso, ma forse più intrigante... Citato in Io sono un autarchico!
Stupenda ambientazione esotica e ottime scene erotiche (anche se è palese l'uso della controfigura nelle scene più spinte). Film non eccezionale ma che si può digerire benissimo (non aspettatevi però chissà cosa). Ripescato dopo anni di oblio e passato anche in tv regionale.
Editato tre volte e oggi disponibile per i comuni mortali solo nell'ultima versione, rimontata da Alfredo Bini con una posticcia cornice "italiana" girata da Paolo Heusch. Dopo i trionfi del Sesso degli angeli e di Bora Bora, Liberatore non ne ha imbroccata più una e neppure la bellezza dei paesaggi e quella, sconvolgente, dell'Antonelli riescono a evitare il naufragio nel ridicolo dei tormenti mistico esistenziali del solito gruppetto di occidentali in fuga dalla civiltà. Con il beneficio del dubbio, magari la prima versione era un'altra cosa.
Un'isola indimenticabile, una natura e una magia che saturano gli occhi, la Antonelli al top della sua bellezza. Inizia con un delitto che è poi l'epilogo del film e prosegue nel misticismo di un affaire che parte come un comune viaggio salvo poi rivelarsi una scoperta interiore, un mettere in dubbio le proprie sicurezze, uno scandagliarsi dentro per cercare quelle domande chiuse nel più profondo dell'io; ma un amore vero non si può sostituire, né tantomeno dimenticare, neppure dopo la morte. Mistico.
Non so quale delle diverse versioni ho visto. Posso dire che finisce (ambiguamente) con Orsini che dice: "non si può morire per una nespola, a Bali". È una pellicola esotica, mistica ed etnologica dai tempi dilatati e dai dialoghi soporiferi; allineata con certe mode e certi temi (anche erotici) tipici di quel periodo. Eros e Thanatos sono al centro di questa produzione che non mi è sembrata pretenziosa ma solo non completamente riuscita. Buono il cast, belle le musiche di Gaslini.
La storia dei borghesi alla ricerca dell'identità perduta nelle isole tropicali non è certamente nuova per gli anni '70, ma va detto che pur condividendo certi cliché, queste pellicole soddisfano sempre per gli splendidi scenari e per un certo gusto intellettuale nei dialoghi, seppur venato da un qualcosa di naif che li rende meno pesanti. La bella di turno è qui Laura Antonelli, mentre a livello di bravura il grande Umberto Orsini ruba totalmente la scena. L'appendice italiana aggiunta successivamente al film da un qualcosa in più. Buono il finale. Consigliato.
Le attrici sono decisamente molto belle (Laura Antonelli e Ilona Staller, all'epoca sconosciute ma già decisamente in forma...) e questo per i film esotico-erotici è sempre qualcosa di molto importante. Ma il film è girato in modo maldestro, le elucubrazioni dei borghesi in crisi risultano decisamente tediose e l'abbondanza di luoghi comuni affossa definitivamente il film.
Paolo Heusch HA DIRETTO ANCHE...
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Undying ebbe a dire: Malizie - La serie completa Titoli della serie Malizie distribuiti da noi in VHS grazie alla Shendene & Moizzi, componenti il ciclo "Il cinema erotico italiano degli Anni Settanta" (ogni titolo contiene il link alla scheda davinottica del film):
B. Legnani ebbe a dire: Orsini dichiara che Heusch (nel prologo aggiunto, con Manni e la Staller) agiva nei limiti che lui gli dava. (fonte: Stracult, un'ora fa).
Nell'intervista in questione Orsini ha dichiarato che il prologo "spinto" girato per successiva ri-edizione (dovuta ad incrementare le scene di nudo, assenti poiché pare che Liberatore non gradisse i seni della Antonelli, sic!) si avvale di una presenza cooptata su suo volere: quella appunto di una (allora) ignota Ilona Staller.