Visto. Abbastanza bruttarello, tentativo poco riuscito (o meglio, per niente riuscito) di collegare noir a una patetica storiella d'amore stile Giulietta e Romeo. Belle le ambientazioni tedesche, da segnalare una scena di inseguimento in motoscafo. Film che comunque rasenta la mediocrità. Sono generoso concedendo 2 pallini.
Tremendo: due boss mafiosi di Amburgo si odiano, ignari del fatto che intanto i figli si amano. Il duro Silva in trasferta tedesca è l'unico punto di forza di un noir che definire noioso è poco. Il taglio è televisivo, perfino nelle scene d'azione. Sono abbastanza onnivoro, ma questo è da non rivedere.
La faccia truce del maestro d’armi Goffredo Ungher prima dei titoli dichiara l’italianità di questa coproduzione con la Germania: secca, essenziale, montaggio rapido, azione violenta abbinata al romanticismo e alla tragicità del noir allorché il potere della malavita viene eroso dagli affetti familiari. Amburgo è l’arena per dramatis personae tipizzate, come i due boss in guerra (Silva e Fleischmann), i novelli Romeo e Giulietta (Gori e Janson), l’amante e il tirapiedi infidi (Vendell e Baldassarre), la vecchia madre (De Felice) e l’oca giuliva (Jeanine). Note confacenti di Lallo Gori.
MEMORABILE: La bomba sull’auto in fuga; l’inseguimento tra i due motoscafi per i canali di Amburgo; l’epilogo che riprende il prologo.
L'immortale tragedia scespiriana di Romeo e Giuletta sbrigativamente genuflessa ai papocchi di un poco eclatante gangster-movie in salsa germanica, che al posto di Montecchi e Capuleti vede scannarsi a raffiche di piombo e tritolo due tracotanti bande criminali. Henry Silva è un mammasantissima italoamericano impegnato a ciondolare in vestaglia tra prevaricazioni e spaghettate con mammà; la coppia di piccioncini invece è affidata a due volti da fotoromanzo senza alcuna grinta. Il salvabile arriva in zona Cesarini, con l'acrobatico inseguimento in motoscafo tra i canali navigabili di Amburgo.
MEMORABILE: L'ottimo lavoro di stunt nella conclusiva sequenza d'inseguimento a bordo di motoscafo tra i canali di Amburgo.
Gangster italo-americano sbarca ad Amburgo e tenta di spodestare il boss locale. Ovviamente è guerra, ma i rispettivi figli si innamorano... L'insolita voce narrante e titoli di testa "televisivi" introducono un noir grezzo, stereotipato e fumettistico che tuttavia, vuoi per la breve durata vuoi per il montaggio frenetico, ha il pregio di non annoiare. Cast non deprecabile, gradevoli, anche se non sempre pertinenti, le musiche di Gori. In giro c'è ben di meglio, ma chi ama il vecchio cinema di genere italiano non lo troverà indigeribile.
MEMORABILE: Il concitato finale, che fa raggiungere al film quasi la sufficienza.
Intenso scontro tra Boss in un'insolita Amburgo (c'è pure la spiegazione a inzio film...). Talasciando la patetica love story, qualche bella scena d'azione c'è (l'inseguimento in auto e quello con i motoscafi, davvero ben fatto). Insomma, è un rozzo gangster movie potabile, nonostante il montaggio troppo sbrigativo. I tirapiedi fumano costantemente una sigaretta dietro l'altra, tranne quando si scannano.
Noir co-prodotto con la Germania ma chiaramente debitore della scuola italiana del genere, trova ovviamente in Silva il volto giusto per un ruolo da mafioso in cui può sguazzare, contrapposto al discreto Fleischmann; Gori e Janson sono due belle facce che fanno più da cornice in questo lavoro che non difetta in azione, con alcuni begli inseguimenti in auto, nonchè in violenza e drammaticità. L'ambientazione amburghese è ben sfruttata e offre scorci suggestivi nonché un finale acquatico su motoscafi piuttosto anomalo; in breve, da rivalutare.
Il valente Roland rifà Romeo e Giuletta fra i gangster di Amburgo, raramente vista così bella al cinema. Forse la citta anseatica è il vero protagonista di una gangster story piuttosto piatta, con evidenti approssimazioni di sceneggiatura. A tenere alta la bandiera ci pensa qualche specialista del genere (al cinema e in TV) in un cast che vede molti volti noti del cinema bis teutonico (van Husen, Jeannine, Hesslein) a circondare il solito faccione di un Silva molto in ruolo. Scene d'azione in esterna da incorniciare, con un paio di notevoli inseguimenti. Si fa vedere volentieri.
MEMORABILE: L'inseguimento con i motoscafi; "Hai un paio di gettoni, per favore?".
Trasferta tedesca per il "noir" all'italiana. Scontro totale tra malavitosi, senza esclusione di colpi, in contesto particolare e per questo affascinante. Teso, movimentato e abbastanza violento, con Silva, sempre superlativo, guidato da una regia corretta e lineare. Il sipario romantico "trasversale" poteva essere evitato perché, nonostante aggiunga qualcosa di originale alla disputa, è produttore di qualche momento davvero improbabile. Il finale è classico e un po’ scontato, ma la dinamica del duello in motoscafo da sola vale la visione.
MEMORABILE: La bomba incendiaria in macchina; Il conflitto "motonautico" finale.
Jürgen Roland HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàZender • 7/02/12 18:53 Capo scrivano - 48882 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il notevole flano del film:
ho un vhs-rip del master gvr praticamente rosicchiato dai topi, tutto giunte che saltano, dialoghi a strapponi, graffi, chiazze e aloni da vecchio spot ace, spuntinature a perdiconto e solo questo me lo fa piacere. l'incipit con quella seriosa e allarmistica voice-over da mondo-movie, poi, è già cultissimo!