Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/09/07 DAL BENEMERITO SKINNER
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Skinner 3/09/07 11:10 - 592 commenti

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Film della coppia Risi-Gassman ahimè completamente sballato. Vistosa, all'indomani del successo americano di Il tigre, l'aspirazione al successo internazionale: cartelli, insegne, manifesti sono scritti in inglese; e per essere una "commedia all'italiana" racconta molto poco l'Italia. La trama è confusa, vive di trovatine tra cui anche un paio di bizzarri momenti Spencer-Hill e di stanca e facile satira contro i capelloni e la società dei mass-media. Incomprensibile la scelta di far doppiare una delle nostre migliori voci, Oreste Lionello.

Brainiac 30/12/08 17:52 - 1083 commenti

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Commedia non malvagia ma con alcune parti lente. Gassman è un eremita fuggito dalla giungla cittadina. Richiamato per un processo nella caotica metropoli racconta la sua esperienza. Il messaggio è ambientalista ed anticonformista. Tutta la prima parte è molto divertente (quella con Gassman sulla montagna, il finto telegiornale) poi il film si affloscia (vedi la noiosa parte in cui si trova in una sorta di comune Hippie). Film bizzarro.
MEMORABILE: Il santone Gassman: "L'italia produce poco grano perché è tutta coltivata a retorica".

Saintgifts 12/01/11 00:11 - 4098 commenti

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Ci sono gli attori, c'è il regista e ci sono gli sceneggiatori; o, è meglio dire, ci sarebbero i giusti professionisti per avere un film di una certa qualità; invece è uscito un fricandò (è la prima parola che mi è venuta in mente dopo la visione). Contro il logorio della vita moderna... diventate eremiti. Ma non dura molto per Gassman eremita, giusto 5 anni per poi tornare alla civiltà e farsi riprendere nel vortice del traffico e del consumismo. Dopo un incipit promettente, nemmeno le gambe di Ann Margret consolano.
MEMORABILE: Alla neve della montagna, meglio il caldo letto di Liana Orfei.

Ciavazzaro 3/05/11 21:40 - 4768 commenti

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Un bravo Gassman recita in un film che però stenta a decollare. Gli attori sono piacevoli (c'è pure la carissima Maria Tedeschi), la musica dei titoli è diventata cult, eppure il film non diverte in maniera eccessiva e non presenta grandi guizzi narrativi. Pensavo un po' di più.

Mark 16/06/11 02:32 - 264 commenti

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L'anno è quello fatidico, il '68, apice delle contraddizioni innescate dal boom economico. Il profeta potrebbe essere visto come una modesta riduzione in commedia dell'Uomo a una dimensione di Marcuse, modesta perché priva dello spessore di una vera e propria analisi sociologica. Tuttavia il film non è sgradevole, e Gasmann pur non essendo esaltante incarna il ruolo senza sbavature ma nell'alveo dei limiti della sceneggiatura. Nel complesso si direbbe un messaggio "stereotipato" contro gli stereotipi!

Roger 16/02/12 18:54 - 143 commenti

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Quando Risi faceva vivere ai suoi protagonisti i fragili entusiasmi e i cupi presentimenti riguardo il boom economico, la commedia funzionava. C'erano tensione, conflitto, ma sempre all'interno del sistema. Qui abbiamo due fughe estreme (il ritorno alla natura di Gassman e la società hippie) che suonano false, utopie irrealizzabili. Il profetizzarne la vita breve, l'inconsistente spirito rivoluzionario, é l'unico pregio del film. Ne risente lo spirito della commedia, che sembra imbastardirsi a pari passo della società che vuole rappresentare.

B. Legnani 4/03/12 01:24 - 5523 commenti

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Brutto film (*½) di Risi. Nato probabilmente già anziano (il Sessantotto...), è invecchiato malissimo, ma si ha motivo di credere che già all'epoca non funzionasse. L'apologo ecologico, con condanna del consumismo poi trionfante, funziona solo in alcuni tocchi di Gassman, ma più frequentemente procede stentando. Il cast accanto al protagonista non dice granché. Belle facce fra gli n.c.: la Tedeschi, Marrocco, Geri, Gianni Dei (balla alla festa) e il grande Corrado Gàipa.

Motorship 13/10/12 17:19 - 585 commenti

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Forse uno dei meno riusciti film del grande e compianto Dino Risi. Ciononostante qui vi sia un vulcanico e bravissimo Vittorio Gassmann, sempre superlativo, ma il punto debole è proprio la sceneggiatura poco incisiva e che rallenta in modo brusco il film. L'idea di fare satira sul 68 non era male, ma c'è qualcosa che non funziona e il tutto risulta banale. Peccato, anche perchè il resto del cast non è male: ci sono Corrado Gaipa, Enzo Robutti, Fiorenzo Fiorentini, Oreste Lionello e la bellissima Ann Margaret (che cosce!). Occasione sprecata.

Rambo90 23/06/13 23:24 - 7679 commenti

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Non così male come lo si dipinge, è certamente un passo falso di Risi (che per l'occasione utilizza praticamente lo stesso cast del Tigre) ma qua e là si sorride, soprattutto grazie a Gassman, il cui personaggio è tratteggiato molto bene e aveva tutte le carte in regole per essere memorabile. Purtroppo quando si vuole fare critica della società il film scade e risulta datato. Bella la Margret, incomprensibile la scelta di doppiare Lionello, uno dei più grandi doppiatori italiani. Azzeccata la colonna sonora.

Homesick 30/08/13 17:53 - 5737 commenti

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Vittorio Gassman gigioneggia a vuoto in questa smidollata commedia di Dino Risi (scritta con Ettore Scola e Ruggero Maccari), che dopo l’inizio con l’incontro tra la troupe televisiva e l’irascibile eremita non ha già più nulla da dire e perviene subito alla moralina anticonsumistica facile facile. Se si eccettua Oreste Lionello con i suoi avidi occhietti, gli altri attori di contorno – compreso un Enzo Robutti ingiustamente doppiato - passano senza lasciare segno alcuno.
MEMORABILE: Il disastroso incontro di Gassman con la troupe televisiva di Robutti.

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Graf 16/09/13 14:46 - 708 commenti

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Più che un film minore di Risi, un film minimo. Qui tutto è ridotto ai minimi termini esclusa l’interpretazione di Gassman, che giganteggia: sceneggiatura risaputa e senza uno spunto originale, ritmo in calare, regia spuntata e priva di guizzi. Risi, da bravo osservatore delle tendenze, intuisce il ruolo corruttore della televisione sui costumi sociali – qui è lui il vero profeta - ma nel film il discorso è appiccicaticcio, inautentico, resta a livello di epidermide e manca soprattutto un'osservazione spontanea e attendibile della realtà. Film soporifero.

Vitgar 3/02/15 12:30 - 586 commenti

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L'epoca sessantottina elargiva a grandi mani la possibilità di produrre film di questo tipo. Una certa ribellione un po' borghese di rifuggire dalle regole del consumismo e della frenesia era argomento molto in voga (che cosa dovremmo dire oggi?). Inevitabilmente il sogno finiva a tarallucci e vino e ognuno riprendeva le sue posizioni. Il film non sarebbe male: fior di sceneggiatori, buoni attori, situazioni anche divertenti, eppure non si va più in là della mediocrità e del troppo scontato. Non licet.

Samuel1979 21/02/15 19:28 - 546 commenti

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Definito dallo stesso Risi come uno dei peggiori film della sua carriera, la commedia, pur non essendo un capolavoro, mantiene a distanza di anni una certa freschezza. La prima parte risulta la migliore grazie a una discreta sceneggiatura e a un Gassman convincente e in palla. Oltre alla simpatica presenza di Lionello da ricordare la bella Ann-Margret; unico neo: la lunga e inutile scazzottata con gli hippie.
MEMORABILE: "E non fumare, sei giallo e malaticcio e fumi, che ti fumi!"

Deepred89 24/08/16 12:47 - 3704 commenti

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Commedia molto divertente, con Gassman che, colto da un raptus in mezzo al traffico come il Douglas ordinariamente folle, si trasforma in un fool on the hill (bella location) per poi rientrare nella metropoli con spaesamento da ragazzo di campagna. Molte semplificazioni e stereotipi ma tutto a beneficio del ritmo e della godibilità, una bella fotografia tipicamente sessantottina e un tema musicale poi divenuto celebre. Gli hippies escono massacrati dal sarcasmo risiano, ma anche la borghesia non se la passa bene. Commedia rousseauiana? Forse...

Paulaster 5/04/17 10:35 - 4391 commenti

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Logorato dalla vita moderna, ex impiegato si isola sui monti ma dovrà far ritorno in città. Condanna al consumismo con qualche buona battuta e pietra tombale sopra gli hippies per una commedia che in fondo gira a vuoto. Gassman come eremita ha le movenze giuste, ma a Roma sembra solo un eccentrico. Anche il contorno incide poco soprattutto perché Lionello viene addirittura doppiato. Finalino simpatico che raffigura la percezione umana del diverso.
MEMORABILE: Le pietre lanciate contro la troupe televisiva.

Il Dandi 25/01/18 21:29 - 1917 commenti

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Nel Sessantotto e dintorni, l'innesto di istanze contestatarie nei territori della commedia all'italiana è stata quasi sempre una ghigliottina per i colonnelli del genere; non fanno eccezione Risi e Gassman, che qui allungano a fatica il brodo di un bozzetto degno de I mostri: il tentativo di dipingere l'impossibilità di un vero isolamento dalla società dei consumi non è sostenuto da uno spessore sufficiente e si perde in fastidiose esagerazioni, specie nella lunghissima parte della grottesca (nel senso peggiore del termine) comune hippy.
MEMORABILE: Lo score fenomenale di Trovajoli e le scene di massa (quasi delle candid-camera) con Gassman che gira per il centro di Roma con la capra al guinzaglio.

Rufus68 7/07/18 23:46 - 3825 commenti

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Fallisce sotto ogni aspetto questa commedia senza sugo e polemica. L'ansia di consumismo e la sbruffoneria amorale del nuovo italiano, forti in molte opere di Risi, qui son messi alla berlina in modo facilone e svogliato. Anche il finale, che vorrebbe essere caustico, sembra tirato via per chiudere alla svelta un film di cui gli autori, per primi, non paiono convinti. Assai sbiadito il cast di contorno a Gassman, l'unico che tenti qualche affondo dei suoi: invano.

Gugly 15/07/19 09:40 - 1185 commenti

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La partenza è ben ritmata (canzone pop e sigla colorata ci fanno capire che siamo nell'epoca d'oro della commedia all'italiana) ma il ritmo si allenta subito: Pietro Breccia è uno spirito libero (troglodita con camicia sotto la tunica!) che si aggira per Roma e sperimenta varie avventure (o meglio siparietti) prima che si viri verso un finale veloce quanto scontato; Gassman è un gigante soprattutto per il fisico, i comprimari fanno il minimo sindacale... Da guardare una volta e poi via, con la trascinante colonna sonora.

Alex75 5/08/19 13:32 - 878 commenti

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Forse Risi aggiunge poco o nulla a un tema che nel ‘68 era ormai consunto, però, anche grazie alle continue battute caustiche di Gassman (che giganteggia in ogni situazione), apocalittici (in fondo funzionali alla società che criticano) e integrati escono a pezzi da questa satira senza tempi morti. Il finale è forse troppo qualunquista e i comprimari sono oscurati da Gassman (salvo Ann-Margret, in virtù delle sue spettacolari gambe), ma questo “Risi pop” merita senz’altro una rivalutazione.
MEMORABILE: "L'italia produce poco grano perché è tutta coltivata a retorica"; “Lei è un nemico del progresso” “No, soltanto di quelli che non lo sanno usare”.

Renato 27/08/20 13:42 - 1648 commenti

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Gassman solito mattatore in questo film davvero malriuscito. La critica alla società dei consumi è banale e facilona, e i giovani contestatori sono dipinti come il nostro cinema li dipingeva sempre in quegli anni, ovverosia come dei poveri imbecilli che andrebbero presi a sganassoni per farli rinsavire e rientrare nei ranghi. Ma anche come puro e semplice prodotto di intrattenimento il film fallisce quasi su tutta la linea, nonostante la presenza di qualche buon attore in ruoli secondari: apprezzabile soprattutto Oreste Lionello, anche se doppiato. Il finale è telefonato.
MEMORABILE: Gassman: "Roma sarebbe bella, con un po' meno di romani".

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Zampanò 17/11/20 20:22 - 381 commenti

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Pessimo film di Risi che però coincide col '68 ed è sempre interessante notare come i cineasti filtrarono l'anno della fantasia al potere. E se Fellini sparigliò facendo Toby Dammit, il regista lombardo s'avventura con Scola-Macari nella critica alla frenesia metropolitana e consumistica. Elegge un novello eremita per poi sbugiardarlo: al superfluo non si resiste. Gassman si dimena selvatico ma in un contesto di mezze gag. Centrato meglio il personaggio di Lionello, vero segno dei tempi: far soldi con la fuffa se non con la truffa.
MEMORABILE: Un'amica all'eremita tornato in città: "Sembri scappato dal manicomio". "Sì ero scappato ma mi ci hanno riportato".
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