Drammatico affresco della Hollywood anni '30, capace di generare grandi sogni che molto spesso si scontravano con una dura realtà. Protagonisti di questa vicenda sono un giovane pittore (Atterthon) e un timido contabile (Sutherland), entrambi innamorati di un'attricetta. Il film è lungo quasi due ore e mezza e sullo sfondo narra molte altre cose restituendoci un affresco dell'epoca non molto edificante. Ben diretto e recitato può risultare, per alcuni, leggermente noioso; ma è un film che merita comunque la visione.
Nell'epoca d'oro di Hollywood, la mecca del cinema, si aggirano famelici come locuste una serie di personaggi a caccia della grande opportunità della vita. Da questa premessa il film del regista John Schlesinger che anzitutto si presenta come un affresco molto riuscito della città del cinema e del suo sottobosco umano. Tratto da un romanzo satirico, il film ha un limite in una certa tendenza alla prolissità ma presenta dalla sua una buona caratterizzazione ambientale, una regia personale e un cast all'altezza.
"Jeepers creekers, where d'you get those beepers...": mette i brividi la crudele filastrocca con la quale i monelli tormentano l'inoffensivo Homer. E di crudeltà ce n'è tanta in questa storia costruita sulla distanza incolmabile tra le illusioni confezionate dall'industria del cinema e le disillusioni di Faye, Tod e Homer, tra i vizi barocchi dei baroni di Hollywood e la miseria della Grande Depressione. Epico e grottesco, sontuoso, visionario... un grande film.
Ottima pellicola che ricalca bene lo spendido romanzo di West. L'America ottimista e lanciata verso una gloria immortale si riflette nella città simbolo dell'effimero, la Hollywood anni 30. Un groviglio di vite che si intrecciano in un turbine di eventi che inesorabilomente, come uno sciame di locuste, porterà solo distruzione. Il co-protagonista della vicenda, il timido ed innocuo impegato, si chiama (anche nel libro) Homer Simpson. Solo un caso? Da vedere.
Hollywood anni 30: un'aspirante attricetta, un tontolone fallito, un disegnatore innamorato. La storia dei tre protagonisti (con picchi di superba interpretazione per Black e Sutherland) e dei loro comprimari al limite della macchietta si intreccia con il divismo e i presagi di guerra, in un racconto tra satira crudele e commedia malata. Fino all'apocalittica apoteosi finale (il trionfo della follia della massa che pone in parallelo la società pilotata dai media con la deriva nazista e bellica) che da sola merita la visione del film.
Senza dubbio la scena finale del film è il pezzo forte che conclude una preparazione (un po' troppo lunga) ad un epilogo fortemente drammatico sui sogni malamente interpretati, vissuti e realizzati, o non. L'esaltazione umana, sia che porti in trionfo e che voglia linciare, è la stessa e basta poco per passare da una festa ad una tragedia o addirittura per mescolare le due cose insieme. Mi sembra ottimamente ricostruito il clima della Hollywood di quegli anni e non solo attraverso i costumi (certo ne emerge l'aspetto peggiore). Un cast perfetto.
Affresco moralistico sul sottomondo della Hollywood tra le due guerre, il film ha i suoi punti di forza nelle tre grandi scene di massa: il rito parareligioso della santona imbonitrice, il crollo agli studios, l'apocalittico finale (troppo insistito). Per il resto la vicenda scorre prolissa; anche il vecchio attore fallito intepretato da Burgess Merendith e il bietolone di Donald Sutherland non risultano abbastanza efficaci per la scarsa incisività della narrazione, lenta e dispersiva. Opaco.
Ambizioso quanto controverso affresco su Hollywood come fabbrica di sogni (infranti) ma soprattutto fucina di reietti, marginali, “tarati”. Per lunghi tratti faticoso, perfin criptico (non si comprende dove voglia andar a parare), magniloquente nella struttura eppure macilento nei personaggi, ha però il potere di mantenersi sempre perturbante, fino a trasformarsi nella parte finale in un incubo di allucinata trascendenza. Debole Atherton, Karen Black brava eppur non pienamente convincente, Sutherland di munchiana bravura. Ultimo grande “fuoco” di Schlesinger.
La sfolgorante Hollywood nasconde la sua polvere sotto il tappeto (e non è polvere di stelle). Al centro la storia di Faye (ancora una grande Karen Black), starlette che insegue i sogni da Jean Harlow, senza riuscire mai a raggiungerli. Ottimo sviluppo psicologico dei personaggi del libro da cui è tratto grazie ad attori formidabili. Eppure si ha l'impressione che manchi ancora qualcosa che renda il film indimenticabile. Finale apocalittico e catartico.
Attraverso la figura di uno scenografo si racconta il sottobosco di chi spera di entrare nel mondo luccicante di Hollywood. Il clima anni Trenta a volte richiama uno stile vivace da operetta, pur celando il cinico lato oscuro di chi fa i propri interessi. Regia che si fa notare soprattutto per i tributi al cinema stesso tra i disegni per le sceneggiature e i trucchi usati sul set. Finale apocalittico e molto coraggioso che alza il giudizio complessivo. Atherton risulta monocorde, Sutherland è di un altro livello.
MEMORABILE: Il balletto per vendere il solvente; Il crollo della scenografia durante la finta battaglia; “Hot voodoo”; Sutherland sulla folla.
Non è un vero e proprio documento sulla vecchia Hollywood e il sogno americano, né tantomeno una testimonianza sul trapasso culturale dagli Anni Trenta agli Anni Quaranta. È più un’enorme giostra sul disincanto, una calamita per ossessioni, deliri, disvelamenti e repressioni. Un film frastornato e roboante, che alterna grandi sequenze visionarie a inutili lungaggini di scrittura mantenendosi sempre in bilico sul filo del grottesco. Cast magnifico.
Nella Hollywood degli anni Trenta un'attricetta in cerca di successo fa innamorare di sé un giovane disegnatore e un uomo con problemi mentali... Da un romanzo breve di West, un affresco strabordante che spesso oscilla tra la satira pungente, il grottesco e il romantico senza trovare un equilibrio, prima di ricompattarsi nella lunga sequenza finale di impressionista potenza. I difetti della sceneggiatura sono comunque compensati dalla messa in scena curata e dalle prove di un cast valido anche nei ruoli minori che raggiunge punte di assoluta eccellenza con Black e Sutherland.
Ascesa nell'Hollywood Babilonia dei Trenta di West vista dallo spioncino invisibile di una crepa coperta d'un fiore. Luce ambrata di rimembranza, lago dorato solcato da balene d'agosto, Schlesinger scompare gloriosamente nell'amarcord americano della maniacalità inquieta sul portale per l'altro mondo. Reportage d'epoca sull'instabile faglia californiana, bruciante, splendente, rigonfia d'erotismo minaccioso, gotica nei lustrini. Karen Black e Burgess Meredith ammaliano con la ricercata sapienza dei guitti, Sutherland (sempre grande) e Atherton rancorosi stralunati del sogno perduto.
MEMORABILE: I disegni di Tod Hackett; La collina di Waterloo; Il cavallo della piscina; Il combattimento dei galli; La notte della prima di "The Bucaneer".
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.