Il castello nel cielo - Film d'animazione (1986)

Narra le vicende di Pazu e Sheeta alla ricerca di una città volante, Laputa. Ennesimo capolavoro del regista, semplicemente unico per il respiro epico che dà alle sue opere e l'originalità degli scenari e delle macchine utilizzate. Miyazaki stupisce e ci si ritrova stupiti come bimbi che vedono per la prima volta qualcosa di magnificente. Anche solo per questo bisognerebbe ringraziarlo.

Primo lungometraggio dello Studio Ghibli (fondato da Miyazaki assieme a Takahata), Laputa - isola volante ne I viaggi di Gulliver - bissa il successo di Nausicaa della valle del vento. Il film riprende tematiche già viste in Conan (nonché parecchio character design), mostrando tutto l'amore per i cieli del maestro giapponese. La magia che scorre attraverso le due ore di disegni a mano passa attraverso un affascinante villaggio costruito attorno a una miniera, il velivolo dei pirati ispirato a un volatile, i meravigliosi robot giardinieri, insieme devastanti e dolcissimi, la bellissima città volante, senza dimenticare la fiaba dei due fanciulli all'inseguimento del sogno.

Uno dei film meno considerati di Miyazaki ma anche uno dei più belli. Tutto è a livelli altissimi: i disegni, ricchi di dettagli originali e pieni di fascino; la storia, interessante, vivace e ricca di contenuti (sono praticamente presenti tutti i temi cari al regista); i personaggi, ricchi di sfaccettature e mai banali; le musiche di Hisaishi, bellissime e sempre funzionali alla storia. Inoltre nonostante le due ore di durata non c'è un solo cedimento. Fantasia, fascino e divertimento allo stato puro: grande film.

Un Miyazaki superiore che configura dietro l’azione rutilante una limpida allegoria del dualismo tra Anima (Sheeta, precipitata dal cielo) e Corpo (Pazu, che risale dalle viscere della terra), quindi del desiderio ininterrotto e spossante tra Eros (il pianeta Terra che si urbanizza verso le profondità ctonie) e Psiche (Laputa, isola utopica e fluttuante, morfologicamente simile ad un cervello alienato dal mondo per conseguire la sua perfezione). Ottimo l’apporto grafico, pastellato e minuzioso, e inevitabili le reminiscenze da Conan. Fonte non dichiarata, ma palese, per Nadia. Indispensabile.

Piccolo capolavoro d'animazione, prodotto dalla Ghibli del maestro Hayao Miyazaki e chiaramente ispirato al mondo dello scrittore francese Jules Verne. La storia è quella di due ragazzi alla ricerca del mitico castello-città di Laputa. Ancora una volta il tema portante è il rispetto della natura e la forte vocazione ambientalista dell'autore viene espressa dai bellissimi disegni e fondali che caratterizzano tutta l'opera del maestro nipponico. Anche i personaggi sono ben delineati; molto suggestiva la colonna sonora.

Ennesimo capolavoro del maestro nipponico che, a suo agio, si muove fra scenari pseudo futuristici. Impossibile non pensare anche a Conan, non solo nel tratto (e sarebbe strano il contrario), quanto nella caratterizzazione dei personaggi. Senza ombra di dubbio la colonna sonora è deliziosa, come poetici sono taluni momenti, quali il robot giardiniere, la vecchia che origlia dall'interfono, nonché Laputa che torna al cielo eviscerata dal male umano. Uno di quei cartoni che difficilmente dimentichi!

Per un'ora e mezzo Miyazaki viaggia su livelli eccelsi, inventando personaggi, luoghi e mezzi meccanici di grande presa e alternando con estrema bravura poesia e ironia. Come in altri suoi lavori, le musiche si confermano un punto di forza del film. Peccato per l'ultima mezzora, troppo concitata e per certi versi simile ad un film action americano; ma la filosofia di fondo e la bellezza del racconto non cambiano.

Una città sospesa, una civiltà morta: è questo lo specchio del nostro mondo, specchio deformato dall'eccesso di scienza e tecnologia che alimenta la sete di potere e distruzione. Miyazaki torna sui suoi temi pacifisti e ambientalisti con una favola devota all'avventura e alla tenera amicizia tra due ragazzini. Una visionarietà eccezionale che si nutre di un immaginario belle époque e una capacità di raccontare i personaggi evitando rigidità danno cuore e fascino a questa favola etica e poetica.

Mi spiace ma, secondo me, questo è un dei film minori della "Studio Ghibli". Al di là dell'eccellente resa grafica la storia ricalca troppo il precedente film diretto da Miyazaki Il Castello di Cagliostro. Rimane un film discreto, ma il fastidio che ho provato con l'avanzare del film è diventato quasi pesantezza. Non è l'unico esempio di questa operazione della Studio Ghibli: a mio avviso anche La città incantatà e Il castello errante di Howl hanno, molto più sfumato, lo stesso problema.

Prendendo in prestito una pagina dai grandi romanzi "per ragazzi", Miyazaki ritaglia una straordinaria avventura, presentando tutti i suoi classici temi di amicizia e rispetto per la natura. Ritmo concitato, grandi sequenze d'azione e personaggi memorabili fanno di Laputa una delle grandi opere del maestro, da riscoprire, che anticipa e chiaramente ispirando il mai dimenticato Mistero della pietra azzurra. Si perde giusto qualcosina negli ultimi dilungati minuti, ma lo perdoniamo più che volentieri. Strepitosa la soundtrack.

Con questo film Miyazaki conferma un grande talento visivo e fantasia da vendere. I tratti dei disegni ed i personaggi ricordano altre sue opere del passato (Conan su tutti) così come le tematiche che saranno poi amplificate in opere successive. Se nella prima parte sembra più “semplice” di altri film del regista, l’arrivo a Laputa si fa ricco di significati che lo rendono ben più complesso. Molto emozionante, con tanti momenti da ricordare. Le due ore scorrono via veloci e senza intoppi grazie ad un invidiabile senso del ritmo. Ciliegina sulla torta: la colonna sonora. Chapeau.

Ecco l'Hayao Miyazaki che piace a me, quello fantascientifico di Conan, il ragazzo dei futuro e dei due episodi che chiudono la seconda serie di Lupin III. Qui c'è tutto quello che il regista ama, sopratutto gli aerei: ce ne sono di molti tipi e di diversa grandezza. Personaggi grandi e piccoli azzeccati, divertimento, commozione e colpi di scena a non finire. Grande film, ingiustamente arrivato nelle nostre sale troppo tardi. Capolavoro assoluto.

Siamo ancora lontani anni luce dalla drammatica magniloquenza di opere più tarde del maestro Miyazaki come Il castello errante di Howl. Ciononostante, nel suo essere così favolesco e schietto, Laputa cattura lo spettatore trascinandolo in un lungo ed emozionante viaggio, facendolo tornare bambino (nel senso buono della parola) per ben due ore, notevolmente alleggerite dalla parsimoniosa maestria con cui le scene del film sono state costruite. Degna di nota la colonna sonora al sintetizzatore. Visionario e rocambolesco!

Bellissimo inno alla pace, alla fanciullezza, ai sogni per un futuro migliore, alla determinazione, al credere in se stessi, all’amore platonico. L’avventura si mescola alla visionarietà fantastica e i sentimenti hanno le fattezze candide di una principessa bambina, scesa dal cielo come un angelo e di un ragazzino già grande in un mondo duro e ostile. Le figure dei robot ecologisti sono tra le più fortemente simboliche e toccanti viste nell’opera dello studio Ghibli. E anch’io voglio un aero-pietra!

Deve molto a Conan (i personaggi) questo prodotto animato con un'idea tanto semplice quanto efficace (l'aeropietra che, unita a una tecnologia superiore, permette a una città di fluttuare nei cieli, nascosta allo sguardo dei più, da centinaia di anni. Una tecnologia oltretutto capace di sopravvivere anche ai suoi creatori). L'azione non manca e i protagonisti sono interessanti, ognuno con la sua personalità (piacevolmente caricaturale "Mammina", la piratessa con famiglia al seguito). Nota di merito per i robot guardiani (sia da combattimento, che semplici giardinieri). Notevole e da vedere.

In un cielo costellato di nuvole, pirati a bordo di strani apparecchi attaccano una una grande macchina volante in cui è tenuta prigioniera una bambina... E' lo splendido l'incipit del primo lungometraggio dello studio Ghibli, presagio dei capolavori futuri, diretto da Miyazaki con la stessa lussureggiante fantasia di cui aveva dato prova in Nausicaa: si tratta di un'altra fiaba di iniziazione, ricca di straordinarie invenzioni visive, che insegna a vedere oltre le apparenze, come dimostra la natura della madre dei pirati. Delizia lo sguardo, accarezza le orecchie grazie alla ost di Hisaishi.

Riuscire a condensare in un film di animazione un mix di così tanti generi differenti è arte che in pochi sanno inscenare. Miyazaki è senza dubbio un maestro in questo e lo ha dimostrato specialmente in questo film, in cui avventura, crescita giovanile, amicizia e guerra vanno di pari passo e raggiungono apici altissimi. La passione del regista per il cielo e per i velivoli è risaputa, e qui è più che evidente, così come l'amore per la scienza e la passione per l'ignoto. Spettacolari le scene d'azione e i disegni come al solito impeccabili e mirabolanti. Un must per tutti.

Particolarmente avventuroso e movimentato tra i film del regista, divertente ma anche incalzante nel ritmo con una trama che sa esaltare al massimo il lato più giocoso del suo cinema. I due personaggi protagonisti sono da subito amabili e guidano il film bene, attorniati da divertenti comprimari (fantastica la banda di pirati) e da villain riusciti. L'animazione raggiunge il suo apice nella costruzione del castello nel cielo, incantevole e fantasioso come ci si aspetterebbe. Da non perdere.