Il film, tratto dal romanzo poliziesco omonimo di Dominique Fabre, vorrebbe essere un noir psicologico e ne manterrebbe le premesse se la recitazione praticamente monoespressiva del duo Berger/Lisi non lo rovinasse in modo pressoché totale. Anche la regia non fa nulla per risollevare le sorti del film infarcendolo di zoommate sui protagonisti e inquadrature banali ad eccezione della sequenza relativa al suicidio iniziale. Di rilievo la prestazione di Charles Aznavour nei panni dell'ispettore Leroy. Insopportabilmente privo di ritmo.
Singolare: imparentabile ai gialli-sexy lenziani per la sessualità morbosa e le cattiverie da kammerspiel, se ne distingue tuttavia per una progressione psicologica lineare che riserva l'unico blando colpo di scena al finale, senza nulla indulgere né alla ricerca spasmodica del depistaggio né allo stile pop-lounge. Audace il sottofondo omosessuale (ben più che solo "suggerito" nelle copie uncut) di questo novello Barbablu: Aznavour e la Lisi belle facce e basta, mentre Berger domina divinamente una parte che avrebbe potuto essere solo sua.
MEMORABILE: La scene delle ombre cinesi sul muro, con Berger che "plasma" con le sue mani l'ombra del corpo della Lisi.
Interessante più per la fotografia che per il resto, anche perchè si dilunga in una maniera incredibile prima di arrivare al nocciolo della questione e a un finale discretamente scontato. Berger è il solito attore bello e viziato, la Lisi un'icona indiscutibile che si lascia rovinare, Aznavour come sguardo e atteggiamente è di una sorprendente professionalità. Toh! Chi si rivede? Noury! L'avevamo lasciato in Plagio come ragazzino sensibile e premuroso; ma quale metamorfosi ha compiuto? Discreto il brano-tormentone dei Wallace Collection.
MEMORABILE: "Ho un diavolo per capello" "E vai dal barbiere!"
Uno strano "suicidio" a cui nessuno sembra credere davvero apre questa perla perduta del cinema italiano. Si fa sposare dalla dirimpettaia dopo averla sedotta salvo poi svelarle indirettamente la sua vera natura sessuale. La colonna sonora riesce a fondersi con le immagini, a tal punto che in alcuni momenti diviene parte integrante del tessuto narrativo. Originale per il soggetto (ripreso anni dopo da Ozptetek con Le fate ignoranti), per la fotografia e per le splendide location tra Parigi e Venezia. La Lisi è una vera signora del cinema italiano.
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Soprattutto mi fa piacere che ti sia piaciuto. Io per dare un palinaggio medio l'ho visto due volte, e ti confesso che dopo la prima volevo chiudere con un uno secco...Pian pianino, partendo dalla fotografia indiscutibilmente valida, l'ho rivalutato. Certo che quasi due ore di durata in un vecchio passaggio televisivo...Una volta i film li tagliavano meno. Ciao, e grazie ancora per la serata. Io ero un po' spompato per la visione di quattro film...FAUNO.
Sinceramente non saprei su l'integralità, visto la label che spesso utilizzava master mediaset (uno per tutti Colpo Rovente)
Esiste anche la vhs della Mondadori Video, ma non saprei se sia cut o uncut Il suddetto dvd è un riversamento da VHS e dura esattamente 116'50", però ho una registrazione da Rete 4 che dura 115' e qualche secondo.
Ho trovato anche la versione francese la più lunga di tutte, se volete sul davi metto il link, non ricordo se si può mettere anche qui o solo nel davi.
p.s. Lucius te lo scrivo qui ti ho mandato un messaggio sul davi, te lo dico per sicurezza perchè magari non sempre uno va sul davi a leggere.
DiscussioneZender • 11/05/21 07:56 Capo scrivano - 48957 interventi