Adattamento molto libero di un celebre racconto di Hemingway, è probabilmente il miglior film di Siodmak e una pietra miliare del genere. Assimilata la lezione di Quarto potere, il regista ne applica i tratti fondamentali (la struttura in flashback, la profondità di campo) per conferire al film un'asciutta eleganza e una grandeur tragica difficilmente eguagliate. Straordinari i due protagonisti, con una conturbante Gardner sicuramente all'altezza del suo primo ruolo importante. Uso ardito ed efficace della mdp.
Bellissimo film, sicuramente uno dei picchi della cinematografia di Siodmak assieme a La scala a chiocciola e il bellissimo Il corsaro dell'isola verde. L'incipit è fenomenale, il resto del racconto (narrato attraverso l'ultilizzo di vari falshback) fila via meravigliosamente grazie ad uno stile asciutto e ad un ritmo eccellente. Il racconto di Hemingway al quale è ispirato diede origine anche ad un altro film, Contratto per uccidere di Don Siegel.
Dallo spunto heminghwayano (uno dei suoi più celebri racconti) un magnifico puzzle alla Citizen Kane noir, fra Fato ineluttabile, femme fatalissima e spietata, efficacissima fotografia e caratteristi solidi. Il tutto servito con esemplare asciuttezza, questa sì degna del vecchio Ernest. Capolavoro, come pure il remake siegeliano. Quando si dice una buona semina....
Ottimo esordio per Burt Lancaster in un famoso noir dalla fotografia molto scura e di grande contrasto. L'incipit è formidabile, il resto del film si svolgerà praticamente in flashback seguendo le indagini del bravo Edmond O'Brien. La regia è buona, come la colonna sonora, però il resto del film, dopo un inizio fulminante, convince meno. Sarà perché gli spazi temporali sono un po' troppo dilatati, o perché a un certo punto il ritmo soffre, fatto sta che viene meno l'interesse.
Pietra miliare del genere noir e a buona ragione. Siodmak confezione un bijoux spaventosamente evocativo di perfezione narrativa. L'intreccio, costituito da una sequela di flashback cesellati con dovizia, appare al contempo chiaro e limpido come il cielo di una giornata d'agosto. Uno di questi da antologia: la rapina nella cappelleria, tutta in pianosequenza. Un cast di prim'ordine che vede protagonista un Burt Lancaster alla prima apparizione. Ava Gardner semplicemente divina. Tarantino, per il suo Le iene, gli avrà dato sicuramente un'occhiata.
Un famoso racconto di Hemingway (seguito però solo nella prima parte), un grandissimo regista, degli sceneggiatori che diventeranno celebri colleghi di Siodmack (Houston e Brooks), due attori straordinari (Burt Lancaster e Ava Gardner alla prima "raggiante" e conturbante apparizione). Un mix esplosivo per un film noir meraviglioso che viene giustamente considerato una delle vette del genere. Splendida anche la fotografia. Coinvolgente, avvincente, emozionante. In poche parole: cinema allo stato puro. Rifatto da Siegel.
Ingegnoso noir di Siodmak che mandò letteralmente in visibilio un'intera generazione di critici francesi che vi ravvisarono tutti gli stilemi fondanti del genere. Tratto con grande libertà da un racconto di Hemingway offre narrativamente molto di più, con l'imprevedibile indagine affidata ad un agente assicurativo e l'analitica, stratificata progressione in flashback. Implacabile, stilizzato, libra su movimenti di macchina sbalorditivi (la rapina, girata con un acrobatico piano sequenza) e addensa neri profondi che lambiscono tragicamente i personaggi. Rovente Ava Gardner, stregato Lancaster.
Noir d'altri tempi dall'elevato spessore artistico, girato da Siodmak in un bianco e nero molto coivolgente, con belle musiche e una serie di attori molto efficaci. Debutto eccellente per Burt Lancaster. A volte tende a perdersi per strada e a rallentare troppo, ma riesce a ritornare su binari di eccellenza in poche sequenze. Gli amanti del genere non ne rimarranno delusi. ***1/2
Titolo fondante del genere noir, scandito da una struttura a flashback (l’inchiesta sulla morte in apertura del protagonista) mutuata da Quarto potere. Ritmo serrato, tecniche di ripresa ad alto livello – di nuovo si proietta la lunga ombra del capolavoro di Welles - , un Burt Lancaster gagliardo stretto da un folto gruppo di loschi caratteristi e da una fascinosa Ava Gardner, tra i primi posti nella lista delle femmes fatales del cinema. Nella scena all’inizio uno dei gangster chiama il barista “furbacchione” come farà Martin con Gemma in Ringo: omaggio di Tessari a Siodmak?
Ex pugile in combutta con una gang fugge col grisbì e la femmina fatale del gruppo. Non dura e la cosa migliore è aspettare il destino in una camera ammobiliata. Siodmak mette in fila tutti gli elementi tipici del noir, li incastra su uno schema di flashback in cui ogni narratore conosce solo una parte della storia, lancia due star (Lancaster e la sfavillante Gardner). Tutto in un solo film, splendido nella sua classicità, che racconta un destino già compiuto nella prima scena. Grande, cinico finale.
MEMORABILE: Il piano sequenza della rapina alla fabbrica è perfetto.
Uno dei racconti del grande Ernest Hemingway, diretto da uno dei migliori registi del genere. I troppi flashback non danno fastidio, anzi aggiungono interesse alla storia. Lancaster ottimo, brava e bella Ava Gardner. Uno dei migliori noir che abbia mai visto.
Grande noir ad alta tensione, coriaceo e incisivo, ferreo nella sceneggiatura e preciso negli incastri temporali di una struttura a flashback costruita perfettamente. Oltre a essere un noir di genere, lo è anche in senso letterale per la prevalente ambientazione cupa in ambienti tetri. Tratto da un racconto di Hemingway, è un raro esempio di ottima trasposizione da un testo letterario. Ava Gardner non si vede moltissimo, ma quando appare è uno spettacolo di fascino sensuale. ****
Siodmak adatta per il grande schermo un famoso racconto di Ernest Hemingway e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il classico meccanismo del racconto a ritroso ci conduce nella vita tormentanta di un boxeur dalla carriera stroncata (un giovanissimo Burt Lancaster). L'intreccio porterà a capire gli avvenimenti del bellissimo incipit e le sorprese saranno molte. Per l'ennesima volta le scale verranno rappresentate come luogo e simbolo della vita e della morte. Ava Gardner è di una bellezza da togliere il fiato.
Un robusto, fondente noir molto virile nella sua espressione e una storia complicata da continui flashback e colpi di scena. La finzione e l'inganno la fanno da padroni, ruotando attorno alla figura della fulgida bellezza di Ava Gardner che da qui in poi divenne una star del cinema. Burt Lancaster naturalmente non era da meno... Poco altro da aggiungere.
Fulminante esordio sulla schermo per Lancaster nel ruolo dello "Svedese", ex pugile mandato al tappeto da Gardner, bellezza marmorea dal cuore di ghiaccio. Memorabile l'inizio, con lui che attende l'arrivo dei killers con rassegnata stanchezza; intrigante lo svolgimento a puzzle, in cui l'agente assicurativo ricostruisce a poco a poco la vicenda attraverso le testimonianze di chi lo conobbe. Un capolavoro del genere nero, dal ritmo incalzante e di splendida fattura, che vanta un remake all'altezza in cui Siegel trasforma gli stessi killers in investigatori.
MEMORABILE: L'omicidio iniziale, con campo (i due killers che sparano inquadrati nel vano della porta) e controcampo (il particolare del braccio dello Svedese)
Tra i migliori del periodo americano di Robert Siodmak, rappresenta l'esordio per Burt Lancaster. Tratto da un racconto di Hemingway, con una sceneggiatura strutturata in flashback, servirà da base per film come Rapina a mano armata di Kubrick, al quale si ispirerà Tarantino per Le iene. Grande cura nella messinscena, in particolare la fotografia. Insomma, puro cinema!
L'inizio, giustamente celebrato, è formidabile, nutrendosi di quel fatalismo virile proprio di Hemingway. Poi la storia si fa più ordinariamente lambiccata, in ossequio alle psicologie tipiche del noir americano (femme fatale inclusa). L'inchiesta in flashback che fa luce gradatamente sul primo omicidio è a doppio taglio: ingegnosa nella costruzione, ma, alla fine, sin troppo prosaica nel suo svelamento. Ottimo il bianco e nero.
Notevole noir della vecchia scuola che, dopo un incipit esplosivo, ripercorre la vicenda del pugile "svedese" a colpi di flashback; cupa la fotografia, compatto e diretto lo stile (ma è bene non distrarsi). Qualche momento di stanca è inevitabile, ma il finale ricompone degnamente il puzzle. Tutto Il cast funziona a dovere e Ava Gardner è davvero magnetica. Di certo non inferiore il remake del maestro Siegel.
MEMORABILE: Tutta la sequenza iniziale al ristorante.
Tratto da un racconto di Hemingway (notevolmente ampliato), è il miglior film di Siodmak e uno dei vertici del noir hollywoodiano. Un incipit magistrale, un finale degno, in mezzo un intreccio che magari accusa qualche rallentamento ma gestito molto bene nella sua complessa struttura a flashback. Splendido il bianco e nero, incalzanti le musiche di Miklós Rózsa. Per Burt Lancaster e una stupenda Ava Gardner è stato il trampolino di lancio (lui era all'esordio, lei al primo ruolo di rilievo), ma tutto il cast offre prove ragguardevoli. Dignitoso il remake di Siegel.
Una storia invero un po' intricata che ruota attorno alla figura di un ex pugile diventato membro di una gang e alla passione di questi per la bellissima e ambigua donna del capo. Le indagini in proprio di un assicuratore faranno luce sugli antefatti e le conseguenze di una rapina fatale per tutti. Un noir solido e impeccabile che riesce con fluidità a fondere passato/presente e tante sfaccettature psicologiche insieme ai colpi di scena che riescono a tenere sempre desta l'attenzione nonostante qualche contorsione di troppo. Due star agli esordi: Gardner e Lancaster, indimenticabili.
Tutto raccontato in flashback, è uno dei noir americani più belli di sempre. Burt Lancaster come pugile innamorato e sofferente e Ava Gardner come maliarda dai bellissimi occhi dominano la scena, ma tutto il film è perfetto, ben recitato, con un ritmo incalzante e con continui colpi di scena. Se il gangster movie hollywoodiano ha saputo raccontare meglio di qualunque altro genere l'altro volto del mito americano è grazie a film perfetti come questo.
Un pugile soprannominato “Lo svedese” viene ucciso da due sicari. Trama a flashback che toglie qualche sorpresa, ma ha come punto di forza proprio la costruzione per arrivare all’epilogo inaspettato. I vari tasselli sono messi insieme dall’agente assicurativo e ogni ruolo trova il suo spazio, quasi come in un film corale. Regia sugli scudi sia per come crea un crescente pathos alla vicenda, sia per l’uso di tecniche complicate di ripresa. Lancaster ha il viso troppo da buono, la Gardner quando entra in scena fa ammutolire tutti.
MEMORABILE: La mano rotta; Il colpo in fabbrica; La sigaretta dopo essere stato sparato.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Come detto da Tarabas questo è uno splendido film che, avendo la possibilità di visionarlo, non bisogna lasciarsi sfuggire.
E' vero anche quello che dice Don Masino: ci sono film che passano in tv diverse volte all'anno ed altri che vengono trasmessi a dir poco una volta ogni morte di papa.
Devo però dire che non è il caso del film in questione che in passato è stato trasmesso varie volte sulle reti sky (Studio Universal se non erro) . E' proprio lì, infatti, che ho potuto visionarlo la prima volta diversi anni fa
e che l'ho poi rivisto qualche mese fa.
In ogni caso cercherò di segnalare la prima volta che andrà in onda così sarà l'occasione di rivederlo per alcuni e di gustarselo la prima volta per tutti gli altri.
DiscussioneZender • 23/12/08 09:10 Capo scrivano - 48946 interventi
Grazie Cotola. Speriamo che ripassi, a questo punto...
Segnalo per gli interessati che si trova in edicola di questi tempi una buona edizione Griffe del film di Siodmak. Dopo un rapido controllo (non ho visto il film), a parte qualche inevitabile spuntinatura,l'immagine è ben definita e soprattutto ben contrastata.Al costo di € 6.99 credo valga l'acquisto.
Le tracce audio sono due (italiano e inglese) ma non ci sono sottotitoli.
Tarabas ebbe a dire: Un film del 1946 in anamorfico 1.85:1 ?
Probabilmente quell'anamorfico è da intendere come comprensivo delle classiche bande nere laterali.
I vecchi dvd in formato pan&scan 4/3 deformavano invece la schermata originale del film, adattandola a quella del televisore 16/9.
Ed il risultato non era propriamente raffinato.