(ULTRA BABY VINTAGE COLLECTION) Parodia grossolana del GATTOPARDO di Visconti, dal quale eredita unicamente il periodo storico in cui si svolge l'azione (I'Italia dominata al Sud dai borboni mentre Garibaldi e i suoi Mille si preparano all'attacco). Per il resto Fifì detto "Il Leopardo" (Ingrassia) e sua moglie (Franchi), nonché i loro ritrovati figli (ancora Franchi e Ingrassia) s'inventano una storia a sé, condendola ovviamente con i soliti ingredienti: equivoci, fughe, fucilazioni interrotte e via dicendo. Il regista è Sergio Corbucci, che con la coppia aveva firmato solo IL GIORNO PIÙ CORTO...Leggi tutto e dalla quale si staccherà per sempre. Le scenografie, per un film di Franco e Ciccio, sono sfarzose e molto ben curate, la sceneggiatura discreta ma niente più. Nel cast troviamo anche Mario Castellani (che riprende in pieno il personaggio del barone orbo, con figlia da maritare, presente in TOTO’ CERCA MOGLIE), Vittorio Congia e Raimondo Vianello (nella parte piuttosto anonima dell'ufficiale garibaldino). Migliore di tutte la sequenza al casinò, in cui Franco e Ciccio offrono un grande pezzo di comicità. Alcune gag sono invece forzate e pietose, mentre da evitare era il solito espediente delle torte in faccia. Si apprezzano comunque qui le grosse doti artistiche teatrali della coppia, penalizzata (ancora!) da un prodotto senza troppe pretese.
Mediocre parodia de Il Gattopardo. Ci sono anche cose "non basse" ("morto mi farebbe... Senso" - la carrozzella lungo la scalinata - Vianello è "Baldigari", nome da anagrammare), forse non capite dai tifosi di Franco e Ciccio, in questo film il cui grande e salvifico successo, al di là del richiamo della pellicola parodiata, pare oggi inspiegabile. Bonucci guarda in macchina, come Oliver Hardy, ma l'esito è diverso...
Dei numerosi film sfornati nel 1965 il migliore in assoluto. Diretto da un Corbucci mai più così ispirato, con un notevole ritmo e battute e gag a getto continuo, con la mitica coppia a livelli eccellenti attorniati da attori di gran livello come Bonucci, Vianello e il mitico Congia. Alcune scene, tipo quella del casinò o della questua ("accettiamo di tutto. Le lire, i franchi, gli Ingrassia... ") sono memorabili. Da riscoprire.
MEMORABILE: "Siamo i figli di Brutto Lancasterro?"; "Addio mia bella addio!"; "Ma che siamo nati allo zoo?"
Azzarderò, però questa pellicola è una delle poche riuscite dei due siciliani. Probabilmente ci voleva Sergio Corbucci per risvegliare quei due "matti", Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, che ritornano da una serie di flop. Il film è molto divertente, cala un po' nel finale ma non perde d'intensità. Contribuiscono alla pellicola Raimondo Vianello, Mario Castellano e il solito ambiguo Jimmy il fenomeno.
Discreto film con Franco e Ciccio, che qui interpretano due personaggi ognuno. Il periodo è storico, prima dell'unione dell'Italia. Le battute ci sono e sono anche forti (vedi la scena nel casinò). Pure gli attori di contorno sono bravi e se questo film ha qualcosa in più rispetto agli altri del duo siciliano, forse è perché c'è la mano di Sergio Corbucci (alla sceneggiatura troviamo invece il fratello Bruno).
Una delle migliori opere del duo siciliano, che a forza di gag e battute rendono esilarante l'intero film. Da citare la loro bravura, in questo caso, con un'ottima mimica facciale e lo sdoppiamento degli attori. Fra i tanti c'è anche Vianello che si perde in un inutile amore cieco. Sergio Corbucci regala un discreta pellicola fatta di genuina comicità inseguendo il gattopardo.
MEMORABILE: I due siciliani che si prendono gioco dei propri rapitori.
Fortunatamente la regia è di Sergio Corbucci e quindi il ritmo è sempre molto alto e riesce a supplire alla mediocrità del soggetto. Molte battute del duo vanno a segno (alcune sono notevoli), ma è uno di quei film in cui il risultato finale è inferiore alla somma dei suoi addendi. Sprecato Vianello, molto carina la Marandi.
Simil-parodia del viscontiano Gattopardo. Il film si barcamena fra citazioni cinematografiche e (meta)cinematografiche ottenendo un risultato decente grazie alla mano di Corbucci. Si ricorre però sempre allo stratagemma del sosia e ai soliti travestimenti. Da antologia la partita a poker (Passo!), forse l'unico momento davvero memorabile del film. Oltre ciò nella pellicola si possono ritrovare alcune battute isolate che danno comunque al film un discretto risultato. Vianello in forma.
Inguardabile filmaccio della prolifica coppia Franchi/Ingrassia, I figli del leopardo non riesce mai nell'intento di far scaturire una risata nello spettatore. Zero ritmo, gag scadenti e battute di grana molto grossa sono elementi che rendono la pellicola davvero pessima. La regia sembra non esserci. Nemmeno il grande Raimondo riesce a portare una boccata di aria fresca. Indigeribile.
Una parodia de Il gattopardo viscontiano, ambientata nella Sicilia borbonica e diretta da Corbucci. Come molto spesso accade nei film interpretati da Franchi & Ingrassia, i due grandi comici siciliani vengono collocati in un contesto di mediocrità assoluta. Il livello della scrittura è assai basso e le gag (fatta qualche eccezione) sono scadenti. Anche il ritmo latita. Discreta l'ambientazione.
Divertente. La vigorosa e attenta regia di Sergio Corbucci lascia spesso il segno nella feconda ricerca dell’effetto comico, nella concentrata direzione degli attori e nella cura scrupolosa dell’allestimento scenico; purtroppo il film manca di una sceneggiatura ben meditata: troppi fatti e fatterelli, sull'onda di un ritmo indiavolato, si accumulano e si affastellano senza un minimo di requie e di chiarezza, generando solo confusione narrativa. Franchi e Ingrassia sono in gran spolvero, ma tutti i caratteristi fanno valere il loro innato talento.
MEMORABILE: Il "genio del male" Bonucci, un brigante da burletta, perennemente alle prese con incidenti e ferite; Il fascino e la bravura recitativa di Evi Marandi.
Una bella ma povera signora viene abbandonata da un nobile decaduto che, per rendiconto economico, sposa un'altra donna (contrariamente a lei assai ricca). La signora, per rimediare, ingaggerà... Franco e Ciccio. Semi-parodia del ben più celebre Il gattopardo di Visconti, dal quale Corbucci carpisce gli aspetti più salienti per dar fiato all'inventiva del duo siculo (qui, come in altri film del periodo, a briglie sciolte). Si ride poco e il ritmo latita, ma se non altro si può godere di Raimondo Vianello nelle divertite vesti di Garibaldi.
Scatenata parodia del Gattopardo viscontiano, con Sergio Corbucci che evidentemente si diverte mettendo una serie di battute "alte" (scritte con il fratello Bruno e con Grimaldi) e che mostra poca simpatia sia per i borbonici che per i garibaldini. Franco Franchi en travesti è bravissimo e fa battute abbastanza osè, Jimmy il Fenomeno è un parente gaudente e sovraeccitato di un miope Mario Castellani. Bellissima l'iconografia garibaldina della prima apparizione di Raimondo Vianello, che Franco Franchi scambierà poi per Tognazzi...
MEMORABILE: "Ugo Tognazzi! Il magnifico cornuto!" (Franco Franchi incontra Garibaldi-Vianello)
La consumata professionalità di Corbucci assicura al film una solidità sconosciuta alla maggior parte degli altri prodotti del duo comico. Il problema è però che in questa parodia del kolossal viscontiano, che peraltro c'entra poco o nulla con l'originale, non si ride praticamente mai. Le situazioni sono noiose e ripetitive, le gag e le battute stantie, i riferimenti metacinematografici buttati là senza motivo. Un'occasione sprecata, come sprecate appaiono le presenze di tanti valorosi caratteristi, da Bonucci a Vianello. Graziosa la Marandi che da brigantessa diventa garibaldina.
MEMORABILE: Franco e Ciccio sottoposti dai briganti alla tortura della giostra.
I film di Sergio Corbucci si riconoscono dall'accurata ricostruzione d'epoca, dal buon ritmo scandito da scene d'azione impattanti e da dialoghi azzeccati: nella fattispecie, il valore aggiunto sono da un lato i due comici siciliani (talmente bravi che i rispettivi doppi sul set sembrano avere vita propria), dall'altro un camaleontico Bonucci nell'esilarante ruolo di "genio del male". Validi anche i comprimari (in particolare Vianello, Congia che parla in romanesco e Castellani con la figlia brutta), peccato per la sequenza conclusiva eccessivamente grottesca e un po' arronzata.
MEMORABILE: Tutte le scene con Franco vestito da donna; Le continue scivolate del generale.
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DiscussioneGugly • 12/06/08 21:55 Archivista in seconda - 4712 interventi
Vado a memoria, perciò che erro sul qualche dato corregetemi pure: questa parodia fu girata per rimpolpare le casse del produttore dal bagno di sangue economico del Gattopardo.
HomevideoGeppo • 18/03/11 15:09 Call center Davinotti - 4356 interventi
In DVD dal 11/05/2011 per la 01 Distibution.
HomevideoZender • 18/03/11 18:51 Capo scrivano - 48841 interventi
Ottimo, vedo che sono tutti quelli che mandava in onda Raisat
CuriositàZender • 6/04/17 16:53 Capo scrivano - 48841 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: