Non è certo la prima volta che il cinema analizza in chiave ironica il rapporto tra media e cronaca drammatica, quindi Francesco Laudadio si inserisce in un filone ben preciso dando al titolo il nome del finto marchio pubblicitario che compare in tutti i prodotti e gli spot televisivi visibili nel film. La storia è di chiara impostazione teatrale, quasi per intero girata all'interno di una stanza dove, come in una sorta di ORE DISPERATE all'amatriciana, gli evasi Nicola (Nero) e Pasquale (Javarone) tengono in ostaggio i proprietari (Milo e Ferzetti) e i loro ospiti, tutti tranquilli borghesi che pensavano di essere al sicuro in una casa attrezzatissima...Leggi tutto per fronteggiare evenienze simili. La situazione, condotta comunque senza eccessi di violenza e anzi giocata sul filo del paradosso, cambia radicalmente quando Nicola decide di dare un ultimatum alla polizia avvertendo però prima la televisione privata Tv gold, che manda lì in casa un cinico reporter (Pagni) a trasmettere la “angosciosa” diretta del sequestro, istruendo tutti (evasi compresi) sul come comportarsi davanti alle telecamere (l'obiettivo chiaro è drammatizzare il più possibile per ragioni di audience, naturalmente). Satira sull'invadenza televisiva e la spettacolarizzazione forzata, il film di Laudadio può contare su un cast piuttosto ricco e quindi una certa gradevolezza di base. Il personaggio chiave è il reporter interpretato da Eros Pagni, inevitabilmente sopra le righe ma cui spettano per ovvie ragioni le battute più divertenti. Si sfora talvolta nel surreale, si sconfina spesso nella prevedibilità una volta capita l'antifona, ma ciononostante, e soprattutto sorvolando sulla miseria delle scenografie e della confezione para-televisiva, non ci si annoia e ci si incuriosisce in attesa di capire cosa accadrà. L'evento comincia a montare in tv, ad attirare sempre più spettatori e la concorrenza (a lasciare il segno è la trasmissione “Roller Circus” condotta da un giovane Christian De Sica, che rintraccia e intervista i parenti delle vittime e degli evasi con l'abituale enfasi) si organizza in modo da dare più informazioni possibili sui protagonisti della vicenda. Una dinamica classica che propone da una parte gli “interni” alla casa e dall'altra gli “esterni” (tra cui la polizia, guidata da un Claudio Cassinelli dal baffo e cipiglio quasi gassmaniani), due mondi diversi destinati a incontrarsi solo nel finale. Qualche simpatica trovata (la votazione per scegliere chi sarà il primo ostaggio da uccidere, l'operazione chirurgica improvvisata...) permette di mantenere viva l'attenzione e capire quanto la componente legata alla commedia sia nettamente la preponderante. Piccola parte anche per Renato Scarpa, che illustra alle televisioni la cella dove alloggiavano Nicola e Pasquale.
Lungo, noioso ma originale film con un valido cast. Anche se Franco Nero nella commedia non eccelle qui riesce comunque a tenersi a galla. Per il resto a parte la reperibilità scarsa di questo film (edito da una casa greca) che lo ha reso quasi unico non c'è niente che lo renda interessante. Consigliato solo a collezionisti e fan di Franco Nero.
Il merito maggiore della pellicola di Laudadio è senz'ombra di dubbio la lungimiranza nel mostrare - seppur attraverso le maglie del surreale - quella che oggi definiremmo "tv del dolore" (allora ancora agli albori e forse ancora inconsapevole di diventarlo). Il parterre di grandi nomi del nostro cinema certamente desta curiosità per un film dall'aria paratelevisiva di scarso successo ma, nonostante la loro presenza, “Grog” fatica a decollare e i molti tempi morti destano non poca noia. Cinismo sì, ma ritmo perdiana!
Laudadio muove una critica alla televisione non con le armi della satira feroce e spregiudicata ma piuttosto con quelle del surreale: un fatto di cronaca (due criminali che tengono in ostaggio un gruppo di persone) diventa infatti un occasione per fare spettacolo (vedi la trasmissione "sui pattini" con un giovane De Sica) e cercare di ottenere più ascolti possibile. Nonostante qualche inciampo nella parte conclusiva e una regia non proprio ispirata, l'analisi sui mass media è abbastanza riuscita. Bravo Nero nei panni dell'evaso.
MEMORABILE: La vecchietta che si rivela rapinatrice sotto gli occhi increduli dei due evasi.
Titolo non imperdibile, tuttavia offre un interessante sguardo sul rapporto tra società e mass media di allora. Anni in cui i cupi casi di cronaca nera non mancavano e l'informazione non sconfinava nei picchi odierni di spettacolarizzazione del lato drammatico delle vicende. La sceneggiatura, a tratti un po' cedevole, riporta in modo metateatrale e surreale entrambi gli aspetti con un piglio in costante bilico tra il demenziale e il serioso. Nel complesso una buona prova attoriale in cui spiccano il convincente Nero e la simpatica Milo. Buono per una serata di disimpegnato amarcord.
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DiscussioneZender • 16/09/14 10:39 Capo scrivano - 48878 interventi
Ah buono a sapersi, quindi comunque non era un film per la tv come dice Sorrisi. Sarà uscito in sordina ma in programmazione c'è (anche se poi è uscito in tv appena un anno dopo)!
Sì, come possiamo costatare anche il buon TV SORRISI non è esente da inesattezze. Certo che a un anno dall'uscita al cinema parlare di ”film per la tv” significa che nelle sale GROG passò del tutto inosservato, tanto da indurre in errore la redazione.
Da ricerche ho intuito che il film sia uscito nelle sale verso la fine di Ottobre 1982.
A Roma e dintorni fu programmato unicamente al cinema "Capranichetta" in piazza Montecitorio. (da L'unità)
Probabilmente,come afferma Markus, fu un clamoroso flop.
Quando uscì nel 1982 lo vidi a Roma al cinema Rialto, un cinema di seconda visione, e ricordo che mi intrigò parecchio e lo trovai fresco ed originale....
Il regista vinse con questa pellicola il premio David di Donatello 1983 come miglior regista esordiente.
Rammento che il film non ebbe nessun successo nonostante vari riconoscimenti.
Dopodiché sparì letteralmente dalla circolazione e cadde nel dimenticatoio.
Chissà se dopo tutti questi anni avrà conservato le sue qualità profetiche...
Il regista Francesco Laudadio, fratello di Felice che fu direttore della Mostra cinematografica di Venezia, ci ha purtroppo lasciati nel 2005.
Zender ebbe a dire: Ah perfetto, abbiamo anche uno spettatore al cinema del film! Questo taglia definitivamente la testa al toro.
Ricordo che lo beccai in seconda visione (al cinema Rialto appunto) appena in tempo prima che lo smontassero dopo che ebbe un velocissimo passaggio in prima.