Julia Roberts aveva già avuto che fare con un losco caso d’inquinamento ambientale nel buon IL RAPPORTO PELICAN. Lì era un’intraprendente studentessa di legge, qui è solo una madre di famiglia (tre figli da mantenere da sola) che lavora come segretaria in uno studio legale. Ma si dimostra altrettanto intraprendente, visto che riesce a mettere le mani su un avvelenamento di falde acquifere operato impunemente da una grossa società. La storia è reale (e la vera Erin Brockovich è pure presente nel film nel ruolo della cameriera Julia, un tipico “inside joke” probabilmente, vista...Leggi tutto l'inversione dei nomi) e nel complesso non è altro che l'ennesima variante sul tema del piccolo (buono) che attacca il grande (cattivo) senza apparentemente poter vincere la causa. Davide e Golia, insomma, come viene più volte ricordato nel film stesso. Un canovaccio già ampiamente collaudato che però ha come bonus la straordinaria interpretazione di una Julia Roberts giustamente premiata col suo primo Oscar. Spalleggiata da un ottimo attore di vecchia data come Albert Finney (è Ed, il suo “capo”), un po' meno in ambito familiare dall'anonimo Aaron Eckhart (è George, l'amico disoccupato che si occupa dei tre figli quando lei non c'è), la Roberts fa valere tutta la sua spontaneità e guidata all'interno di una trama ben chiarificata dal redivivo Steven Soderbergh (datosi infine al commerciale dopo anni passati tra torbide ossessioni d’essai) domina il set in lungo e in largo. L'assenza di fasi “in aula” (lei starebbe solo a guardare, visto che avvocato non è) diversifica un po' il film dai suoi consimili, ma la sostanza è identica.
Bel film, coinvolgente e con una Julia Roberts credibile perché molto ben calata nella parte. Per una volta abbandona i sorrisetti e si confronta, bene, con una parte drammatica. Mi è piaciuto il meccanismo di progressiva scoperta delle cause dell'inquinamento delle falde acquifere con la sostanza (che non si dimenticherà dopo averlo visto) del cromo esavalente. Notevoli anche i duetti fra Erin e il suo capo, l'avvocato interpretato da Albert Finney.
Ispirato a fatti veri, il film merita sicuramente di essere visto perchè è un buon dramma recitato benissimo da Julia Roberts e Albert Finney. Storia tipicamente americana del successo del pesce piccolo contro i grandi squali del colosso industriale inquinatore, aiuta a passare 2 ore piacevoli ma anche a riflettere su cosa succede intorno a noi. Anche il tono usato per raccontare il tutto è quello giusto, senza cadere nella trappola dell'eccessiva retorica. Buono.
Film discreto che deve la sua buona riuscita all’atteggiamento di un Soderbergh finalmente sobrio che, abbandonate le sue velleità autoriali, si limita a dirigere professionalmente un film che mescola abilmente e furbescamente, denuncia sociale, intrattenimento e sogni consolatori. Molto brava Julia Roberts come d’altronde l’immarcescibile Albert Finney. Non il massimo ma comunque si lascia guardare senza affanni.
Steven Soderbergh realizza con Erin Brockovich un potente film di denuncia sociale (il film è basato su fatti e personaggi realmente esistenti) evitando il più possibile ogni tentazione retorica, anzi facendo leva sulle debolezze (evidenti) della protagonista che spesso costituiscono un vero punto di forza della sua azione. Il film ben scritto e diretto, ha il pregio della chiarezza ma rifugge dal sentimentalismo ed ha nella forza morale della vicenda il suo punto di forza. Ottime le interpretazioni della Roberts e di Finney.
Film che mi ha confermato ancora di più che l'America è la terra delle opportunità, perché da noi col cavolo che una segretaria di uno studio legale riesce a fare tutto il casino e la carriera della protagonista... Detto questo, film tipico di denuncia che ci fa riflettere sulla "cattiveria" delle multinazionali che non guardano in faccia a nessuno. Julia Roberts rozza al punto giusto, Finley bravo come al solito.
Film abbastanza bello e godibile. La storia ripercorre il solito clichè (anche se tratta da una vicenda reale) ma viene raccontata con brio, senza troppa retorica e facendo leva sulla forza dei personaggi, la Roberts e Finney. Il personaggio della Roberts basta da solo a dare verve al film ma è il suo rapporto col principale ad esser particolarmente indovinato. Finale consolatorio ma non vedo perché dovrebbe essere altrimenti, per una volta che rispecchia la realtà dei fatti.
Dramma sociale di impianto abbastanza classico (anche nel suo svolgimento con happy end - ma questa sarebbe una storia vera, quindi alziamo le mani), condotto con polso da Soderbergh e solcato da una Roberts prorompente, nelle sue mises volgarotte e nella sua determinazione ferrea. Nonostante tutti i pezzi si trovino esattamente dove ci si aspetta che siano, si lascia guardare per intero. C'è l'ottima Marg Helgenberger/Catherine di CSI Las Vegas!
Neorealismo hollywoodiano di denuncia sociale e celebrazione – in veste muliebre – del sempreverde mito a stelle e strisce dell’intraprendenza e dell’eroismo dell’individuo che si fa strada in un contesto a lui ostile. La Roberts, appariscente nel look, dà un’ulteriore conferma del suo talento interpretativo e gigioneggia solare, determinata, travolgente, spiritosa, simpatica, acuta, pasticciona e materna; il motorizzato Eckhart la spalleggia nei panni di un "casalingo" esemplare.
Film che senza riservare grandi sorprese si fa vedere. Julia Roberts è brava, non male anche Albert Finney. Sceneggiatura abbastanza curata, buona la regia di Soderbergh pulita e senza fronzoli. Cito anche il caratterista Peter Coyote. Più che sufficiente.
Film di denuncia interessante e mirato che avrebbe meritato 3 pallini, ma non capita tutti i giorni di trovarsi di fronte ad una super performance di un’attrice. Qui quel “mostro” della Roberts monopolizza la scena e diventa il quasi unico motivo della riuscita del film. Un meritato oscar per lei in un’interpretazione carismatica che rispecchia il prototipo della donna moderna: grintosa, volitiva, intraprendente e con una buona dose di sex-appeal, divisa tra il lavoro e le esigenze familiari. Al pur bravo Finney restano le briciole. ***1/2
Roberts nel miglior ruolo della carriera per questa storia vera, che sembra scritta da uno sceneggiatore hollywoodiano, dato che è impossibile non parteggiare per Erin, David in gonnella, nella sua lotta contro Golia, una multinazionale responsabile dell'inquinamento da cromo di una falda acquifera che ha causato gravi patologie agli abitanti della zona. Il film termina lasciando soddisfatto lo spettatore, mentre chi, spinto dalla curiosità, vorrà saperne di più su come si sviluppò successivamente la vicenda, ne ricaverà spunto di riflessione.
MEMORABILE: Il bicchiere d'acqua posto sul tavolo, davanti ai rappresentanti della controparte
Non mi ha fatto impazzire. La storia dell'azione collettiva contro la grande multinazionale cattivittissima e truffatrice è più trita della gomma di Fiorenza, la regia di Soderbergh è abbastanza anonima ed io ho la pecca di non amare molto la Roberts. Ci sono cose ben riuscite (come il buon vecchio Finney nella parte del capo burbero ma dal cuore d'oro) ed altre meno (la storia d'amore tra Erin ed il motociclista non emoziona). Resta il buon proposito di servire da testimonianza per un fatto criminale realmente accaduto.
Forte film di denuncia sociale (da un fatto vero) dove la vera sorpresa non è la naturalezza della Roberts, che con questo impegno guadagna l'Oscar, ma la fantastica interpretazione di Albert Finney che con la sua mimica facciale avrebbe meritato, lui sì, l'Oscar. Un plauso anche ad Eckhart, irriconoscibile nei panni del biker. Nel complesso un buon film che si segue senza fatica. La trama ti accompagna fino alla fine senza annoiare nonostante le sue oltre due ore di durata e nonostante Soderbergh non faccia niente per dare un po' di movimento.
Julia Roberts non è mai stata una delle mie attrici preferite, quindi anche questo film, dove ha addirittura vinto un oscar per l'interpretazione femminile, mi è indigesto. Per carità, l'impegno sociale e la lotta di Erin Bokovich è lodevole, ma qui "Pretty woman" deve fare la bellona che ha un cervello, con le sue labbra a canotto e la sua antipatia che esce dai pori. Non metto in discussione nemmeno il talento di Albert Finney e di un Aaaron Eckhart in versione mammo-biker baffone, ma Julia Roberts è veramente detestabile!
Erin, working class heroin, una donna che piace a tutti, perché dimostra che il coraggio e l'onestà vincono sui privilegi di casta, che minigonna e maglietta scollata possono rappresentare un'impenetrabile armatura! Regia trasparente, fa solo risaltare la mattatrice Roberts, che sa rendere il calore di quel fiore d'acciaio che è il suo personaggio, le sue ansie private e la sua tenacia nella battaglia pubblica per l'interesse comune. Divertente e convincente la dinamica con Finney, che tenta invano di "contenere" una vera forza della natura.
Soderbergh dirige bene un fattaccio sociale realmente accaduto, dando respiro agli attori e lasciando i tempi per riflettere. La Roberts è all'altezza, specie nei momenti di sfogo e Finney un degnissimo coprotagonista. Il quadro viene reso di facile intendimento, pieno di momenti melodrammatici dove una luce calda si dimostra consolatoria e spinge a tifare verso il Davide della situazione. La parte giuridica viene toccata solo in parte, ma l'impronta umana ha a ragione il sopravvento (eccetto il ruolo di Eckhart, che è mieloso e stereotipato).
Film tratto da una storia vera in cui non a caso c'è tutta la routinaria liturgia del quotidiano tra marmocchi da accudire, bollette da pagare, una sbiaditissima liaison e il lavoro da fare. È quest'ultimo aspetto la ragion d'essere cinematografica dell'opera, per meritori contenuti di denuncia sociale e impegno civile. La battaglia legale viene però proposta da Soderbergh senza grinta e guizzi particolari, annoiando più del dovuto. La pasionaria Roberts vive sia il suo apice (premio Oscar) che il canto del cigno: da qui in poi non combinerà più granché.
È vero che la brava attrice la si riconosce anche nell'interpretazione di personaggi antipatici, ma qui la Roberts è avvantaggiata dall'empatia che crea la sua Erin, ex reginetta di bellezza con tanto di diadema conservato con cura. Non basta; la Roberts, che di solito mi lascia indifferente, dimostra finalmente le sue possibilità recitative e vince un meritato Oscar. Bravo anche Finney. La storia è raccontata molto bene, sono chiari tutti i passaggi e le trappole legali, lo spettatore è ben coinvolto nella vicenda. Buona la fotografia solare.
Erin Brocovich è un po' come "Mi manda RaiTre", ma è più bella di Vianello e ha questa specie di "licenza di offendere" che crea situazioni divertentissime e mai veramente volgari. "Prenditi quel ca*** di caffè, Ed": con questa battuta la tipa dimostra quelle capacità sociali che nemmeno un avvocato con 40 anni di esperienza ha e che la condurranno al successo. Senza i suoi dialoghi, senza le sue battute al "cromo esilarante" la commedia, data la tematica non certo originale alla base, avrebbe lasciato allo spettatore solo lacrime e rabbia.
MEMORABILE: "Guarda a caso invece io penso di stare bene e dal momento che ho un cu** solo e non due, mi metterò quello che mi pare, se la cosa non La disturba".
Tratta da una storia vera, questa pellicola si caratterizza per il ritmo incalzante e una sceneggiatura ben congegnata. Un ottimo film, che diventa eccezionale grazie all'interpretazione di una Julia Roberts davvero al top della forma. L'attrice americana, bella e carismatica, appare perfettamente in parte e dimostra di meritare l'Oscar. Consigliato.
Non riesco a farmi piacere la Roberts, non c'è verso. Eppure le riconosco una certa qual bravura: qui, in veste di una madre tutta pepe e dal turpiloquio facile (non così dissimile dalla sua Pretty Woman), dà energia a tutto il film, duettando più con Finney che con uno spento Eckhart. Soderbergh, dal canto suo, contribuisce a costruire un film hollywoodiano il meno retorico possibile, togliendo dove può, ma non risparmiandosi qualche slancio. In ogni caso assai godibile.
Segretaria caparbia indaga per conto di un piccolo studio legale contro una compagnia idrica che ha inquinato le falde acquifere provocando gravissime malattie ai residenti. Steven Soderbergh dirige una maestosa e sensualissima Julia Roberts, meritatamente vincitrice sia dell'Oscar che del Golden Globe, in un film di denuncia basato su fatti realmente accaduti con lucida precisione e con un ritmo narrativo senza pause né cadute di stile.
Tratto da una storia vera. Pellicola drammatica che però non si fa prendere troppo sul serio. Ritmi tutt'altro che bassi, anzi, non ci si annoia e l'interesse per l'evoluzione della storia che porta al finale rimane sempre vivo. Regia di Soderbergh e fotografia veramente apprezzabili. Julia Roberts (premiata con l'Oscar) più che convincente. Discreta la colonna sonora.
Un'ottima Julia Roberts, giustamente premiata con l'Oscar, si destreggia nei panni di una sbarazzina assistente di un avvocato, il sornione Finney, dando così vita a un buon film. La regia è infatti scorrevole, nonostante una durata notevole, e nel complesso si riesce a seguire bene la trama, la quale appare però un po' romanzata, in pieno stile americano. Ciò che delude maggiormente è invece il finale, piuttosto privo di mordente e troppo stringato. Convincenti le prove degli altri comprimari.
MEMORABILE: I "sobri" abbigliamenti della Roberts.
La storia di Erin Brockovich, nota attivista statunitense, trasposta in film porta alla realizzazione di un buon prodotto. Julia Roberts, nei panni di Erin, si rivela una scelta molto azzeccata, soprattutto grazie all'abilità nella recitazione dell'attrice che riesce ad evidenziare la determinazione caratteristica della Brockovich. Buono è anche l'apporto di Aaron Eckhart, che la affianca nelle faccende "domestiche". Peccato per qualche parte forse troppo dilungata; tuttavia, nel complesso, è un buon film, sensibilizzante anche in merito alla causa ambientale.
Ingredienti ideali per un prodotto di successo: ottimo cast, l'americanissimo leitmotif dell'ultimo che prevale sui colossi (a presa doppia, singolo contro multinazionale corrotta e donna forte contro uomini ottusi), drammi familiari e sentimentali, una puntuale denuncia ecologista e il tanto accattivante slogan "tratto da una storia vera" che come pubblicità fa sempre comodo. Precisa e vitale la regia di Soderbergh, ottimo lo script di Grant, che evita inutili dispersioni (nessun climax tribunalizio) offrendo a una Roberts davvero in parte l'intero proscenio. Riuscito e ottimista.
MEMORABILE: Le mille difficoltà domestiche di Erin; I vantaggi dell'essere donna quando si devono sbirciare documenti scottanti; L'avvocatessa snob viene zittita.
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Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Sony Pictures:
DATI TECNICI
* Formato video 1,85:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio Dolby TrueHD 5.1: Italiano Inglese Spagnolo
* Sottotitoli Italiano Inglese Spagnolo Portoghese Greco
* Extra Dietro le quinte con interviste al regista e al cast
La vera Erin Brockovich
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