Agente francese cerca i responsabili della morte di un suo caro amico e collega e scopre una drammatica realtà. Serrato, avvincente film di spionaggio realizzato in piena epoca Bond da un bravo regista come Deray, che riesce a confezionare una vicenda interessante, con colpi di scena a ripetizione. Bella atmosfera e ottimo cast, su cui giganteggia l'inimitabile Lino Ventura (che era nato, per queste parti). E se ne sente davvero molta la mancanza.
Asciutto, realistico, nessun fronzolo inutile, con buoni interpreti tra i quali emerge, naturalmente, Lino Ventura, ma in cui ognuno fa bene la sua parte. Per certi versi crepuscolare e malinconico, duro come la pietra. Il mondo dello spionaggio senza esaltazioni, nella sua spietata routine, dove si spara per uccidere senza lasciare spazio a spettacolari lotte (un ceffone ben assestato è sufficiente). Non mancano comunque elementi enigmatici a completare un film diretto con decisione da un Deray agli inizi.
La trama non è certo il pezzo forte di questo thriller d'atmosfera: macchinosa, volutamente confusa fra doppi giochi veri e presunti, ruota attorno al sospetto tradimento di una spia francese a Vienna. Meglio lasciar perdere l'intrigo ed accontentarsi di seguire il corpaccione ed il bel volto roccioso di Lino Ventura, sempre perfetto in ruoli di questo tipo, mentre si aggira per strade e corridoi accompagnato da una colonna sonora acconcia. Cadaveri col contagocce, Tolo in un banale ruolo da donna in pericolo, funzionali gli altri nel cast.
Due esponenti di spicco del noir francese (Deray in cabina di regia, Josè Giovanni sceneggiatore) per un film di spionaggio caratterizzato da una complessità e da un realismo non comuni. Tra innumerevoli doppi giochi e tradimenti, quello degli agenti segreti ci appare un mestiere caratterizzato dalla più spietata delle routine, dove si uccide con naturalezza e senza alcun rimorso. Azzeccata ambientazione viennese, messa in scena essenziale, Ventura semplicemente perfetto. I comprimari hanno le facce giuste, a Marilù Tolo il ruolo più scontato.
MEMORABILE: La concisione degli omicidi; Il finale.
Discretamente aggrovigliato (come ogni buon spionistico), ma lo è inutilmente. La storia, infatti, non appassiona quasi mai rilevando esclusivamente quale pura successione di sequenze blandamente ravvivate dall'azione. Per fortuna lo spettatore può seguire, come stella polare, il grugno di Lino Ventura che assicura, almeno, la presenza attoriale. La confezione assicurata da Deray è, tuttavia, dignitosa: gli amanti del genere apprezzeranno, se non altro, il mestiere.
Lino Ventura, coi suoi modi e col suo naso da ex-pugile, è al centro di questa spy-story praticamente incomprensibile, fatta di delazioni e ripensamenti a esito mortale. Non sforzatevi di seguire i nodi della intricata narrazione, ma piuttosto tenete un minimo di attenzione per scorgere il duello infinito fra bande che si contendono un prezioso, misterioso microfilm. Noioso nel suo complesso, ma si lascia guardare.
Giovanni e Deray, due maestri del genere, confezionano una spy-story di buon livello dal ritmo transalpino e dalla trama piuttosto ingarbugliata, ai limiti del verosimile. Cast nella media sovrastato da un magistrale Ventura (che concede anche una replica del celebre "schiaffo") che riempie lo schermo. Buona la regia che riesce a valorizzare la splendida ambientazione viennese concedendo location molto suggestive della capitale austriaca fuori dei soliti giri turistici. Musiche sperimentali di Magne talvolta ridondanti ma mai fastidiose. Un buon prodotto di genere, che si fa guardare.
MEMORABILE: Lo schiaffo di Ventura; Le location viennesi.
Da nomi come Deray e Ventura era lecito aspettarsi qualcosa di più di uno spy seriale d'imitazione e in effetti l'aspettativa è ben ripagata. Niente aitanti bellocci simil-Connery, scenari esotici, diavolerie fantascientifiche e Bond glrl fatali, ma un feroce intrigo a base di tradimenti, doppi e tripli giochi sullo sfondo di una Vienna cupissima che ricorda le atmosfere già immortalate da Carol Reed. La trama, contorta e spesso al limite dell'incomprensibile, resta sullo sfondo mentre in primo piano giganteggia Lino Ventura con i suoi modi spicci e la sua espressione disincantata.
MEMORABILE: La finta morte dell'avvocato con Ventura che incomprensibilmente ci casca.
Film di spionaggio realistico equilibrato nelle scene senza eccessi alla 007 oppure a quelli presenti nelle opere fantaspionistiche degli anni 60. Nel lungometraggio si respira il clima tipico della lotta tra le spie della guerra fredda. La storia è volutamente intrigante, popolata da personaggi che fanno il doppio gioco e altri abituate a mentire con assoluta noncuranza. Lino Ventura è perfettamente a suo agio nella parte dell'agente segreto, persona concreta che non perde tempo quando si tratta di prendere un'iiniziativa. Da vedere anche per ammirare la Vienna dell'epoca.
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