Buiomega71 • 25/11/17 10:05
Consigliere - 27247 interventiCinema "tetrale" e rigoroso quello di Eggers (uno degli esordi più penetranti degli ultimi anni), che rifugge effettacci e spaventi a buon mercato e (ri)dimostra che l'horror (ma sarebbe riduttivo definirlo così) possa essere ancora un genere creativo, originale e per adulti
Storie di streghe , di luoghi maledetti e dimenticati da Dio, di carestia, fame, miseria, indigenza, fede cieca e fanatica (ma ben contestualizzata nell'epoca del
Crucible), della terra arida che vomita marciume (il raccolto non dà i suoi frutti), della disgregazione familiare minata dal suo interno, dove il male agisce subdolo e infimo (celato nelle vesti di un caprone o di una lepre),scardinando le incertezze, devastando la tranquillità della famiglia, istillando il sospetto, il dubbio, la colpa, fino al punto di non ritorno
Eggers sposa il cupo realismo dreyeriano con la favola nerissima (la mela di Biancaneve vomitata da Caleb posseduto dal male, la tentazione sottoforma di strega sexy che vive nei boschi, proiezione delle pulsioni sessuali adolescenziali, che sembra uscita da
In compagnia dei Lupi, la strega nel bosco, i sortilegi, il libro, il patto faustiano), sposa echi herzoghiani e vontreieriani, con impeccabile ricostruzione storica, nei volti scavati, nelle unghie nere, nelle vesti cenciose, nei cieli sempre plumbei e minacciosi che sovrastano la fattoria e i boschi circostanti
Il kaos regna diceva la volpe in
Antichrist, e del capodopera vontreieriano, Eggers, si nutre e si sazia.
Potentissimi sprazzi incubotici/pittorici degni di un Greenaway (l'allattamento malefico, il corvo che martoria il seno a beccate), orridi pastoni di neonato preparati da oscene streghe nude che paiono uscite dal
Macbeth, piccoli mostri infimi (i due gemellini toccati dal male che sembrano i bambini demoniaci di
A child's game, e il loro rifiuto-quasi un dolore fisico-alle preghiere), la lepre nel bosco, le pulsioni incestuose di Caleb verso la sorella, il percorso di Thomasin verso la dannazione eterna, la libertà sessuale, la ribellione alle convenzioni e alle leggi dettate da Dio, liberandosi di un padre buono ma inetto e di una madre isterica distrutta dal dolore, già tacciata come strega dalla sua stessa famiglia per una femminilità che stà emergendo prepotentemente, con i suoi umori e i suoi estrogeni a palla (il fratello Caleb ne sa qualcosa)
Grandi momenti di cinema viscerale (la madre che si corica nella fossa con il cadavere del figlio, la furente e feroce lotta femminea tra madre e figlia, come nel miglior Wes Craven-penso al finale di
Benedizione mortale-o del cinema horror sanguinamente femmineo-il finale del primo
Venerdì 13-, il caprone alla carica come nella tradizione degli "animal attack"-gli animali sono visti non solo come strumento del male, ma sono essi stessi il male, dalla mungitura al sangue fino al pulcino morto nell'uovo-il male non solo fà marcire il granturco- dove torna l'onirismo cupo fiabesco/orrorifico del Neil Jordan di
In compagnia dei lupi, le uova che si schiudono con dentro i neonati, le uova con i pulcini morti, e anche la malvagità ferina vontreieriana di
Antichrist, dove i pulcini venivano divorati dalle madri stesse. La natura sterile e maledetta, frutto incancrenito di un pezzo di mondo dominato dal male, sia esso Dio, Satana o il potere stregonesco) si amalgama con un atmosfera cupissima da favola sinistra che non ha nulla da spartire con le patinate hollywoodiane alla
Seduzione del male Peccato per alcuni scivoloni che stridono con il severo narrato oscuro (la strega popputa dalle labbra rifatte e il caprone parlante) ma soprattutto per una chiusa finale pacchiana e imbarazzante, tanto da sfiorare il trash che manco in
Coven
SPOILERIl ridicolo sabba con le streghe svolazzanti che nemmeno quelle di Eastwick, che più che Ken Russell sembra un videoclip di Lady Gaga
Conludere il film su Thomasin che si dirige, nuda, verso il sabba avrebbe giovato (e avrebbe fatto il paio con il finale spiazzante di
Honeymoon, stessa paura atavica dell'ignoto, stessa "liberazione" dai dettami prestabiliti inoltrandosi nella selva oscura e "magica"), senza includere la pagliaccesca parte della levitazione (ci mancavano solo le scope), che temo Chris Columbus come produttore esecutivo
FINE SPOILERTolte queste deprecabili (puramente soggettive, per carità) scelte narrative (anche Caleb "posseduto" mi ha lasciato una strana indifferenza, seppur ben contestualizzato), l'opera prima di Eggers odora di zolfo e stantio, di stregonerie attraverso i secoli, di sangue e umori (anche verginei), di superstizioni e accuse, di paranoia, di isolamento e perdita della ragione, di adolescenze inquiete e di ancestrali paure ataviche
La pelle di satana striscia e si insinua nel tormentato animo umano e lascia il segno. Chi ha paura delle streghe? Chi ne beatifica della loro essenza e del loro potere seduttivo?
The Wicker Man minava la religione cristiana per la libertà del paganesimo
The Witch mina la religione cristiana per la libertà della fascinazione del male e entrambi liberano la mente dalla cecità ostica cattolica
Insomma, il male, quello seducente, quello fatto bene, e forse l'unica strada da seguire per una propria identità e per il proprio posto nel mondo, rinnegando (forse non a torto) una religione che ha fatto del fanatismo e della repressione la propria virtù.
Maledetta cagna
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