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Discussioni su Martyrs - Il terrore ha le sue regole - Film (2008) | Pagina 2

DISCUSSIONE GENERALE

152 post
  • G.Godardi • 11/07/09 17:43
    Fotocopista - 663 interventi
    C'è da dire che la "violenza" migliore al cinema è sempre quella psicologica....quando si mostra troppo(come nella scena del massacro) si finisce con l'essere assuefatti e non si prova più nessuno fastidio...ecco perchè il film funziona meglio quando suggerisce o allude e non quando mostra apertamente.....

    Detto questo ripeto cmq che la scena del massacro è bellissima,cinematograficamente parlando,ma,almeno al sottoscritto,non provoca alcun raccapriccio.....
  • Capannelle • 22/05/10 20:47
    Scrivano - 3966 interventi
    Flazich ebbe a dire:
    la violenza, l'efferatezza presente di martyrs fa semplicemente impallidire tutti i tortures porn americani confezionati per i "pacioccosi"

    E' vero, quello dei film americani + famosi è sadismo finto. In questo Martyrs viaggia su altre quote ma.. esagera col sensazionalismo sparato a mille.

    In quello la recensione davinottica ci prende: urla continue, occhi sbarrati e sangue a fiotti non sono garanzia di qualità.
    Ultima modifica: 22/05/10 22:45 da Capannelle
  • Didda23 • 7/05/12 23:32
    Compilatore d’emergenza - 5799 interventi
    Appena finito.. Il blu-ray garantisce un'ottima qualità e la resa visiva è pressochè perfetta.

    Per quanto riguarda il film non sono riuscito bene a capire se mi è piaciuto o meno.

    Tecnicamente l'opera possiede delle scene girate divinamente. Il montaggio intermittente ricco di sfumature nella seconda parte, l'ho trovato interessante.
    I problemi principali riguardano: il carattere troppo derivativo del plot e la volontà del regista di colpire a tutti i costi.

    Spoiler

    Morjana Alaoui scorticata mi ha fatto venire in mente Samantha Morton immersa nella vasca in Minority report.
  • Buiomega71 • 8/05/12 01:02
    Consigliere - 27306 interventi
    Ho altissime aspettative su questo film, e da un pezzo che il dvd fà capolino dalla mia mensola...Forse, adesso, che ho in ballo il cinema francese...
    Ultima modifica: 8/05/12 01:03 da Buiomega71
  • Greymouser • 8/05/12 10:04
    Call center Davinotti - 561 interventi
    E' un film che qualche anno fa, alla prima visione, mi colpì profondamente, e ne ebbi un'impressione forte e positiva. Col tempo, e dopo una rivisitazione più recente, ho maturato qualche riserva e qualche perplessità. Ciò non toglie che sia un film di grande potenza visiva e concettuale, comunque da vedere.
  • Didda23 • 8/05/12 14:58
    Compilatore d’emergenza - 5799 interventi
    Ora ho fretto e devo scappare. Buio è sicuramente il tuo film, visivamente interessante e con scene iper-violente ( come piace a te).

    Poi qualucuno nei commenti ha parlato pure di Salò...
  • Gestarsh99 • 8/05/12 15:39
    Scrivano - 21543 interventi
    Greymouser ebbe a dire:
    E' un film che qualche anno fa, alla prima visione, mi colpì profondamente, e ne ebbi un'impressione forte e positiva. Col tempo, e dopo una rivisitazione più recente, ho maturato qualche riserva e qualche perplessità. Ciò non toglie che sia un film di grande potenza visiva e concettuale, comunque da vedere.


    A me invece non convinse già dalla prima visione e trovai la sua sopravvalutazione generalizzata alquanto irritante ed indisponente (oltre che immemore di un passato cinematografico che aveva già detto la sua).

    Secondo il mio punto di vista, pur essendo un'opera formalmente molto affascinante e dagli intenti autoriali lodevolissimi (Laugier dedicò il film ad Argento, pensa un po'), resta una pellicola schiacciata dall'enorme peso delle sue complesse ambizioni escatologiche, per di più indebolita nella struttura da (in)evitabili insert ringhiani (il mostro persecutorio dalla chioma nerissima) e strizzatine d'occhio al filone dei post-Hostel (stanze di tortura, corridoi interrati, organizzazioni squadristiche segrete di stampo simil-massonico).
    Senza entrare poi nel merito del famigerato finale, incommensurabilmente sbrigativo e "pseudo-criptico" (di quelli che vorrebbero dare ad intendere profondità siderali e che invece sono puramente furbacchioni...)

    Aggiungerei per di più che il film ricicla clamorosamente (e inaspettatamente) anche alcune delle intuizioni che Bo Arne Vibenius espresse nel suo Thriller- A cruel picture (1974).
    Sembra paradossale ed incongruo ma tolto l'orpello filosofico-metafisico che ingombra il film di Laugier, resta molto di Thriller sia sul versante grafico che su quello dell'atmosfera.
    Trame diversissime, qualità tecniche per nulla paragonabili (Martyrs è girato benissimo , al contrario del rozzo Thriller) ma substrato iconografico palesemente derivativo.

    Parere soggettivo, s'intende.
  • Rebis • 8/05/12 17:16
    Compilatore d’emergenza - 4445 interventi
    Sì, Gest, concordo pienamente. E' l'apoteosi del cinema horror francese: formalmente potente, superbo, ma senza nulla di necessario, urgente, chiaro da dichiarare. In questo caso poi le farneticazioni metafisicotrascendentali vorrebbero dimostrare senza possibilità di appello che il film ha una sostanza, una corposa giustificazione all'estetica della violenza, ma è chiaro che sono - appunto - farneticazioni grossolane e posticce. Salò non c'entra proprio niente perché quello era davvero un film politico, nato da un moto di rabbia e profonda coscenza civile. Qui la martiriologia è un pretesto, in A l'interieur le sommosse parigine sono appiccicate con lo sputo e non parliamo delle banlieue in Le Horde. Per me il migliore resta sempre Aja e Alta Tensione: solo violenza e ancora violenza, in un puro esercio di regia e stile. Perché questo bisogno di fingere di avere una statura morale per poi fare un horror ultra violento? D'altra parte il cinema di genere diventa "architipico" proprio quando è puro...
    Ultima modifica: 8/05/12 17:27 da Rebis
  • Greymouser • 8/05/12 18:36
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Certo, le riserve e le perplessità a cui accennavo ripensando al fulm vanno sostanzialmente nella direzione indicata da Gestarsch e Rebis. Che il contesto narrativo sia puramente strumentale rispetto all'intenzione di mostrare sequenze di violenza estrema lo considero abbastanza probabile, ma quante migliaia di film horror potrebbero finire nello stesso appunto critico? Nonostante le opportune precauzioni ex post, la visione di Martyrs ha l'effetto (almeno per me, ovvio) di scuotere sgradevolmente, forse perchè - seppure la metafora sia scoperta - collega l'origine dell'orrore più estremo e radicale nel fanatismo e nell'integralismo (religioso in senso lato, ma potrebbe essere politico, etico o quel che volete), nell'astrattezza brutale e oppressiva di una ricerca del sacro assoluto, ricerca che conduce - per paradosso e contrappasso - alla desacralizzazione e sopraffazione della concreta vita individuale.
    Nell'allucinante percorso verso il divino attraverso la sofferenza (dell'altro, s'intende, perchè chi cerca l'assoluto non lo fa mai a spese proprie), caduta alla fine la maschera dell'ideologia fondamentalista e dello scopo finale, si rivela - nichilisticamente - la natura bruta e sadica dell'aguzzino, il cui ambiente di elezione non è il cielo empireo che si va cercando, ma il fango in cui si sguazza.
    Riflessioni esagerate per un film semplicemente iper-violento? E' possibile, ma se il film stesso le ha suscitate (a me), non posso considerarlo da buttare (per me).
  • Didda23 • 8/05/12 19:20
    Compilatore d’emergenza - 5799 interventi
    Il mio contrasto interiore scaturito dalla lotta fra quello che mi suggerisce il cervello e ciò che mi indica il mio lato emozionale in quest'opera ha raggiunto vette impensabili tali da non farmi ancora capire ( a distanza di un giorno) se la visione mi ha soddisfatto o meno.

    Analizzando freddamente l'opera mi pare chiara che la storia sia costruita a tavolino per giustificare l'inaudita violenza della pellicola. Questo fattore incide pesantemente sulla valutazione finale.
    Devo altresì ammettere che Laugier possiede un talento visivo straordinario e una notevole consapevolezza del mezzo cinematografico.

    Emozionalmente seppur la sceneggiatura nella parte conclusiva racchiude una serie infinite di vaccate dall'infimo valore artistico, in un certo qual modo mi ha colpito notevolmente a livello di inconscio.

    Personalmente mi è capito poche volte un'attrazione/repulsione così forte nei confronti di un'opera cinematografica.
  • Buiomega71 • 9/05/12 00:36
    Consigliere - 27306 interventi
    Quando lo vedrò (ma non so ancora quando) farò un analisi personale di cosa ci ho trovato come fonte o citazioni...Coming Soon...
  • Rebis • 9/05/12 15:32
    Compilatore d’emergenza - 4445 interventi
    Greymouser ebbe a dire:
    Che il contesto narrativo sia puramente strumentale rispetto all'intenzione di mostrare sequenze di violenza estrema lo considero abbastanza probabile, ma quante migliaia di film horror potrebbero finire nello stesso appunto critico?

    Mah non così tante Grey, almeno fuori dal circuito torture, se parliamo di ultraviolenza, sia inteso. Un pò di splatter lo troviamo in qualsiasi horror dozzinale. In questo caso la violenza espressa è davvero atroce, quasi insostenibile e capisco emozioni come quelle di Didda. Nemmeno io sono certo di quanto il film mi sia piaciuto, però non posso non puntare il dito sulla dubbia, macchinosa, sadica (verso lo spettatore) struttura del film che antepone gli effetti alle cause, narrate poi in modo piuttosto sbrigativo e sommario, con un generalismo urticante che permette spericolate esegesi... Io dico astuto, prima che necessario.
  • Gestarsh99 • 9/05/12 15:49
    Scrivano - 21543 interventi
    Per me i migliori torture della famosa ondata restano
    La casa del diavolo e Le colline hanno gli occhi (sempre che li si voglia inquadrare con minimizzazione nel filone).

    Restringendo invece il discorso alla sola Francia scelgo
    Alta tensione e A l'interieur (in quest'ultimo, l'elemento strumentale della cronaca sulle banlieu resta appena che un accenno marginale e non credo che infici la potenza di tutto il demoniaco esercizio di stile claustrofobico).
  • Giùan • 9/05/12 15:59
    Risorse umane - 246 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Nemmeno io sono certo di quanto il film mi sia piaciuto, però non posso non puntare il dito sulla dubbia, macchinosa, sadica (verso lo spettatore) struttura del film che antepone gli effetti alle cause, narrate poi in modo piuttosto sbrigativo e sommario, con un generalismo urticante che permette spericolate esegesi... Io dico astuto, prima che necessario.

    A suo tempo nel mio commento al film ebbi a rilevare "A Laugier, mettiamolo subito in chiaro, dell'horror (inteso comunque la si pensi come genere liberatorio e nemesi delle fobie e delle paure che escatologicamente ci attanagliano) non gliene può fregare di meno."
    Confermo quelle mie impressioni di allora come l'eticamente riprovevole ipocrisia di fondo dell'opera, chiamata a "disturbare" a fior di pelle i propri spettatori senza offrirgli alcun appiglio extratestuale.Restando nell'ordine di metafora che il finale di Martyrs propina è come se Laugier ci costringa a confessarci in punto di morte senza concederci alcuna remissione di peccati.Una discreta provocazione intellettuale indubitabilmente ma innanzitutto una carognata dal punto di vista della morale (non solo cinematografica). Certo è un film che consegna disagio
  • Rebis • 9/05/12 21:45
    Compilatore d’emergenza - 4445 interventi
    Esattamente Giùan: Laugier non è minimamente interessato a fare un film horror, e tanto meno un film sull'horror vacui. Il suo scopo e mettere a disagio lo spettatore, lasciare il segno, farlo sudare freddo, ricorrendo a qualsiasi mezzo, anche ai massimi sistemi...
    Tecnicamente non si discute, ma moralmente il film è ambiguo quando non proprio disonesto.
  • Buiomega71 • 10/05/12 00:49
    Consigliere - 27306 interventi
    Condivido con Gest sul remake delle Colline..., forse il più bel horror girato negli ultimi vent'anni, ma adoro anche Non aprite quella porta...L'inizio, ma non ditelo a nessuno...
  • Capannelle • 10/05/12 13:56
    Scrivano - 3966 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Il mio contrasto interiore scaturito dalla lotta fra quello che mi suggerisce il cervello e ciò che mi indica il mio lato emozionale in quest'opera ha raggiunto vette impensabili tali da non farmi ancora capire ( a distanza di un giorno) se la visione mi ha soddisfatto o meno.

    Colpa del caldo caro didda, bevi di più.. no scherzi a parte anch'io ho avuto reazioni contrastanti, di un film gestito in modo non banale ma anche esagerato.

    Ma Laugier dal 2008 ha combinato più nulla?
  • Didda23 • 10/05/12 14:00
    Compilatore d’emergenza - 5799 interventi
    http://www.horror.it/a/2012/02/thetall-man-il-nuovo-film-di-pascal-laugier/
  • Capannelle • 10/05/12 14:11
    Scrivano - 3966 interventi
    Vira sul psicologico: bene
  • Buiomega71 • 25/09/12 00:30
    Consigliere - 27306 interventi
    Signore e signori: Domani sera e la gran sera. Già oggi mi sono preparato psicologicamente...Ho letto di tutto e di più sul film di Laugier (come i commenti davinottici, piuttosto contrastanti tra loro).

    Domani sera mi tufferò nell'incubo di Laugier, se esco vivo riferirò le mie impressioni...Inutile dire che le mie aspettative sono a mille...
    Ultima modifica: 25/09/12 00:31 da Buiomega71