Strano oggetto filmico che si muove tra sogno e realtà, immerso in fetida necrosi e squallidume esistenziale (il tugurio dove vive Thora Birch versione Isabelle Adjiani post Zulawski, che si desta pesta e sanguinante, contorniata da veri e propri mostri umani in una grigia quotidianita che sta ai confini della realtà: sull'autobus, al lavoro in un bizzarro e macabro scenario di pompe funebri, i bambini demoniaci che sembrano i sopravvissuti all'olocausto nucleare in stile Dreamscape, un'inquietante e improbabile detective di polizia cieco modello Arnò), in perenne stato di allucinazione pregno di sangue mestruale, vomito, stupri notturni, stoccate gore con corpi fatti a brandelli, strambe e sorridenti vecchie decrepite ladiane, ritornanti landisiane, zombi crispiniani in erezione e con la bocca cucita, cantine di tortura hosteliane alla signora in nero, il tutto in una dimensione quasi post apocalittica e irreversibilmente allucinata.Grazie per la segnalazione. Mi era sfuggito questo Dark corners. Lo trovo intrinsecamente lynchiano ma con notevoli scene gore. E poi Karen mi ha ricordato la Christina Ricci di After.life. Trovo anch'io fastidiosa la fotografia laccata e videoclippara dei primi Duemila.
Dall'altra parte dell'universo parallelo la Thora Birch bionda, moglie amorevole amata da un maritino romantico, conforata da una vita rosa confetto, ma con il cruccio di non poter avere figli, che nei momenti di sonno profondo sogna il mondo marcio della Thora Birch mora, mentre la Thora Birch mora sogna il mondo candido della Thora Birch bionda, in un continuo rimpiattino narrativo tra sonno e veglia, che si unirà nel confronto finale (la scatoletta sepolta nel giardino), parecchio confuso e non pienamente soddisfacente, ma non esente da picchi di inaspettata crudeltà.
Gower si muove nei territori del surrealismo (la dimensione onirica che tira in ballo serial killer sanguinari, umorismo cinico e necrofilo come il pene spezzato al cadavere, bambinetti mostruosi che azzannano alle gambe, sale operatorie che sanno di abduzioni aliene con relativi esperimenti, donne seviziate e uccise brutalmente, psichiatri tenebrosi, unghie nere, una pletora di puzzosi barboni che paiono usciti da Oscar insanguinato) alzando le ambizioni (avendo dalla sua evidenti restrittezze di budget), muovendosi in rischiosi territori paralynchiani e philipridleyiani che non sempre funzionano (il brutto look dell'inutile "cacciatore della notte", la satura e fastidiosa fotografia videoclipposa tipica dei primi anni del 2000) ma che non manca di certa originalità e di un'atmosfera luridamente morbosa e angosciante.
Notevole l'apertura del film, con l'anziana vestita a lutto che si dondola sulla sedia dopo aver sentito il messaggio della figlia sulla segreteria telefonica.
Degna di nota Thora Birch, che si sdoppia hitchcockianamente, dando davvero la sensazione di incarnare due donne completamente differenti.
Ultima notte a Soho, con le dovute differenze, un pò ci ha pescato.
Buiomega71 ebbe a dire:Strano oggetto filmico che si muove tra sogno e realtà, immerso in fetida necrosi e squallidume esistenziale (il tugurio dove vive Thora Birch versione Isabelle Adjiani post Zulawski, che si desta pesta e sanguinante, contorniata da veri e propri mostri umani in una grigia quotidianita che sta ai confini della realtà: sull'autobus, al lavoro in un bizzarro e macabro scenario di pompe funebri, i bambini demoniaci che sembrano i sopravvissuti all'olocausto nucleare in stile Dreamscape, un'inquietante e improbabile detective di polizia cieco modello Arnò), in perenne stato di allucinazione pregno di sangue mestruale, vomito, stupri notturni, stoccate gore con corpi fatti a brandelli, strambe e sorridenti vecchie decrepite ladiane, ritornanti landisiane, zombi crispiniani in erezione e con la bocca cucita, cantine di tortura hosteliane alla signora in nero, il tutto in una dimensione quasi post apocalittica e irreversibilmente allucinata.Grazie per la segnalazione. Mi era sfuggito questo Dark corners. Lo trovo intrinsecamente lynchiano ma con notevoli scene gore. E poi Karen mi ha ricordato la Christina Ricci di After.life. Trovo anch'io fastidiosa la fotografia laccata e videoclippara dei primi Duemila.
Dall'altra parte dell'universo parallelo la Thora Birch bionda, moglie amorevole amata da un maritino romantico, conforata da una vita rosa confetto, ma con il cruccio di non poter avere figli, che nei momenti di sonno profondo sogna il mondo marcio della Thora Birch mora, mentre la Thora Birch mora sogna il mondo candido della Thora Birch bionda, in un continuo rimpiattino narrativo tra sonno e veglia, che si unirà nel confronto finale (la scatoletta sepolta nel giardino), parecchio confuso e non pienamente soddisfacente, ma non esente da picchi di inaspettata crudeltà.
Gower si muove nei territori del surrealismo (la dimensione onirica che tira in ballo serial killer sanguinari, umorismo cinico e necrofilo come il pene spezzato al cadavere, bambinetti mostruosi che azzannano alle gambe, sale operatorie che sanno di abduzioni aliene con relativi esperimenti, donne seviziate e uccise brutalmente, psichiatri tenebrosi, unghie nere, una pletora di puzzosi barboni che paiono usciti da Oscar insanguinato) alzando le ambizioni (avendo dalla sua evidenti restrittezze di budget), muovendosi in rischiosi territori paralynchiani e philipridleyiani che non sempre funzionano (il brutto look dell'inutile "cacciatore della notte", la satura e fastidiosa fotografia videoclipposa tipica dei primi anni del 2000) ma che non manca di certa originalità e di un'atmosfera luridamente morbosa e angosciante.
Notevole l'apertura del film, con l'anziana vestita a lutto che si dondola sulla sedia dopo aver sentito il messaggio della figlia sulla segreteria telefonica.
Degna di nota Thora Birch, che si sdoppia hitchcockianamente, dando davvero la sensazione di incarnare due donne completamente differenti.
Ultima notte a Soho, con le dovute differenze, un pò ci ha pescato.
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 14/04/09
Mco, Anthonyvm
Rebis, Buiomega71, Dave hill
Daniela, Marcel M.J. Davinotti jr.