Considerato tra i classici assoluti del peplum, il film di Antonio Margheriti (in realtà da scrivere quasi per intero al suo aiuto regista Ruggero Deodato, come ebbe modo di ricordare lo stesso Margheriti) non è niente di più dell'abituale concentrato di uomini in pelliccia, caverne tenebrose, buoni e cattivi, belle donne innamorate e scontri aperti a colpi di spada. Di rimarchevole ci sono solo la scintillante e coloratissima fotografia di Gabor Pogany e una messa in scena adeguata alle ambizioni del film. L’Ursus di turno è Reg Park (insolitamente senza barba né baffi), ma il vero terrore pare seminarlo un mostro chiamato Avvoltoio (a vederlo, il trucco...Leggi tutto ricorda quello dei licantropi vecchio stile), che gridando come l'uccello da cui prende il nome si avventa sui poveri circassi finendo col combattere contro il loro “protettore” Ursus. Ma chi c'è veramente dietro la maschera spaventevole dell'Avvoltoio? La risposta è meno facile di quanto si creda. Dietro si nascondono i poteri stregoneschi di un liquido capace di trasformare in mr. Hyde qualsiasi dottor Jekyll si trovi a passare tra le mani dell'ambigua Aniko. La matrice gotica del film è chiaramente figlia dello stile di Margheriti che, pur delegando il lavoro a Deodato, resta per supervisionarlo e occuparsi degli effetti speciali (ben pochi, a dire il vero). L'intreccio è comunque come sempre piuttosto complesso soprattutto per via degli sleali rapporti che intercorrono tra i protagonisti. Siamo nella norma e di affascinante, nel film, c'è poco o nulla.
Mitologico che tratta di conflitto fra Kirghisi e Circassi (peraltro palesemente svolto in zone del Belpaese...). Non proprio impeccabile (*½), con un finale trascurato: soldati che cadono da soli, vetrate che si palesano di materiale cartaceo... Pure i dialoghi lasciano perplessi, da uno "scendetelo da cavallo" ad un incredibile "più acerrimo". Cast dominato da Ettore Manni, che spicca grazie anche al favoloso doppiaggio di Gualtiero De Angelis. Ingenuità a josa ed ennesima conferma del tòpos tricocromatico: nei film occorre diffidare delle more e fidarsi di più delle bionde. Ma nella vita?
Ursus, capo della tribù dei Circassi, deve vedersela contro i nemici Kirghisi e un mostro antropomorfo detto “L’Avvoltoio”… Dopo tre quarti di film paralizzati entro gli standard narrativi e scenografici del peplum, Margherti conclude la vicenda a modo suo, introducendo a sorpresa elementi magico-orrorifici di vaga ascendenza stevensoniana che lo riportano nell’ambito a lui più congegnale: il fantastico. Benché il protagonista Ursus sia Reg Park, uno dei culturisti natural più forti di tutti i tempi, curiosamente a compiere le imprese più rischiose e decisive è il fratello Ilo (Ettore Manni).
Titolo leggendario perché mette insieme il vecchio caro cinema mitologico con decise venature horror che arrivano addirittura dal dottor Jekyll. La storia ogni tanto ha dei salti logici, l'ambientazione orientale fa un po' sorridere per la presenza di pini marittimi, eppure il film risulta affascinante e anche convincente. Emozioni a basso costo, atmosfera da cinema dell'oratorio.
Ruggero Deodato HA DIRETTO ANCHE...
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HomevideoXtron • 28/06/12 15:36 Servizio caffè - 2196 interventi
Il dvd francese (con audio italiano) SNC/M6 Video ha una durata di 1h30m38s
Nello stesso disco è presente anche il film Il gigante di Metropolis