Agosti, spiritualmente supportato da Tarkovskij, ripercorre la propria infanzia e l'indissolubile momento storico ad essa legata. Per farlo sceglie la via del dualismo registico: quello narrativo dai toni più freddi per esporre la realtà, l'ordinario mondo adulto e quello sognante, poetico e dai colori più vivi per supportare l'ingenua fantasia fanciullesca. È un percorso frammentato che porta ad una lenta maturazione, a un disvelamento delle contraddizioni adulte e nel loro essere "sinceri nell'obbligo quotidiano alla menzogna".
Un vero poema della memoria, che fa riemergere frammenti di vita di un bambino attraverso immagini e suoni, montati con una sintassi emozionale, dove la narrazione procede a suggestioni para-proustiane, calate in una fotografia che spesso indulge nel buio di ricordi che devono riaffiorare. Il fascismo e la guerra sono filtrati (quindi allontanati) dallo sguardo infantile, che coglie aspetti poetici di grande e sottile intensità, mentre la natura e gli affetti invadono il campo. Un’opera che avviluppa e suggestiona, sussurrata quasi con pudore.
Attraverso i ricordi di quando era bambino, Agosti rievoca la Seconda guerra mondiale da sfollato nei dintorni di Brescia. Le ambientazioni sono fedeli come in un film di Olmi, con la sostanziale differenza che il punto di vista delle inquadrature è a livello dell'età dei personaggi. Il film è poetico nel descrivere i giochi e la curiosità tipica di chi non può capire la guerra a quell'età ma è costretto a pagarne le conseguenze in termini di violenza e lutti. Minor sforzo produttivo rispetto a pellicole simili, usando gli angoli più suggestivi della cittadina bresciana.
MEMORABILE: Il cinema dei fratelli Luce; I campi di fiori in stile Monet; Il guardare l'amore; I fascisti in Piazza Vittoria.
Assunto del film notevole (vedere i fatti della guerra cogli occhi dei bambini), ma realizzazione non all'altezza, anche per una mediocre resa nella messa in scena di alcune fasi salienti (le fucilazioni, innanzi tutto) e di una recitazione che, da parte di non pochi (mi riferisco agli adulti), è deludente. Belle, invece, le scene della natura, alla Piavoli (peraltro presente nel cast attoriale) e le visioni del mondo "cattivo" da parte dello sguardo dei bambini. Strani anacronismi: il ras fascista nasconde tutto ma prima del 25 luglio, l'Oro alla Patria viene spostato di 8 anni...
MEMORABILE: L'interpretazione del grande Alain Cuny, l'unica di spicco; La zia "omnibus"; La constatazione che i comunisti di oggi sono i fascisti di ieri...
Paola Agosti HA RECITATO ANCHE IN...
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Zender, su Imdb la data di uscita di questo film è 1991. Su Wikipedia 1992. Il film è stato presentato in vari festival italiani e internazionali nel 1992. In ogni caso, non è sicuramente il 1994.
DiscussioneDidda23 • 31/03/14 12:42 Contatti col mondo - 5798 interventi
Il film è stato proiettato a Venezia nel 1991, nalla sezione "mattinate del cinema italiano"
DiscussioneZender • 31/03/14 12:42 Capo scrivano - 47727 interventi
Imdb dice festival di Venezia 1991, quindi diamo per buona questa.
Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, la musicassetta originale che riunisce le musiche del film (Lato B dalla 5 alla 16) assieme a quelle di Zoo e Nottataccia:
Nessuno ha fatto caso al clamoroso anacronismo della consegna dell'Oro alla Patria? Avvenne nel 1935, ma qui è spostato al 1943 (o al 1944), per di più alla presenza degli occupanti nazisti, SS comprese...
DiscussionePaulaster • 11/10/21 15:43 Controllo di gestione - 97 interventi
B. Legnani ebbe a dire:
Nessuno ha fatto caso al clamoroso anacronismo della consegna dell'Oro alla Patria? Avvenne nel 1935, ma qui è spostato al 1943 (o al 1944), per di più alla presenza degli occupanti nazisti, SS comprese...