Un contadino australiano che ha un certo fiuto nel trovare sorgenti d'acqua, dopo la tragica morte della moglie va in cerca dei tre figli, andati in guerra in Turchia e creduti morti dopo la battaglia di Gallipoli. Crowe interpreta e dirige un dramma in stile Dagli Appenini alle Ande, non dimenticandosi la sua grinta da Gladiatore. Drammone non bruttissimo, che ha il pregio d'avere nel cast due belle come l'ex-Bond girl Olga Kurylenko e Megan Gale, quella dei vecchi spot Vodafone. Finale telefonato, ma la Turchia del 1918 è ben presentata.
Momento cardine della storia australiana, la battaglia di Gallipoli trova, dopo Peter Weir, un altro "cantore" (sebbene d punti di vista differenti) in Russell Crowe. Per il suo debutto da regista, l'attore racconta una dolorosa storia familiare che mescola sentimento e patriottismo e che sebbene talora mostri un eccesso di retorica, trova momenti di autentica e sincera ispirazione. Crowe mostra inoltre un certo talento nell'ambientazione sia che riguardi i paesaggi desertici australiani che il contesto turco. Non male.
E meno male che ancora si producono pellicole come questa che riescono a emozionare e a essere ottimamente confezionate. Se avesse avuto un po' meno retorica e Crowe avesse rinunciato a quell'aria avventurosa da epopea che si respira soprattutto nella seconda parte e nel finale, il film sarebbe stato quasi perfetto. Crowe dimostra a pieno titolo di non soffrire l'esordio da regista (anzi) e dirige in modo efficace il buon comparto attoriale. Fotografia fantastica grazie al compianto Lesnie qui alla sua ultima prova. L'ho davvero apprezzato.
L'esordio di Crowe alla regia prende spunto da una vicenda della I guerra mondiale e vede una lunga ricerca di un genitore affranto ma risoluto. Meglio la prima parte in cui i paesaggi australiani fanno poi spazio a quelli turchi, nella seconda prevale l'azione e qualche evento troppo romanzato. Bravo Crowe nella sua intensa interpretazione, scontato il finale.
Molti ingredienti, non sempre amalgamati nel modo migliore. Una vicenda di buon ritmo e discreto impatto emotivo, con alcune derive nella lacrimosità; uno sfondo storico intrigante ma non adeguatamente approfondito; alcuni stereotipi; una seducente fotografia; un'indubbia efficacia dei protagonisti, il navigato Russell Crowe (alla sua prima regia) e la magnetica Olga Kurylenko. Se al cinema si chiede piacevole e (abbastanza) qualitativo intrattenimento, il risultato è raggiunto.
La battaglia di Gallipoli è una ferita ancora aperta nella memoria degli australiani (molti i loro soldati che lì persero la vita) e così anche Crowe (dopo Weir) torna a rivisitarla, anche da prospettiva particolare. La pellicola ha sicuramente dei pregi (la bella fotografia dai toni caldi, le interpretazioni, certe scelte registiche), ma purtroppo anche dei vistosi cali a livello di trama (il ritrovamento del luogo dove sono caduti i figli) e una retorica un po' troppo invadente. Complessivamente comunque un prodotto più che dignitoso e un buon esordio registico nel lungometraggio.
Dopo la fine della Grande Guerra, un agricoltore australiano si reca a Gallipoli per rintracciare i corpi dei tre figli, dispersi come migliaia di altri caduti durante quella sanguinosa battaglia... Crowe esordisce come regista con una storia dal forte impatto emotivo che viene però compromesso da una sceneggiatura dispersiva non esente da superflue sottolineature melodrammatiche e da una messa in scena troppo estetizzante, per cui il risultato è dignitoso ma meno coinvolgente di quanto aspirava ad essere. Considerato il soggetto, inevitabile il confronto con il bel film di Weir.
All'indomani della Prima Guerra Mondiale, un rabdomante australiano si reca in Turchia per dare degna sepoltura ai suoi tre figli caduti in battaglia; qui scopre che uno di loro potrebbe essere ancora vivo. Al suo esordio come regista, Russell Crowe si dimostra apprezzabile narratore, conferendo buon ritmo alla vicenda e curando gli exploit emozionali con precisione, anche per merito di una corretta gestione del cast. Un vero peccato che, accanto a sequenze di fortissimo impatto, lo script debba propinare colate di melassa romantica e stereotipi hollywoodiani a rischio nausea. Medio.
MEMORABILE: I tre fratelli sul campo di battaglia: uno morto, uno ferito, uno in straziante agonia; Il bambino scopre della morte del padre; L'eutanasia fraterna.
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Discussione124c • 12/01/15 15:47 Contatti col mondo - 5193 interventi