Di ritorno dall'avventura governativa, Schwarzenegger non sceglie di rientrare col botto come Stallone: all'azione tutta violenza, esplosioni e facce note preferisce un ripescaggio soft del suo personaggio di eroe tutto d'un pezzo, qui in versione stanca alla Clint Eastwood, semmai. L'occasione è questo strano incrocio tra poliziesco d'azione e western urbano con chiari riferimenti al MEZZOGIORNO DI FUOCO di Zinnemann. Il fuorilegge atteso dal vecchio sceriffo d'un paesino dove di norma non accade nulla è questa volta un pericolosissimo narcotrafficante in fuga...Leggi tutto (Eduardo Noriega), sfuggito alle molle grinfie dell'FBI durante un trasferimento dal carcere. Il fesso della situazione è l'agente FBI Forest Whitaker, del tutto incapace di elaborare strategie sensate per riacchiappare l'uomo scappatogli e preso in giro persino dal vecchio sceriffo Schwarzenegger, che gli sbatte in faccia il telefono due volte di seguito. In fuga a bordo di una macchina potentissima rubata fresca fresca da un'esposizione, il narcos se ne gira a 300 all'ora sulle strade dell'Arizona insieme al suo seducente ostaggio (Genesis Rodriguez) con l'obiettivo di passare la frontiera col Messico proprio in corrispondenza di Sommerton, il paesino di Schwarzenegger; per questo ha piazzato lì i suoi uomini col compito di costruire un ponte improvvisato sulla gola che separa i due stati. L'ora in sovrimpressione scandisce il tempo che passa: da una parte lo sceriffo e i suoi quattro gatti che devono capire come fermare l'auto del narcos in arrivo e tenere a bada gli sgherri armati del boss, dall'altra l'FBI che segue vanamente la corsa folle dell'evaso ordinando posti di blocco regolarmente saltati dalla spericolata supercar. Kim Jee-Won, non a caso regista del BUONO IL MATTO IL CATTIVO, remake manciuriano del classico di Leone, esibisce tutto il suo amore per il western e una tecnica di ripresa invidiabile organizzando un rendez-vous che pare davvero girato in un paesino del far west, con un inseguimento in auto tra le spighe di grano per molto versi memorabile. Più che la regia, quindi, manca una sceneggiatura degna, perché questa è risibile nella sua implausibilità, raffazzonata e nemmeno così spiritosa come ci si aspetterebbe. Schwarzenegger ci mette la faccia (che è ancora dura come un tempo), un po' d'ironia e sfrutta bene un paio di buone gag, ma il film ricalca i cliché del cinema d'azione classico senza grande inventiva, concentrandosi su montaggio e messa in scena, tensione e perfetta coreografia delle sparatorie. Inutile cercare nel film molto altro. Ci si consoli riconoscendo il talento di Kim Jee-Won e godendo nel ritrovare Schwarzenegger tra pistole, mitra e mortai (fingendo magari di non vedere il goffo corpo a corpo finale o certi momenti imbarazzanti d'eroismo fuori tempo massimo). L'importante, qui, era tenere desta l'attenzione, e il film lo sa fare coinvolgendo, intrattenendo come si chiede a un buon action. Cameo "fulminante" per Harry Dean Stanton sul trattore.
Un paese di frontiera è l'ultimo ostacolo per un pericoloso evaso che cerca di arrivare in Messico; qui ad aspettarlo c'è uno sceriffo che sa il fatto suo. Il ritorno di Schwarzenegger in un ruolo da protagonista avviene in un action dai toni western, con molta ironia ben piazzata, un ritmo in crescendo e un ottimo stuolo di comprimari, tutti simpatici e in parte. Arnold è invecchiato ma sa ancora come far felice il pubblico con qualche cazzottone o battuta fulminea, la regia è svelta. Divertente.
Altra pellicola del genere fantaction (ne succedono parecchie di cose…piroette, peripezie, duelli cowboyeschi). I personaggi non resteranno certo negli annali del cinema, super cattivi compresi, ma se non altro, l’azione non manca, le armi fanno il loro dovere e il buon vecchio Arnold ci delizia con i suoi soliti modi non proprio aristocratici (anche se all’inizio finge normalità...mette gli occhiali!), nonostante l’età gli imponga un ruolo da quasi ex sceriffo. Nel complesso, non male. Nota di merito per il collega messicano che, non sapendo più come uscirne, parte mitragliando a tutto spiano.
MEMORABILE: Arnold: "Qualcuno vuole spiegarmi perchè due terzi della mia squadra è qui a sparare razzi a un quarto di bue!?"; Elmo e scudo di sicurezza.
Continua come si era interrotta la carriera hollywoodiana di Arnold Schwarzenegger. Il suo film ha pesanti e non sgradevoli reminiscenze degli anni '80, che richiamano personaggi tutti di un pezzo o solitari giustizieri. E' un film ben realizzato, che ha il fondamentale pregio di non prendersi mai totalmente sul serio. Buona la regia che non indugia in inutili estetismi e si concentra sull'azione, con sequenze molto godibili e professionali, esagerate solo un po' com' e' inevitabile nei film di questo genere.
Quale narco-boss potrà mai sperare di farla franca di fronte all'ex governatore della California? Noriega ci prova, potendo contare sull'inettitudine di Whitaker e la faccia di bronzo di Stormare a capo di un esercito di mercenari, ma Swarzy è una roccia... Mix action-western non particolarmente innovativo (sceneggiatura prevedibile, dialoghi nella norma), ma reso gradevole dalle facce in circolazione e da una regia grintosa che azzecca alcune sequenze d'impatto. Certo da Kim Jee-woon era lecito attendersi di più, ma il divertimento c'è, Swarzy è tornato, per chi si contenta c'è da godere.
Trasferta nel cinema Usa per Kim jee-woon, che dirige l'ex Governator Arnie, invecchiato ma ancora scolpito nella roccia, e ci regala un action/western dall'atmosfera solare e polverosa. Uno sceriffo ormai al crepuscolo insieme alla sua cricca di inesperti vice deve fronteggiare la banda di un pericoloso trafficante. Psicologia tagliata con l'accetta e personaggi che di certo non brillano per profondità, ma un centinaio di minuti di svago sono garantiti da una regia veloce e da attori simpaticamente in parte. Da jee-woon però pretendo di più.
MEMORABILE: Il cameo del mitico Harry Dean Stanton; Whitaker ai colleghi allibiti: "Abbiamo uno psicopatico su una Batmobile".
È sontuosissimo il ritorno in sala di Schwarzy dopo la parentesi politica: in effetti il nostro sfodera una prestazione succulenta, donando al personaggio la giusta durezza ricordando l'Eastwood ultima maniera. La regia di Jee-woon offre inquadrature calibrate, mostrando propensione sia verso il western sia verso l'action più nudo e crudo. Peccato che la sceneggiatura si limiti a una caratterizzazione elementare dei personaggi, prostrandosi senza vergogna all'importanza più immediata delle immagini. Dispiace il clamoroso flop al botteghino.
Non fosse che ogni frase te l'aspetti già, e ogni scena è immaginabile pur con poca fantasia, Schwarzy piacerebbe pure. La location è un banalotto paese di frontiera senza sussulti fra campi di grano, poliziotti a buon mercato e nonnette sprint. La trama, dicevamo, non brilla, ma quanto meno si apprezza la dosata pennellata di machismo dell'ex governatore che se la cava meglio di qualche coetaneo. Consigliarlo sarebbe dura, ma diciamo che lo si può persino guardare.
Come mietere un campo di granoturco con auto da 300 all'ora. Non solo, ma anche tubi sparamissili e mitragliatrici rotanti inizio secolo scorso, sempre efficaci contro cattivoni superorganizzati, ma anche e lo si sa da subito, destinati all'altro mondo. All'FBI viene lasciato solo un contentino nel finale, mentre i veri eroi, il vero eroe, è, come sempre ci hanno insegnato i miti della frontiera, uno solo. Divertente, seppur scontato, Schwarzy è quello di sempre; forse gli anni gli hanno giovato: non più muscoli esposti ma grinta da vendere.
Schwarzenegger ritorna con un film che vorrebbe citare Mezzogiorno di fuoco (chiediamo perdono per l'irriguardoso riferimento), ma che finisce con l'essere il solito videogioco sparatutto e fracassone. Sì, per carità, c'è un minimo di ironia e qualche battuta abbastanza riuscita, ma per il resto è la solita solfa degli action movie, nemmeno sfiorata da quel tocco di originalità rinvenibile, per esempio, in True lies. Ormai Arnold e il compare Stallone sono maturi per fare "i ragazzi irresistibili". Sic transit gloria mundi.
Parte quasi come un riflessivo e intimista western rurale (Schwartzy metà Clint metà Wayne), ma la maschera autoriale è presto calata e il film detona per quell'indiavolato rollercoaster senza barra protettiva che è, con l'Arnoldone internazionale che da bravo last action hero si mangia in insalata i soliti geni del crimine che da Terminator a True lies hanno sottovalutato il pedigree del nostro. Alimentarmente parlando il film ha tutti i numeri per divertire a bomba. Fa se mai un po' specie che al timone di questo toy-movie ci sia lo stesso raffinato autore che ci fece vedere il Diavolo. **!
Un ruolo cucito su misura sulle spalle di Schwarzy per questo action a tinte western che di certo non si farà ricordare per originalità e scrittura, ma che per contro riesce a trovare una sua dimensione ironica offrendo anche agli occhi dello spettatore sequenze d’impatto tecnicamente notevoli. Certo, se pensiamo che al timone c’è Jee-woon cadono un po’ le braccia, ma la struttura a orologeria non ha grossi intoppi e le facce sono quelle giuste. A tutti gli effetti un divertissement di discreta fattura.
Classico action Usa fracassone con tinte western: sceneggiatura piatta ma scene iperboliche con una punta di splatter. Dopo 10 anni torna Schwarzy con un ruolo da protagonista alla sua maniera. Ma il tempo è passato! Imbolsito e con una improbabile tinta ai capelli, la sua legnosità è fin troppo evidente. Anche Whitaker non è quello dei tempi migliori e vederlo recitare in una parte così è davvero mortificante. L'inserimento poi di qualche gag comica e di qualche personaggio tra le righe abbassa ancora di più il livello non altissimo. Per amatori.
Schwarzenegger è visibilmente invecchiato e neanche tanto bene, fisicamente parlando. Per fortuna rimane intatto il suo spirito: poche idee ma molto chiare, la solita vena autoironica (che è sempre stata la sua forza e che tradisce la sua origine europea) e una vitalità esplosiva. Il film è lui, perfettamente coadiuvato dalla regia che segnalo, fra le altre cose, per la notevole sparatoria finale con la chicca dell'inseguimento nel campo di mais. Il film scorre molto bene salvo forse un inizio incerto. Sprecato Whitaker.
MEMORABILE: Sono un vecchio con il colesterolo alto, ho appena ordinato uova al formaggio ceddar, secondo lei ho paura di morire?
Schwarzy torna al passato con un action lievemente scanzonato in cui mostra l'ironia del passato e le solite sparatorie. L'età non più giovanissima emerge, ma lo spirito appare sempre lo stesso. La narrazione appare semplicistica ma probabilmente è la sua linearità a renderla piacevole. Discrete scene d'azione con qualche inseguimento troppo fracassone.
L'inquartato stegosauro del cine-culturismo USA torna a troneggiare da paladino sotto la mano sapiente di Kim Jee-woon, autore coreano che una volta di più comprova l'eleganza professionale della sua regia, la cura fotografica negli abbinamenti cromatici, la saldezza di nervi e l'attenta puntigliosità nella composizione delle inquadrature, sia nei momenti di pausa dialogica che nelle scene di infervoramento action più ansanti. A decorare il tutto, scampoli di spaghetti-western, ritagli alla Fast and Furious e l'ingegnosità di alcuni escamotage brillantemente dosati col misurino dell'imprevisto.
MEMORABILE: Il furgone tirato su col magnete da autodemolizione; Gli SWAT colti alle spalle dal bolide del fuggitivo; Il redde rationem sul ponte di ferro.
Il ritorno di Arnold da protagonista in un western moderno d'azione. Tra sparatorie a tutto spiano e qualche battuta lo sceriffo e i suoi uomini dovranno fermare un gruppo di criminali diretti in Messico. Nulla di eclatante, ma funziona e piacerà sopratutto ai fan del genere "azione allo stato puro". Nel cast anche l'ottimo Forest Whitaker.
MEMORABILE: Il vice Messicano con il mitra Thompson spara a tutto spiano.
Dopo l'esperienza da governatore della California il grande Shwarzy torna al cinema con un divertente western moderno ambientato in una piccola cittadina al confine col Messico. E' lo sceriffo e deve evitare di far passare il confine a un pericoloso evaso a bordo di una supercar. Impossibile non divertirsi tra inseguimenti, sparatorie e scazzottate in puro stile Anni 80; senza contare l'alta dose di ironia sparsa in tutto il film. Nel complesso un buon prodotto per una serata in leggerezza.
Un action d'altri tempi, molto serrato nel ritmo e forte di una logica costruttiva tanto semplice quanto efficace. La presenza di Schwarzenegger (il vero "sogno americano") in versione Gary Cooper, incorruttibile difensore della legge, potenzia la pellicola non soltanto grazie al suo nome di attore cult, mito vivente del cinema action, ma anche per una carica di autoironia valore aggiunto sempre presente nei film con Arnold.
Un ritorno di Arnold così come ci aveva abituato: ovviamente segnato dal tempo anagrafico, è protagonista di un film letteralmente esplosivo, a tratti surreale ma con azione serrata, un cattivo spietato che ne sa una più del diavolo, fino a quando i dieci ''specialisti'' della sua banda non incappano nell' accoglienza loro riservata dai "nostri". Non manca quella piccola dose di buoni sentimenti e qualche momento di ironia. Tra i comprimari, una spanna sopra tutti Luiz Guzman (Pachanga in Carlito's way).
MEMORABILE: Lo sceriffo raccomanda ai clienti di un bar di uscire dal locale. Dopo una lunga pausa, uno di loro esclama: "Abbiamo ordinato la colazione!".
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DiscussioneZender • 16/09/17 08:19 Capo scrivano - 48848 interventi
Ah aleggia una certa maledizione, qui... Harry Dean Stanton fu grande attore, per me indimenticabile in Paris Texas, ma presenza forte in molti altri film.
DiscussioneNoncha17 • 16/09/17 15:38 Pulizia ai piani - 1067 interventi
Harry Dean Stanton io, oltre che nel meraviglioso Paris, Texas, lo ricordo soprattutto per il ruolo di "Mente" in 1997: Fuga da New York. Oltreché in altri mille film, tra cui Alien..
Zender ebbe a dire: Ah aleggia una certa maledizione, qui...
Se vogliamo fare i fatalisti esoterici c'è una maledizione peggiore in atto...
DiscussioneRaremirko • 16/09/17 23:13 Call center Davinotti - 3863 interventi
Noncha17 ebbe a dire: Harry Dean Stanton io, oltre che nel meraviglioso Paris, Texas, lo ricordo soprattutto per il ruolo di "Mente" in 1997: Fuga da New York. Oltreché in altri mille film, tra cui Alien..
Insomma, era un'icona!
R.I.P.
Lavorò pure con Sorrentino.
DiscussioneDaniela • 17/09/17 12:19 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Se penso a Stanton sono tanti i titoli che mi vengono in mente... Era uno di quei caratteristi che, anche in brevi ruoli, riuscivano a ritagliarsi un proprio spazio caratterizzando fortemente il proprio personaggio.
Oltre a quelli da voi citati, vorrei ricordarlo in Una storia vera, dove era il fratello malato di Richard Farnsworth.
Non mi pare che sia stato detto da qualche altra parte, ho scoperto solo oggi che il 15 settembre è mancato il grandissimo Harry Dean Stanton. Un grave lutto, anche se aveva già una bella età (91 anni, pensavo meno). RIP
DiscussioneZender • 29/09/17 18:28 Capo scrivano - 48848 interventi
Perché quando è morto non c'era ancora la scheda di Twin peaks :)
Zender ebbe a dire: Perché quando è morto non c'era ancora la scheda di Twin peaks :) Ecco perché non ho trovato nulla. Mi pareva strano che fosse passato inosservato... Era veramente un grande.
DiscussioneRaremirko • 3/08/23 00:22 Call center Davinotti - 3863 interventi
A malapena discreto; forte di un variegatissimo cast (che roba vedere Schwarzy con Knoxville, con condimento di Dean Stanton, Whitaker e Stormare!) Jee-Woon Kim, qui in trasferta americana, infonde si il suo senso di spettacolarità ed il suo stile ad una vicenda però comunque abbastanza trita e già vista. Si può vedere ma c'è d meglio. Notevole la sequenza dell'inseguimento nel campo di grano.