Girato alla velocità della luce, con trecento stacchi ogni minuto, montaggio forsennato (con musiche sincopate che lo sostengono a dovere) e Matt Damon che corre, vola, guida a duecento all'ora in retromarcia, salta dalle finestre, tira pugni e calci... BOURNE ULTIMATUM, terzo di una saga all’isegna dell’action più sfrenata, ha basi da spionaggio puro (c'è la CIA di mezzo) ma mostra fin dalle prime immagini di prediligere tutt'altro genere. Non per questo trascura l'intreccio comunque, che anzi è complicato come da tradizione e mette subito sul tavolo nomi in codice e operazioni che rischiano di mandare in confusione chi tenta l'approccio più...Leggi tutto superficiale. Tutto si svilupperà minuto dopo minuto, certo, ma occhio a non perdere di vista ciò che ci viene detto. Il regista Paul Greengrass, che già aveva diretto il secondo capitolo delle avventure di Jason Bourne, dimostra di avere le idee chiare quanto a gestione delle scene più spettacolari, che indubbiamente qui non mancano e anzi vengono infilate in sequenza cercando di non far mai scendere il ritmo (giusto una mezza cenetta e qualche breve momento di socializzazione, ma è davvero poca cosa). Matt Damon è nel ruolo che più gli si addice: non sorride mai, è sempre in tensione, non deve offrire una gamma espressiva che ecceda le poche che solitamente ci concede. D'altra parte il film è all'insegna della seriosità: qui non si scherza e si muore in un attimo. Lotte di potere e tutti all’inseguimento di Bourne per ucciderlo: non c'è altro.
Jason Bourne si avvia a ricordare qualcosa ma è sempre minacciato dai lestofanti della CIA. Cominciano a scarseggiare le idee in questo terzo capitolo della saga e quindi, per ovviare a tale lacuna, si punta su movimenti di camera sempre più convulsi e su un montaggio serratissimo tanto che sfido chiunque a capire esattamente cosa succede nei corpi a corpo ripresi a 200 all'ora. Matt Damon sempre in palla. Per il sottoscritto un elemento di interesse in più è dato dalla brevissima parentesi torinese (non del protagonista però).
La migliore delle tre avventure dell'agente smemorato Jason Bourne. Il vero punto di forza del film è avere confermato Greengrass alla regia; il risultato è un film che può ambire a diventare un punto di riferimento per il genere. Adrenalinico, non lascia mai tregua allo spettatore, con stile quasi da videogame ma sempre piuttosto realistico e senza fare uso di effetti digitali (a differenza dell'ultimo Die Hard). Damon fornisce un'ottima interpretazione così come i suoi comprimari (specie la Allen e Strathairn). Incisivo il ruolo di Finney.
Nei primi 15 minuti l'occhio fatica un po' a seguire il rapido succedersi delle immagini voluto dal regista. La trama e l'interpetazione del protagonista Matt Damon sono abbastanza accattivanti. Il finale ci prepara ad un prossimo "The Bourne addendum".
Ultimo (?) capitolo della saga di Bourne, ormai vicino a conoscere la verità sul suo passato, ma per questo sempre più coinvolto in intrecci spionistici. Il film è ottimo, riesce a tenere alta l’attenzione per tutta la sua durata grazie ad un ritmo sostenuto e una messa in scena di prim’ordine. L’unico "difetto" è dato dal replicare senza troppe variazioni il mix scene d’azione più trama complotto-spionistica dei film precedenti, finendo per perdere in originalità. Non un capolavoro ma un ottimo esempio di film d’intrattenimento.
Senza ripiegare su CGI ed effettacci di post-produzione a oltranza (il signorino Tony Scottex prenda più di una nota), il film incorpora in senso sia stretto che ampio l'arte della fuga con un senso della scansione ritmica forsennata ma equilibrata e rara nella fracassoneria action degli ultimi lustri. Se ne esce con l'impressione di aver risucchiato velocemente uno spaghetto, assai ben condito.
Questi qui non hanno ancora sbagliato un colpo, ogni episodio della serie è perfettamente impacchettato. Di nuovo, come negli altri episodi, il mix è perfetto, lascia inchiodati alla poltrona e appassiona; simpatici anche gli "aggiornamenti" ai fatti reali, con la tortura che subisce Bourne (realmente utilizzata dalla CIA a Guantanamo) e le prigioni segrete nei "paesi amici".
Eccitante film d'azione a tutto spiano che riesce nel piccolo miracolo di fondere avventura senza sosta, incredibili peripezie tecniche e anche una piacevole intelegibilità del racconto. Greengrass riconferma il suo talento visivo, dando nuova vita all'abuso di camera a mano. Damon si dimostra adatto. Il migliore dei tre.
Probabilmente ultimo capitolo e degna conclusione di questa sorprendente saga. Dopo l'eccellente prototipo e il discreto sequel, questo terzo atto si dimostra superiore almeno al precedente The Bourne Supremacy, mettendo in scena una trama sempre più complicata e macchinosa, ma stavolta senza perdere il ritmo forsennato che aveva reso grande il primo episodio. Effetti speciali notevoli, senza l'uso dell'artificioso CGI e scene di lotta coreografate alla grande (imperdibile il corpo a corpo con l'agente tunisino). Action-movie superlativo.
Terzo forsennato episodio. Il regista conferma il ritmo assolutamente indiavolato e lo stile palpitante del precedente. A tratti sembra così di assistere a un videogame, ma è innegabile che come film d'azione sia difficle fare qualcosa di più veloce e adrenalitico.
Comincia proprio dove finisce il secondo capitolo. Greengrass, in sostanza, fa una copia del secondo film e non riesce, a mio avviso, a sviluppare bene la trama del personaggio. Infarcisce di dialoghi e rimandi l'intero racconto ma in maniera inconcludente e le scene d'azione non convincono più di tanto. Forse tre film sul personaggio erano troppi, ma si poteva/doveva fare di meglio.
Regia e montaggio troppo frenetici, specie all'inizio, con una musica incalzante che dovrebbe smuovere l'adrenalina non solo del protagonista, ma anche dello spettatore. E invece l'effetto risulta solo fastidioso. Trama scontata (si capisce appena entrano in scena, chi sono i veri nemici) e recitazioni standard con espressioni perennemente corrucciate, come il caso richiede. Cambi di scena velocissimi (ci si ritrova in tutte le capitali europee, del nord Afreca e naturalmente USA), anche in questo caso uno standard conosciuto. Ottimi gli stunt.
Hanno dato briglia sciolta a Greengrass e il risultato è il peggiore Bourne della serie. Tenere il ritmo alto è anche questione di equilibri e il regista li manda tutti a ramengo. Sempre valido il tema del derby tra Damon e la CIA, ma sia quello che le figure dei pur bravi Allen e Strathairn vengono inesorabilmente fagocitate dallo stile ipercinetico. Non che Greengrass non ci sappia fare col "shake-shake", ma giuro non vedevo l'ora che finisse.
Il migliore della saga: montaggio iperveloce, storia intricata ed intrigante, scene action spettacolari e finale soddisfacente. Damon ormai è perfetto per il ruolo, maturato nei lineamenti e finalmente credibile come spia infallibile, la Allen e Strathairn sono due grandi attori e funzionano, Finney e Glenn regalano due piacevoli partecipazioni. Nulla di eccezionale, ma un film di genere solido e coinvolgente.
Finalmente un film dove Damon sembra sentirsi a suo agio. Questo perchè non deve perdere tempo in espressioni diverse (ne esibirà al massimo un paio in tutto il film) e anche perché, probabilmente, la metà delle scene è stata girata dalla sua controfigura trattandosi di un continuo susseguirsi di inseguimenti, lotte e quant'altro. Da un punto di vista visivo il film è ben fatto, le scene tengono incollati e si fanno guardare. Da un punto di vista della storia il finale è il più banale che si potesse scegliere. Buoni il montaggio e la OST.
Il terzo capitolo si rivela un thriller molto avvincente. Greengrass si riprende notevolmente anche se qualche sequenza sarebbe criticabile. Il punto forte della pellicola è senza dubbio l'esimio montaggio, ampiamente e giustamente premiato, che si dimostra impeccabile negli inseguimenti riuscendo ad alimentare fortemente la suspense - attraverso stacchi piuttosto veloci - senza comunque creare confusione. Lodo - come ho già fatto - anche l'intrigante soggetto generale dell'agente segreto in cerca di "redenzione". Cast discreto. Buon film.
Secondo giro al timone della saga per il buon Greengrass, che ancora una volta imprime la sua cifra stilistica alle avventure di Bourne. Montaggio velocissimo e senza tregua, con una prima mezzora costruita su ritmi vertiginosi che non mollano mai e una tensione che si regge su soluzioni visive adrenaliniche. La storia prosegue la sua tradizione ingarbugliata e sovente criptica, ma l'importante è che per quasi due ore si resta con il fiato sospeso. Chiusura forse un tantino deludente, ma è il viaggio quello che conta.
Terzo capitolo della saga di Bourne sempre diretto da Greengrass con il suo stile adrenalinico e ipercinetico. Inseguimenti, sparatorie e botte senza tregua col protagonista che sconfigge decine di nemici senza pietà. Ottimo Damon, ben spalleggiato dalla dolce Julia Stiles ormai definitivamente promossa a co-protagonista.
Puro intrattenimento, tutto qui. Certo, non basta una serie infinita di inseguimenti e sparatorie montati alla velocità della luce a sostenere una sceneggiatura non del tutto chiara, come in gran parte dei film di spionaggio. Nulla da eccepire, comunque, sulla forma; siamo di fronte a un ottimo esempio di cinema action (nel vero senso della parola), ma, a fine visione, si resta piuttosto disorientati. Discreto.
Terzo film della serie. Bourne è ancora ricercato dai servizi della CIA deviati. E ancora cambia poco o nulla dai precedenti, quasi da sembrare un clone del secondo. Stesso girovagare per l’Europa, stessa regia e montaggio iperveloci e irritanti, stessi inseguimenti a motore o a piedi nella folla (buona comunque l’ambientazione a Tangeri), e nessuna concessione a dialoghi un poco personalizzanti. Insomma come con un soggetto e una sceneggiatura ti faccio due film. Ok, il ritmo forsennato non cala, ma l’overdose genera assuefazione.
Terzo capitolo dedicato all'ex agente della CIA Bourne, che qui deve fare i conti col proprio passato (e non solo). Non convince del tutto. Ci si aspettava onestamente di più. La storia risulta un po' ondivaga, pur riuscendo comunque a intrattenere. Regia di Paul Greengrass sempre efficace. Discreta la colonna sonora. Consigliabile per chi vuole completare la trilogia.
Quando Jason Bourne entra in scena, l'adrenalina è al massimo. Anche in questo caso, l'agente senza memoria riesce a essere appassionante e seguiamo le sue avventure in giro per il mondo, con una puntata anche a Torino. Ci sono alcune scene perfette, come quando alla stazione londinese di Waterloo il protagonista guida le azioni con un vecchio telefonino. Surreale, ma credibile.
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DiscussioneZender • 23/09/19 08:27 Capo scrivano - 48839 interventi
Tarabas, mi segnalano via mail che nel commento scrivi:
Scovato nel suo rifugio in India, l'ex agente Bourne...
Non è che hai confuso con il secondo che inizia appunto con un killer russo che gli fa fuori la moglie in India? E il commento a cosa appartiene?
La trama di questo:
Bourne va a Londra e incontra Simon Ross alla stazione Waterloo; riesce appena a sapere qualcosa di Blackbriar, l'upgrade di Treadstone, quando Ross viene assassinato dal sicario. Bourne prende la borsa di Ross e fra le sue carte trova l'indirizzo di una banca di Madrid, la Sewell and Marbury, dove si dirige. Neal Daniels, che attualmente è il responsabile dell'agenzia a Madrid, sente alla televisione della morte di Simon Ross e decide di scappare a Tangeri, in Marocco.
Boh, son passati 10 anni, non ho idea, possibile che sia così. In effetti non ricordo di aver mai visto il terzo.
DiscussioneZender • 23/09/19 17:39 Capo scrivano - 48839 interventi
Ok, allora trasferiamolo qui in attesa di capire quale sia.
*! Scovato nel suo rifugio in India, l'ex agente Bourne pensava di essere finalmente fuori dai giochi, ma i burattinai di un progetto supersegreto lo vogliono eliminare. Terza puntata delle avventure dello smemorato superagente, interpretato dal bravo Damon, di nuovo in tour per l'Europa a caccia dei suoi ricordi. Peccato che la storia dei servizi deviati dia da campare agli sceneggiatori dai tempi del Condor redfordiano e che il tasso di movimenti di macchina del film sia fastidioso quanto inutile. Storia del tutto inverosimile.