Tutto si direbbe, di questo film a disegni animati, tranne che sia uscito col marchio della Walt Disney. Tutto è cupo, tetro, ma non come possono esserlo alcune ambientazioni de Il re leone, che risultano funzionali alla trama. Qui si ha proprio l'impressione che si sia voluto percorrere (forse per mero amore di novità) una strada nuova, diversa, ma col risultato di ottenere (pur nell'àmbito della consueta qualità dell'insieme) esiti diversi, nuovi, deludenti.
Lo ricordo con discreto piacere. L'animazione è più che buona e la storia, pur non essendo molto innovativa (anche se però l'atmosfera che viene data è ottima), rende il cartone più che vedibile. A mio avviso merita la visione almeno una volta, pur non essendo nulla di speciale.
Curiosamente si tratta dell'unico cartone Disney classificato in America con la sigla PG, da vedere cioè in compagnia dei genitori. Il motivo è verosimilmente il clima cupo e tetro, classicamente medioevale che permea la pellicola e che costituisce una svolta per la celebre casa americana. Questo è però anche l'unico motivo di interesse del film la cui storia appare scontata e con personaggi poco interessanti. Buona l'animazione.
Rispetto ad altri film della Disney, si ricorda non tanto per la storia, quanto piuttosto per toni ed ambientazioni che sono abbastanza lugubri e ciò rappresenta una novità (che non è risultata gradita a tutti) per la casa. Per il resto non emoziona o avvince più di tanto, ma la realizzazione è, come di prammatica, estremamente professionale.
La Disney ha chiaramente cercato di percorrere una strada diversa con questo film d'animazione: niente canzoni, una cupa atmosfera medievale e alcune concessioni all'horror che hanno fatto guadagnare alla pellicola la classificazione PG (solo per bambini accompagnati). Le intenzioni sono apprezzabili, il risultato un po' meno, nonostante una grafica più che discreta e l'animazione in parte computerizzata. Si ricorda soprattutto per il minaccioso Re Cornelius, un cattivo anticlimatico ma di grande presenza scenica.
Disney spettacolare, in 70 mm, stereofonia e primi effetti al computer per un film oscuro ispirato a Tolkien. Flop al botteghino, troppo in anticipo sui tempi. Animazione ottima, ma qualche indecisione nella trama per quello che rimane il più oscuro dei film Disney al quale collaborò un giovane Tim Burton nell'ideazione dei concept. Grandiosa la scena finale con la pentola del titolo che scatena tutto il suo potere e rianima i soldati morti.
Film sperimentale della Disney, non solo per la mancanza di colonna sonora e l'abbandono della struttura musical ma perché si tratta, ancora oggi, dell'unico esempio di genere fantasy nella filmografia dei classici animati della casa americana. Animazione esemplare: un pieno ritorno alla "fully" abbandonata durante gli anni di Reithermann. Personaggi divisi tra una valida caratterizzazione e una superficialità evidente.
Il venticinquesimo classico Disney prende il via dalle vicende narrate da Lloyd Alexander nelle sue "Cronache di Prydain" e da subito risulta essere una scheggia impazzita nella solitamente rassicurante narrazione disneyana. Cupo, malinconico onirico e a tratti spaventoso, il Pentolone Nero del titolo originale vanta una comunque buona animazione e personaggi convincenti. Su tutti svetta il terribile Cornelius, re stregone malvagio e misogino, sicuramente il più terrificante villain di sempre in casa Disney. I più grandicelli apprezzeranno.
MEMORABILE: La prima apparizione di Cornelius; Il risveglio dell'esercito dei morti.
Classico particolarmente cupo e "adulto" rispetto alla media delle produzione animate Disney. Il film si segnala per una bellissima animazione e per colori davvero azzeccati, che ne fanno un piccolo gioiello fantasy. Il ritmo non è sempre alto ma la trama è semplice e si fa seguire facilmente, con personaggi ben caratterizzati e qualche buona gag piazzata qui e là. Il protagonista è simpatico, ma più di lui fa breccia lo strano esserino Gurgi che lo accompagna.
Il più "horror" tra i lungometraggi della Walt Disney. Tutto è immerso in un'atmosfera cupa, in un medioevo tetro tra lugubri castelli e draghi spaventosi. I personaggi hanno poche sfaccettature, non sono presenti canzoni, tutto sembra puntare sul terrore, con un cattivo tra i più mostruosi della Disney: Re Cornelius e il suo piano per sottomettere il mondo con un esercito di scheletri. Un oggetto raro uscito fuori da un periodo, gli anni '80, dove la Disney cercava un po' di sperimentare, prima della renaissance dei '90.
Visionario e oscuro "fallimento" Disney del 1985, culto assoluto negli anni a seguire per gli amanti del macabro: un film che tutto sembra fuorché disneyano, tra villain inquietantissimi, atmosfere dark, morti viventi e violenza al di sopra della media (per un film tecnicamente pensato per un pubblico infantile). La mancanza di canzoni e momenti musicali rende il film un oggetto alieno indimenticabile nel panorama dell'animazione Disney. Tra Don Bluth, Ralph Bakshi e momenti di Disney classica, un "quasi capolavoro".
L'ultimo film prima del cosiddetto Rinascimento Disney ha uno stile per così dire "vecchio stampo" e, allo stesso tempo, si avvale per la prima volta della computer grafica. Inoltre, pur non proponendo nessun numero canoro, si rifà sia al proprio passato (la mela e il protagonista che pare Semola) che all'estraneo presente (I Puffi, i Masters)! Il bello del film però arriva quando il cattivo entra in scena, facendoci dimenticare tutta la confusione creata poco prima e dando ai buoni un senso. Fantastiche le tavole a tinte dark, così come la rappresentazione intrinseca della morale!
MEMORABILE: L'umorismo di Rospus; Le corde dell'arpa; La pallina luminosa; Fuga dalle segrete; Il vortice di Doly; A Morva; I denti della strega; Il "fumo" verde.
La Walt Disney è sempre stata maestra nel macabro, soprattutto nei primi capolavori come Biancaneve e i sette nani e La bella addormentata nel bosco. In questo film vi si butta a capofitto, togliendo le parti cantate e premendo su tonalità meno colorate. La trama è tipicamente fantasy (ricorda quasi “Il signore degli anelli”) e per molti versi riprende vecchi personaggi già portati sullo schermo dalla casa produttrice (Taron sembra un po' Semola e le tre streghe simili a Maga Magò), senza eguagliarli però. Il risultato è comunque interessante.
Uno dei più grandi flop Disney è anche il più orrorifico. Si epurano le parti cantate, i colori rappresentano un cupo medioevo e lo stesso villain pur poco profondo si accerchia di buzzurri sanguinari e sogna un'orda di scheletri con cui dominare il mondo. Dal canto loro i tratti ricordano troppo i fasti del passato, come se con vecchie "penne" si volesse disegnare un cambio di rotta. Gradevole il protagonista, comunque, mentre il bardo e la principessa incidono quasi nulla. Spalle comiche poco incisive. Nel complesso piacevole per i grandi ma poco adatto, probabilmente, per i bimbi.
Forse il titolo più esemplificativo per illustrare la crisi commerciale dei lungometraggi d'animazione Disney dell'era pre-Renaissance. Ben poche critiche si possono muovere verso il comparto artistico, che tra fondali ineccepibili ed effetti visivi di buon impatto ottengono picchi di spettacolarità dark fantasy degni degli esemplari più "family unfriendly" dell'epoca (si potrebbe dire anche troppo terrifici per la House of Mouse), ma la storia è tanto smilza quanto amorfi sono i protagonisti e le loro insulse spalle comiche. Tolte le sequenze cupe e la tecnica, quasi nulla si salva.
MEMORABILE: Tutte le scene ambientate nel castello del Re Cornelius, specie al risveglio dell'esercito di scheletri tipo L'armata delle tenebre; Le tre streghe.
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HomevideoXtron • 16/11/14 21:16 Servizio caffè - 2229 interventi
Io ho l'edizione Disney"Edizione 25° anniversario"
CuriositàNoncha17 • 9/09/16 01:03 Pulizia ai piani - 1067 interventi
Curioso come la voce del folletto Re Fingal, nel nostro doppiaggio, sia quella di Arturo Dominici, doppiatore di un vagamente somigliante Grande Puffo: