Space men - Uomini spaziali - Film (1960)

Space men - Uomini spaziali
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MMJ Davinotti jr
Anno: 1960
Genere: fantascienza (colore)
Note: e non "Spacemen uomini spaziali" nè "Space man" o "Spaceman" o "Space-man" o "Space-men".

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

SPACE MEN è la prima vera space opera di provenienza italiana (nonché l’esordio di Antonio Margheriti, regista di genere apprezzato soprattutto all'estero), che a dir la verità, salvo rare eccezioni, non ha mai dato grossi contributi al filone internazionale. La povertà dei mezzi (da sempre caratteristica delle nostre produzioni) ha purtroppo frenato le possibilità dei film italiani, che in un genere dominato dalle scenografie studiate e i poderosi effetti speciali, si sono trovati in netto ritardo. SPACE MEN racconta della vita nello spazio di un equipaggio guidato da un capitano severo e intransigente, che mal accoglie sulla sua nave l'arrivo di un...Leggi tutto giornalista invadente, da subito ansioso di far tornare, sul mezzo spaziale, un briciolo di quell'umanità che lì tutti sembrano aver dimenticato. Non mancheranno una patetica storia d'amore e il salvataggio in extremis della terra da un'astronave sfuggita al controllo dei suoi occupanti. Dire che SPACE MEN è datato è dire poco. L’inflessione del capitano è di una monotonia soporifera, le considerazioni parafilosofiche sulle differenze tra la vita sulla Terra e nello spazio ridicole. Il film è di una lentezza impressionante. Senza musiche, dominato sullo sfondo da risonanze cadenzate stranianti, voci che subiscono un’eco fastidiosa (dovrebbe dare idea del vuoto che circonda i protagonisti), macchinari di cartone che dovevano sembrare poco credibili già all'epoca, colori vivi che accentuano ancor di più la povertà delle scenografie, dialoghi privi di una seppur minima brillantezza (in bocca a un cast assai modesto), modellini costruiti con cura ma inadeguati. Visto oggi può solo far sorridere.

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Renato 13/08/07 23:29 - 1648 commenti

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Un buon film. Il talento di Margheriti nel raccontare una storia alla fine riesce sempre ad emergere, che ci si trovi nello spazio profondo come nella giungla equatoriale, per le strade di una città violenta come nel far west eccetera eccetera... A vederlo oggi, questo Space Men mette davvero tenerezza, non tanto per la pochezza (o meglio, la nullità) degli effetti speciali, quanto proprio per la colossale ingenuità del tutto. Rimane comunque un film che non annoia, e non solo per appassionati di sci-fi, quale del resto io non sono per nulla.

Homesick 9/08/09 08:36 - 5737 commenti

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Quantunque percorso da considerazioni filosofico-sociali di un certo rilievo come gli errori dei cervelli elettronici, la perdita di personalità – gli astronauti ridotti a numeri – e il recupero dell’umanità smarrita, il debutto di Margheriti nella fantascienza è penalizzato da una lentezza narrativa generalizzata, effetti speciali che definire naif sarebbe un eufemismo e un’inutile parentesi amorosa. Nullo l’apporto degli attori, tra cui si distingue solo l’autoritario Montresor, efficacemente doppiato da Emilio Cigoli.

Puppigallo 13/06/09 13:18 - 5275 commenti

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E' tutto mostruosamente banale. Latitano proprio quelle idee che, per un appassionato di fantascienza, sarebbero sufficienti a far sopportare effetti di rara povertà visiva e persino dialoghi tra il banale e la soap opera (il rapporto lui-lei). Ecco che quindi, inevitabilmente, si materializza la mattonata, la classica pellicola lenta, noiosa, senza particolari guizzi, dove è praticamente impossibile salvare qualcosa, attori compresi. Un plauso va a un astronauta (Re degli imbecilli) che, preso da panico, si lancia fuori dall'astronave sfracellandosi sul pianeta prima dell'astronave stessa.
MEMORABILE: Il reporter scambia l'ufficiale (donna), nel laboratorio sull'astronave e alle prese con esperimenti sulle piante, per una fioraia, chiedendo i prezzi.

Undying 14/06/09 19:08 - 3807 commenti

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Astronave in prossimità della Terra porta con sè un campo di energia che si rivelerà letale per gli abitanti del Pianeta. Grazie all'intervento di un abile giornalista il pericolo della devastazione verrà scongiurato. Margheriti rinuncia alla spettacolarità per via di un budget modesto, che forse impone pure la scelta del B/N iniziale. Venne publicizzato come "il primo western intergalattico", in realtà il film definisce un approccio psicologico nell'analisi, nonché ipotesi, della condizione umana "non egocentrica" nell'Universo. Anticipa, sotto certi aspetti, Abbandonati nello spazio.

Enzus79 3/07/09 09:51 - 2896 commenti

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Film di fantascienza italiano di tutto rispetto. Anche se vederlo oggi fa un po' ridere per i suoi effetti speciali e annoiare per le sue solite parentesi amorose, credo che sia tutto sommato vedibile e l'idea non è da buttare. Si è visto di peggio.

Rickblaine 3/07/09 10:08 - 635 commenti

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Margheriti, con "Space Men", propone un tipo di fantascienza percorso più da pensieri filosofici che da masse stellari e pianeti sperduti. La domanda che pone il film è: perché l'uomo si spinge oltre se non conosce neanche sè stesso? Anche Lem ispirò con Solaris ad una più attenta riflessione che l'essere umano dovrebbe fare. Comunque il film non è molto lavorato, ovvio che il budget a disposizione non sia alto. Il cast ci prova, ma Margheriti si distingue facilmente da molti altri.
MEMORABILE: "Il tuo sguardo vale l'universo".

Pigro 27/09/11 21:21 - 9666 commenti

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Astronauti e un giornalista in soccorso della Terra che sta per essere distrutta da un’astronave in caduta libera. Sorvolando sulle parecchie ingenuità (scientifiche ma soprattutto narrative), e nonostante il ritmo inadeguato, il film riesce a suscitare perlomeno un minimo di curiosità, non foss’altro per l’estrosità degli effetti speciali casalinghi. Insomma, la buona volontà è tanta (anche per le retoriche considerazioni sulla centralità e la dignità dell’uomo), il risultato è quel che è, ma qualche momento intrigante riesce a regalarlo.

Caesars 19/11/12 10:08 - 3790 commenti

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Fantascienza anni '60 made in Italy; ci sono tutti i presupposti per un film realizzato in altissima economia e che oggi appaia datatissimo. Ovviamente tutto ciò viene confermato dalla visione e la pellicola vanta anche una trama che convince pochissimo, ma va dato merito a Margheriti di aver creato effetti speciali quasi dignitosi (per l'epoca, ovviamente) con praticamente nulla a disposizione. Le recitazioni lasciano il tempo che trovano, ma si può apprezzare il sempre ottimo doppiaggio di Cigoli. Con un pizzico di magnanimità **.

Xabaras 3/01/15 00:21 - 210 commenti

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Un anno prima della spedizione di Gagarin ma già nel pieno della splendida avventura letteraria chiamata "Urania", arriva quello che viene comunemente definito il primo fantascientifico italiano. Pochi soldi ma tanto coraggio, senso dell'avventura e sana ingenuità. Al suo interno si possono riscontrare alcune interessanti osservazioni politiche ("nell'universo non c'è posto per idee liberali e democratiche" contrapposto al "le leggi sono fatte per essere violate") e storiche ("siete come i soldati del XX secolo, sapete solo obbedire e comandare).

Il Gobbo 12/06/15 09:27 - 3015 commenti

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Terribile sotto tutti i punti di vista: ritmo soporifero, immaginazione all'osso, effetti poveri ma non belli(ni) come verranno in seguito, recitazione scadente, dialoghi pomposi e prolissi di De Concini sotto pseudonimo russeggiante, musichette parrocchiali al Farfisa di Lelio Luttazzi, insomma non funziona praticamente nulla! Margheriti, qui ancora "Daisies", farà assai di meglio, anche nel ramo

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  • Curiosità Puppigallo • 13/06/09 13:31
    Scrivano - 506 interventi
    Un particolare che salta subito all'occhio è che il film, pur essendo a colori, nel momento in cui gli astronauti sono nello spazio, o si vedono galassie e pianeti, la visione diventa in bianco e nero (per poi tornare a colori quando avviene l'atterraggio sul corpo celeste). Per quanto riguarda, pianeti e galassie, la spiegazione può essere che, trattandosi di foto di un tempo che fu, le macchine fotografiche non fossero ancora equipaggiate con i filtri in grado di riprodurre i colori a seconda della luminosità e dell'intensità. Il risultato ovviamente, è ancora più finto, rendendo palese il fatto che sui monitor compaiano squallide foto, piazzate lì senza un minimo di ritocco.

    Un'altra curiosità è data dalle tute spaziali, che ricordano molto l'imbottitura dell'omino Michelin. Chissà se il noto simbolo gommoso, all'epoca, ne fu entusiasta, o se intentò causa.
  • Homevideo Buiomega71 • 23/10/13 17:55
    Consigliere - 25998 interventi
    In dvd per 01 Distribution, disponibile dal 18/12/2013

    http://www.amazon.it/Space-Men/dp/B00G2UUUD4/ref=sr_1_2?s=dvd&ie=UTF8&qid=1382543686&sr=1-2&keywords=space+men
  • Discussione Poppo • 2/12/18 11:29
    Galoppino - 465 interventi
    Sottovalutato. Decisamente sottovalutato questo sci-fi di Margheriti. Chiaramente non lo si deve guardare con gli occhi dell'estetica tecnologica del dopo Kubrick, e meno ancora con quelli della fedeltà scientifica. Ma in tempi in cui si accettano certe scene-scemenza premiate con l'oscar (Gravity) direi che dovremmo alzare il nostro tasso di correggibilità nei riguardi di molti b-movie degli anni '50/'60.

    Se vogliamo introdurre il concetto di sospensione dell'incredulità possiamo dire che in Space Men questa si presenta nella sua dimensione narrativa e non ipocrita come capita spesso nei film attuali; qui ci viene dunque chiesto di accettare i limitati mezzi di un b-movie e guardare a presunte ingenuità come licenze poetiche scenografiche. L'intreccio narrativo drammatico è la parte forte del film. La fedeltà alla realtà scientifica non è ignorata ma modulata con coscienza dei limiti della rappresentazione filmica del caso. L'unico vero difetto è un eccesso di melodramma e retorica mistico-filosofica. Ricorre peraltro la data del 25 dicembre, vezzo di alcuni film su viaggi spaziali anche recentissimi (Prometheus).

    Ad ogni modo non dimentichiamoci che siamo nel 1960 e la simulazione continua dell'assenza di gravità è di per sé già una grande sfida cinematografica, specie per un b-movie. Anticipando Kubrick si mostra la differenza tra la vita nella stazione orbitante con gravità artificiale (rotazione della struttura) e la simulazione artificiosa, ma convincente sul piano narrativo, dell'assenza di gravità nei veicoli spaziali (scarponcini magnetici, lentezza dei movimenti, etc...). E' questa una forma di serietà dell'approccio scientifico narrativo. Allo stesso modo si possono ritenere licenze poetiche le "nuotate" degli astronauti nello spazio, ma è chiaro che la loro funzione renda bene l'idea che una direzione presa (spinta) non potrà essere modificata. Dieci anni prima si usava una bombola d'ossigeno per modificare, in situazione di emergenza, l'assetto/direzione nell'astronauta (Destination Moon, 1950)...

    Ma veniamo a Kubrick... Il pilota anziano si chiama Al; la nave spaziale impazzita Alpha Two è controllata da un computer, il pilota è morto in stato di ibernazione, urge disinnescare il computer, per farlo occorre entrare nell'astronave dal portellone esterno situato sul corpo centrale sferico della nave...

    Guardando altrove, l'avvicinamento all'astronave Alpha Two avviene tramite un corridoio spaziale tra due campi di forza generati dalla stessa; attraverso questo corridoio vengono prima tentati attacchi missilistici per distruggere Alpha Two il cui campo di forza è una minaccia per la Terra. Star Wars?

    Si riconferma il piacere della visione di tanti b-movie sci-fi dei '50/'60.
    Ultima modifica: 2/12/18 11:33 da Poppo
  • Discussione Poppo • 30/12/22 14:48
    Galoppino - 465 interventi
    Sperare non fa mai male ma ormai l'anno* è giunto al termine e riedizioni dei film di fantascienza culto di Margheriti non ne abbiamo viste (spero di sbagliarmi)...

    Questo in particolare... su Internet Archive è disponibile la versione americana (Assignment: Outer Space) di 70 minuti circa...  Il supposto minutaggio intorno ai 90 non lo vedo indicato sulla cover dell'edizione ita ormai esaurita da tempo, forse non esiste una versione di 90 minuti?

    * 2002 - 2022  vent'anni dalla scomparsa di Margheriti