Al terzo film, se Dio vuole, Gianni e Carla stanno per sposarsi, ma la RCA fa sapere che il matrimonio potrebbe mettere in fuga le di lui fans, sicché... Terzo capitolo della saga Morandi/Efrikian, ormai alla canna del gas quanto a idee, scenette (terrificanti), e a giudicare dall'ingente quantità di stock-shots, anche quanto a quattrini. La canzone del titolo completa il greatest hits morandiano, ma la palma del kitsch va a Nini Rosso in divisa, che esegue "Il silenzio".
Avevo scarse attese, ma il film è ancor peggio (e non di poco) del previsto. Agghiacciante la recitazione di Morandi, mediocre la Efrikian, patetici Bramieri e Pisu, che straziano una citazione/plagio da ...la malafemmina (gli equivoci sulle metàfore). Si salvano Taranto, Tieri e Viarisio. Quando arriva pure il bimbo-spazzacamino credevo di sognare. Lady Barbara (che avrà incassato un ventesimo) al confronto è quasi Quarto Potere.
MEMORABILE: Nini Rosso non prova a recitare e suona "Il Silenzio".
Terzo capitolo di una saga iniziata un anno prima con In ginocchio da te. Tolti gli affidabili caratteristi vi è poco altro da segnalare in questo polpettone in salsa musical all'italiana. Regia mediocre dello specialista Fizzarotti, Morandi e Efrikian insopportabili. Splendide come sempre le canzoni.
Terza sortita per la coppia Morandi-Efrikian nella loro cinenovelas a puntate... Se già il precedente film raschiava il fondo del barile campando sul prototipo, qui va ancora peggio. Una brodaglia troppo allungata e indigesta (le scenette famigliari con i suoceri sono da fastforward) da non far ballare inesorabilmente l'occhio. Peccato perché alcune notazioni sullo star system e sulle imposizioni dello showbiz non sono banali. Con una piccola potata avrebbe funzionato.
Gianni e Carla - ovvero Morandi e la Efrikian - convogliano a nozze, ma la serenità della vita matrimoniale è minata dalla carriera di lui e dalle montature pubblicitarie... Una banalità dopo l'altra, canzoni mediocri, caratteristi sprecati...; Bramieri e Pisu costretti a recitare in un dialetto bolognese per loro innaturale, Terzo pietoso - e battute che non fanno ridere nessuno. Solo il militaresco Taranto e il severo Tieri sventolano orgogliosi il vessillo della professionalità, ma il film cola a picco lo stesso.
Terzo capitolo della breve serie (appartenente alla categoria del "musicarello" italiano) iniziata con In ginocchio da te. La sostanza non cambia ma la qualità tende inesorabilmente a scendere e la sceneggiatura (già precedentemente povera) diventa veramente scadente. Il cast (specie i validi caratteristi) fa quel che può ma il tutto annega nella banalità.
L'improponibile Morandi torna in una fotocopia de In ginocchio da te e tocca uno dei fondi più bassi del cinema italiano. Ritmo inesistente, siparietti musicali osceni e battute che creano il ghiaccio. La recitazione è qui davvero ai minimi umanamente concepibili, la banalità dei dialoghi è rivoltante. D'accordo, sono pellicole senza pretese ma almeno farle con dignità...
Musicarello terzo per la coppia italica del periodo. Stavolta le idee latitano e anche le canzoni del Gianni nazionale non appaiono proprio memorabili. Taranto cerca di salvare la baracca con la sua risaputa verve, ma non sembra riuscire nell'intento. Rosso che suona il silenzio merita comunque la visione.
Era un periodo così, impazzavano i fotoromanzi e c'era il desiderio di sognare storie d'amore complicate ma dal lieto fine. Il film è davvero brutto, con Morandi ed Efrikian imbarazzanti, ma tutto il cast si propone in modo insulso e banale. Lo sconsiglio con tutto il cuore.
Mi sono scappate un paio di risate nella scenetta con Nino Taranto e Daniele Vargas direttore dell'hotel a Barcellona. Dire che questo merita la visione del film forse è un po' troppo ma, nonostante tutto, la visione di questo episodio della triade mi ha incuriosito e fatto venir voglia di vedere anche le prime due. Non per puro masochismo, ma credo che questi tre musicarelli, con i titoli delle famose canzoni di Morandi, rappresentino un documento importante nella cinematografia nazionale. Va pure bene che siano stati girati così, perché così eravamo.
Terzo capitolo della storia d'amore fra Morandi e la Efrikian. Rispetto ai precedenti cambia poco o nulla, con Morandi che fa i suoi gorgheggi e la Efrikian che stavolta diventa moglie e mamma. Finale prevedibile e zuccheroso come da tradizione. Per fortuna la storia, grazie a caratteristi come Taranto, Pisu, Bramieri e Palumbo, resta in piedi, miracolosamente.
Per Morandi cantante di successo e la sua piagnucolosa fidanzata (Efrikian) è tempo di sposarsi, ma le magagne non tarderanno ad arrivare in quanto il suo discografico sostiene che questo matrimonio... non s'ha da fare ("Gianni è l'idolo delle ragazzine!"). Stavolta il comparto musicale è scarso sia numericamente che nella selezione dei brani, inoltre la vicenda non convince (i momenti di stanca non mancano, ahimè). Se la verve di Taranto spicca sempre, duole veder sprecati Bramieri e Pisu in caratterizzazioni a dir poco sballate.
Della trilogia di Gianni Morandi è forse il meno riuscito ma una visione la può meritare lo stesso, se si è interessati al genere. L'ambientazione è più scarna che nei precedenti e se non fosse per qualche battuta riuscita dei caratteristi si salverebbe poco o nulla. Pure il Gianni nazionale è meno convincente del solito, per quanto le canzoni siano sempre gradevoli. Eccessivamente dilatate e nauseabonde certe situazioni familiari.
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HomevideoGeppo • 12/06/09 14:44 Call center Davinotti - 4356 interventi
Uscito in DVD per la Edizioni Master.
Collana: I musicarelli.
Edizione da Edicola.