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La nostra recensione di Pessime storie

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Parzialmente sull'onda dell'argentino STORIE PAZZESCHE (che però era più ficcante, conciso e sorprendente), gli spagnoli riprendono l'idea del film a episodi carico di grottesco cinismo per darne una lettura più tradizionale, con qualche evitabile concessione all'autocompiacimento. Anche qui abbiamo un breve prologo che, oltre a introdurre, fornisce labili agganci alle tre storie che compongono il film: racconta del passaggio di consegne tra padre e figlio (Lòpez) all'interno di una grande azienda di trasporti focalizzandosi sulla cerimonia organizzata per il glorioso pensionamento del genitore....Leggi tutto Non è un gran inizio, a dire il vero: le gag sono povere e già si individua una scarsa capacità di sintesi che porterà il film a sfondare abbondantemente il muro delle due ore senza che ve ne sia vera necessità. La cerimonia si dilunga per portare a una piccola sorpresa finale che dice poco o niente. C'è da aspettare il primo episodio, per entrare nel vivo: il protagonista è un omino in vacanza (Martin) ossessionato dalle regole, che ama svegliarsi la mattina presto per fotografare l’alba dalla spiaggia. Un giorno, nell'attraversare la strada, viene quasi investito da Enciso (Trujillo), un suo vecchio compagno di scuola travolgente e fuori di testa che lo carica in auto senza permettergli di protestare. Comincerà un'odissea che lo porterà ai quattro angoli della Spagna senza riuscire a rientrare a casa per una serie di sfortunate vicissitudini. La trovata è buona, la sceneggiatura molto meno: al netto di qualche buon momento che muove al sorriso con decisione, l'episodio spesso si arena faticando a trovare il giusto ritmo. La qualità della regia salva comunque la resa complessiva e dopo un inizio un po' titubante e ripetitivo il prosieguo si riprende e azzecca più di un momento. Il secondo episodio porta in scena una strana coppia: Tina (La Cueva) è una donna disillusa e spregevolmente profittatrice, Ayoub (Janick) un lavoratore squattrinato che si propone di sistemarle il giardino per dieci euro. Mansione accettata, ma a fine lavoro Tina non paga e perdipiù chiede ad Ayoub di accompagnarla con l'auto in farmacia. Durante il viaggio (e pure dopo) la donna escogiterà ogni sorta di truffa per sottrarre soldi al povero Ayoub puntando sul buon cuore del poveretto. Il vero finale (attenzione) si avrà in un secondo momento, molto dopo la fine dell'episodio. Che è costruito di nuovo su una semplice idea declinata in modi diversi ma di fatto reiterandola e puntando sulla buona prova della De Cueva, che fa e disfa trattando Ayoub come una semplice spalla destinata a subire la sua logorroica tattica per farsi prestare denaro ad ogni occasione. Si ride poco e dopo un po' si attende soprattutto il previsto colpo di scena, caratteristico del cinema dedicato alle stangate, grandi o piccole che siano. L'ultimo episodio è il più costruito: riprende un po' le intuizioni di film come ALIBI.COM, in cui si immagina l'esistenza di un'organizzazione pagata per trarre d'impaccio, attraverso complesse furberie, le persone accusate di aver sottratto soldi ai familiari, tradito la moglie... Il piano elaborato per salvare un marito beccato in albergo con l'amante è notevole, ma quello più importante viene preparato per giustificare la losca sottrazione di migliaia di euro di un industriale accanito pokerista all'azienda di famiglia. La struttura non è nuova, ma qui la fantasia ha modo di inventare situazioni spassose appoggiandosi a un buon protagonista (Castrillo-Ferrer) e sfruttando la sempre valida costruzione cara a molti heist-movie: lunga esposizione del piano geniale e successiva realizzazione dello stesso con imprevisti. E' l'episodio più concitato e stimolante, con un'ultima parte di nuovo troppo prolissa ma che in fondo non delude. Un po' pretestuosi gli incroci tra i diversi segmenti, anche se portano a qualche riflessione in più all'interno di un gioco ideato in ogni caso per far sorridere e null'altro. Meno ambizioso del precedente argentino, si fa comunque vedere e in più momenti apprezzare.

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Tutti i commenti e le recensioni di Pessime storie

TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/08/21 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 26/08/21
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Galbo 18/08/21 06:22 - 12655 commenti

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Prendendo spunto da un film argentino di qualche anno fa, il regista Javier Fesser realizza una pellicola che unisce storie diverse per tipologia dei personaggi e ambientazione (e che in qualche modo si incrociano tra loro), che hanno in comune il tono grottesco e uno sguardo cinico sull'umanità che ci circonda. Il livello dei diversi spezzoni non è omogeneo e in generale è segnato da un "crescendo", con gli ultimi episodi più interessanti dei primi. L'ambientazione è buona, così come la prova del cast per un film che avrebbe giovato di una durata minore. 

Daniela 5/08/21 23:22 - 13288 commenti

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Un regalo di pensionamento poco gradito, le disavventure di un pignolo, un giardiniere ingenuo alle prese con un'arpia che lo sfrutta, una agenzia specializzata nel fornire alibi a persone nei guai: sono i soggetti dei quattro episodi, collegati l'un l'altro, che compongono questo film spagnolo che nella struttura narrativa e nei toni tra l'ironico ed il grottesco ricorda molto le Storie pazzesche argentine di pochi anni fa. Qui il cast schierato è di minor caratura e i caratteri talvolta risultano troppo caricaturali, però il ritmo è sostenuto ed il divertimento non manca.  

Kinodrop 9/08/21 19:55 - 3397 commenti

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Dalla Spagna quattro episodi legati approssimativamente da una cornice su altrettante storielle distoniche con personaggi singolari che si trovano ad affrontare situazioni grottesche o tragicomiche. Il risultato è abbastanza disuguale, anche se l'intento, stigmatizzare, ironizzare sulle nevrosi e le cattiverie dei protagonisti, non sempre colpisce nel segno e sia nelle singole storie che nell'insieme si nota un inutile tirare per le lunghe, che fa rimpiangere la freschezza e il ritmo delle nostre commedie a episodi. Un po' meglio "la excusa" con la sua matrioska di colpi di scena.

Il ferrini 12/08/21 00:24 - 2693 commenti

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Parte in sordina, con due episodi apparentemente non esaltanti, ma che si intrecceranno in modo geniale nel prosieguo. Col terzo frammento si inizia a fare sul serio, e la coppia protagonista è davvero strepitosa nel mettere in scena uno script satirico di ottimo livello sul rapporto con gli immigrati. Il capitolo finale (che rammenta The game) è quello che mette a posto tutti i tasselli, spiazzando e sorprendendo. Girato e fotografato molto bene (suggestivi i paesaggi del viaggio involontario di Bermejo), fa volare oltre due ore. Intelligente e divertente.

Markus 15/08/21 10:14 - 3766 commenti

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Quattro storie, quattro personaggi vittime della maledizione fantozziana. Javier Fesser mette a disposizione dello spettatore dilettevoli quanto amare vicende di vita quotidiana, d'inciampi e scarogna... per la difficile pratica della risata intelligente. Film scorrevole, interpretato col giusto piglio, nonostante la smisurata lunghezza; si conferma l'incapacità del cinema odierno di saper tagliare - un po' per vezzo e forse per mancanza di coraggio - il superfluo, senza che la cosa possa nuocere al risultato finale.

Pinhead80 17/08/21 15:30 - 5439 commenti

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Bizzarro film spagnolo ad episodi che fa seguito al successo di Storie pazzesche. La parte iniziale non fa ben presagire, fortunatamente però i tre episodi successivi sono tutti di buon livello. Il tipo meticoloso e un po' rompino che si vede demolire la sua routine è fantastico, così come molto bravi sono la donna irascibile e il ludopatico bugiardo. Forse l'episodio più debole (anche perché il più scontato) è il terzo, perché non riesce a svincolarsi dal politicamente corretto. Tutto sommato il film è molto più che gradevole e le due ore di visione passano agevolmente.

Schramm 15/04/25 14:02 - 4036 commenti

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Esistono le regole ed esiste il caso che di loro e dei loro devoti maniaci se ne sbattono ribadendo che l’esistenza è un flipper al quale è inutile provare a dettar legge e creando alta pasticceria narrativa. Ed esiste chi di essa è masterchef e ci delizia con quattro storie a tiro sottilmente incrociato che usano come asta per saltare l’amore per la catastrofe (accidentale ma anche organizzata), per la fedeltà della scalogna e per i nuovi punti prospettici che questa ci regala. Saranno anche pessime storie, ma quello di Fesser è ottimo cinema. Ne vogliamo altre quattro. Come minimo.

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