La costruzione di un'enorme diga in Venezuela; la storia di alcuni ricercatori d'oro che vivono nello squallore di baracche umidicce nella foresta con la speranza effimera di diventare ricchi; la storia di Albino, un ex poliziotto italiano trasferito da quarant’anni in Venezuela alla ricerca di preziosi. La saggezza di un'autoctona sentenzia questa pratica con una frase che definirei esemplare: "l'oro non porta la vita, porta la morte". Jacopetti termina la sua filmografia con un documentario tout court degno d’attenzione quanto sconosciuto.
"Operazione ricchezza" sta a Jacopetti come Roma sta a Fellini. La distruzione del territorio per la costruzione di una diga in Venezuela contrapposta a quella della Roma sotterranea per la costruzione della metropolitana. Ma il compito di Jacopetti è decisamente più arduo in quanto, avendo girato questo film su commissione, non può permettersi di scatenare il suo famoso stile duro e senza fronzoli. Così deve affidarsi alla sola forza delle immagini per narrare i "contro" della costruzione della diga di Guri, riuscendovi solo a tempi alterni.
Il titolo e il nome del regista possono trarre in inganno: non si tratta di un mondo-movie ma di un normale documentario, peraltro abbastanza interessante e ben girato. Lo stile è quello classico del documentarismo d'epoca (sembra quasi di vedere una puntata di "Jonathan-Dimensione avventura"), con in più una certa dose di ironia e spruzzate di cinismo (comunque mai fastidioso) tipiche dello stile di Jacopetti. Buona la confezione, con musiche dei Pink Floyd. Una visione sicuramente la merita.
Uno degli ultimi mondo movie è in verità un valido documentario girato dal bravo Jacopetti e mostra, a tratti in maniera veramente spettacolare, la costruzione della grande diga del Guri e tutti i mezzi meccanici utilizzati per questa grande opera; inoltre descrive la vita spesso difficile dei cercatori d'oro e di diamanti nelle belle quanto selvagge location venezuelane con interviste ai migranti italiani qui trasferiti alla ricerca della ricchezza. Musiche accreditate, probabilmente per una svista, a tale Bruno Ambrosi de Magistris!
MEMORABILE: Le Sorgenti del Rio Carini e la "danza" dei mezzi meccanici.
Jacopetti gira su commissione (Impresa Benvenuto Barsanti, operante in Venezuela) i lavori di una grande diga. Ovviamente l'argomento limita le sue scorribande nel mondo movie, ma qua e là il tema affiora: la parte dei tepui col Salto Angel, la danza delle macchine, la ricerca dei volti delle donne al rinfresco... Jacopetti qua è la inventa ed esagera, come quando millanta di aver trovato l'aereo di James Crawford Angel, in realtà già rimosso oltre quindici anni prima delle riprese. Talora curioso, talora noioso. S'odono musiche dei Pink Floyd e di Rondò Veneziano.
MEMORABILE: Le distratte strette di mano del presidente Luís Herrera Campíns, in visita al cantiere.
I colossali lavori per costruire una diga in Venezuela sono paragonati agli scavi per costruire a Roma una linea di metropolitana. Jacopetti questa volta agisce su commissione e limita di molto le sue ansie di eccesso e di provocazione visiva e il risultato è un ibrido che è ben lontano dallo scandalo che sembrava insito a tutti i suoi lavori. Anche le interviste agli immigrati italiani suonano falsissime.
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Interessante la parte centrale del documentario in cui si parla lungamente dei ricercatori di preziosi di quel tempo (una vita davvero squallida). C'è anche un omaggio a MONDO CANE.
DiscussioneRaremirko • 16/12/12 15:36 Call center Davinotti - 3862 interventi
Markus ebbe a dire: ;)
Interessante la parte centrale del documentario in cui si parla lungamente dei ricercatori di preziosi di quel tempo (una vita davvero squallida). C'è anche un omaggio a MONDO CANE.
qual'è l'omaggio?
io cmq l'ho trovato molto tecnico e descrittivo; fatto bene ad ogni modo, anche se l'atmosfera, anche visiva, è al solito irreale
Markus ebbe a dire: La scena dei due cani seppelliti l'ho considerata un omaggio al suo noto film.
anche il passaggio col parallelismo tra il candido di voltaire che scalcia pepite d'oro sull'eldorado e il cineoperatore che vi scalcia vuote lattine di pepsi restituisce il gualtiero più graffiante dei primi tempi...