La Gravina è una spanna sopra le altre attrici del periodo e qui offre un'interpretazione sentita. I dialoghi appaiono curati e, seppur lo svolgimento pecchi di ritmo, con una storia come questa è impossibile non farsi catturare. Dispiace però per l'esiguo spazio dato a Pagliai, che appare solo a partire dal terzo episodio (per esigenze di sceneggiatura) e soprattutto quello che si avverte è una certa limitatezza nel budget, tangibile nelle scenografie e nelle poche riprese esterne. Comunque appassionante e con una regia attenta al romanzo di Flaubert.
Canonica e lineare, priva di brio, è una miniserie che si lascia seguire senza annoiare pur non brillando molto. Poco spazio a Rodolphe, in realtà personaggio chiave, molto alla Bovary, ben interpretata dalla Gravina. Bonacelli offre un'interpretazione controllata. Buona l'idea di inframezzare il tutto con brevi scorci dell'aula giudiziaria. Si finisce con una sequenza che mostra l'odierna realtà, proprio come nell'Edipo Re di Pasolini. Uno dei primi esempi di tv nostrana, a colori, di media fattura. Sei ore che non stancano.
MEMORABILE: Ogni volta che appare Corrado Gaipa (un eccellente Monsieur Lheureux).
Daniele D'Anza HA DIRETTO ANCHE...
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Madame Bovary è un romanzo di Gustave Flaubert pubblicato nel 1856. Appena pubblicato, fu messo sotto inchiesta per "oltraggio alla morale".
Flaubert si ispirò alle vicende realmente accadute di una giovane donna di provincia, Delphine Delamare, del cui suicidio si parlò in un giornale locale nel 1848.