Louis de Funès e il nonno surgelato - Film (1969)

Non indimenticabile, ma con alcune trovate gustose, a partire dalla creazione del quartiere "protetto dalla modernità" (difficile pensare che chi ha ideato Good Bye Lenin! non conosca questo film o la commedia che lo ha ispirato) che pareggiano gli eccessi. De Funès travestito da signore d'inizio Novecento è irresistibile. Cast di contorno (la Gensac, Preboist, De Funès figlio...) come da tradizione. Regìa spigliata.

De Funès mi ricorda un roditore che gira sulla ruota nella gabbietta, si agita molto, non conclude assolutamente niente, però si diverte e ci fa divertire, pur non possedendo la ricchezza di sfumature espressive di altri comici. Qui, è impegnato in singolar tenzone col nonno Paul che, per quanto ibernato, è più caloroso di quanti lo circondano: un elegante mandrillo, che fa rivivere malizie e svenevolezze della seduzione Belle Epoque in una casa (e in un'epoca) assai più... prosaiche. In fondo, la presenza di Paul è un simpatico antidoto al... "logorio della vita moderna": come tutto il film!

Dopo un inizio fulminante il film si arena nei territori della farsa retta in piedi da un De Funès sopra le righe che non riesce però a carburare bene come dovrebbe. La trovata iniziale non viene sfruttata al meglio e porta a una serie di gag e situazioni comiche non sempre fresche. Fa davvero ridere soltanto quando De Funès fa dondolare l'altalena sotto gli occhi del nonno surgelato con sorrisi tiratissimi. Si lascia vedere ma rimane un film estremamente piatto, ravvivato da una regia scattante e da una fotografia coloratissima.

Spunto originale per una commedia però altalenante, che non mantiene le promesse. La sceneggiatura cambia troppo spesso direzione e solo nella seconda parte il tutto sembra davvero decollare, con la divertente ricostruzione del 1905 e il protagonista costretto a fingersi il fidanzato di sua moglie. Peccato che poi il finale sembri irrisolto e poco convincente. Comunque De Funès è scatenato come al solito e qualche risata la strappa.