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Anno: 1967
Genere: commedia (colore)
Regia: Franco Zeffirelli
Note: Aka "The taming of the shrew". Tratto dall'omonima commedia di William Shakespeare.
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/09/09 DAL BENEMERITO ENRICOTTTA
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- Davvero notevole!:
Cerveza - Quello che si dice un buon film:
Cotola, B. Legnani, Giacomovie, Saintgifts, Daniela, Myvincent, Rigoletto - Non male, dopotutto:
Enricottta
Narra la storia di due sorelle, una delle quali, per volere del padre, non può sposarsi finché non lo fara l'altra, Caterina, che ha un carattere indomabile. A Petruccio l'arduo compito. Il valore di quest'opera va valutato su due diversi piani, l'uno estetico e l'altro concettuale, da cui derivano gli esiti di un film. Zeffirelli, da buon ambasciatore, affina il gusto dello spettatore americano ed europeo che "dirige" verso le nostre terre.
Uno dei migliori Zeffirelli di sempre grazie al fatto che il regista riesce, per una volta, a contenere la sua usuale protervia regalando allo spettatore una discreta e sobria riduzione cinematografica della commedia scespiriana. Al buon risultato finale concorrono il testo di partenza (ovviamente), i due attori principali (specie Burton) ed una confezione che cura molto l’aspetto visivo con effetti davvero riusciti.
Zeffirelli coniuga bene teatro e cinema e, corroborato da una serie di interpreti che contribuiscono all’azzeccata mescolanza dei due generi, sforna opera egregia, ricca ma non sovrabbondante, curatissima ma (quasi) mai esagerata. Certo, la prima parte prevale sulla seconda, ma ciò è insito nella trama. Notevole (***). Curiose presenze italiane: la Vukotic, Bice Valori, Capannelle…
MEMORABILE: Il matrimonio.
Zeffirelli doma bene i tratti più bisbetici del film (l'esuberanza recitativa di Elizabeth Taylor, i ritmi sostenuti e l'abbondanza decorativa degli ambienti) mantenendoli entro i giusti limiti e intensificando adeguatamente l'approccio goliardico, che è quello che mantiene alto l'interesse della visione. Burton e Liz, coppia anche nella vita, fanno supporre che erano già ben allenati nei battibecchi e litigi...
Prima (ne seguiranno altre) riduzione cinematografica di un'opera shakespeariana a cura di Zeffirelli. La coppia Taylor-Burton (anche produttori) sembra l'ideale per interpretare Caterina e Petruccio e così è. Il regista resta molto vicino al testo del famoso drammaturgo inglese, rispettandone le intenzioni e le considerazioni dell'epoca sul sesso femminile. Aggiunge colore (in tutti i sensi) alla vicenda, il che non guasta e ne viene fuori un film godibile. La Taylor è nella piena maturità artistica e della sua bellezza.
Nonostante il cast di lusso, la meno pretenziosa fra le trasposizioni shakespeariane di Zeffirelli, alla quale certamente giova cimentarsi in un opera meno frequentata sugli schermi rispetto ad altre, con conseguenti minori possibilità di raffronti magari ingenerosi. Il regista non mostra eccessiva riverenza nei confronti del testo e lascia briglia sciolta a Taylor e Burton, che sembrano i primi a divertirsi nel replicare a beneficio del pubblico le loro baruffe private. Prima parte più brillante della seconda e rischio kitsch non evitato, ma forse per una volta tanto va bene anche così.
Zeffirelli non rinuncia al suo stile personale da caravanserraglio di lusso, cedendo spesso anche qui allo "stupore stucchevole" e affidando il cartellone alla coppia di quel momento. Se Burton è abituato alle tavole del palcoscenico, la Taylor si dimostra una tigre all'altezza della situazione. Costumi, colori e battute esilaranti danno espressione ai cento volti del variopinto e affiatato cast di comprimari.
Zeffirelli sceglie un approccio corretto al testo di Shakespeare mescolandolo, con intelligenza e sagacia, a una certa libertà concessa al cast. Chi se ne giova maggiormente sono ovviamente i protagonisti (un barbutissimo Burton e una Taylor pestifera) i quali sembrano credere fortemente nel progetto (saranno anche produttori). Il risultato è abbastanza godibile e alla bisbetica da domare si contrapporrà un suo alter ego maschile. Scintille in vista.
Dal più italico degli autori britannici, al più britannico dei registi italici. Se Shakespeare avesse potuto scegliersi un sarto che addobbasse la sua genialità, avrebbe sicuramente scelto Zeffirelli. Il travolgente e allegro tourbillon è controllato con leggerezza in ogni dettaglio estetico e imbottito dalle zuffe continue dei protagonisti, ideali come indole personale, ma forse un po’ stagionati, soprattutto se parliamo di XVI secolo. Ma dopotutto sono Liz Taylor e Richard Burton, decidono loro (soprattutto quando sono i co-produttori). Visione sconsigliata alle femministe.
MEMORABILE: La Taylor in groppa all’asino che si ferma proprio davanti a un'insegna con la scritta "Drunkard" (ubriacone)… a Padova. Voluto?
Franco Zeffirelli HA DIRETTO ANCHE...
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- Per Enricottta.
Scusa se torno su una cosa già detta, ma è importante, per rispetto di coloro che, con pazienza, autenticano le schede a beneficio di tutti.
Se non vogliamo mandare a quel paese la funzione di ricerca per attori, nel mettere il cast si deve:
a) mettere la virgola dopo il cognome, LASCIARE UNO SPAZIO, mettere il nome dell'attore successivo.
b) Lo stesso attore deve figurare NON due volte, ma una sola.
c) Nomi e cognomi devono essere scritti correttamente. Se non sei certo al 100% controlla in rete.
Nel cast da te inserito, che ho corretto, c'erano, con soli cinque attori, tre volte il caso a), una volta il caso b), due volte il caso c).
Credimi, non è una caccia all'errore. È la richiesta di avere rispetto verso chi deve correggere e, giustamente, gradirebbe impiegare meno tempo per fare un lavoro che va a beneficio di tutti.
Il tuo ricco contributo al sito è, ovviamente, bene accetto a livello di contenuto. Per favore, rendilo tale anche a livello di forma.
Grazie.
B.L.Ultima modifica: 18/09/09 14:37 da B. Legnani - Credimi ogni volta che cerco un film,entro in fibrillazione,spero che sia già stato segnalato,potrei evitare di commentarlo,mi sono detto,ma poi l'amore per il cinema prevale,mi guida(male, dirai tu)in un compito non troppo agevole .So perfettamente che le tue annotazioni non nascondono intenzioni offensive ,per questo ,accetta le mie scuse.Saluti da Enricottta
- per Cotola
Scusa il disturbo, per prima cosa.
Parli di "protervia" consueta in Zeffirelli.
Non offenderti, ma non è che volevi - in realtà - usare un altro concetto? - Ciao Buono,
nessun disturbo. Per protervia intendevo arroganza che credo sia spesso attribuibile al
Zeffirelli pensiero, come si evince spesso da
diverse sue interviste. Crede di essere un dio
della lirica e del cinema, ma in realtà non mi
risulta abbia mai girato capolavori, o abbia
contribuito particolarmente all'evoluzione di
queste due arti. Credo (ma è solo un mio parere) che sia uno dei registi più sopravvalutati del nostro cinema. Il suo Gesù
poi lo trovo quasi invedibile. Quando leggo i
paragoni con Pasolini, mi viene l'orticaria.
P.S.
In ogni caso sto pensando se modificare o meno, in piccola parte, il mio commento, per evitare di dare luogo ad equivoci. Appena decido lo comunico a Zender per aggiustamenti. - Uno dei migliori Zeffirelli di sempre, grazie ad un cast e di una crew di primo livello (allo script collaborò pure Cecchi d'Amico).
Il ritmo tiene per quasi tutte e e 2 le ore e la coppia Taylor-Burton, che risultava casinista anche realmente, nella vita privata a quanto ne so, risulta divertente ed indicata.
Ricostruzione buona e spirito di Shakespeare rispettato.
