Per la serie "alla sfiga non c'è mai fine", ecco il séguito de I figli di nessuno. Il problema è che già nel primo film era successo di tutto e di più, quindi la sceneggiatura di quest'altro finisce inevitabilmente con l'assomigliare al riassunto di una puntata di qualche fiacca telenovela brazileira (l'espediente del sosia). Con Matarazzo si finisce quasi sempre in carcere o in ospedale: in questo caso le due componenti addirittura si sommano. Malriuscito, casomai non fosse chiaro.
Uno pseudo sequel de I figli di nessuno. La Sanson si sdoppia: era suora e così rimane ma diventa pure una maliarda pronta all'adescamento del povero Nazzari, ferito financo dalla morte della moglie e della figlia. Lacrime e commozione con una trama pronta ai colpi di scena a tradimento. Lievemente più fiacco dei precedenti prodotti di Matarazzo.
Dopo il successo al botteghino de I figli di nessuno (dove si era sbizzarrito in cattiveria) Matarazzo ne gira il seguito. Tutto comincia più o meno bene, con un'atmosfera misteriosa quasi da noir all'italiana (considerando il personaggio della Sanson, vicino al cliché della femmina fatale); ma chi ha ben sperato resterà presto deluso poiché dopo poco più di mezz'ora comincia a prevalere il tono del lacrima-movie, invadente sino a confondere tutto in un pasticcio mieloso, girato alla meno peggio.
Se nel capitolo precedente le disgrazie erano in crescendo, qui le tragedie iniziano dopo pochi minuti dando il la ad una sorta di sagra dell'inverosimile. Sparita Luisa, ecco far capolino un suo clone in versione negativa: evidentemente, Guido porta sfortuna giacché, dal momento in cui lo conosce, anche Lina va incontro a dolorose vicissitudini, fino al risibile epilogo. L'unica scena veramente bella è quella finale (accompagnata da una musica commovente), ma è troppo poco.
Praticamente è La donna che visse due volte di Hitchcock in versione melodramma, diretto dal re del melodramma italiano. La storia è paradossale, la suora che è mamma e la bambina che cerca una normalità che non è di questo mondo. Matarazzo raggiunge forse il punto piu alto della sua filmografia scolpendo dei ritratti (soprattutto femminili) di una complessità straordinaria. Fiammeggiante e coinvolgente.
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