L'amico di famiglia - Film (1973)

L'amico di famiglia
Locandina L'amico di famiglia - Film (1973)
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Les noces rouges
Anno: 1973
Genere: drammatico (colore)

Cast completo di L'amico di famiglia

Note: Poi rititolato "L'amico di famiglia - Le nozze rosse".

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La nostra recensione di L'amico di famiglia

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Chabrol ambienta nella cittadina di Valençay (poco a sud di Tours) un dramma dalle tinte nere costruito soprattutto per deflagrare nell’ultima parte, all’interno della quale confluiscono tutte le contraddizioni che lentamente crescono, nascoste tra le pieghe di una storia apparentemente banale. Quella di un vicesindaco, Pierre Maury (Piccoli) che tradisce la moglie depressa e malata (Joano) con Lucienne Delamare (Audran), sposata al sindaco (Piéplu) e madre di una figlia (De Santis) avuta in giovanissima età da un altro uomo. La coppia si incontra in luoghi ameni e isolati, ma non disdegna di accoppiarsi addirittura nelle stanze del locale castello adibito a museo in...Leggi tutto grave spregio a ogni rispetto per i beni culturali.

E’ soprattutto Pierre, evidentemente frustrato da un’esistenza di patimenti a fianco della moglie, a lasciarsi andare, a consumare il rapporto adulterino con foga e passione, ma certo anche Lucienne non sembra proprio trovarsi bene con un marito il quale con ogni evidenza la trascura e che si eccita semmai in vista di una nuova fruttuosa speculazione edilizia in cui decide di coinvolgere Pierre (l’acquisto di un terreno per piazzarvi una fabbrica, senza preoccuparsi affatto del volere dei cittadini). Un’operazione in grande stile che comincia a formarsi nella testa del sindaco proprio nei giorni in cui la moglie del suo vice muore. Per malattia, sembra. Qualcuno parla di suicidio, ma con la sua amante Pierre è esplicito: l’ho uccisa io! E’ il primo passo in direzione di un intrigo che fin lì covava sotto la cenere, osservato con occhio attento dalla giovane Hélène, la quale non ci mette molto a capire che sua madre, quando esce la sera e non si fa vedere a lungo, non va certo a farsi una semplice passeggiata come dice…

E’ dalla metà in poi che il film comincia a prendere una forma, fin lì adagiato in un’anonima relazione di coppia “abusiva” alla quale è soprattutto la bravura degli attori a dare un senso. Perché la sceneggiatura (scritta dal regista stesso con un occhio a Eschilo, citato nella didascalia d’apertura) non offre granché se non una corretta messa in scena di un rapporto come tanti. Poi però si comincia a capire dove si voglia andare a parare e Claude Piéplu sale in cattedra irridente, beffardo, incarnazione perfetta di un primo colpo di scena (relativo) azzeccato che lentamente ne introdurrà altri fino alla sublimazione di un finale per molte sfumature imprevedibile e molto ben studiato, in cui Chabrol sa essere originale agendo soprattutto sulla componente psicologica.

Ottimamente catturati gli scenari naturali (e urbani, con i vicoli e le case in pietra) della provincia francese, anche se la confezione non può proprio dirsi di prim’ordine e l’agguato notturno è fin troppo insistito e buio senza una vera giustificazione. Quando si riesce a “entrare” davvero nella vicenda se ne possono apprezzare le qualità, compreso un epilogo gelido d’improvviso riscaldato da due mani che s’incrociano. Non si poteva agire altrimenti? La risposta è netta: no.

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Tutti i commenti e le recensioni di L'amico di famiglia

TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/02/11 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/02/25
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Daniela 1/02/11 21:26 - 13271 commenti

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In un paesotto della Loira, la moglie del sindaco ha una relazione con un sostenitore politico del marito, e quest'ultimo ne vuole approfittare per certi suoi affari sporchi. Pur minore nella sua filmografia, film chabroliano al 100%, nei pregi e nei difetti. Fra i primi, uno sguardo impietoso sulle grettezze della borghesia e della profonda provincia, ben servito da interpreti collaudati, fra i secondi una certa sciatteria nella confezione, quasi che in un racconto il "cosa" potesse prescindere dal "come". Comunque interessante.

Belfagor 8/02/12 17:39 - 2708 commenti

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Una relazione clandestina fra la moglie e un sostenitore del sindaco di un piccolo paese si fa sempre più torbida fino a degenerare in un duplice omicidio. Chabrol dipinge un nuovo quadro, ancor più meschino del solito, della borghesia francese, qui in una delle sue versioni più ipocrite e ristrette. Nonostante la qualità dell'immagine e in generale della realizzazione tecnica, sia piuttosto bassa, il film colpisce nel segno grazie alla sicurezza del regista nel narrare gli aspetti peggiori di un ambiente che ha studiato a fondo.

Muttl19741 8/09/18 13:55 - 180 commenti

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Straordinario dramma psicologico ad altissima intensità con un cast eccezionale e un regista che senza perdersi in lungaggini espressive dipinge con la sua macchina da presa una terribile storia di un cinico amore clandestino. Completano l'opera una fotografia sbalorditiva per l'epoca e la scelta di cupi, desolati e decadenti ambienti narrativi. Un film di esempio per le generazioni a seguire. Da vedere.

Galbo 28/10/18 06:59 - 12642 commenti

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Una storia di adulterio che porta ad un duplice omicidio. Chabrol ritrae con grande efficacia l'ambiente borghese della provincia francese e disegna con finezza due personaggi principali disposti a tutto pur di appagare il loro amore, rifiutando l'accordo di facciata del "terzo incomodo". Conciso e significativo, il film perde colpi in una "confezione" piuttosto approssimativa ma rimane meritevole di visone.

Giùan 7/11/20 07:28 - 4931 commenti

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Se la morale (borghese) è sempre quella (ipocrita e ben poco lungimirante perfino nel perpetrare il delitto), a far la differenza in questa quintessenza di temi chabroliani è l'irrefrenabile, quasi infantile attrazione sessuale tra i due protagonisti (si veda la prima visita di Pierre a Lucienne e l'impaccio orgasmico in cui cascano uno nelle braccia dell'altro). Decisivo l'apporto della Audran all'apice della sua maturità fisica e interpretativa e la quieta eleganza di Piccoli, così come straordinario è il sindaco di Pieplù, gretto e smaniosamente amorale. Secco e prototipico!
MEMORABILE: L'amore nel castello; Il pollo freddo che la moglie riserva come cena a Piccoli; Lo sguardo struggente che si scambiano alla finestra gli amanti.

Il Dandi 14/11/20 11:47 - 1917 commenti

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Il "solito" Chabrol, che però film del genere li sapeva fare eccome: di nuovo l'ambientazione in un microcosmo provinciale, di nuovo la demolizione delle convenzioni di facciata, fragili come le psicologie che le sorreggono, di nuovo l'adulterio come unica (ma niente affatto innocente) evasione dalle impalcature della vita. Ancora poi la morbosità si insinua nelle situazioni più banali (la colazione) e la tensione negli incidenti più banali (l'accoppiamento clandestino al fiume). Ottimo dramma, ancor più valorizzato dagli interpreti giusti.
MEMORABILE: La Audran passa per strada appositamente per scambiare uno sguardo fuggevole con Piccoli dietro la finestra.

Myvincent 13/01/24 07:56 - 3990 commenti

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Due amanti provano a vivere il loro amore esplosivo nascostamente, a causa di una società che non li perdonerebbe mai. Immersi in un matrimonio che è l’antitesi dell’amore, l’unica soluzione sembra il delitto. Chabrol indica come via d’uscita alla clandestinità proprio quest’ultimo; il finale guarda ai due disperati, infiniti amanti, in una realtà che ha deciso già tutto per loro.

Paulaster 21/02/24 18:02 - 4878 commenti

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Il tradimento coniugale in salsa politica è un soggetto con pochi spunti, allora Chabrol lo condisce con una certa morbosità e una accentuata vena criminale. Lo stile è asciutto e tutto viene giocato come fosse un freddo intrigo, dando l'impressione che qualunque cosa possa capitare. Piccoli non ha il fisico dell'amante focoso e si disimpegna meglio come opportunista, la Audran è abbastanza glaciale e adatta al ruolo da fedifraga.
MEMORABILE: Per terra sulla riva del fiume; Il marito che aspetta la moglie al rientro; La lettera bruciata.

Kinodrop 30/09/24 19:48 - 3381 commenti

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La passione sfrenata tra due amanti condurrà a esiti fatali per i rispettivi coniugi, visti come ostacolo alla loro libertà d'azione. Un drammone borghese con la solita provincia tra conservazione e corruzione, con due protagonisti alieni da ogni remora morale e da ogni scrupolo o pentimento, credibili sul piano psicologico, soprattutto per la freddezza con cui vengono caratterizzati. Uno Chabrol di mestiere ma un po' sciatto che non suscita nessuna reazione pro o contro la drammaticità dei fatti. Un cast di qualità, forse un po' lasciato a se stesso.

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  • Discussione Caesars • 7/02/12 09:22
    Scrivano - 16993 interventi
    Eccomi nuovamente a cavillare sui titoli.
    Ben ricordo che quando il film uscì al cinema s'intitolava semplicemente "L'amico di famiglia". Anche Imdb e il sito di film tv riportano questo come titolo italiano.
    Secondo me andrebbe eliminato "Le nozze rosse" o messo come aka. Eventualmente Daniela (che ha inserito la scheda) può indicare se la copia che ha visto lei era intitolata come ha riportato, o se ha visto tale titolo da qualche altra parte.
  • Discussione Zender • 7/02/12 09:27
    Capo scrivano - 48855 interventi
    Ok, intanto io ho spostato le nozze negli aka.
  • Discussione Daniela • 7/02/12 18:38
    Gran Burattinaio - 5944 interventi
    Si, effettivamente il film che ha recentemente rivisto riportava questo sottotitolo, che è poi la traduzione letterale del titolo originale.
    Che sia stata un aggiunta posteriore per distinguerlo dell'omonimo di Sorrentino?
    Comunque la tua osservazione era corretta, ti ringrazio per la precisazione.
  • Curiosità Buiomega71 • 16/04/19 18:58
    Consigliere - 27103 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Una certa idea della Francia", mercoledì 19 ottobre 1989) di L'amico di famiglia: