In un paesotto della Loira, la moglie del sindaco ha una relazione con un sostenitore politico del marito, e quest'ultimo ne vuole approfittare per certi suoi affari sporchi. Pur minore nella sua filmografia, film chabroliano al 100%, nei pregi e nei difetti. Fra i primi, uno sguardo impietoso sulle grettezze della borghesia e della profonda provincia, ben servito da interpreti collaudati, fra i secondi una certa sciatteria nella confezione, quasi che in un racconto il "cosa" potesse prescindere dal "come". Comunque interessante.
Una relazione clandestina fra la moglie e un sostenitore del sindaco di un piccolo paese si fa sempre più torbida fino a degenerare in un duplice omicidio. Chabrol dipinge un nuovo quadro, ancor più meschino del solito, della borghesia francese, qui in una delle sue versioni più ipocrite e ristrette. Nonostante la qualità dell'immagine e in generale della realizzazione tecnica, sia piuttosto bassa, il film colpisce nel segno grazie alla sicurezza del regista nel narrare gli aspetti peggiori di un ambiente che ha studiato a fondo.
Straordinario dramma psicologico ad altissima intensità con un cast eccezionale e un regista che senza perdersi in lungaggini espressive dipinge con la sua macchina da presa una terribile storia di un cinico amore clandestino. Completano l'opera una fotografia sbalorditiva per l'epoca e la scelta di cupi, desolati e decadenti ambienti narrativi. Un film di esempio per le generazioni a seguire. Da vedere.
Una storia di adulterio che porta ad un duplice omicidio. Chabrol ritrae con grande efficacia l'ambiente borghese della provincia francese e disegna con finezza due personaggi principali disposti a tutto pur di appagare il loro amore, rifiutando l'accordo di facciata del "terzo incomodo". Conciso e significativo, il film perde colpi in una "confezione" piuttosto approssimativa ma rimane meritevole di visone.
Se la morale (borghese) è sempre quella (ipocrita e ben poco lungimirante perfino nel perpetrare il delitto), a far la differenza in questa quintessenza di temi chabroliani è l'irrefrenabile, quasi infantile attrazione sessuale tra i due protagonisti (si veda la prima visita di Pierre a Lucienne e l'impaccio orgasmico in cui cascano uno nelle braccia dell'altro). Decisivo l'apporto della Audran all'apice della sua maturità fisica e interpretativa e la quieta eleganza di Piccoli, così come straordinario è il sindaco di Pieplù, gretto e smaniosamente amorale. Secco e prototipico!
MEMORABILE: L'amore nel castello; Il pollo freddo che la moglie riserva come cena a Piccoli; Lo sguardo struggente che si scambiano alla finestra gli amanti.
Il "solito" Chabrol, che però film del genere li sapeva fare eccome: di nuovo l'ambientazione in un microcosmo provinciale, di nuovo la demolizione delle convenzioni di facciata, fragili come le psicologie che le sorreggono, di nuovo l'adulterio come unica (ma niente affatto innocente) evasione dalle impalcature della vita. Ancora poi la morbosità si insinua nelle situazioni più banali (la colazione) e la tensione negli incidenti più banali (l'accoppiamento clandestino al fiume). Ottimo dramma, ancor più valorizzato dagli interpreti giusti.
MEMORABILE: La Audran passa per strada appositamente per scambiare uno sguardo fuggevole con Piccoli dietro la finestra.
Due amanti provano a vivere il loro amore esplosivo nascostamente, a causa di una società che non li perdonerebbe mai. Immersi in un matrimonio che è l’antitesi dell’amore, l’unica soluzione sembra il delitto. Chabrol indica come via d’uscita alla clandestinità proprio quest’ultimo; solo le manette saranno in grado di riunire per sempre due disperati, infiniti amanti, in una realtà che ha deciso già tutto per loro.
Il tradimento coniugale in salsa politica è un soggetto con pochi spunti, allora Chabrol lo condisce con una certa morbosità e una accentuata vena criminale. Lo stile è asciutto e tutto viene giocato come fosse un freddo intrigo, dando l'impressione che qualunque cosa possa capitare. Piccoli non ha il fisico dell'amante focoso e si disimpegna meglio come opportunista, la Audran è abbastanza glaciale e adatta al ruolo da fedifraga.
MEMORABILE: Per terra sulla riva del fiume; Il marito che aspetta la moglie al rientro; La lettera bruciata.
La passione sfrenata tra due amanti condurrà a esiti fatali per i rispettivi coniugi, visti come ostacolo alla loro libertà d'azione. Un drammone borghese con la solita provincia tra conservazione e corruzione, con due protagonisti alieni da ogni remora morale e da ogni scrupolo o pentimento, credibili sul piano psicologico, soprattutto per la freddezza con cui vengono caratterizzati. Uno Chabrol di mestiere ma un po' sciatto che non suscita nessuna reazione pro o contro la drammaticità dei fatti. Un cast di qualità, forse un po' lasciato a se stesso.
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Eccomi nuovamente a cavillare sui titoli.
Ben ricordo che quando il film uscì al cinema s'intitolava semplicemente "L'amico di famiglia". Anche Imdb e il sito di film tv riportano questo come titolo italiano.
Secondo me andrebbe eliminato "Le nozze rosse" o messo come aka. Eventualmente Daniela (che ha inserito la scheda) può indicare se la copia che ha visto lei era intitolata come ha riportato, o se ha visto tale titolo da qualche altra parte.
DiscussioneZender • 7/02/12 09:27 Capo scrivano - 48353 interventi
Ok, intanto io ho spostato le nozze negli aka.
DiscussioneDaniela • 7/02/12 18:38 Gran Burattinaio - 5938 interventi
Si, effettivamente il film che ha recentemente rivisto riportava questo sottotitolo, che è poi la traduzione letterale del titolo originale.
Che sia stata un aggiunta posteriore per distinguerlo dell'omonimo di Sorrentino?
Comunque la tua osservazione era corretta, ti ringrazio per la precisazione.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Una certa idea della Francia", mercoledì 19 ottobre 1989) di L'amico di famiglia: