Nonostante il soggetto non proprio originalissimo (ne aveva proposto uno molto simile Eastwood con Changeling) e una fotografia che non riesce a sfruttare al meglio le potenzialità delle location, questo è un gran bel film, carico di tensione e ansiogeno al punto giusto, soprattutto nel finale. Nigro dimostra grande maturità e intensità nell'interpretare il suo ruolo e la sceneggiatura, seppur lenta e con qualche licenza inutile, convince fino in fondo in un crescendo quasi rossiniano e creando atmosfere davvero inquietanti.
Il titolo più giusto sarebbe stato “Il tordo”, ma era sicuramente meno intrigante di quello scelto. Pellicola maldestra in tutto: nella recitazione (assai poco convincente), nello sviluppo della vicenda (il ritmo è pressochè inesistente, le situazioni banali) e nella caratterizzazione dei personaggi, quasi caricaturali.
Si risolleva un po’ nel finale (se non altro viene data una spiegazione). Ma alcuni punti restano oscuri; e la sensazione che il talento registico risieda decisamente altrove è più che tangibile.
MEMORABILE: Mammina abbraccia forte forte l'adorato figlio.
Il territorio alpestre è la cornice di questo thriller nostrano in cui si notano discrete atmosfere e uno sviluppo narrativo abbastanza credibile. Tutto ruota intorno alla scomparsa di un bimbo e alla sua ricomparsa dopo cinque anni. Appropriati Nigro e Vettorazzo, lievemente monolitica la Filippi. Complessivamente un buon film, che esula dal solito cliché italico.
Un bambino scompare nei boschi durante una festa rituale (e inquietante); cinque anni dopo... Godibile thriller-mistery-drammatico di poche parole e tante montagne dove niente è come sembra spiegazioni comprese (però l'espediente per le analisi del bambino è inverosimile) e la trama richiama latamente episodi di cronaca straconosciuti (soprattutto il personaggio della Filippi e il drammatico finale). Inizia come un romanzo di Eraldo Baldini e finisce con un barlume di speranza. Consigliato.
Atmosfere ormai conosciute quelle della montagna solitaria e dei suoi strani abitanti ma che offrono una cornice interessante a patto di non abusarne e sapendole contaminare. L'esito è più che soddisfacente, la regia onesta, abile nel disegnare l'ambiente e a dettare i tempi ma legnosa in alcune sequenze. La trama parte bene e riserva poi qualche twist che tiene e qualche altro che fa scappare il sorriso. Cast nella media: Nigro tende ad andare sopra le righe, lei fa troppo la smarrita.
Coraggioso tentativo di ritorno a un genere ormai bandito dal nostro cinema, appesantito però da un ritmo troppo lento, interrotto a sprazzi da squarci d'inquietudine che però durano poco e fanno tornare tutto nella calma piatta. Peccato perché l'ambientazione ha fascino, Nigro e la Filippi funzionano e il mistero comunque tiene fino alla fine. Discreti i colpi di scena che si susseguono nell'ultima parte, anche se restano dei buchi non spiegati. Non male, dopotutto.
Una piccola comunità montana viene sconvolta dalla scomparsa di un bambino. Il padre è il principale sospettato ma il mancato ritrovamento del corpo impedisce la formalizzazione delle accuse. Pochi anni dopo riappare. E lui o non è lui? Il DNA dice di si, il padre ci crede, la madre nutre dubbi... Salvo qualche lacuna di troppo, la storia ci sarebbe pure, come pure l'ambientazione a far da cornice adeguata: peccato manchi quasi tutto il resto: regia anonima, ritmo fiacco. caratteri e dialoghi poco curati, colonna sonora a caso, prestazione del cast modesta, a parte Nigro. Peccato.
Un bimbo sparisce durante una festa popolare e riappare anni dopo, visto con sospetto dalla piccola comunità montana, inclusi madre e nonno... solo il papà rimarrà al suo fianco, arrivando a dissipare il mistero. Un giallo/dramma o un horror? Per avere risposta bisogna arrivare alla fine, quando (non tutti) i tasselli andranno al loro posto. Sicuramente atipico per il nostro cinema attuale e, se non perfetto, comunque piacevolmente intrigante e suggestivo.
Girato in un paese del Trentino, tra monti e boschi, il film inizia dalla tradizionale sfilata natalizia dei diavoli krampus. Un bambino scompare per essere ritrovato anni dopo, con i dubbi della famiglia sulla sua identità. Nonostante le venature folk e di superstizione che permeano il tutto, la direzione non è folk-horror, come tanti film hollywoodiani sui krampus (per altro molto pacchiani) ma tipica del thriller/giallo, con un'ottima atmosfera, piuttosto cupa e buoni colpi di scena che lo rendono davvero godibile. Ottimo Filippo Nigro.
Una chicca italiana di recente produzione. La pellicola parte come un horror e sino a metà ci si potrebeb attendere una trama degna del Presagio di Donner, poi tutto vira sul giallo, sul thriller e sugli scheletri nell'armadio che gli abitanti di questo piccolo paesino di montagna conservano con morbosità, sino all'epilogo che in parte ti aspetti e in parte no. Ottimi le ambientazioni montane e il contesto che si rifà ad antichi riti pagani. A tratti angosciante.
Thriller psicologico localizzato in Trentino. Coinvolge meno del giusto, dato che i ritmi non sono all'altezza di una storia del genere: pochissima suspense e la tensione latita. Le dinamiche hanno le loro lacune e il finale non convince. Regia di Stefano Lodovichi apprezzabile, Filippo Nigro più di una spanna sopra gli altri del cast, colonna sonora mediocre.
Thriller alpino sulla carta intrigantissimo, un po' Il presagio, un po' Changeling e un po' di cronaca nera nostrana, con tanto di bambino scomparso chiamato Tommi. La sceneggiatura non sfrutta adeguatamenge il bel soggetto, la regia non sfrutta adeguatemente i bei paesaggi, ma il film, pur con qualche pausa di troppo, incuriosisce e possiede una cupezza contagiosa. Discrete le interpretazioni. Troppi buchi di sceneggiatura e con almeno una vistosa forzatura, ma il colpevole giunge non scontato e il film è tanto umile e volenteroso da meritare un mezzo pallino di incoraggiamento.
Tentativo non del tutto riuscito di dare un'impronta gotico-montanara (quando non esplicitamente horror) a un dramma mystery a base di ragazzini scomparsi, scheletri nell'armadio e superstizioni. Solida la prima parte, sospesa tra la suggestione folkloristica (i Krampus) e la tristemente consolidata familiarità con la cronaca nera da talk-show. Si prosegue con un'impennata inquietante dai sentori demoniaci (il bambino in chiesa sconvolto alla Damien) mentre l'atto finale, mettendo ordine nell'intreccio, trascura la buona atmosfera fino ad allora creatasi e termina in modo scialbo.
MEMORABILE: Gli sguardi sospettosi dei paesani; Il ragazzino strappa i capelli della giornalista; Il bambino uccide il cane; L'incubo della madre; Il flashback.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare la registrazione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
In questa pellicola non ho visto tutte le perplessità che hanno lasciato freddi altri: l'ambientazione è suggestiva, il tratteggio delle psicologie è sufficiente a far capire che il normale è quello che non ti aspetti.
Certo l'espediente usato dal poliziotto è assurdo senza se e senza ma, la personalità del bambino è al servizio esclusivo della vicenda e non viceversa, però la pellicola a mio avviso è un salutare contributo al genere.
anche a me il film e' piaciuto molto,la storia regge fino alla fine stupende le ambientazioni e assai suggestiva questa festa dei diavoli, trovo bravissimo nigro !!!