Ricostruzione in forma di docufiction degli anni successivi alla scomparsa di Manuela Orlandi, la quindicenne che il 22 giugno 1983 non fece ritorno a casa dopo una lezione di musica alimentando ogni teoria complottistica possibile. I presunti coinvolgimenti riguardano innanzitutto lo stato del Vaticano (dove la ragazza viveva con la sua famiglia) e conseguentemente i servizi segreti di mezzo mondo, la mafia, la banda della Magliana fino allo Ior e il Banco Ambrosiano. Sembra impossibile che intorno a un caso di scomparsa apparentemente comune siano potute ruotare negli anni ipotesi tanto complesse e stratificate, insieme a testimoni spesso di dubbia credibilità, svelamenti improvvisi e parziali...Leggi tutto di verità fino ad arrivare a immaginare Emanuela (che oggi avrebbe più di cinquant'anni) ancora viva in qualche parte del mondo, dal momento che il corpo non è mai stato trovato...
L'abilità, in una serie che ha dalla sua un'ampissima gamma di fonti da cui attingere e di fantasiose tesi per alzare la posta, è stata quella di aver saputo raccontare quanto accadde riuscendo ad appassionare lo spettatore, spiegando molto di quanto noto agli inquirenti con la maggiore chiarezza possibile. E' il primo gran merito del lavoro del regista Mark Lewis, che organizza le decine di diversi indizi affidandosi a una ricostruzione di grande effetto, che con montaggio serrato, musiche accattivanti e ricerca di immagini in grado di evocare in modo anche indiretto quanto descritto, conferisce alla serie la forma dell'inchiesta da seguire come un giallo (la cui soluzione può al momento essere solo teorizzata). Avvalendosi dell'aiuto di collaboratori come Andrea Purgatori, che da anni segue il caso riportandone le tappe nella sua trasmissione "Atlantide", la coproduzione anglo-italiana mette sul piatto (in quattro puntate di un'ora ciascuna) molte delle piste vagliate durante gli anni, facendo ordine in una galassia in piena entropia e arrivando a un'unica conclusione, quella a cui tutti sembrano tendere con decisione: al Vaticano sono in molti a sapere che fine abbia fatto Emanuela.
Con la presenza forte di Piero Orlandi, il fratello di Emanuela che dal 1983 a oggi ha dimostrato più di tutti di avere seguito ogni fase, di avere cercato ad ogni costo la verità pur rischiando di finire col credere a parziali bluff e testimonianze dubbie, l'indagine si apre a ventaglio agganciando alcuni punti fermi come la testimonianza resa da Sabrina Minardi, al tempo compagna di De Pedis (il "Renatino" boss della Banda della Magliana), la quale afferma di aver preso parte al rapimento e di aver custodito per una settimana Emanuela a Torvaianica. Si incontra poi una breve ricostruzione del caso Calvi e degli altri Banchieri di Dio (Marcinkus in primis), si ascoltano figure a loro modo importanti per quanto decisamente controverse come Marco Accetti (che dimostrò di avere con sé il flauto di Emanuela) e il cui relativo coinvolgimento nel caso è accertato. E' davvero possibile, come viene detto da Purgatori, che ogni ipotesi contenga un frammento di verità? E cosa c'entra Ali Agca, la cui liberazione fu sulle prime richiesta come riscatto per la restituzione della Orlandi?
Il successo della serie è dovuto all'efficacia della narrazione, perfetto esempio di docufiction moderna, e alla grandiosità degli scenari che apre per un caso a suo modo unico (come mai più ripetutasi è la scomparsa di un cittadino del Vaticano). Seguire le suggestioni indicate dalla serie significa rituffarsi in una ragnatela fitta di rapporti mai chiariti tra poteri in apparenza distanti e invece interconnessi, spiare all'interno d'un vaso di Pandora che la stessa Santa Sede ha deciso anche in seguito al successo della serie di riaprire. Qualche inevitabile furbizia per aumentare il tasso spettacolare dell'inchiesta è inevitabile, molto del caso è stato colpevolmente tralasciato per arrivare a conclusioni più facili da comprendere, ma, come parziale compendio di quanto al momento è dato sapere sul caso (compreso di scoop inattesi come l'intervista fondamentale all'amica di Emanuela), VATICAN GIRL è notevole ed esemplarmente limpido nel disvelamento progressivo dei fatti. Da seguire come un autentico giallo politico di dimensioni internazionali, senza pretendere comunque che esaurisca in quattro ore l'enorme mole di informazioni raccolte in quarant'anni.
Produzione dal respiro internazionale intrisa di rigorose interviste e ottime ricostruzioni funzionali al racconto. Episodio raccapricicante e irrisolto, che a distanza di anni produce prove e ricuce fantasmi nella memoria collettiva Italiana. Quattro episodi sufficienti a rintracciare le piste principali e dare voce agli esausti protagonisti delle vicende - con i principali indiziati che evitano ancora di testimoniare. Il linguaggio è quello ammiccante e ben confezioanto delle attuali docu-fiction, ma le intenzioni sono sincere e non si specula sull'accaduto con facili conclusioni.
Documentario veramente ben costruito che riprende passo dopo passo la vicenda di Emanuela Orlandi. Le quattro puntate scorrono molto bene, nulla viene lasciato al caso e quindi l'interesse aumenta con il passare dei minuti. Da segnalare l'intervista alla Mainardi riguardo i presunti collegamenti con la banda della Magliana e l'ultima parte, condita da una rivelazione inaspettata. Per veri appassionati di cold case.
Un trentennio e più di uno dei più grandi misteri italiani raccontato in una meritoria serie Netflix che ha il pregio di mettere ordine in una ridda di tracce, ipotesi e ricostruzioni più o meno verosimili. Il caso Orlandi raccontato nel modo più lineare possibile, senza alcun sensazionalismo e con un ottimo montaggio. Filo conduttore la lunga intervista al giornalista Purgatori, che dimostra un'ottima conoscenza della materia e un'altrettanto grande capacità di esposizione. Da vedere.
La dimostrazione che la realtà, se ben raccontata, può essere veramente più interessante di una storia di fantasia. Qui si raccontano intrecci tra finanza, politica e criminalità dicendo le cose molto chiaramente e senza espedienti per girare intorno ai problemi, e si rivelano anche cose che non erano note. Ottima la conduzione di Andrea Purgatori, un Virgilio rimarchevole.
Occasione decisamente persa: non per far chiarezza sul "caso", ma almeno per epurarlo dalle notizie palesemente false/artefatte per ingarbugliare le idee (la famigerata nota spese del rapimento della Santa Sede, talmente fasulla da risultare persino ridicola), oppure dar la voce al solito stuolo di arcinoti mitomani. Perché inserire tutto ciò in unico calderone? La risposta si può unicamente ricondurre a una scelta degli autori, ben consci che le teorie complottistiche risultano più avvincenti della normale realtà.
Storiografizzare il caso-caos Orlandi significa anatomizzare dissolvenze incrociate di depistaggi dove vero e falso ottengono pari diritto di astrazione, riarredare un ufficio complicazioni affari semplici, sottoporsi a giochi delle tre carte orchestrati coi coperchi dei vasi di Pandora, intraprendere un percorso stocastico dove la goccia non scava la roccia pur facendo traboccare ogni vaso. investigando sulla scomparsa di una persona, Lewis documenta la scomparsa di ogni morale invocata da istituzioni che la calpestano sistematicamente. E noi là dove elogio e sdegno son tutt'uno.
Notevole docuserie firmata Netflix. La narrazione mantiene un ritmo da thriller in tutte e quattro le puntate, alternando documenti d'epoca, ricostruzioni della vicenda e interventi di familiari e giornalisti investigativi. Forse la terza puntata in termini di qualità ed interesse è la meno intensa, ma non compromette il risultato nel suo insieme. Scuote le coscienze e pone parecchie ombre sulla trasparenza del Vaticano. Le varie teorie sono espresse molto chiaramente, offrendo allo spettatore gli elementi per farsi una propria idea su quanto accaduto. Formalmente ineccepibile.
MEMORABILE: Il ventilatore; Il ponte dei Frati Neri a Londra; L'eleganza e la chiarezza di Purgatori.
Docufiction che ripercorre tutte le teorie sulla scomparsa della quindicenne cittadina vaticana e in cui si ascoltano tra le altre le discutibili rivelazioni di un soggetto istrionico e probabile mitomane; il prodotto di sicuro appassiona chi vuole avvicinarsi alla vicenda con un bravo Purgatori a tenere il filo di tutta la matassa; al contrario, altri potrebbero trovare il ritmo troppo lento e constatare l'assenza di elementi davvero nuovi a parte i ricordi della famiglia Orlandi e una testimonianza inedita che richiama ancora una volta in causa il Vaticano e vizi nascosti.
MEMORABILE: Accetti compiaciuto di "aver creato il caso Orlandi".
Notevole docudrama che, partendo da un fatto tristemente famoso (la scomparsa della giovane Orlandi), mette insieme (ottimi musica e montaggio) i pezzi di un caso ancora (purtroppo) lontano dalla verità. Lewis riesce ad amalgamare bene i collegamenti tra varie piste; vale la pena ricordare il periodo in cui avvenne il fatto, delicato per gli equilibri mondiail: attentato al Papa, Solidarnosc, crack del Banco Ambrosiano) senza annoiare (sebbene qualche rewind si sarebbe potuto evitare). Le immagini di Emanuela stringono il cuore rivedendole. Vale più di una visione.
MEMORABILE: L'inizio del primo episodio con la galleria delle foto della famiglia Orlandi e la parte riguardante l'intervista con la Minardi.
Necessario non per fornire soluzioni (che ancora la cortina fumogena è alimentata da più lati) ma a fare il punto su 40 anni nei quali quel ciclostile d'un volto incorniciato da una fascia è stata una ossessione collettiva (non è un caso che in quei termini ne parlino un Accetti e l'avvocata Sgrò), meno che per i vigliacchi e le canaglie che ancora non spiegano quella verità che giustamente Purgatori vaticina può esser ancora solo (dolorosamente) procastinata. Lewis fa un ottimo lavoro sul piano "documentario" e "cinematografico" (di ricostruzione). E noi come gli Orlandi aspettiamo.
MEMORABILE: La visita di Wojtyla a casa Orlandi; Le sconcertanti parole di Francesco ripetute da Pietro Orlandi; Sabrina Minardi tout court.
Pare come se, per un diabolico piano, nel caso della povera Orlandi si fosse canalizzata tutta la suppurazione delle infette ferite dell'Italia dei misteri: rapimenti, mafie, Vaticano, millantatori, giornalisti, sabbie mobili, mezze verità e struggenti dolori familiari. Il merito di Lewis sta precisamente nel ricostruire, con un montaggio serrato, quanto più rigorosamente possibile (al netto di qualche momento "mitomania portami via") una vicenda impossibile da sbrogliare e di usare un saggio grillo parlante come Purgatori per separare il grano dal loglio. Utile per non dimenticare.
Docu-film per gli amanti del sensazionalismo e che sembra speculare sul caso della povera Emanuela Orlandi. Vengono messe in rassegna tutte le piste poi mai verificate come certe a cui Pietro Orlandi ha spesso mostrato di credere (da Alì Agca al Vaticano), sostenendo tesi precise ma avendo poco in mano. E' un prodotto televisivo che lascia l'amaro in bocca poiché si constata come il circo mediatico abbia trasformato un banale fatto di cronaca in uno show.
Quale verità si cela dietro la scomparsa di Emanuela Orlandi? Sarà tutto "un gioco di potere", come sostiene Sabrina Minardi, l'ex di Renatino De Pedis? O forse una macchinazione per nascondere brutte storie di abusi all'interno del Vaticano? E soprattutto, quanto ne sanno i vertici ecclesiastici? Mark Lewis sembra più interessato a elencare le varie ipotesi e congetture anziché affidarsi al citato rasoio di Occam e basarsi sui fatti, dando voce a ovvi mitomani e strutturando la narrazione come un vero e proprio thriller complottistico senza soluzione. Avvincente, ma poco obiettivo.
MEMORABILE: Le parole di Wojtyla (nel documentario un po' scorrettamente ambiguizzate in fase editing); La pista della pedofilia suggerita dall'amica di Emanuela.
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DiscussioneGugly • 21/04/23 21:34 Archivista in seconda - 4713 interventi
Da appassionata di cronaca seguo da sempre questa vicenda e ho voluto vedere questo documentario; sono rimasta parzialmente delusa dallo spazio offerto ad Accetti, un tizio sospettato di aver ucciso un bambino e probabile mitomane; sul resto ci sta il mega riassunto che come la giri porta sempre nello stesso posto. Non credo ci sarà una soluzione definitiva a meno che qualcuno non si decida a fare emergere la persona scomparsa, viva o morta (per me morta).
DiscussioneNeapolis • 21/04/23 22:51 Call center Davinotti - 3192 interventi
Gugly ebbe a dire:
Da appassionata di cronaca seguo da sempre questa vicenda e ho voluto vedere questo documentario; sono rimasta parzialmente delusa dallo spazio offerto ad Accetti, un tizio sospettato di aver ucciso un bambino e probabile mitomane; sul resto ci sta il mega riassunto che come la giri porta sempre nello stesso posto. Non credo ci sarà una soluzione definitiva a meno che qualcuno non si decida a fare emergere la persona scomparsa, viva o morta (per me morta).
Che sia morta è certo che nella sua morte ci sia il coinvolgimento del Vaticano è pure scontato. Bisogna solo vedere chi e a che livello. Ricordo a tal proposito la telefonata di Marcinkus a Chi l'ha visto? per depistare le indagini. (cosa accertata)