Il pensiero corre inevitabilmente a Pinter (il Calapranzi) e, del resto, l'esordiente (al cinema) regista Martin McDonagh non fa nulla per nascondere le sue attitudini drammaturgiche prettamente teatrali. Ironiche stoccate al cinema d'essai (il film d'arte con il nano che girano nella cittadina belga; la presenza dell'attore dei Dardenne, Jérémie Renier, in un ruolo pulp) ed al genere ("non rompere, stupida! è il duello finale" urla il boss Harry ad un'incredula affittuaria) si accompagnano, tuttavia, ad un epilogo disilluso e senza speranza.
Insolita commistione tra commedia e film noir insolitamente ambientata nella cittadina medievale belga di Bruges. Il contesto ambientale (peraltro fotografato in modo assai suggestivo) appare intimamente (come raramente avviene al cinema) legato alle vicende del film in quanto influenza in maniera determinante le motivazioni dei personaggi. Regia scarna ed efficace ed ottima interpretazione dei protagonisti, specie di un Colin Farrell che si conferma attore maturo.
Tra esplosioni "tarantiniane" e momenti di drammatico intimismo, "In Bruges" è una buona pellicola, sorretta da un cast in parte (molto espressivo Farrell) e impreziosita da dialoghi di ottimo livello. La stupenda Bruges è fotografata parecchio bene ed offre uno sfondo suggestivo e di ottimo impatto. Eccellente il lavoro sui personaggi, sulla loro morale e il loro codice di comportamento. Potente il finale. Consigliato.
In bilico fra la commedia ed il dramma, si tratta di un'opera originale, ottimamente interpretata dai quattro protagonisti: l'umanissimo Gleeson, Farrell molto bravo a far emergere il lato infantile del suo killer in crisi, Fiennes odioso e patetico (parte difficile, perché a rischio di ridicolo). L'ultimo personaggio è Bruges, con le sue strade, i suoi canali, i suoi palazzi, che non si limita a fare da sfondo alle vicende ma in buona parte le condiziona. Un ottimo esordio, arricchito da tocchi surreali ed incroci orchestrati dal fato.
Bella sorpresa, quest'opera prima di McDonagh, che riesce a coniugare a dovere le atmosfere del noir con quelle della commedia. La trama viene svolta in modo molto personale e, pur abbondando di passaggi che sanno di poco o nulla credibile, riesce a tener ben desta l'attenzione dello spettatore senza cadere nel già visto. Buone le interpretazioni di tutti i personaggi, in primis di Colin Farrell. Consigliata la visione a chi vuol respirare una boccata di aria fresca.
Le cose interessanti: la magnificente fotografia che esalta una delle più belle città d'Europa, la prova di Gleeson (killer dalla mente pensante), un po' di sana autoironia (su turisti e locali) e un paio di personaggi gagliardi (il bigliettaio della torre e la padrona dell'hotel). Per il resto è una brutta copia di Tarantino (o dei Coen) senza la dovuta verve e con un esagerato ricorso al grottesco. Mi spiego: il nonsense che interrompe una sequenza normale funziona. Se invece è ripetuto, portato all'eccesso, perde molta della sua carica.
Notevole, interessante ed atipico noir che nonostante mantenga per tutta la sua durata un ritmo apparentemente in sordina riesce gradualmente ad avviluppare lo spettatore e la sua attenzione nelle sue "spire". Quello che altrove potrebbe essere un difetto (il ritmo non certo veloce) diventa in questo caso un pregio grazie ad una bella sceneggiatura che tiene botta fino al riuscito (e spietato) finale e ad una Bruges stupenda che diventa vera protagonista della pellicola. Da riscoprire.
Due killer londinesi attendono istruzioni a Bruges dopo un lavoro finito male. Sono una strana coppia: un veterano riflessivo e un novellino nevrotico e divorato dai sensi di colpa. Le loro vite non hanno vie d'uscita, come la città medievale con i suoi vicoli, che il regista popola di figure bizzarre che citano Bosch e le sue fantasmagorie. Alla prima visione, il film non sembra riuscito nel mix di toni e momenti troppo diversi, nonostante i bravi attori e una storia non nuova ma ben sviluppata. Per ora così così, magari lo rivedrò.
Stupito da questo film. Se non fosse per l'inizio un po' troppo lento "In Bruges" sarebbe un capolavoro. La città fa da sottofondo alla storia di due serial killer scappati dal Regno Unito perché uno di loro ha ucciso un bambino. Devono aspettare la chiamata del loro capo Harry. Poi cambieranno i piani e finirà in tragedia. Tutto ottimo, dalla storia agli attori (super!) fino alla regia. Un po' tarantiniano. Bellissimo.
Prima di oltrepassare il varco che delimita il confine fra vita e morte, devi vedere Bruges. Un posto fiabesco dimenticato da Dio e per questo forse infernale. Una buona opera, dopotutto. Il cast è ottimo e le scene non sono mielose o stancanti; anzi, sono molto azzeccate e interessanti. Anche il personaggio del "nanetto" risulta simpatico. Da vedere.
MEMORABILE: "Si deve avere fede ai propri principi" BOOOM!
Se questa pellicola funziona piuttosto bene, il merito è dei due protagonisti, molto diversi l'uno dall'altro, ma in grado di interagire nel modo giusto, dando vita a botta e risposta godibili, quasi surreali, ma con una logica, seppur nascosta tra frasi spesso sconclusionate, soprattutto quando parla Farrell, visto che il suo personaggio è poco sveglio, confuso e pieno di sensi di colpa. Il resto (la ragazza, il nano e il boss) è puro contorno. Le parti col nano (lui avrà comunque un perchè) le avrei ridotte (sembrano forzate) e il finale è un po' tirato, anche se l'epilogo non è niente male.
MEMORABILE: Farrell parla di Bruges: "Io sono nato a Dublino. Se fossi cresciuto in campagna e fossi anche ritardato, forse mi piacerebbe Bruges".
Colin Farrell interpreta un killer distrutto dopo aver ucciso per errore un bambino, Brendan Gleeson un suo collega esperto e disincantato, Ralph Fiennes il loro contorto capo. Le interazioni fra questi tre protagonisti, più un corollario di gustosi personaggi minori (il nano, la ragazza, il russo), sullo sfondo di una Bruges malinconica e sognante, donano al film quell'aura di ambiguità e spleen che ci permette di calarci in esso e di godere appieno della vicenda narrata, peraltro con grande abilità e attenzione agli aspetti psicologici.
Davvero un buon film. Una pellicola dove i bravi attori e i dialoghi fanno la differenza. Nella splendida cornice fiabesca di una cittadina belga, un pugno di personaggi fuori dagli schemi si incontano e si scontrano in un tragicomico gioco di fatalità. Ottimi Farrell e Gleeson, giustamente sopra le righe Fiennes. Da recuperare.
Tutto tipicamente europeo: storia, svolgimento, personaggi, regia ed ovviamente ambientazione (una Bruges davvero bellissima). Anzi di più: tutto tipicamente british. In alcuni momenti pure troppo: il voler buttare quasi ogni singola situazione nell'ironicamente grottesco pare esagerata, soffocando così le altre indubbie qualità che possiede la pellicola; interpretazioni (Ralph Fiennes una spanna sopra, mentre il sempre bravo Colin Farrell smorfieggia un po' troppo), fotografia, dialoghi ed atmosfera sono infatti proprio ottimi. Media: buono.
Film pregevole per la storia, molto originali le interpretazioni, la fotografia, i dialoghi e anche la regia. Per i primi tre quarti è perfetto, si segue con grande interesse e ci si diverte, poi subentra qualche esagerazione di troppo e si va un po' sopra le righe e bisogna chiudere un occhio su qualche incongruenza (anche se di incongruenze "misurate" è pervaso tutto il film), se si vuole continuare la visione con soddisfazione fino alla fine. Ma questo è trovare il pelo nell'uovo a tutti i costi. Basta non farsi domande e lasciarsi condurre.
MEMORABILE: Colin Farrell decide di suicidarsi ed è salvato da Brendan Gleeson che stava per ucciderlo.
Davvero bella questa commedia drammatica con sprazzi di grottesco, melò, thriller e sano humor inglese. La narrazione è quasi sempre ficcante e la regia è davvero molto solida. Il soggetto è abbastanza originale. Non mancano dialoghi pungenti e colpi di scena. Il regista è riuscito nell'intento di creare un film strano, cupo e divertente al tempo stesso. Molto affiatati e bravi Colin Farrel e Brendan Gleeson.
Avevo grossi pregiudizi su questa pellicola perché Farrell mi è abbastanza indigesto, ma devo ammettere che l'attore fornisce un'ottima prova e la pellicola è un piccolo gioiellino. Incantevole e particolare l'ambientazione, i dialoghi sono brillanti ed efficaci e la regia estremamente funzionale al racconto. Commistione di generi che risulta piacevole e assolutamente non ridondante. Visione consigliata!
Signori e signore un applauso per questo gioiello cinematografico! Farrell e Gleeson sono una coppia perfettamente assortita e magnificamente calata nel ruolo dei due simpatici killer da strapazzo. Si ride a volontà ma non è una commedia, anzi. Un film davvero godibilissimo, simpatico, irriverente, ben recitato e semplicemente perfetto.
MEMORABILE: Il nano, quando Farrell vuole suicidarsi, l'incontro con il canadese, la famiglia cicciona di americani ecc ecc
Due sicari vengono spediti in una piccola cittadina del Belgio senza sapere cosa li attenderà. Questo è l'incipit del film, che mostrandosi talvolta commedia, talvolta noir, riuscirà a ricamare un intreccio narrativo niente male attorno ai due protagonisti. Gli attori sono tutti molto simpatici e mi è un po' dispiaciuto di aver visto il film con un doppiaggio decisamente rovinante di alcune parti forse comiche (l'accento americano). Buona la regia.
Bravo il regista che realizza questo thriller atipico con un ritmo da commedia e mille sfaccettature inaspettate. Gli attori sono da serie A e anche i personaggi secondari sono particolarmente incisivi. Resta l'ambientazione "turistica" di questa Bruges medioevale e fatata, dove succede di tutto e dove alla calma un po' stereotipata si sostituisce un inaspettato caos. Trama inverosimile, ma efficacemente di presa.
Dopo aver ucciso per sbaglio un bambino, Rey, sicario di professione, viene mandato insieme al collega Ken a Bruges in attesa di una chiamata da parte del loro capo; quando questa arriverà, si complicheranno le cose per entrambi. Ottima la fotografia, che ci fa ammirare a pieno la bellezza medievale della città belga e ben orchestrati i dialoghi, specie quelli tra i due protagonisti. Buona la regia di McDonagh e degne di nota le interpretazioni di Farrel, Gleeson e Fiennes.
Intimo, ironico e scenograficamente azzeccato: questo In Bruges può vantare tantissime frecce al proprio arco; la prima delle quali è naturalmente la graziosa cittadina belga, luogo in cui vengono mandati i due killer in attesa... in attesa di quello che è il succo del film. Bello in ogni singola situazione!
Una black comedy a tinte thriller molto particolare, sia nella costruzione della trama che nella caratterizzazione dei personaggi, dalle psicologie molto particolareggiate e interessanti. I dialoghi sono ottimi e, anche se con alcuni momenti di stanca, il film arriva alla sua conclusione felicemente. Si sorride ma c'è anche l'amarezza e un pizzico di azione nel finale per ravvivare il ritmo. Ottimi Farrell e Gleeson, poco più di un cameo per Fiennes ma grande come sempre. Bellissima la fotografia (e anche Bruges).
Cartoline da Bruges. Splendida location la città belga, che vien tanto esaltata nelle riprese quanto bistrattata verbalmente dal povero Farrel. McDonagh si mette immediatamente in luce al grande pubblico con quest'opera che integra tutte le caratteristiche del black humor e mescola con perizia dramma e ironia. Ottimo tutto il cast in una sceneggiatura perennemente in perfetto equilibrio fra l'assurdo, il ridicolo e il serio. Tanto di cappello!
McDonagh visitò Bruges e la trovò bellissima ma noiosa, da qui ebbe l'idea di creare i due riusciti personaggi di questo film, splendidamente interpretati da Farrell e Gleeson. I loro battibecchi surreali sono la spina dorsale della pellicola e strappano più d'una risata ma anche il resto è geniale (il cazzotto al presunto americano "questo è per John Lennon!" poi rivelatosi canadese), il tutto in una cornice di grande suggestione. Belle anche le scene tagliate che svelano vari misteri, fra cui il perché dell'uccisione del prete. Gran film.
Due killer andranno a Bruges per nascondersi. Commedia noir con messaggio: i princìpi sono essenziali, sebbene si parli di crimini. Inserti più leggeri con battute scorrette sui nani e sugli americani contrapposte a pistolettate pulp. Peccato che il duello finale sbrachi come in un western e che tutto il lavoro di introduzione di una suggestiva Bruges venga penalizzato oltremodo dal cambio in stile action. Farrell migliora man mano.
MEMORABILE: Il paragone tra il Purgatorio e il Tottenham; Il nano drogato; La pistolettata a salve.
A Bruges un dicembre rosso shocking, tra nani, bimbi morti e canali romantici, con due killer usciti dritti dritti da Pinter (Calapranzi) per approdare in un purgatorio dove espiare la colpa di un delitto sbagliato: trenta giorni nel deserto, nell’altrove, per la "rivelazione", che in greco è “apocalisse” e ricorda quella di Bosch che sta proprio nella città belga (splendidamente usata e valorizzata) e che dal suo secolo fotografa bene il disorientamento del nostro. Film complesso e profondo, ma capace anche di ironia e azione, con un grande Gleeson.
Coppia di killer inglesi è mandata dal boss a Bruges e lì attendono istruzioni. Originale mix in cui si fondono elementi noir, commedia, e drammatici, e in cui la coppia male assortita del killer anziano esperto e riflessivo e il giovane irrequieto e schizzato funziona a meraviglia, grazie anche a Gleeson e Farrell. La dose è rincarata quando entra magnificamente in scena Fiennes. Una Bruges suggestiva e più gotica che non da spot-cartolina fa da sfondo ad una tragedia annunciata, tesa e sorprendente.
Film molto originale ambientato in una Bruges medioevale veramente suggestiva. È un film tragicomico, in cui la tragicità della morte avviene sempre in un contesto di totale ilarità. L'ronia è sviluppata grazie a dialoghi totalmente dissonanti rispetto alle situazioni vissute e alla cupezza di Bruges. Tutto ciò crea un'atmosfera di affascinante e indimenticale non sense, raffigurato da tre attori in stato di grazia, che con le loro ispiratissime interpretazioni riescono a rendere divertenti tematiche altrimenti scottanti.
McDonagh, all'esordio nel lungo, coniuga una consumata sapienza teatrale (la chirurgica demenzialità "umanista" di dialoghi che sembrano Beckett adattato da Tarantino) e una già molto personale idea cinematografica (la splendida intuizione "metafisica" eppure immanente di Bruges). Ed è in questo set preciso e astratto insieme che le pedine vengono esposte all'implacabilità delle intemperie del fato e agli accordati movimenti di un destino la cui tragicità compendia classicamente disincanto ed etica ironia. Wellesiano (dunque grandioso) Gleeson, tenero Farrell, contronatura Fiennes.
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HomevideoZender • 6/10/08 09:08 Capo scrivano - 48333 interventi
Uscirà l'8 ottobre 2008 il film per la cecchi gori, con interessanti extra. Prezzo di listino: 15,99 / Prezzo di lancio (ad esaurimento): 13,99
Audio: Ita.5.1
Video: 16:9/2.35:1
Extra: scene tagliate ed estese, gag reel, quando a Bruges, strana Bruges, un giro in barca intorno a Bruges, f**king Bruges
Fonte: tempio del video.
Il film è anche un "invito" a visitare Bruges, molto vicina a Bruxelles (meno di un'ora in treno) e veramente incantevole
DiscussioneZender • 11/06/09 10:49 Capo scrivano - 48333 interventi
Sì, è vero, hai fatto bene a dirlo Galbo (anche se poi nel film la liquidano in modo divertente dimostrando di non apprezzarla granché, se non ricordo male :))
Beh, se non sbaglio mentre il personaggio interpretato da Farrell mostra un chiaro disinteresse (se non proprio avversione) per Bruges, al contrario quello interpretato da Gleeson apprezza molto la città. Inoltre Fiennes dice di aver mandato lì i due killer proprio perchè la città è bellissima e quindi gli sembrava una bella cosa avergliela fatta vedere. Quindi direi che anche nel film i protagonisti in generale la aprrezzano. Inutile dire che in effetti la visione della pellicola fa venire una gran voglia di visitare questa città belga.
DiscussioneZender • 11/06/09 13:36 Capo scrivano - 48333 interventi
Hai ragione Caesars. Io mi ricordavo soprattutto di Farrell, infatti, che la liquida appunta come cittadinella inutilmente "leziosa" (una cosa del genere).
Farrell aiuta a modo suo un turista obeso.
"Com'è in cima alla torre?". E Farrell: "Niente di speciale... e poi, la rampa è stretta". "In che senso?". E lui: "Come, in che senso... sembri un cazzo di elefante".
Nel fim viene citato "A Venezia...un dicembre rosso shocking". Cosa che suppongo avrà fatto andare il Davinotti in brodo di giuggiole.