Note: Aka "I miei primi quarant'anni", "I miei primi quaranta anni". La storia di Marina Lante delle Rovere. Seguito da "La più bella del reame". Ne esiste anche una versione più lunga girata per la televisione.
Liberamente ispirato all'omonimo romanzo autobiografico di Marina Ripa di Meana, il film ripercorre amori e avventure della bella Marina dandole sul grande schermo lo splendido volto di Carol Alt (doppiata da Emanuela Rossi e controfigurata, per le scene di nudo, da Carmen Stowe). La vediamo dapprima sposarsi col primo amore Pierre Cosso, poi lasciarsi abbagliare dai miliardi e la vita mondana di Jean Rochefort, quindi fuggire col pittore comunista Massimo Venturiello, concedersi una scappatella col giornalista dell'Espresso Elliott Gould e infine risposarsi alla soglia dei quarant’anni. Il seguito lo sapremo nel sequel di Cesare Ferrario LA PIU’ BELLA DEL REAME...Leggi tutto. Per il momento entriamo nel cinema tipicamente vanziniano che offre come sempre convegni mondani ed erotismo patinato condito da belle musiche (quelle originali sono di Umberto Smaila) e dialoghi di una certa qualità. I Vanzina (Enrico è al solito cosceneggiatore), presi di mira regolarmente dalla critica e in questo caso letteralmente massacrati, offrono anche nelle loro opere meno riuscite (e I MIEI PRIMI QUARANT’ANNI) ne è un esempio) una professionalità non comune, una capacità unica di rendere sfavillanti le immagini garantendo una qualità di base per nulla disprezzabile. Qui è la povertà del soggetto a penalizzare l'operazione, troppo monocorde e scontato, poco più di un elenco di avventure sterili cui la bellezza incredibile della Alt non basta a dare giusta palpabilità: lei passa e si mostra, sorride ma appare fredda, inadatta al ruolo e il film, imperniato sulla sua figura, appare per forza di cose piatto. Anche se a tratti convince e nel complesso si lascia vedere. Teocoli e Sebastiano Somma sono i playboy.
Si tratta di un film biografico incentrato sulla vita (meglio dire le avventure amorose) di Marina Ripa di Meana. A mio parere la visione risulta gradevole solamente per la presenza della stupenda Carol Alt, ma dopo pochi minuti non basta più. Per il resto il film non presenta spunti interessanti. Anche l'erotismo, che dovrebbe essere la colonna portante del film, latita.
Se non ci fosse Carol Alt, affiancata da un Teocoli prima maniera e dal "confuso" (sessualmente) Capucine il film non presenterebbe particolare motivo in grado di solleticare l'attenzione dello spettatore. Ma fortunatamente Vanzina, pur facendo ricorso ad una sceneggiatura "da rotocalco rosa" scritta, guardacaso, da Marina Ripa di Meana, ha buon senso dell'immagine e riesce a comporre una serie di sequenze di pregevole impatto visivo. La storia farà anche acqua (soprattutto rivista oggi), ma il senso del cinema è ancora da queste parti.
Dall'omonimo libro della Rovere, una pellicola all'altezza della sua scrittrice. Di una bruttezza esasperante, con una regia allo sbando di un Vanzina ai suoi minimi storici e con uno dei cast più spaventosi della storia. Carol Alt è bellissima ma finisce lì. Per lei la recitazione rimane un qualcosa di sconosciuto. Gould, Rochefort e Capucine sono totalmente sprecati mentre gli altri, compreso Teocoli, sono da dimenticare. Proprio come questa cosa chiamata film. Da evitare.
Per confezionare questa patinatissima antologia di avventure sessuali della rampante Marina – idolo dei rotocalchi italiani – si sprecano pregevoli attori come Gould, Rochefort, Teocoli, la Quattrini e la bellezza della Alt, che tuttavia si fa da parte nelle scene di nudo. L’esito è un desolante quadro di sesso volgare e turpe materialismo, che enfatizza il lato peggiore degli anni Ottanta.
Una raccolta visiva del peggio degli anni '80 in Italia raccontati (e non poteva essere diversamente) da Carlo Vanzina basandosi sulle memorie (si fa per dire) fintamente trasgressive di Marina Ripa di Meana. Come nel peggior cinema di Tinto Brass, ma in un contesto totalmente diverso, questo film vuole scioccare lo spettatore ma l'erotismo di fondo è talmente convenzionale che l'effetto prodotto è solo la noia. Cast buono (a parte la protagonista) ma totalmente sprecato.
Bello e gradevole film ispirato alla biografia di una donna non simpaticissima: Marina Ripa di Meana. La bellezza di Carol Alt la possiamo gustare per tutto il film, ma va precisato che i nudi sono tutti controfigurati. Ottime le prove degli altri attori. Un film, ripeto, molto gradevole, che mostra un lato squallido ma veritiero degli anni 80 fatti di abbondanza, sprechi, ricchezza e marciume.
Non si può fare riferimento alle citazioni degli altri utenti, però gli anni '80 sono leggermente sfiorati in questo film, visto che la relazione con il pittore Franco Angeli è degli anni settanta. E direi che solo l'ultima parte del film cronologicamente è databile anni '80. Magari sono sbagliate alcune acconciature e quindi si fa ancora più confusione con la linea temporale... Ah il film? Una colossale boiata. Pensare che ci fu pure un sequel... Comunque, "storia italiana".
Il film è tratto da un famoso best seller degli anni '80, scritto dalla contessa Marina Ripa di Meana. Nonostante il nutrito cast internazionale e la regia di Carlo Vanzina la pellicola, per me, non è che un noioso fotoromanzo in movimento, con pochi momenti entusiasmanti. L'unica vera ragione per vedersi il film è la presenza della protagonista, la modella americana Carol Alt (che, da quel momento, fu un volto molto frequente in altre pellicole italiane), che ha più fascino della vera Marina; ma ciò non è bastato, per me.
MEMORABILE: Carol Alt/Marina cammina fiera nelle strade di Roms, in cappellino tailleur e scarpe coi tacchi, mentre tutti si girano ad ammirarla.
Non riuscitissima rappresentazione cinematografica dell’omonimo libro autobiografico di Marina Lante della Rovere. Nei suoi panni (si fa per dire) la bella Carol Alt che di fatto è il pezzo forte del film, senza la quale quest'ultimo cadrebbe ignobilmente nella tediosità più assoluta. Il soggetto è misero e monotono, cosicché la narrazione delle diverse vicende amorose e sessuali della protagonista nel corso dei decenni (scenograficamente mal rappresentati) risultano estenuanti e ribadenti lo stesso concetto. Ne esiste una “long-version” televisiva.
La pseudo trasgressiva vita della Lante della Rovere, pseudo protagonista del jet-set nostrano. Una serie di situazioni patinate e stucchevoli che rasentano il ridicolo nonostante l'eterea bellezza della Alt cerchi di alzare il tiro. Cast magniloquente ma mal utilizzato. Deprimente.
Trarre opera onesta dalla capziosa autobiografia di Marina Lante sarebbe stata impresa improba per Bresson e comunque il lavoro di quegli anni dei Vanzina andava appunto nella direzione del ritratto deliberatamente patinato di una società per sua natura fasulla. Quel che manca allora al film (rispetto ad esempio a Sotto il vestito) è appunto un quadro d'insieme, facendosi i fratelli irretire dallo scadente narcisismo della base di partenza. La Alt e la Ripa poi nulla condividono quanto a tipologia di bellezza. Comunque ben confezionato. Nomi, non attori.
Se la Repubblica Romana non fosse caduta in quel luglio del 1849 e fosse riuscita nel suo intento di liberare Roma dalla sua nobiltà nera, ecco forse Marina Ripa non avrebbe avuto l'occasione di scrivere le sue memorie (?) e Vanzina di regalarci questo film irrimediabilmente, a tratti ridicolmente, brutto. Paradossalmente la Alt è quella che esce meglio da questa Caporetto filmica. Per il resto i dialoghi sono imbarazzanti, i personaggi disegnati come stereotipo vuole, la storia patinatamente vuota, insulsa ed insultante. E il debito saliva, saliva, saliva...
MEMORABILE: "Sto per fare l'amore con la donna più bella che abbia mai conosciuto (vero) e hanno fatto un socialista presidente del consiglio (socialista chi?)"
Successo ovvio, giacché personaggi come gli squattrinati rampolli dell'aristocrazia decaduta (e non decadente) sono disegnati PER chi e DA chi ne è estraneo; non parlo dei Vanzina, ma di Marina Punturieri (poi IN Lante della Rovere poi IN Ripa di Meana): ancor più dell'ostentazione glamour di un lifestyle all'insegna di lusso e lussuria, è proprio l'ossessiva fascinazione per l'acquisizione di un titolo nobiliare a denunciare una mentalità intimamente borghese. Non ho mai immaginato Madame Bovary con le gambe di Carol Alt, ma se faranno un film sulla mia vita pretendo come minimo Johnny Depp.
Patinata pellicola che vuol raccontare la vita di Marina Ripa di Meana attraverso la recitazione di una bellissima Carol Alt che, come tutto il resto del cast, soccombe a una trama decisamente noiosa e per nulla incisiva. Almeno ci pensa una buona colonna sonora a salvare la baracca, che sembra crollare da un momento all'altro.
Indecente accozzaglia di insulsi episodi amorosi realmente occorsi a Marina Ripa di Meana, o almeno così si narra nella biografia dalla quale è tratto questo imperdonabile spreco di pellicola. Incomprensibile la ratio del film: non fa ridere, non è drammatico e non è neanche eccitante, visto che non basta spogliare qualche controfigura di Carol Alt per creare tensione erotica. Altro mistero è cosa abbia spinto alcuni attori presenti nel cast (su tutti Elliott Gould) a prender parte a questo obbrobrio.
Il film dei Vanzina è abbastanza scorrevole ma privo di storia, o meglio di sceneggiatura. Se non fosse per la splendida Carol Alt sarebbe decisamente da cestinare. Unico piccolo pregio è la parziale ricostruzione dei colorati e qui vacui anni '80. Girandola di attori conosciuti, relegati in piccole scioccherelle parti. Peggio di una telenovela.
La brava e bellissima Carol Alt riesce a rendere molto simpatica e umana una donna che ha suscitato molte invide o antipatie soprattutto nei moralisti che amava provocare. La vicenda ha toni romantici e romanzati ma è interessante sotto il profilo del costume italiano. Vanzina sorprende alternando toni da rotocalco rosa e arguzia ed esaltando l'amore per la vita avventurosa e per il saper vivere con disinvoltura, leggerezza ma sorretti da sentimenti autentici. I dialoghi sono ben scritti e l'ambiente del jet set è tratteggiato con toni indulgenti, mostrando ambienti e abiti eleganti
MEMORABILE: La rissa a 4 in spiaggia; La bambina delle pubblicità anni '80 nei panni della figlia Lucrezia; La Alt che prende a calci il portone dell'amante.
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In rete ho trovato un articolo dove dicevano che la villa era all'incrocio tra le due vie. Probabilmente sono stati approssimativi, intendevano indicare la zona senza la precisione assoluta.
E' morta Marina Ripa di Meana, questo film basato sulla sua biografia, rimarrà volente o nolente uno spaccato della società e del costume italiano degli anni '80.
Rivisto ora in tv, mi sa che è proprio il master della pellicola che è rovinato e non è stato restaurato, se la fonte d'origine e scarsa non si puo fare molto di più, se non restaurarlo con costi non certo da poco. Se ci fossero edizioni estere si potrebbe fare un confronto, ma dubito vi siano.
Questo come scriveva anche Zender e uno dei tipici film anni'80 in long version che in quel periodo andavano molto, con la versione tv vhr veniva trasmessa di solito in due puntate e con tante scene in più rispetto a quella cinematografica (che è poi quella in dvd e vhs). La domanda è: si può recuperare la long?
Markus tu che sei uno specialista di long ne sai qualcosa?
Direttamente dall'archivio cartaceo Lucius, il flano originale della Prima Visione del film di Sorrisi & Canzoni (martedì 3 ottobre 1989) (prima parte):
DiscussioneDusso • 21/04/23 10:14 Archivista in seconda - 1878 interventi