La storia è quella classica, ragazza con sorellastre e matrigna odiose, la fata che le dà una mano (interpretata da Sandra Milo!) per finire con la perdita della scarpetta. Il tutto condito con qualche intermezzo canoro eseguito da Bonnie Bianco e Pierre Cosso. Molto lungo e nulla di eccezionale a parte il cast di vecchie glorie fra cui compaiono Sylva Koscina, Vittorio Caprioli e Adolfo Celi.
Dopo i film di Fernando Cerchio negli anni '40, Charles Waters nei '50 e Bryan Forbes nei '70, ecco il nostro Roberto Malenotti a mettere su pellicola una delle fiabe più popolari di sempre. Una nota di interesse è il cast, fra Adolfo Celi, Vittorio Caprioli, Sylva Koscina e Sandra Milo, c'è davvero pane per tutti i denti. Buona la colonna sonora con i ritmi della synth-music dell'epoca. Tutto il resto è mestiere e fatto pure maluccio e soprattutto troppo lungo (2 ore)!
Una commistione tra Cenerentola e Vacanze romane. L'inizio a Brooklyn ricorda molto la serie tv Fame. È una fiaba trasportata ai giorni nostri (gli anni '80). Cosso è bellissimo ma oltre a sbattere gli occhi non sa suscitare il minimo sentimento né sa cambiare espressione. Stesso discorso per Bonnie Bianco; per fortuna sono doppiati da Accolla e la Izzo. La sceneggiatura presenta notevoli buchi (forse la long version rende giustizia) e la presenza di alcuni personaggi appare poco sensata. Anni Ottanta sugli scudi.
La fiaba di Cenerentola ambientata negli anni 80 con una pellicola di bassa lega che utilizza un cast di rilievo per una narrazione simil-fiction. La Bianco, meteora del cinema, si cala nella parte mentre il bel Cosso sembra un merluzzo monoespressivo. Evitabilissimo.
Inutilmente lungo, con una storia povera - sia sotto il profilo diegetico sia emotivo - che rielabora la favola di Cenerentola scandendola al ritmo di dozzinali canzonette intonate da una voce da sirena (dei pompieri). Ad oggi resta un documento sulla meteora Bonnie Bianco e un'ennesima prova della serietà d'attore di Adolfo Celi, professionista che, qualunque ruolo facesse, non intascava mai il cachet a sbafo: ed è proprio lui, insieme ai colleghi Caprioli, Koscina e Milo, a permettere a Malenotti di salvare a stento la baracca.
MEMORABILE: Cindy (Bonnie Bianco) nella Dolce Vita romana.
La fiaba di Cenerentola riportata agli Anni '80. Una favoletta leggera costruita attorno a due belle facce (Bianco/Cosso) capaci di smuovere le masse di giovanissimi. Pura operazione commerciale volta a un sano disimpegno, ma che dimostra come all'epoca si potesse fare del cinema che facesse poi il giro del mondo. Nella versione lunga per la tv la vicenda si snoda meglio e certi buchi di sceneggiatura sono così colmati. Punti forti sono le musiche (fratelli De Angelis) e un'ottima fotografia. Celi, Koscina e Milo ci riportano al tempo che fu.
La versione lunga di questa discutibile trasposizione della immortale fiaba di Cenerentola dura ben tre ore e ventiquattro minuti. La prima ora promette bene, è divertente e ha ritmo, la seconda comincia già a stancare, la parte finale è di una noia unica, si fatica davvero ad arrivare in fondo. Nel cast ci sono ottimi attori quali Adolfo Celi e Vittorio Caprioli, sprecati. La bella Roma degli anni 80 non è sfruttata a dovere, la colonna sonora non è niente di speciale.
La favola di Cenerentola si aggiorna agli anni Ottanta mantenendosi fedele alla struttura originale del racconto e riadattando i personaggi a una famiglia italiana trapiantata a New York. Si registra, purtroppo, una piattezza di fondo che investe gli attori e la narrazione, penalizzando il film in maniera non indifferente. Chi potrebbe gradirlo veramente sono giovani adolescenti sognatrici, ma non è così scontato perché i tempi di questo genere di pellicole sono mutati, nel corso degli anni. Particina insignificante per la Koscina.
L'operazione di Malenotti è decisamente ispirata alla favola di Cenerentola e vuole catturare il pubblico che all'epoca stravedeva per Il tempo delle mele. Peccato che la storia non abbia mordente e che i due giovani interpreti siano sicuramente bellini ma anche decisamente sciapi. Uno degli ultimi fillm per la grande Sylva Koscina, ancora affascinante nonostante gli anni.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv ( giovedì 16 settembre 1985) di Cenerentola 80 (long version):
Io ho preso il BluRay qualche mese fa ma non ho avuto ancora il tempo per vederlo, se non una rapida occhiata all'arrivo. Comunque confermo che contiene 3 versioni del film: la cinematografica, quella in 2 puntate e un'altra ancora in 4 puntate, tutte con doppio audio Italiano-Tedesco.
Visto ieri sera il blu ray tedesco con la versione lunga in quattro puntate per la tv (in Italia andò in onda con due puntate per serata accorpate). Un ottimo lavoro, in quanto l'audio/video è di ottima qualità. Ne consiglio quindi l'acquisto.
HomevideoZender • 30/12/17 18:12 Capo scrivano - 48839 interventi
Eh i tedeschi quando si metton ti tiran fuori grandi cose. Per gli appassionati del film acquisto obbligatorio.
Al minuto 01:55:30 e al minuto 1:56:30 circa della versione lunga del film è possibile vedere un terminale Videotel della Sip: questo sistema Videotex (una rete di telecomunicazioni per certi versi simile a Internet) ebbe una certa diffusione in Italia negli anni 80 e cessò di esistere nel 1994, ormai soppiantato dall'avvento di Internet.