Hammer house of horrorIncipit sanguigno, fiammeggiante e delirante (la fuga di Jack lo squartatore, l'appartamentino, la bambina nel lettino, la madre accoltellata brutalmente, il fuoco che arde nel camino, i primi piani fulciani sullo sguardo terrorizzato della bimba, il volto deturpato di Jack che prende in braccio la piccola), un comparto delittuoso che sta al passo con i thriller nostrani del periodo (l'attizzatoio che trapassa e inchioda la sedicente medium sfruttratirce alla porta, gole recise, occhi ridotti a puntaspilli), il degradato vicolo delle procaci (e volgari) prostitute, di cui una concupisce Anna, il "terzo stato" alla caccia dell'assassino, con le fiaccole, come i villici di Frankenstein, una seduta spiritica farlocca che deve aver impressionato Tiziano Sclavi (guarda caso proprio il Dylan Dog di Jack lo squartatore) e una follia femminea galoppante e irrefrenabile come nelle
Due sorelle, perfettamente incarnata da una Angharad Rees in perenne stato di trance.
Sasdy contribuisce a creare un'atmosfera torbida e morbosa (l'interesse ossessivo del dottore filantropo nei confronti della "malattia" di Anna, tanto da occultarne i cadaveri delle vittime), regalando tocchi raffinati nella sua personale regia "magiara" (il luccichio riflettente che scatena la violenza di Anna) che culmina in una chiusa di mesta e dolorosa poesia sulle note di Giuseppe Verdi, in quel cerchio pre-argentiano che unisce i due nella morte.
Visto l'anno (e la tematica), Sasdy evita con cura nudi, sesso e violenza (se non nelle mire lascive del politico Dysart verso Anna e in alcuni particolari gore nei delitti), concentrandosi su una Londra vittoriana fatta di "vigliacche" e eleganti interni ottocenteschi, esaltati dalla fotografia di Kenneth Talbot.
La sensibilità di Sasdy pone al centro la donna mostro hammeriana, tristemente sola, bisognosa d'affetto e condannata all'inconsapevolezza dell'uccidere, come l'Anna (nome omen) di
La morte arriva strisciando.
Da antologia l'estrazione della spada infilata nel fianco tramite la maniglia della porta e un pò inutile la figura del figlio (con fisionomia che riecheggia Edgar Allan Poe) e della fidanzata cieca.
Per la Hammer. al vogere nell'era dei permissivi anni 70, un lieve tocco di classe.