A tratti ingenua, con alcune scene quasi comico-involontarie e un po’ troppo parlato, questa pellicola ha però un suo fascino tipicamente inglese, dato anche dalla patina del tempo; e i mostri (tartarugoni con tubi aspiranti, lenti ma letali) sono da applausi, soprattutto per chi ha avuto il coraggio di realizzarli. Anche il rumore metallico che producono è spassoso. È da segnalare anche un certo studio della loro fisiologia per giustificarne la predilezione culinaria. E poi c’è Peter Cushing, un mito. Un'occhiata gliela si può dare.
MEMORABILE: I silicati piombano anche dagli alberi, sorprendendo i malcapitati (come siano riusciti ad arrampicarsi fin lassù resta comunque un mistero).
Capolavoro immortale, divertentissimo e strepitosamente camp. La trama è deliziosa, tra scienziati alla ricerca di una cura anticancro (altro che Veronesi), cadaveri privi di ossa e mostri (i leggendari silicati) semplicemente irresistibili: c'è poco da descriverli, vanno visti (e sentiti) in azione e amati incondizionatamente! Quando la genialità fa polpette della povertà dei mezzi a disposizione. Immenso, ma sai che novità, Peter Cushing.
MEMORABILE: Da standing ovation il finale, inaspettato, in Giappone. E come non citare il silicato appollaiato sull'albero che si lancia letale sulla preda...
Divertente horror fantascientifico ben scritto e ottimamente diretto dallo specialista Terence Fisher, che regala 80 minuti di brividi. L'idea di partenza (una cura per il cancro che si tramuta in creature mostruose assetate di... ossa umane) è alquanto bizzarra ma funziona. Certo, le creature fanno sorridere più che terrorizzare, ma in seguito si è visto di gran lunga peggio e in prodotti più costosi. E il cast, capitanato dal solito, bravissimo Peter Cushing, è il valore aggiunto alla pellicola.
MEMORABILE: L'orrendo silicato che aggredisce il poliziotto alla villa; Quello appollaiato sopra un albero e il gran finale in Giappone.
Tra le cose meno significative dirette dall'inglese Fisher, di congedo dalla Hammer ed all'opera per conto della poco attiva Planet Film Productions (solo due film in catalogo, questo e La Notte del Grande Caldo). La trama non era così indigeribile, alla luce dell'anno di realizzazione (1966) ma è un cast misero (di rilievo c'è solo il bravo Cushing) e la prolissità dei dialoghi - imposta da un budget risicato - che lo rendono poco riuscito (anche se saprà essere apprezzato dagli amanti dell'horror basato su suggestioni e clima "d'annata").
Caruccio. Buon horror inglese dello specialista Fisher, ambientato su un'isola, con un esperimento condotto male che provoca la nascita di mostri. Peter Cushing è un attore di livello, non male il cast secondario. Da citare la scena con la popolazione rinchiusa che cerca di contrastare l'assalto dei mostri, il colpo di scena finale, l'esplorazione della villa. Guardatelo, non ve ne pentirete!
Me lo guardavo da piccolo sulle tv private; almeno un paio di volte all'anno passava il sabato pomeriggio, questo horror senza pretese ma di grande atmosfera. La storia è facilmente gestibile poiché veloce, con dialoghi aromatizzati "al genere". I mangiossa sono il frutto di un inverosimile esperimento e la lotta senza quartiere produce un inquietante interrogativo: ma perché i nostri eroi non hanno chiesto subito aiuto alle autorità nazionali? L'umidità dell'isola è quasi avvertibile... da vedere sotto le coperte!
Fanta-horror britannico niente male - a mio avviso leggermente superiore al noioso "Demoni di fuoco", al quale viene spesso accomunato - che trova i suoi punti di forza soprattutto nell'ambientazione (lacustre) e nella ben costruita atmosfera di pericolo incombente. Il look delle "creatures" copia un po' quello de "I mostri delle rocce atomiche". Ricordo che io lo vidi al cinema in occasione di una riedizione degli anni '70 o '80 e poi lo rividi in tv. Doppiato dalla SINC Cinematografica di Mimmo Palmara.
Horror e fantascienza insieme in un film che non mi aspettavo da Fisher. Si cade spesso nel ridicolo involontario (i mostri sono assurdi, sembrando aspirapolveri d'annata) e forse proprio per questo divertente. Cushing è mitico come al solito, il resto del cast semplicemente anonimo. L'inizio è la parte migliore, con il suo crescendo di tensione, dall'apparizione dei mostri in poi è trash puro. Mediocre ma da vedere per capire davvero di cosa stiamo parlando.
A causa di alcuni esperimenti sul cancro escono allo scoperto strane creature simili a coriacee seppie giganti che si nutrono di ossa umane, minacciando di infestare un'intera isola. Monster horror dove tutto il cast sembra poco convinto di trovarsi lì, a parte il solito Peter Cushing che rialza le quotazioni di molto. Il pericolo incombe fino a 5 minuti dalla fine...
Una legione di mostriciattoli, sorta di aspirapolveri disossatori, fa strage su di un'isola inglese; gli esseri sembrano invulnerabili e si moltiplicano (ahi!) secondo un'irresistibile progressione geometrica in ragione 2 (1 2 4 8 16 et cetera). Che fare? Filmino culto della gioventù (quando sorgevano le prime tv private); rivisto oggi fa sorridere per la povertà della sceneggiatura e la piattezza dell'andamento. Mezzo pallino in più a causa del ricatto della nostalgia.
Gli aspetti trash (non poi però così elevati) ed estremamente poveristici della pellicola sono evidenti, soprattutto a partire da un certo momento in poi. Eppure la regia di Fisher e la presenza di Peter Cushing lo salvano dal disastro. E non manca nemmeno un pizzico di fascino per quelle inconfondibili atmosfere british tipiche dei
film dell'epoca di questo genere. Il rischio che lo consideriate una boiata condita da crasse risate, c'è e non è nemmeno basso. Tuttavia potreste anche dargli un'occhiata.
Questi mostri succhiaossa sono i fratelli maggiori dei Demoni di fuoco dell'anno successivo: stesso regista, stessa ambientazione su un'isoletta sperduta ed anche più a meno stessa forma a panzerotto, anche se cambia la provenienza, qui terrestre in quanto partoriti da una ricerca scientifica pasticciona (ma nel finale non manca la mini-pippa sulla necessità della scienza di andare comunque avanti): film modesto per la sceneggiatura approssimativa e le vistose incongruenze, ma non privo di meriti per chi apprezza lo stile old british: mette voglia di bere una tazza di Lipton.
MEMORABILE: Santa polenta, ma gli sperimentatori non si erano accorti che l'organismo stava crescendo un poco troppo?; Abbarbicato su un rametto
Una remota isoletta irlandese è teatro di morti inspiegabili (cadaveri senza ossa): c'entreranno mica gli esperimenti lì condotti contro il cancro? L'horror fantascientifico non è il genere più nelle corde di Fisher (che infatti si mantiene sul classico e situa un laboratorio tecnologico in un seminterrato gotico) e gli effetti speciali appaiono piuttosto datati. Tuttavia chi ama i mostri low-budget dell'epoca potrà divertirsi. Cushing è nato per fare la parte dello scienziato. Un B-movie nella media, meno infame della sua fama.
MEMORABILE: In positivo: l'amputazione del braccio; In negativo: le tute anti-radiazioni con cappuccio a forma di profilattico.
Un ottimo film con l'indiscutibile Peter Cushing, caratterizzato da un'atmosfera british che fa sempre un buon effetto. Nella fattispecie il titolo è azzeccato, se si considera l'inquietante finale. Malgrado qualche improbabilità e gli effetti speciali artigianali è un film che si lascia guardare e, a distanza di mezzo secolo, fa sempre la sua bella figura.
In un'isola a largo dell'Irlanda vengono trovati dei cadaveri senz'ossa. Divertente fanta-horror con dei mostri - i silicati - fatti con poco ma che restano impressi (quando si scindono esce una sostanza con all'interno una sorta di filamenti che ricordano gli spaghetti). La trama è ben strutturata e incalza mentre si sviluppano gli eventi. Si possono considerare riuscite l'atmosfera e le ambientazioni, che ricreano la grigia e solitaria isola irlandese (in una scena si vedono Peter Cushing e Edwaed Judd bere Guinnes).
Stesso regista, stessa produzione e stessa ambientazione su uno sperduto isolotto del successivo Demoni di fuoco, ma con qualche sterlina in più da spendere e una sceneggiatura meno inconsistente. Il risultato non è certo esaltante, ma se si è disposti a passare allegramente sopra le non poche ingenuità non è neppure disprezzabile. Le mostruose "creature", a metà fra una tartarugona e un'aspirapolvere, suscitano più ilarità che spavento e la tensione cala nettamente dopo la prima metà, ma la vicenda riesce a tenere fino alla fine. Notevole come sempre Cushing, modesti gli altri.
Finché non appaiono i mostri uccisori (gli immaginifici silicati) non ci sono evidenti rischi di perdere la vagante frequenza misteriosa di fondo e il dispositivo (fantascientifico con tocchi horror) procede con discreto garbo, mantenendo un suo funzionamento nel solco del vecchio stile. Poi si dovrà stare al gioco col necessario fanatismo per i prodotti squilibrati, pericolosamente inclini alla comicità involontaria. Certi curiosi passaggi, intesi come traslucide cristallizzazioni di genere, aiutano a mantenere in piedi alcuni pezzi dello sbilenco castello di carte.
Godibile fantahorror all'inglese che, con pochi soldi (il processo riproduttivo dei Silicati con SFX "gastronomici" alla Mario Bava) ma un buon senso della suspense (il finale con asserragliamento che anticipa The mist), riesce a trasformare dei lumaconi tentacolati simili ad aspirapolveri limacciosi in credibili strumenti di distruzione. Fisher sa il fatto suo e, nonostante ingenuità (la nonchalance con cui Cushing accetta un'amputazione, degna dei MontyPython!) e cadute di ritmo (in certi casi sembra che lo stop del regista arrivi troppo tardi), diverte e coinvolge quanto basta.
MEMORABILE: I cadaveri disossati; Il tentacolo succhiaossa che ghermisce le sue vittime; La scissione dei mostri fra slime e spaghetti; L'ultimo attacco di massa.
Certamente non parliamo del miglior horror del mondo, però si tratta di un vecchio film che il suo lo fa. Rilassa e fornisce una visione piacevole e ha inoltre una buona regia e un'ambientazione decisamente azzeccata. Peter Cushing poi, con la sua presenza, rende il tutto più serio, nonostante non si possa negare che i mostri del film siano abbastanza trash e che il loro nutrirsi di ossa sappia molto di demenziale. Resta comunque una pellicola migliore di certi film odierni tutti chiacchiere e jumpscare. Godibile, se non ci aspetta un film indimenticabile.
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