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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Si parte con un omicidio durante una baltuta di caccia, si continua con quello della moglie del primo sospettato (la quale, mentre è portata via da cadavere, muove incredibilmente gli occhi aperti come non sarebbe accettabile nel peggiore dei B-movie!). Per il suo ultimo film Truffaut sceglie un giallo in piena regola, fotografato in bianco e nero per avvicinarsi anche visivamente ai vecchi noir hollywoodiani, modello evidente pur se a ruoli invertiti dal momento che l'investigatore qui è la femme fatale (una grintosa ed elegantissima Fanny Ardant). Piacciono soprattutto la strepitosa direzione degli attori, con la coppia Ardant/Trintignant assolutamente perfetta (e doppiata magnificamente...Leggi tutto in italiano), la consueta naturalezza stilistica di Truffaut, quei graziosi tocchi ironici che sono sempre sintomo d'un gusto non comune nella sceneggiatura; lascia invece molti dubbi la freddezza con cui viene affrontata la storia, un "distacco” che poco si addice a un intreccio che dovrebbe al contrario coinvolgere. Probabilmente è colpa di una trama fin troppo complessa, che non riesce a sviluppare quanto serve i tanti personaggi secondari. Seguire il tutto diventa faticoso e si ha come l'impressione che manchi al film il sentimento; tornava al contrario molto utile, visto l'impegno richiesto per seguirne gli sviluppi.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/01/09 DAL BENEMERITO B. LEGNANI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 3/05/15
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B. Legnani 17/01/09 00:19 - 5533 commenti

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L'ultimo film del Maestro è un giallo curioso, divertente, girato (in bianco e nero!) alla maniera dei B-movie, con momenti alla Hitchcock. È un... "giallorosa con quattro morti". La trama è assai arzigogolata ed inverosimile, basata pure su snodi casuali, mentre la narrazione presenta molte ellissi e velocizzazioni, per cui, pur avendo la certezza che molto si siano divertiti a girarlo, non è all'altezza dei capolavori del Maestro. Ovviamente impeccabile la direzione degli attori, messi in scena non riccamente, ma con mano felicissima.
MEMORABILE: La Ardant entra in camera, si toglie l'impermeabile e appare in costumino teatrale.

Undying 16/04/09 19:33 - 3807 commenti

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Ultimo interessantissimo lavoro, siglato in regia da François Truffaut. Fanny Ardant e Jean-Louis Trintignant sono la coppia protagonista, sulle tracce di un assassino. Il cineasta francese chiude la sua carriera dietro la M.d.P. con un film citazionista, in questo rappresentato dalla splendida Fanny Ardant, quintessenza di tutte le precedenti "eroine" coinvolte nel giallo, spesso senza preavviso. La tensione è stemperata da un tono lieve di commedia che lo rende appetibile all'intero arco di pubblico, adolescenti (intelligenti) compresi.
MEMORABILE: l'uomo (robusto) tramortito da Barbara (Fanny Ardant) mediante un modellino con fattezze della torre Eiffel.

Galbo 4/05/09 07:19 - 12399 commenti

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L'ultimo film diretto da Francois Truffaut riprende i temi del noir, alleggerendoli con i toni di una commedia. Il film, girato in un efficace bianco e nero, è disseminato di citazioni da opere precedenti, ed è nel suo complesso un omaggio ad uno dei miti del regista francese, Alfred Hitchcock. Più che la storia (che presenta momenti francamenti improbabili), contano lo stile e l'immagine che ci consegnano un film allegramente disimpegnato e godibile.

Daniela 2/08/09 23:28 - 12670 commenti

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Non contano le parole (la soluzione del giallo è di modesto interesse) ma la musica, un allegro con brìo con due eccellenti protagonisti: Trintignant, eterno bambino vizioso e Ardant, segretaria innamorata, mora ardente ed androgina che per conquistare il babbeo (preferisce le bionde, lui!) dovrà prima dimostrarne l'innocenza. Omaggio al cinema degli Anni Quaranta, di cui replica l'elegante bianco e nero, è l'ultimo film del regista, non un testamento (è opera minore nella sua filmografia), ma un nostalgico biglietto d'addio.
MEMORABILE: Fanny che passeggia avanti ed indietro per farsi vedere le gambe dal seminterrato.

Brainiac 22/09/09 01:18 - 1083 commenti

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Il noir è puro escamotage, un diversivo alla Hitchcock, un McGuffin: quello che interessa a Truffaut è, come sempre, raccontarci il suo rapporto con le donne. Odiate (la bionda Sihon), complici (la mora Ardant) ed infine temute (le telefonate minatorie). Le donne viste dal basso, immaginate, uccise, allontanate, spiate dalla vetrata del sottoscala (come in Bianca di Nanni Moretti). La poetica sadica di Truffaut è tutta nella confessione finale: ironica ma allo stesso tempo dolorosa, risolutrice e frustrante come un'emozione tenuta al laccio.

Cotola 20/10/09 23:58 - 9052 commenti

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Delizioso film di Truffaut che con questa pellicola chiuse, inaspettatamente e prematuramente, la sua carriera, omaggiando alla grande un genere a lui molto caro: il giallo-rosa. La storia diverte ed appassiona grazie ad un riuscito meccanismo narrativo e ad una coppia di attori in gran forma con una Fanny Ardant semplicemente splendida.

Pau 12/04/10 10:46 - 125 commenti

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Elegante divertissement, omaggio al noir anni '40 con ribaltamento dei ruoli (qui l'intraprendente detective in trench è una donna) e accenni di poetica truffautiana (le gambe delle donne, le incomprensioni tra i sessi, i giochi innocenti dei bambini sui titoli di coda). Spruzzi di Tracy-Hepburn per la coppia Trintignant-Ardant, la cui alchimia perfetta costituisce il motore della vicenda. Godibile e impreziosito dalla meravigliosa foografia di Nestor Almendros, collaboratore storico di Truffaut (9 film insieme dal 1969 al 1983).
MEMORABILE: Trintignant che spia le gambe delle donne dalla finestrella posta a livello della strada; le spassose scene delle prove de "Il re si diverte" di Hugo.

Saintgifts 17/01/10 17:48 - 4098 commenti

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Fanny Ardant vista sotto diverse vesti (segretaria, attrice, investigatrice, prostituta, sposa) è la protagonista indiscussa dell'ultimo film del marito, Françoise Truffaut. Un noir (ma non troppo) girato in un bel b/n con tagli di luce che si rifanno ai noir classici hollivudiani e una trama non cupa come consuetudine del genere. Bravo anche Trintignant che però è superato (anche in altezza) dalla verve della protagonista. Del resto si avverte che il film è dedicato alla Ardant e, come dice Truffaut stesso, un film senza donne non si muove.

Enricottta 28/03/10 20:10 - 506 commenti

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Truffaut al suo ultimo film in una pellicola che non si può certo definire un capolavoro. Il bianco e nero è un pretesto (onestamente credo che si sarebbe trovato benissimo con le tecniche nuovissime di oggi) degrada verso una semplificazione della regia che in realta nasconde una superba capacità evocativa; l'ultima zampata del maestro vale la pena di vederla. Citazione come piovesse, va bene così.
MEMORABILE: La ripresa attraverso la ghirlanda durante il funerale, il coltello che cerca di aprire la porta della stanza d'albergo.

Homesick 17/10/10 18:07 - 5737 commenti

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La carriera di Truffaut si conclude prematuramente nell’elegante bianco e nero retro di un giallo-rosa alla maniera di The Thin Man: indagine poliziesca e colpi di scena camminano fianco a fianco ad ironici battibecchi e spensieratezze da commedia all’interno di una scrittura filmica limpida e disinvolta, impreziosita dalle raffinatezze stilistiche del regista e dalla sua passione per il cinema di Hitchcock. Eroina della vicenda è Fanny Ardant, intrepida e improvvisata detective in gonnella che difende per amore l’ombroso e rintanato Trintignant. Un B-movie d’autore.
MEMORABILE: Il modellino della Tour Eiffel utilizzato a guisa di oggetto contundente.

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Jandileida 21/06/11 16:25 - 1565 commenti

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Prima che la Commare secca ce lo portasse crudelmente via, il francese ebbe il tempo di girare quest'ultimo, gradevolissimo, noir nello stile anni '40 reinterpretandolo alla sua maniera: la scelta di un bellissimo bianco e nero serve per sottolineare la tensione a sua volta stemperata da una leggera ironia e dalla freschezza nell'utilizzo della mdp. I ritmi sono quelli dei racconti di Simenon, compassati ma con improvvise accellerazioni; tuttavia la storia è un po'troppo confusa ed alcuni snodi sono poco chiari. La Ardant è regale come spesso capita.
MEMORABILE: Ovviamente, il rumore dei tacchi e la sfilata di gambe davanti agli occhi di un Trintignant che torna bambino.

Mark70 8/07/11 03:30 - 118 commenti

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Metacinema all'ennesima potenza (Tarantino non ha inventato niente...), l'ultimo film del grande Truffaut è un omaggio ai film noir degli anni '30 e '40. Dal bianco e nero alla trama (a volte confusa, con snodi poco logici e piena di colpi ad effetto) fino alla scenografia vagamente decò tutto serve ad evocare certe atmosfere. Eccezionali la Ardant e Trintignan, con il loro strano rapporto di amore-odio. Forse non è un capolavoro assoluto, ma merita un posticino nella storia del cinema.
MEMORABILE: Trintignan che guarda le gambe dei passanti attraverso la finestra, probabile fonte di ispirazione per Moretti in Bianca.

Enzus79 10/11/11 15:55 - 2901 commenti

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Purtroppo l'ultimo film del grande Francois Truffaut. Storia tipica noir, alla Hitchcock. Forse il finale già lo si intuisce dalla parte centrale, ma comunque è un film che coinvolge e a tratti diverte. Ardant memorabile. Bellissimo il bianco e nero.

Il Dandi 5/05/16 12:49 - 1917 commenti

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L'ultimo film di Truffaut è un sentimentale omaggio al cinema (e al mondo) degli anni '40, in cui il tributo al bianco e nero non si limita alla nostalgica fotografia ma arriva a diventare una vendetta delle "brune" (l'impavida e intraprendente Ardant scartata dal pappone) sul cliché delle "bionde" (la Sihol ladra e fedifraga). Gli uomini, ça va sans dire, dipendono tutti dalle rispettive donne (l'impotente Trintignant, il commissario, perfino il manovrato assassino). Deliziosamente hitchcockiano, soprattutto nell'umorismo che lo pervade.
MEMORABILE: La nuova segretaria bionda che si presenta all'agenzia immobiliare, mostrando il suo modo di battere a macchina con un solo dito.

Myvincent 12/09/18 19:43 - 3744 commenti

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Truffaut fa il verso a sè stesso e soprattutto cita e omaggia Hitchcock, ma ovviamente alla sua maniera, girando tutto molto in fretta per ricreare il mood dei B-movies d'altri tempi. Le gambe di Fanny Ardant sono compassi che disegnano una traiettoria thriller tutta speciale, con incursioni di humour tutto dannatamente français. La trama, del tutto secondaria, cede alle lusinghe di uno stile che sorregge alla grande tutta l'operazione, impreziosendola.

Raremirko 26/01/19 22:26 - 577 commenti

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Un film magnifico, anche a più rivisioni, con magistrale fotografia in bianco e nero di Almendros. Interpreti fenomenali (bella la Ardant), abbastanza cura nei dettagli, trama inverosimile e qualche momento inquietante, complici il buio e la musica. Tra i migliori film del maestro, se non il migliore in assoluto. Un noir romantico che prende tutto alla leggera, diretto alla grande.
MEMORABILE: Le telefonate minatorie.

Nicola81 18/06/19 11:12 - 2862 commenti

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Avvolto in uno splendido bianco e nero che omaggia il vecchio cinema noir e naturalmente Hitchcock, l'ultimo film diretto da Truffaut, prematuramente scomparso un anno dopo, è forse il migliore. Raccontata con un ritmo incalzante e ricca di colpi di scena, l'intricata trama gialla (non sempre di immediata comprensione, è giusto riconoscerlo) viene comunque stemperata da una leggerezza che, fortunatamente, non diventa mai faciloneria. Trintignant bravo come sempre, ma la stupenda Fanny Ardant è indimenticabile. Buone musiche di Georges Delerue.

Rocchiola 14/05/20 08:53 - 968 commenti

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La carriera di Truffaut si conclude con questo sottostimato giallo-rosa che rischia invece di rimanere la sua opera migliore. Il regista delle donne rinnova il suo amore per il gentil sesso: “Le donne sono magiche”, dice a un certo punto uno dei protagonisti, ma questa volta si ricorda anche di raccontare una storia. E anche l’omaggio al noir americano (le atmosfere notturne, lo splendido bianco-nero di Almendros) e all’amato Hitchcock (l’innocente ingiustamente accusato) si dimostra più concreto che in passato. Bel film ,leggero e brillante.
MEMORABILE: L’iniziale omicidio nella palude nebbiosa; La confessione dell’assassino nella cabina telefonica; I bambini che giocano col tappo dell’obbiettivo.

Noodles 30/10/20 15:43 - 2233 commenti

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François Truffaut ci lascia con un omaggio al cinema noir degli anni Quaranta, con tanto di bianco e nero e fotografia adatta per il genere. Il tipo di storia e la sceneggiatura, però, sono molto più francesi. Non che sia un male, ma si tratta di un omaggio a metà. La storia è abbastanza interessante, anche se un po' lenta in alcuni punti. Inoltre arriva ogni tanto la caduta nel comico, abbastanza tipica del regista, che però qui non si adatta bene al tipo di pellicola. Ne esce fuori un giallo a tratti molto godibile ma che in alcuni punti delude assai. Buono il cast. Discreto.

Reeves 14/11/20 19:15 - 2224 commenti

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Il congedo di Truffaut dal cinema e dalla vita (in lui i due termini coincidono) è una commedia gialla bellissima, struggente, divertente. Si capisce perfettamente quanto il regista sia innamorato di Fanny Ardant da come la illumina nel corso delle riprese e da come la rende leggiadra con il curioso abito di scena. Perdendo Truffaut, il cinema ha perso davvero tanto. Stupenda la fotografia di Nestor Almendros.
MEMORABILE: Il prete.

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Paulaster 25/03/21 09:57 - 4425 commenti

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Agente immobiliare è indiziato di omicidio. La confezione assomiglia a quella dei vecchi gialli hollywoodiani tra numerosi indizi, la caccia al colpevole e la parentesi rosa. Nella prima parte i tasselli si compongono con fluidità per poi diventare sovrabbondanti. La Ardant regge gran parte del film e ha il compito di far collegare i vari personaggi. Trintignant spalleggia ma non ha sufficiente charme, per il ruolo di seduttore. Discreti i richiami ai colpi di scena in stile Hitchcock che non ricadono nel ricalco sfacciato.
MEMORABILE: Lo sparo al cacciatore; La segretaria che cerca il posto; Le telefonate minatorie.

Giùan 5/04/21 17:11 - 4562 commenti

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Al suo ultimo film (il 22°) a impressionare è proprio il pensiero di ciò che ancora il cinema potesse riservare a Truffaut (e Truffaut al cinema). In effetti nessuna opera come questo giall(ett)o fluttuante, a mo' di sileno danzante, sulle splendide gambe di una Ardant provocante e flessuosa, sembra alludere e giocare ai film che verranno e che sono già stati, a un perpetuo moto di citazioni dentro, lungo e per la settima arte, inesplicabile sciarada di sei lettere e 400 colpi. Rocambolesco e pitagorico assieme. Peccato la domenica sia arrivata troppo presto François.
MEMORABILE: La splendida e provocante camminata insistita della Ardant davanti al vetro opaco dove sa che Trintignant le osserverà le gambe.

Il ferrini 17/05/23 01:02 - 2360 commenti

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Truffaut ci lascia con questo eclettico noir, consegnando alla storia una Funny Ardant mai così bella e intrigante. Girato in un elegante bianco e nero, il film ha una trama investigativa complessa e al contempo leggera e divertente come soltanto un grande regista avrebbe potuto mettere in scena. La sequenza della finestra sul marciapiede sarà omaggiata da Nanni Moretti, così come qui si trovano invece schegge di Hitchcock o di Wilder, in un piccolo grande film senza tempo. Finale scoppiettante e imprevedibile in cui esplode perfino l'amore.

Kinodrop 6/12/23 20:27 - 2957 commenti

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Truffaut riprende, in questo suo ultimo lavoro, gli stilemi della commedia noir alleggerita da una cornice sentimentale col suo lieto fine. Una bella segretaria, indaga per amore su alcuni delitti di cui è sospettato il suo capo, con gli opportuni colpi di scena, sospetti e rivelazioni, nei quali sono coinvolti altri interessanti personaggi guidati con ironia e nostalgia che traspare dalle non poche e discrete citazioni. Vera protagonista del film, Ardant molto brillante nel ruolo di generosa detective, mentre più opaco il personaggio (ma anche l'interpretazione) di Trintignant.
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  • Discussione Raremirko • 25/01/19 23:05
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Il dvd ciak cult movie non mi ha permesso di finire la visione di tal filmone (e non sarebbe neanche la prima volta, un altro loro dvd fece bizze, e si trattò sempre di un film di Truffaut, L'ultimo metrò!).

    Stasera ci riproverò, con un altro dvd, speriam.

    Poi, in caso, posto pensieri.
  • Discussione Raremirko • 26/01/19 22:22
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Ce l'ho fatta!!!

    Filmone incredibile, con magistrale fotografia in bianco e nero di Almendros.

    Interpreti fenomenali, abbastanza cura ai dettagli, trama inverosimile e qualche momento inquietante, complice lo scuro e la musica.

    Secondo me tra i migliori film del maestro, se non il migliore in assoluto.

    un noir romantico che prende tutto alla leggera, diretto alla grande.
  • Homevideo Rocchiola • 14/05/20 08:55
    Call center Davinotti - 1255 interventi
    Il DVD marchiato BIM-Rai-01 è stato pubblicato più volte ed è ancora reperibile a prezzi decisamente popolari. Il retro copertina indica “film restaurato - nuovo trasferimento digitale” ed un formato anamorfico 1.66. In realtà le immagini appaiono da subito impaginate nel canonico formato 1.78 che riempie interamente la superficie dello schermo in 16:9 (mentre se fosse stato un vero 1.66 ci sarebbero dovute essere due piccole bande nere laterali) ed anche il restauro non è proprio da urlo. In generale la visione è buona ma permangono modeste spuntinature ed una grana che in alcuni passaggi è forse un tantino pesante. In ogni caso lo splendido bianco-nero di Néstor Almendros appare ben contrastato. L’audio italiano presentato in dolby digital monofonico è mediamente potente e chiaro.
  • Discussione Rocchiola • 15/05/20 12:08
    Call center Davinotti - 1255 interventi
    Certo che un cinema che ha in programmazione Orizzonti di gloria di Kubrick e Il salario della paura di Friedkin, sarebbe da premiare !!!

    Bei tempi !!!!