Family dinner - Film (2022)

Family dinner
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Family Dinner
Anno: 2022
Genere: horror (colore)
Note: Presentato al 40° Torino film Festival nella sezione Crazies.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Composto, rigidissimo dramma a tinte nere che finisce catalogato come horror in virtù del finale, non molto diverso da quanto ci si può immaginare dopo la prima parte. Anche perché non è certo l’originalità ciò a cui punta Peter Hengl, che scrive e dirige un film interamente ambientato all’interno di una casa e nelle sue immediate vicinanze. Siamo in una zona montana dalle parti di Vienna dove Simi (Katlein), ragazza decisamente in carne, raggiunge zia Claudia (Hierzegger), che ha avuto successo vendendo libri di cucina e diete. Quest'ultima, che vive insieme al suo nuovo partner Stefan (Pink) e al figlio Filipp (Sladek), dimostra subito una...Leggi tutto certa ambiguità: benché apparentemente gentile e disponibile, non sembra troppo felice di ospitare la nipote (che d’altra parte era con lei imparentata solo per via dell’ex marito, fratello della madre di Simi).

Né con lei si dimostra molto amichevole Filipp, ragazzo con qualche evidente problema psicologico: è attaccato alla madre e molto meno a Stefan, ma le relazioni all’interno della famiglia sono tutte da stabilire… E sono queste che Simi dovrà scoprire, mentre decide di sottoporsi a una delle famose diete della zia che comportano pesantissime privazioni (stile clinica Birkenmeier: “20 giorni di digiuno assoluto. Niente manciare, niente pere...”). Perché si capisce immediatamente quanto la donna accetti sì di aiutare la nipote a dimagrire, ma a patto che questa sia disposta a sacrifici non comuni… E se hai fame attaccati a questo pendaglio: passerà.

Buona parte del risultato tutto sommato piacevole del film lo fa la scelta di un cast adeguato: Nina Katlein, attraverso i cui occhi la vicenda è vissuta, comunica bene il forte imbarazzo in cui si viene a trovare dal primo momento in cui varca la soglia di casa. Imbarazzo che diventa la chiave di lettura dell’intero film, costruito per generare una sottile tensione da viversi ad ogni nuovo incontro in famiglia, mentre anche il rapporto tra Stefan e il figlio acquisito, adolescente, mantiene una forte carica di ambiguità. L’abilità del regista, come sempre in questo genere di produzioni, sta nel non svelare mai completamente le carte giocando sulla difficile interpretazione di quanto sta accadendo a Simi, trasmesso con un filo diretto anche allo spettatore. Niente di nuovo, come detto, perché lo stesso tipo di situazione si è vista in un gran numero di altre pellicole, ma qui l’incertezza è resa con buon senso della suspense e Pia Hierzegger sa essere insieme comprensiva e sottilmente perfida, apparentemente disperata e pronta all’attacco, sempre e comunque in grado di controllarsi.

Non ci sono mai improvvise esplosioni di violenza e le emozioni di tutti sono sempre trattenute, a cominciare da quelle di Simi: la sua debolezza, l’animo gentile comunica quella semplicità in cui è facile immedesimarsi, soprattutto quella normalità che cozza con l’atteggiamento di chi la ospita. Si continua sottotraccia prima di un finale che deflagra silenzioso, messo in scena con rara freddezza. Un cinema d’autore che segue dinamiche ben note arricchendole di un rigore e di una solidità interpretativa riconducibili al cinema mitteleuropeo di qualità. Peccato si giri sempre attorno a un paio di idee riproponendole senza grandi variazioni ad ogni nuovo "scontro" in famiglia.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/11/22 DAL BENEMERITO COTOLA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 30/11/22
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Cotola 27/11/22 23:11 - 9113 commenti

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Simi va dai parenti per passare le festività pasquali. Ad attenderla troverà un ambiente poco festoso e un cugino a dir poco ostile. Film austriaco che sa creare un bel clima teso sin dagli inizi, che cresce bene col passare dei minuti senza mai sgonfiarsi. Certo, che qualcosa non vada è chiaro sin dall'inizio e non è difficile intuire cosa, e anche il finale non è certo sorprendente. Sotto questo punto di vista meglio sarebbe stato lasciare lo spettatore nel dubbio. In ogni caso un buon esordio, realizzato bene, pur senza strabiliare più di tanto.

Herrkinski 11/04/23 14:43 - 8189 commenti

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Che si parli di dramma o di horror d'autore, l'esordio al cinema di Hengl si dimostra un bel biglietto da visita; con pochi mezzi realizza un film teso, dall'atmosfera plumbea (sottolineata sia dalla location che dalla fotografia), che riesce a mantenere l'attenzione nonostante un ritmo apparentemente statico. Merito anche di un cast che ben rende le sensazioni dei protagonisti, così come della curiosità di scoprire cosa si celi dietro la bizzarra famiglia; la parte finale è la più prevedibile ma è comunque girata con gusto, a suggellare una sorta di favola nera dai tratti esoterici.

Magerehein 12/05/23 10:58 - 1026 commenti

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Wir sind was wir sind. Da Birkermaier a BirkerMeiwes il passo è più breve del previsto... e qualcuno, nel cuore di quegli asettici boschi austriaci, lo scoprirà. Film formalmente curatissimo (gran fotografia), indubbiamente lento ma costantemente pervaso di sottile malessere. Freddo, posato, mai eccessivo o becero, riesce a risultare crudo pur lasciando l'orrore alla sola immaginazione. Peccato per la ripetitività di alcune situazioni e dialoghi, e per la quasi monoespressività della giovane protagonista, compensata però da una Hierzegger notevole. Derivativo, ma fa il suo dovere.
MEMORABILE: Coniglio; "Nimm dein Teller zurück"; Fuoco.

Capannelle 15/05/23 21:37 - 4431 commenti

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La capacità di regia e sceneggiatura ci sarebbe anche. Non viene certo trasportata all'ennesima potenza né Hengl pare ossessionato dal trovare spunti originali, ma la pellicola trova quella che si definisce la sua cifra caratteristica tra inquadrature meditate e personaggi che si nutrono di surreale e di ambiguo. Madre a parte, avrebbero potuto risaltare tutti di più però: il padre anche troppo ambiguo, il figlio che non sfrutta tutto il potenziale eversivo e Simi costretta a subire gli eventi con crescente riluttanza ma con un faccino sin troppo remissivo.

Daniela 20/06/23 23:42 - 12719 commenti

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Ragazzina sovrappeso va a trascorrere la vacanze di Pasqua nella villa di campagna della zia dietista sperando che possa aiutarla a dimagrire: idea poco felice dato che la zia si dimostra scostante, il suo nuovo compagno ambiguamente amichevole, il cugino ostile... Horror austriaco di buona fattura e ben interpretato che, se da un lato riesce a creare con efficacia un'atmosfera cupa e paranoica, dall'altro ha il difetto di una certa prevedibilità: la minaccia che incombe si intuisce troppo facilmente e soprattutto troppo presto, mentre avrebbe giovato una maggiore incertezza.

Kinodrop 27/06/23 19:16 - 3005 commenti

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Una ragazzina in carne si reca dai parenti per le vacanze pasquali e soprattutto per iniziare una dieta (che si rivelerà anche troppo drastica); la sua presenza non sembra ben accetta né da parte della zia né dal suo compagno, né tantomeno dal magrissimo e scostante cuginetto. Horror d'esordio per Hengl che sfrutta le ambiguità di un ambiente dall'austera formalità che nasconde però un raccapricciante disegno (non difficilmente intuibile) sotto la cappa di un bigottismo truculento. Ben delineata la follia della zia Claudia e la padronanza di sé di Simi; convincono meno gli altri due.

Lupus73 29/06/23 16:02 - 1510 commenti

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Arriva dagli zii la nipotina (si fa per dire) paffuta e pasciuta che però non va molto d'accordo col cugino. Si intuisce subito che qualcosa non va con le fissazioni esoterico-rituali della zia, ma la certezza arriva quando viene rinvenuta una strana raccolta di documenti. Folk horror in cui non c'è la solita setta e comunità, ma ci si limita alla realtà isolata della "famigliola", con ambientazione e atmosfere riuscite, una protagonista azzeccata, ma senza troppe sorprese. Buono il soggetto in cui si incontrano suggestioni pagane e cristiane ma la risoluzione poteva essere migliore.

Teddy 2/08/23 02:49 - 858 commenti

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Unificare l’orrore psicologico del body-shaming a quello materico dei culti pagani non era sicuramente un’impresa facile. Ma Peter Hengel, qui al suo esordio cinematografico, ci riesce lavorando soprattutto sui personaggi. Tutti soavemente alienati, amorevolmente perversi, tutti perennemente catapulti sul filo di un isteria che si condensa in una programmatica, lunghissima attesa. Languido nella suspense, inesorabile nel finale.

Anthonyvm 23/09/23 00:55 - 5809 commenti

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Dall'Austria un incubo nutrizionistico ben confezionato, degno di nota soprattutto per una fase preparatoria tensiva e inquietante al punto giusto, tra toni cupamente fiabeschi (in concordanza con la svolta "greteliana" della giovane protagonista), dubbi grotteschi (antropofagi, of course) e piccole crudeltà (il coniglio morente), quasi si trattasse della variante folk horror di Pranzo misterioso. Peccato che, dopo un'ottima attesa in cui maturano grandi aspettative, la tranche finale si sgonfi in un mucchio di rivelazioni ovvie. Un buon passatempo, ma senza l'ombra di una sorpresa.
MEMORABILE: L'inizio à la Shining; L'aria malsana a tavola; Lo zio (forse) seduttore; Gli attacchi di fame; La cena di Pasqua e l'assaggio; Cosa c'è in cantina.

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