Decision to leave - Film (2022)

Decision to leave
Locandina Decision to leave - Film (2022)
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Titolo originale: Heojil kyolshim
Anno: 2022
Genere: thriller (colore)

Cast completo di Decision to leave

Note: Aka "La donna del mistero", ma uscito al cinema in Italia col titolo inglese.

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Tutti i commenti e le recensioni di Decision to leave

TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/09/22 DAL BENEMERITO DEEPRED89
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Deepred89 29/09/22 16:06 - 3918 commenti

I gusti di Deepred89

Notevole ritorno al grande schermo di Park Chan-Wook con una pellicola che si tramuta progressivamente da thriller alla Basic instinct (con sesso e violenza qui praticamente assenti) a storia d'amour fou di stampo quasi truffautiano. Le parentesi sentimentali e la pacatezza del primo tempo scontenteranno forse gli appassionati del poliziesco tout court, ma tutti i nodi verranno al pettine anche sotto il profilo mystery, fino a un finale di ampio respiro che corona perfettamente il tutto. Rispetto al passato regia meno virtuosistica ma sempre impeccabile. Buoni gli interpreti.

Dolores h. 6/02/23 21:30 - 10 commenti

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Desiderare al di fuori del sentiero prefissato per sé. Desiderare assolutamente, tormentosamente, fino al proprio danno. Questo l'imperativo dell'ultimo film di Chan-Wook, forse un po' più dimesso rispetto ai precedenti, ma non meno conturbante, elegante - e malsano. Come un'architettura impossibile di Escher, la messinscena proietta continuamente i protagonisti altrove da sé, in una dimensione metanarrativa che esiste solo nei loro sensi, nell'intuizione improvvisa, nell'irrefrenabile gravità verso l'altro che ci chiama fuori da noi stessi. Un film (letteralmente) "sensuale".
MEMORABILE: "Quando mi hai dichiarato il tuo amore, il tuo amore è finito. Ma quando è finito, è lì che il mio amore comincia"; Il "volto di luce" di Seo-rae.

Lucius 2/02/23 22:17 - 3029 commenti

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Primo tempo in odore di Doppio taglio, poi si vira nell'Hitchcock style per un raffinato thriller con un finale di grande impatto. Una regia eccelsa e una nuova tappa da dieci e lode nella filmografia di uno dei registi contemporanei più dotati. Si resta rapiti praticamente da tutto: dialoghi, location, dinamiche, atmosfera. Una partita a scacchi tra Eros e Officium, con il rischio sempre dietro l'angolo. Una relazione dannata che arriverà ad azzerare ogni barlume di normalità. Un melodramma gravido di tensione che punta a una meta ineluttabile, come il destino dei protagonisti.

Cotola 7/02/23 20:00 - 9664 commenti

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L'ultima opera di Park è uno straordinario puzzle che richiede grande attenzione sin dall'inizio e in cui a tratti sembra di perdersi, ma in cui alla fine ogni pezzo si incastra alla perfezione con gli altri con piena naturalezza e senza artifici. La sceneggiatura fonde perfettamente il noir, il thriller e il melodramma regalando allo spettatore una storia, quasi d'amor fou, sempre più coinvolgente e struggente suggellata da un finale meraviglioso e indimenticabile. La regia sembra meno scintillante che altrove ma è sempre elegante e di alto livello. Cresce col tempo.
MEMORABILE: Lei a lui: "Nel cellulare c'è il tuo messaggio in cui mi dici che mi ami"; Il finale in spiaggia.

Xamini 7/02/23 23:01 - 1310 commenti

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Quanto riesce a essere intenso Park Chan-wook! Ci mette il suo talento, capace di far parlare alla regia un linguaggio moderno, sposta l'indicatore del tempo giocando con l'attenzione dello spettatore, attraverso un montaggio sicuramente più aggressivo della quota di violenza (i tempi della trilogia sono lontani) e infine produce una mescola tra thriller e sentimento o piuttosto ossessione. Jang Hae-jun e Song Seo-rae (una grandiosa Tang Wei) si trascinano a vicenda in un vortice di amore, sensi, psiche e dannazione che punteggia l'estremo. Un po' esteso, ma a suo modo feroce.
MEMORABILE: La luce nella scena delle ceneri; I giochi di precisione nelle inquadrature dinamiche.

Bubobubo 15/02/23 02:08 - 1855 commenti

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Lui, lei, l'altra, gli altri. Gli altri sono loro. Scrocchiarsi le dita e poi via, 138 rampe di scale di corsa per non soffrire più di vertigini. Bottoni che sembrano pastiglie di fentanyl, un finto piatto cinese, una dichiarazione d'amore al gusto di burrocacao nascosta fra i granelli di sabbia di una spiaggia sommersa dalla marea. Una romanza noir in due atti, un noir romantico le cui tessere si disperdono come cenere al vento e come cenere ritornano, compatte, alla terra. Restano gesti, sguardi, parole non dette o forse dette ma non intese. Park esistenzialista è un bel vedere.
MEMORABILE: Parole arcaiche e inappropriate; Lo scambio di cellulari; Tragicomico dialogo al mercato del pesce; Sul monte innevato; Una registrazione vocale.

Reeves 28/02/23 08:25 - 3224 commenti

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Raffinatissimo thriller che ha un grosso pregio: sorretto da una regia sontuosa, riesce a ripercorrere situazioni stranote con un piglio e delle soluzioni veramente inediti. In particolare, la storia d'amore tra l'investigatore e la dark lady è melodrammatica nel senso più alto della parola, e la storia funziona sempre bene nonostante i molti salti temporali. Coinvolgente.

Daniela 17/05/23 09:13 - 13512 commenti

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Durante un'indagine, un detective insonne si innamora di una donna cinese sospettata di aver assassinato il marito simulando un incidente in montagna... Meno viscerale e immediato rispetto ai primi film del regista ma con la stessa capacità di intrigare per la complessità narrativa e l'eleganza della messa in scena, un noir reticente che richiede attenzione e nasconde dietro un'apparenza fredda e distaccata come il volto del protagonista il cuore caldo di un amore reso impossibile da bugie e sospetti per culminare infine in un epilogo di grande potenza e struggente romanticismo.
MEMORABILE: L'epilogo sulla spiaggia.

Nicola81 20/05/23 23:45 - 3044 commenti

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Una regia di altissimo livello e una ben amalgamata coppia di protagonisti al servizio di questo notevole thriller sentimentale, che racconta un’ossessione amorosa senza rifugiarsi nelle facili scorciatoie dell’erotismo e del lacrimoso e che risulta efficace anche sul versante strettamente mistery, grazie a una sceneggiatura abbastanza complessa i cui nodi si sciolgono in uno struggente epilogo. Con un ritmo più serrato, e magari con un metraggio leggermente inferiore (i quasi 140 minuti di durata si sentono), saremmo dalle parti del capolavoro.

Kinodrop 3/06/23 18:56 - 3521 commenti

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Il regista, lasciatosi alle spalle, violenze, vendette e faide caratteristiche di gran parte della produzione precedente, si concentra qui su una complessa e stratificata storia che innesta indagini poliziesche e thriller in una base da melodramma, fascinoso quanto estremo, che lega un poliziotto insonne a una presunta omicida. Un grande sfoggio di tecnica di ripresa, eleganza formale e un tono vagamente astratto (alla Nouvelle Vague) non sempre si conciliano con la fruibilità e tantomeno con il taglio poliziesco, complice anche un'eccessiva durata riscattata in parte dal finale.

Park Chan-wook HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina Mr. VendettaSpazio vuotoLocandina OldboySpazio vuotoLocandina Lady VendettaSpazio vuotoLocandina Three... extremes

Rufus68 17/06/23 21:14 - 4007 commenti

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Messa in scena di primo livello, elegante e composta, che mai cade nell’ordinaria amministrazione e rilancia continuamente la trama con l’introspezione psicologica e, ovviamente, la pura tensione del giallo. Si insinua solo il sospetto di un compiaciuto formalismo nelle varie e accattivanti trovate registiche. La prova dei protagonisti è misurata, perfetta nella definizione dei vari caratteri.

Nando 8/07/23 23:20 - 3925 commenti

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Un detective, un deceduto e la coniuge, maliarda, all'apparenza innocente; da qui si dipana una narrazione di ottimo livello che, coadiuvata da una fotografia eccelsa e flashback stranianti, conduce a una narrazione valida che spazia vari campi e arriva a un finale struggente ma comunque corretto. Protagonisti decisamente appropriati... Indubbiamente una pellicola notevole.

Enzus79 9/07/23 22:18 - 3429 commenti

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Un detective, indagando su uno strano omicidio, si innamora della moglie della vittima. Notevole. Storia dalle sfumature hitchcockiane, abbastanza complessa, soprattutto nella parte iniziale. Noir con tutti i crismi del caso e con momenti di romanticismo elevato. Molto apprezzabile come si evolve il rapporto tra i due protagonisti: ben scritto e congegnato. Bravissima Tang Wei. Efficace la regia di Park Chan-Wook.

Paulaster 18/07/23 18:03 - 5006 commenti

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Investigatore si infatua di una presunta omicida. Regia che nella prima parte si preoccupa principalmente di mostrare colpi a effetto e di insinuare tasselli che si comporranno in séguito. Le fasi più poliziesche, tra cui le congetture per individuare il colpevole, sono la parte migliore. I momenti più sentimentali vorrebbero richiamare uno stile alla Kar-way senza raggiungerne le vette. Più coerente l’ossessione del protagonista, che va di pari passo con le virate della sceneggiatura e l’aumentare del clima di mistero.
MEMORABILE: Lo scambio dei telefoni; L'incisione del nome ovunque; L’omicidio in piscina.

Giùan 22/07/23 08:46 - 5038 commenti

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C'è nel cinema di Park Chan-Wook un irredimibile attrito tra la consistenza a tratti incontenibile della visione e ciò che di essa effettivamente si sedimenta nello spettatore, come una cucina estasiante per il palato ma che lasci vuoto lo stomaco. Questo straordinario melò, che fa rivivere più volte una vertiginosa Tang Wei (ma attenti perché c'è anche il dimenticato Masumura), pur non sottraendosi all'assunto possiede un pathos romantico così eccessivo (gli stessi momenti ironici si rivelano pause d'affettazione) da "avvincere" e rischiare alfine di radicarsi senza esser sommerso.

Capannelle 26/07/23 23:32 - 4626 commenti

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Messa in scena fascinosa da parte di Chan-wook, con il merito di esaltare la bravura della Tang Wei in un ruolo interpretato con sguardi e dialoghi che entrano lentamente sottopelle. Anche l'intreccio thriller funziona, nonostante ogni tanto richieda pazienza (e fiducia) per essere dipanato. Belle anche le location naturali scelte per il prologo e lo struggente epilogo della storia.

Teddy 21/02/24 03:21 - 1181 commenti

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Elaborazione dell’infelicità in chiave noir, ridondante nel soggetto ma condotta allo stato dell’arte dalla regia, persuasiva e sovreccitata, di Park Chan-wook. Incontro-scontro fra due esistenze senza remore pulsionali; da una parte l’annichilamento, dall’altra la catarsi. Tumultuoso e sinfonico, è un film che lascia alle musiche e al montaggio il compito di inseguire i personaggi. Perfetta Tang Wei, femme fatale quasi per diritto divino.

Didda23 29/04/24 10:42 - 2481 commenti

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Un'opera conturbante e coinvolgente, che mischia abilmente melodramma e thriller in un turbinio di emozioni che sfocia in un finale di raro pathos, sublimando tutto il buono visto in precedenza. Registicamente interessante, per il senso di misura e di raccordo delle varie fasi narrative, sottomettendo la forma al contenuto (fatto quasi del tutto inedito per Park) per donare allo spettatore soprattutto una storia da seguire in ogni minima sfaccettatura. Ottima la scelta del cast, con nota di merito per una straordinaria Tang Wei in un ruolo complesso. Una goduria per occhi e mente.
MEMORABILE: Le 138 rampe di scale; L'omicidio in piscina; La sensazionale location finale.

Schramm 3/10/24 00:39 - 4093 commenti

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Dato fondo alla magnifica ossessione dell'inesorabilità punitiva e suoi annessi contraccolpi, Park fa armi e bagagli verso l'amor che a nullo amato è imperdonabile in un visuoallestimento che shifta da un esacerbato perfezionismo formale all'altro, rendendo così tollerabile un distillatoio narrativo che è un arazzo di ellittiche fumosità che trasfigurano la detection investigativa omicidiaria in impossibile indagine sulle verità interrate nei cuori. L'ascendente estetico c'è tutto ma viaggia tra troppe mine nouvellevaguanti che fanno sperare-sospirare in un ritorno al Park primevo.
MEMORABILE: Finale tra Kitano e Romero.

Jandileida 28/08/25 10:15 - 1725 commenti

I gusti di Jandileida

Meandrico, ruba un po' da Hitch e un po' da Wong per creare una nuova dimensione cinematografica che scompone e rimodella la precedente furia vendicativa di Park in un caledoscopio di rimandi, indizi e suggerimenti in cui la camera insegue la storia e i protagonisti. La colpa e la catarsi sono al centro della vicenda, con due bravi attori che catalizzano senza troppi filtri amore e dolore. Paga qua e là un certo autocompiacimento registico che finisce per creare una matassa di cui è a tratti complicato trovare il famoso bandolo. Cesellato ma non del tutto pacificato.

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