Otto amici a cena con una cometa che sta per passare nel cielo minacciosa. Sembra quasi un'anticipazione del nostro PERFETTI SCONOSCIUTI, ma qui già dai primi dialoghi, con camera a mano e gente che sovrappone le voci in un fastidioso chiacchiericcio interrotto qua e là da improvvisi stacchi a nero si ha l'impressione che si voglia coprire qualcosa di più dell'evidente carenza di budget. Lo capiremo meglio dopo però, perché intanto ecco l’imprevisto che aprirà all’imponderabile: blackout in tutta la zona; solo una casa - distante un paio d'isolati - ha le luci accese. Deve avere un generatore, proprio come quella dei protagonisti....Leggi tutto E infatti due di loro partono e cosa scoprono? Che quella casa è sostanzialmente identica alla loro. Arrivati lì prendono una scatola che trovano sul retro e dentro ci trovano otto foto che li ritraggono, numerate. Una delle foto è addirittura stata scattata la sera stessa, visto che il soggetto indossa il maglione che sta usando e che dice di aver comprato in giornata. Cosa sta succedendo? Un libro appartenente al fratello di uno del gruppo, trovato nella sua auto, dà forse una confusa spiegazione che si sposa alla perfezione con il clamoroso fumo negli occhi che le macchine del regista stanno per spararci addosso con svergognata impudenza. Stiamo per entrare nel tunnel degli universi paralleli e chi bazzica la fantascienza sa bene cosa questo significhi: in primis che sulla carta vale tutto e che di conseguenza - in casi così dove l'obiettivo non è agganciare uno sviluppo logico - la coerenza del titolo va a farsi benedire lasciando che si accumulino semplici suggestioni; non quindi veri spunti fantascientifici che porteranno a una reale comprensione degli avvenimenti. Suggestioni che talvolta funzionano, innescano un gioco di svelamenti e incastri intrigante che però funziona a un livello puramente superficiale, di soddisfazione epidermica data dal riuscire a cogliere l'idea di fondo e alcune soluzioni estemporanee (la sequenza numerica coi dadi, l'oggetto nella scatola), su cui la fantascienza (soprattutto in campo letterario) ha prodotto nel tempo risultati ben diversi. Se insomma nella prima parte si resta colpiti dalla svolta inattesa e tramortente, scoperto il giochino si viene subissati da una sequela interminabile di colpi di scena che potrebbe inventare chiunque, visto l'ambito del tutto aleatorio, destinati oltretutto a confluire in un finale francamente inaccettabile. Non grandi performance da parte di un cast anonimo; solo la bella Emily Baldoni a sedurre con il suo corpo intubato in un bell'abito aderente e una recitazione leggermente più studiata. D'altra parte quando fin dall'inizio si usano espedienti come la camera a mano e si distrae l’attenzione attraverso la forma, il sospetto che si voglia nascondere il nulla o il molto poco viene. E dire che i numeri per un film interessante c'erano...
Girato in 5 notti e quasi mono location riesce a costruire un'atmosfera di tensione magistrale, senza alcun abuso di suoni o effetti speciali e affidandosi a prove attoriali ben calibrate sui caratteri disegnati dal regista-sceneggiatore. A metà tra sci-fi e psicologico è avvincente e cerebrale al punto giusto. Può non convincere come scioglimento dei nodi o per lo stile visivo, ma rimane un esempio lampante dell'inutilità del budget a fronte di buone idee e di energia dietro la mdp. Vietato parlare della trama.
Metti una sera a cena otto amici, una cometa errante, un gatto con problemi esistenziali, agita tutto in un bussolotto per dadi e rovescia in tavola: se ci sono le idee e gli attori fanno onestamente il loro mestiere, il risultato è fantascienza d'ambientazione casalinga "povera" di effetti ma ricca di suggestione, che intriga come un puzzle costringendo lo spettatore a prestare attenzione per incastrare tutti i tasselli al posto giusto, per cogliere concordanze e discrepanze, godendo della crescente inquietudine dei personaggi.
L'unica opzione valida per godersi questo film è guardarlo senza saperne assolutamente nulla: così facendo la prima mezz'ora potremo godere di una tensione creata in maniera magistrale. Peccato che appena vengono messe le carte in tavola il film si perda nei soliti schemi tipici di questo sottogenere (che se dico quel è finisce già il bello). In ogni caso un bel film low-budget che non risente di questa caratteristica.
Fantascienza low budget che grazie alla forza delle idee riesce ad intrigare e ad avvincere e pure molto. Dopo un inizio tutto chiacchiere e materialità, iniziano le danze nella zona crepuscolare e la tensione si fa subito alta così come la curiosità dello spettatore per ciò che succederà. Il prosieguo non è sempre all'altezza delle promesse e forse lo spunto di partenza
avrebbe dovuto essere rinforzato con qualche altra ideuzza per evitare un po' di ripetitività. Ma alla fine è un buon film nonostante qualche snodo narrativo non pienamente soddisfacente ed il solito finale aperto.
Gli zompi spazio/tempo/dimensione hanno attirato le attenzioni di registi e scrittori fin dall'alba dei tempi: nonostante questa lunga attenzione che ha finito per esaurire un po' il filone, capita ancor oggi che si possano trovare buone variazioni sul tema come in questo caso. Senza voler rivelare nulla della trama si può dire che dopo l'inizio a tamburo battente in cui la tensione sale ottimamente, nella parte centrale la storia si aggroviglia un po' su se stessa. Bravi e funzionali gli attori, plauso al regista per aver fatto tanto spendendo poco.
Piccolo bijoux. Qualunque accenno al plot sarebbe a fortissimo rischio spoiler, ma è intrigante scoprire come con zero budget, un interno e un manipolo di attori si riesca a trasformare una rimpatriata tra amici in un ansiogeno rompicapo notturno. La soluzione alla fine non è completamente originale, ma di fronte alla sproporzione (positiva) tra mezzi ed esiti c’è solo da togliersi il cappello. Va visto.
Kammerspiel di buona fattura sia per tensione che per intensità. L'utilizzo della camera a mano contribuisce a rendere l'atmosfera ancora più ansiogena e gli attori offrono una prova più che degna. Byrkit si è occupato spesso di videogame e lo si percepisce dal ritmo forsennato che imprime al film, andatura che nonostante l'unica location non cala mai. La sceneggiatura è geniale, forse pure troppo (guai a distrarsi) e la telefonata finale è un gran coup de théâtre. Meritevole.
Il passaggio di una cometa fa precipitare una cena tra amici nel vortice dei paradossi della fisica quantistica. Questo conduce a uno sfilacciamento delle leggi temporali e spaziali ordinarie che crea negli ospiti panico e paranoia, che dati i presupposti non possono risolversi. L'idea può apparire intrigante, ma lo smarrimento si estende anche allo spettatore, che al di là di un inizio promettente si trova a che fare con un rompicaco ripetitivo e aleatorio e cercarvi un nesso è un gioco che non vale la candela. Finale aperto, al solito.
Una buon prodotto di fantascienza "casareccia" che dimostra come si possano ottenere ragguardevoli risultati senza per forza avere un grosso budget a disposizione. Sono tante le gustose idee al servizio di una discreta sceneggiatura che gioca sul ring del kammerspiel; peccato che la parte finale non sia all'altezza e i picchi di eccellenza toccati in precedenza non vengano raggiunti. Nonostante la regia sia molto basic e gli attori sconosciuti, il grado di interesse è omogeneo e la curiosità si fa sempre maggiore. Promosso, seppur con qualche riserva.
MEMORABILE: La prima esplorazione; I numeri; Le casse.
Piccolo grande thriller fantascientifico con leggerissime velature horror, specie nel finale. Con pochi soldi, effetti speciali quasi nulli e di fatto con solo una location a disposizione, il regista ha fatto miracoli. Merito di un cast molto capace, ma anche e soprattutto di uno script (secondo il making of in gran parte improvvisato) che non dà tregua allo spettatore, desideroso quanto i personaggi di venire a capo di questo mistero à la Ai confini della realtà. Tensione sempre alta, poche cadute di ritmo, tema affascinante. Merita davvero.
Prior, Schrodinger e la meccanica quantistica scaraventati in un salotto occupato da otto amici/nemici: the comet is coming. Per ogni input di entrata ne corrisponde un altro di uscita: ma come fare, se i valori della tabella a doppia entrata tendono all'infinito? Nella manica di questo interessante sci-fi low cost non ci sono assi: non ci sono nemmeno carte. Tutto è alea, senza nemmeno il conforto di un dado rhinehartiano. Eppure, lontanissimo dagli astrattismi di un Primer, il gioco tiene, almeno fino al finale, non granché esaltante.
MEMORABILE: Che numero aveva assegnato ogni amico dietro la fotografia?
Prendete il Perfetti sconosciuti di Genovese, togliete i cellulari e aggiungete una meteora e qualche universo parallelo: il risultato sarà Coherence, un film di fantascienza sorprendente e affascinante il cui tema principale è proprio quello delle teorie del multiverso. Tanto di cappello alla produzione che, con un budget ridotto all'osso, è riuscita a creare un film avvincente e originale. La tensione non si smorza neanche verso la fine, ovvero quando i protagonisti capiscono cosa sta succedendo. Davvero notevole!
Amici a cena mentre passa una cometa. Andrebbe bocciato solo per il fatto che è girato come uno di quei moderni e insopportabili documentari-reality tv di tendenza, e troviamo persino quel fastidiosissimo doppiaggio che sa di posticcio e innaturale (con voci frivole accavallate). Resistendo a questa tortura (e sperando che dopo il POV non sia questa la nuova moda di certo cinema Indie) si assiste a strani fenomeni (quantistici) dovuti alla cometa, ad un multiverso raffazzonato, e poi? Se questo fosse il futuro del cinema, meglio tornare all'espressionismo e al muto. Da orticaria.
Se l'assunto di partenza del film consiste nel confondere a più riprese lo spettatore, allora il risultato è sicuramente ottenuto. Si può discutere, però, sul senso di tale operazione, in quanto confondere, avanzando di tanto in tanto teorie raffazzonate di fisica quantistica, non sembra essere una scelta autoriale, nonostante la regia faccia di tutto per imprimere un taglio preciso al film, bensì un limite evidente di una storia che non riesce mai a risultare credibile né, soprattutto, si dimostra capace di perseguire un obiettivo preciso.
A volte si spera che gli sceneggiatori si impegnino di più per inventarsi qualcosa di diverso e innovativo; ecco, questo è uno dei casi in cui al contrario si sono impegnati troppo e hanno finito per rovinare uno spunto interessante, peccato! Ricorda in qualche modo Timecrimes, senza ovviamente la macchina del tempo e senza, ovviamente, l'effetto "wow"... il cast sembra più che altro una realtà parallela di Central Perk e il finale francamente risulta intollerabile.
Tanto vanno le gatte di Schrodinger al largo che ti affoga ogni bagnino. Cosa c’è di più ineffabilmente logico e di più rischiosamente coerente del paradossso quantistico che fa del reale un ultracorpo o un sottomultiplo di se stesso? Film di sovrascrittura, votato al doppio flusso dove la linearità viaggia per eccesso, per difetto o in entrambi i modi. Non fa primera e neppure triangolazione, ma a una certa ci si perde e tanto peggio per gli sprovvisti di penna, bloc-notes e telecomando per numerosi rewind (precisi, in un crono-rompicapo). Acchiappa sulle prime, snerva sulle poi.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneDaniela • 20/10/14 22:32 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Grazie Capannelle della dritta (in sostituzione dello stroncato Anomaly), l'ho visto stasera e ho molto gradito: adoro questo tipo di film-rebus che di necessità fanno virtù :o)
Daniela ebbe a dire: .. che di necessità fanno virtù :o)
Proprio vero. E lo fanno senza inventarsi soluzioni improbabili.
DiscussioneBrainiac • 21/10/14 17:01 Call center Davinotti - 1464 interventi
Fino a 3/4 veramente-veramente interessante. La tensione viene fatta montare con sapienza come nel migliore degli episodi di Twilight zone, i dialoghi sono spiritosi e intelligenti, aleggia inquietudine a tutto andare. Solo un finale moscetto non lo fa schizzare dai 3 pallinozzi e mezzo d'ordinanza a qualcosa di più. Peccato, perchè si vanno a cercare soluzioni fruste come nel bruttissimo-analogo +1 e non si lavora magari di sottrazione. Forse un finale ambiguo poteva consegnarci un capolavoro. Per intanto, un bel filmetto indie.
DiscussioneBrainiac • 21/10/14 17:04 Call center Davinotti - 1464 interventi
Capannelle ebbe a dire: Un terzo sci-fi, un terzo thriller, un terzo psicologico. Non so se ho scelto bene il genere.Decisamente, è puro sci-fi d'annata. E di quelle buone.
DiscussioneDaniela • 21/10/14 19:48 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Brainiac ebbe a dire: come nel bruttissimo-analogo +1
Bra', buio fitto... illuminami, non importa il colore della torcia, ma ti prego illuminami....
DiscussioneBrainiac • 21/10/14 20:05 Call center Davinotti - 1464 interventi
Daniela ebbe a dire: Brainiac ebbe a dire: come nel bruttissimo-analogo +1
Bra', buio fitto... illuminami, non importa il colore della torcia, ma ti prego illuminami.... Dicesi vaccatone (di arduo ritrovaggio sul motore davinottico a causa del nome inusuale -nda) cui ebbi a dire (e non copioincollo per autocitarmi ma perchè è talmente brutto che l'ho rimosso con sommo gaudio di quei pochi bit rimasti liberi sul mio anzianottissimo disco-rigido mentale):
Raramente ho visto un film così sciatto, brutto, noioso e brutto. Non +1, +2: come le "scatole" che mi sono fatto. Tenetevene alla larga, potrebbe rovinarvi la serata come ha fatto a me stasera. E pensare che su riviste di settore è stato messo fra i film dell'anno. Bah.
Un incipit sci-fi di una pochezza mai vista (una roba alla Critters) s'immerge in un Ricomincio da capo senza le parti comiche ma al calduccio all'interno della festa di Project X.
Calcola Dany che muove i passi dallo stesso presupposto di Coherence, ma poi s'ingarbuglia e si ridonda a go-go.