Decisa ripresa di Marshall dopo l'indigeribile Doomsday. Il regista prende un fatto storico e lo riarticola secondo i canovacci del fantasy in modo anche accattivante. Non ci sono epiche battaglie tra eserciti ma una compagnia che tra nemici insidiosi e natura ostile si fa strada nella sua cerca. I personaggi competono in un ambiente molto vicino al sovrumano e fa capolino pure la strega. Ben fatto.
In una "guerra infinita" contro un "nemico invisibile" (che ricorda da vicino l'Afghanistan del 2010), una sporchissima mezza-dozzina di centurioni romani si ritrova a fronteggiare schiere di temibili Pitti, armigeri delle lande di Britannia che "mangiano a stento" e dormono meno. Come degli Warriors in fuga verso Coney island i gladiatori dovranno farsi largo fra abiure, umiliazioni-corporali e teste mozzate. Marshall, che s'intende di fughe a ritroso e frattaglie-come-se-piovessero gira quasi la sua mano fosse invisibile: scivolando in modalità accademica senza un sussulto. Fuga per la lictoria.
Ispirata dalle leggende createsi sulla misteriosa sparizione della IX legione romana ed ambientato nel 117 d.c., la pellicola narra le vicende di un manipolo di soldati romani sopravvissuti al massacro ed inseguiti da sanguinari indigeni. Fumettone con smoderato uso di effetti digitali. Il sangue scorre a fiumi e le teste e gli arti vengono mozzati con assoluta facilità.
Nel secondo secolo la Britannia è stata un po' il Vietnam dei Romani, che non riuscirono mai a conquistarla interamente e stabilmente. I Pitti - vietcong della situazione - erano meno organizzati delle legioni imperiali ma letali nella guerriglia fra i boschi e le valli albionici. Un'intera legione sparì senza lasciar traccia. In questo contesto Marshall innesta la sua affabulazione, riuscita seppur non esaltante. I combattimenti truci e sanguinolenti faranno la gioia degli amanti dello splatter. Da vedere senza aspettarsi il capolavoro.
Film storico/epico sulla misteriosa scomparsa della nona legione in terra britannica. Il regista Neil Marshall dirige con mano sicura una pellicola gradevole con nessuna pretesa di veridicità storica ma che centra l’obiettivo di intrattenere lo spettatore mescolando azione (tanta) e sentimento (poco). Belle scene di combattimenti, fotografia dei paesaggi nordici di ampio respiro per un film che si segue piacevolmente. Efficace la prova del cast.
Sopravvissuti da un imboscata nemica che ha annientato tutta la loro legione, un gruppetto di soldati romani dai buffi nomi da specialità farmaceutiche (Bothos, Septus, Vortix, Thax) sotto la guida di un figlio di gladiatore dovranno attraversare desolate lande sfuggendo a nemici guerriglieri. Qualche menata di troppo sull'onore ed improbabili Pitti-Women più o meno amichevoli non mi hanno rovinato il divertimento di vedere questi omaccioni in action, forse perché reduce da una micidiale mini-rassegna casalinga di commedie sentimentali...
MEMORABILE: La sequenza iniziale in cui si vede Michael Fassbender (belloccio) che corre in mezzo alla neve a dorso nudo e con le mani legate
Mi si permetta di dissentire sul fatto che questo film venga ripetutamente trasmesso su pay-tv mentre (per rimanere in tema "cappa e spada") un gioiellino come Black death non è stato finora neanche tradotto in italiano. Un film senza capo né coda, influenzato in parte dal Gladiatore (senza averne la potenza narrativa) in parte da 300 (senza raggiungerne gli obiettivi in ambiente fumettistico). Mancano attori come Crowe o Butler, ma soprattutto manca un regista che valga almeno la metà di Ridley Scott. Dura due ore, ma sembrano due settimane. Inconcludente.
Sostanzialmente inconcludente. Buona la prova attoriale, troppo insistente la dominante bluastra per raffreddare la temperatura di un film che non scalda e non coinvolge. Inseguimenti e combattimenti che arrivano ad un "non dunque". Una leggenda, quella della comparsa della IX legione, che si perpetra nel cinema ma che ormai ha stancato perché non porta a nulla. Relegare il genere peplum alla fine dei fasti dell'impero romano è una scelta impietosa.
Film tutto sommato bruttino. Colpa di una sceneggiatura per nulla originale che ruba a quasi tutti i recenti prodotti di genere: da King Arthur a L'ultima legione passando ovviamente per Il gladiatore. Le scene dei combattimenti non sono male ma a volte il montaggio caotico le rende incomprensibili. Discreti gli effetti speciali (ma soprattutto splatter) e la prova degli attori. Ma ripeto, senza una storia decente alle spalle è tutto sprecato. Da vedere una volta sola e senza troppo impegno, perché la parte centrale decisamente annoia.
MEMORABILE: La famosa frase rubata al Gladiatore: "Qualunque cosa uscirà da lì dentro, restate uniti" (in Centurion "lì dentro" viene sostituito con "la foschia").
Di qua e di là dal vallo, la nona legione persa in trance tra i Pitti come tra gli Scoti: eh sì, perchè per l'ennesima volta ci ritroviamo tra i monti della Scozia assieme alla gloriosa Legio IX Hispania. La pellicola di Marshall schiaccia tutti i pulsanti giusti e l'intrattenimento funziona: ben girate e montate le scene d'azione, in palla il cast (con un Fassbender alla Papu Gomez nel Catania che dà quel qualcosa in più) e una storia standard ma che regge con dignità fino alla fine. Insomma, alla fin fine ci si diverte, con buona pace di Mommsen.
Marshall riesce a tenere a freno la sua voglia di strafare e confeziona una pellicola accattivante, con buona azione e sorprendentemente (in positivo) priva d'amoreggiamenti. Il "però" è rappresentato dal fatto che la magnifica Pitta Olga Kurylenko è un po' troppo "magnifica" e soprattutto che il perno della narrazione gira su una situazione non plausibile! Non è che i personaggi protagonisti possono essere "scaltri" a piacimento... o lo sono o non lo sono! Il "pre" finale é un altro passaggio a vuoto. Sceneggiatura così così. Fotografia discreta.
La figura del legionario romano è interpretato a Hollywood come un marine ante litteram. Tra scontri cruenti, teste tagliate, corse a perdifiato, scenari naturali di selvaggia bellezza, si muove la lotta tra superstiti legionari e i Pitti, tra cui donne alla Rambo di evidente finzione scenica. Evidente l’impostazione anti-romani, invasori, schiavisti, crudeli, a volte corrotti. Pur scontato, si avvale di una buona prova generale, lotte efficaci, una bella fotografia, ritmo sostenuto; Fassbender è una garanzia.
MEMORABILE: Sapete una cosa? Mi sono stancato di correre; Il massacro della legione.
Pitti contro Romani come mutanti contro umani: siamo in un film di Neil Marshall, dopotutto. Oltre la fascinazione per una storia che sconfina nella leggenda, c'è un classico survival-movie con piccolo gruppo tipizzato e braccato da predoni incarogniti. Meno scombiccherato di Doomsday, ma meno ispirato di Dog Soldiers e lontano anni luce della cupa ferocia di The Descent, splatta di brutto nelle scene di morte, ma non mette a segno una sequenza memorabile che sia una. Imperversa il montaggio ipercinetico e la fotografia desaturata. Cast senza infamia e senza lode. Passabile.
MEMORABILE: Etain, la guerriera muta e inferocita dai sopprusi: il personaggio su cui punta Neil Marshall e che avrebbe dovuto fare la differenza...
Avventuroso in costume (legione romana in Britannia) senza troppa inventiva (qualcosa di Aguirre nel soggetto) ma svelto nel ritmo e ricco di azione e dettagli sanguinolenti. Interessante il personaggio dell'antagonista muta e vendicativa, con look un po' da Principessa Mononoke, bella ambientazione tra i boschi rovinata dalla pessima fotografia desaturata (che tocca livelli imbarazzanti in certe scene in interni). Fassbender non incide particolarmente, gli altri ancora di meno, ma il film scorre senza intoppi. **! risicati.
Peplum moderno quasi kolossal che romanza sulla misteriosa scomparsa della IX legione in Britannia. Fondamentalmente il film mette a fuoco lo scontro tra due antiche civiltà: quella romana e quella nord europea (in questo caso i Pitti, popolo autoctono probabilmente pre-celtico). Buone scenografia e fotografia, con una dinamica molto in linea con i canoni che ha oggi il genere (Il gladiatore, 300); sanguinario quanto basta, il film ha il suo fascino e si lascia guardare volentieri senza stancare.
Scarsa precisione storica con i Pitti, sorta di "indiani" minacciati dai colonizzatori romani, ma a Marshall interessa qui soprattutto far menare le mani e in questo il film non delude. Battaglie e duelli ottimamente girati, a suon di gladio e di asce col sangue che corre copioso e teste spaccate come zucche. Abbastanza simile nella struttura a Dog soldiers, con i romani come preda e i Pitti al posto dei lupi mannari. Splendide le riprese dei paesaggi nordici. Fassbender non si spreca più di tanto; intriga, seppure monoespressiva e muta, la feroce predatrice della Kurylenko.
MEMORABILE: La battaglia nella foresta; La furia della Kurylenko nel decapitare un romano; Il duello tra il generale e la Kurylenko.
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Zender, mio fratello grandissimo appassionato del genere pellicciottesco mi ha confermato che il film in questione potrebbe entrare con pieno diritto nello speciale.
DiscussioneZender • 3/01/13 15:08 Capo scrivano - 48839 interventi
D'accordo, c'è da capire in quale sezione e magari spiegare perché rientra nel genere. I romani non son pellicciot-friendly, per loro natura.
Io il film l'ho visto e non mi era dispiaciuto anche se non lo ricordo nei dettagli. Non capisco cosa sia il genere "pellicciotto" ma francamente i generi che considero sono film validi vs film non validi.
Confermo: genere pellicciottesco. Alla fine i romani superstiti indossano sontuosi pellicciotti barbarici e vengono pure scambiati per tali... Serve altro?
DiscussioneZender • 16/07/14 07:25 Capo scrivano - 48839 interventi
Grazie Rebis, lo inseriamo allora nel pellicciottesco legandolo allo speciale, grazie.