Un minestrone di storia e leggenda, l'ultima legione narra la storia del giovane Romolo Augusto e di Odoacre. Del Vallo di Traiano e del mago Merlino. Del film si salva solo la fotografia perché il resto, a partire dalla storia, è di una noia mortale. E fa male vedere un attore come Ben Kingsley ridotto a combattere con un bastone il cattivo di turno. Anche il finale sembra affrettato e raffazzonato come se il regista si fosse stancato e volesse prendersi una pausa.
Patetico. Da un libro già non esaltante è stato tirato fuori questo giocattolone d'altri tempi, nel quale i personaggi sono stati svuotati di quel poco che avevano su carta e fatti muovere su una trama tirata per i capelli, che strizza l'occhio alla storia ma naviga nei cliché fantasy più vetusti, si trascina senza mai incidere veramente fino ad un finale tanto scontato quanto malfatto. Ricostruzioni e battaglie, che dovrebbero essere i punti di forza, sembrano roba da Disneyland e gli attori brillano per la capacità di irritare lo spettatore.
MEMORABILE: La scena di Kingsley che comanda le catapulte. Personalmente, mi fa spanzare dal ridere.
Un buon cast coinvolto in una catastrofe cinematografica: questo, in sintesi, l'unico commento possibile per un film che mescola in modo scriteriato elementi pseudo-storici e pseudo-fantastici, riuscendo - per fortuna - a farsi dimenticare in un batter d'occhio. Del resto, cosa mai dovrebbe essere ricordato di un simile esempio di inutilità narrativa? L'oblio, in questo caso, sia benedetto.
Ennesima tirata per i capelli della storia antica: questa volta viene preso di mira il crollo dell'impero romano d'Occidente e il destino di Romolo Augustolo. Svuotata di pressoché qualunque riferimento storico, la pellicola si riduce ad una mera storiella dal retrogusto fantasy ma non troppo, carica di banalità e piuttosto derivativa. Decisamente sprecata la presenza di attori quali Firth e Kingsley.
Insopportabile affresco totalmente erroneo di un'epoca, quella della caduta dell'Impero Romano, descritta senza un filo di interesse storico ma solo utilizzata come pretesto per mettere in piedi un film d'avventura senza sale. Non so se la colpa sia del romanzo di Manfredi o degli sceneggiatori, ma veramente l'effetto è quasi comico e senza un minimo di climax. Gli attori sono anche bravi (Kingsley, Firth), ma la pessima regia di Lefler ammazza il tutto. Il finale è ultra-posticcio, certe scene (quella della catapulta!) al limite del comico.
Autore di grande successo, Valerio Massimo Manfredi viene decisamente maltrattato dalla riduzione cinematografica di una delle sue opere. L'ultima legione è un film che ignora il contesto della vicenda sembra incerto della direzione da prendere tra opera fantasy e pellicola di genere storico. Dialoghi inaudibili ed effetti speciali mal fatti peggiorano il tutto e poco può fare il buon cast impiegato.
Da un romanzo di (mediocre) successo di Valerio Massimo Manfredi, un film girato a basso budget nonostante alcune presenze importanti. Si sfrutta la teoria di alcuni storici in base alla quale il ciclo Arturiano potrebbe essere fatto risalire al tempo della caduta dell'Impero romano, come già proposto anche da King Arthur di Fuqua. Ma mentre quest'ultimo prende la cosa sul serio, Lefler si limita a mischiare troppe cose cadendo troppo spesso nel ridicolo puro e prendendosi troppe licenze dal romanzo. Eppure attirò molta gente a cinema. Firth sprecato.
Da Roma al Vallo di Adriano in Britannia, passando per Capri, unendo la decadenza dell'Impero Romano a re Artù in un salto temporale piuttosto improbabile ma non determinante per il film. Storia e fantasia, ispirate al romanzo di Valerio Massimo Manfredi, si mischiano in un prodotto non eccelso ma comunque godibile e impreziosito dall'avvenente Aishwarya Rai, che ci sa fare anche con spade e pugnali. Non troppo curato nelle scenografie al computer e con una regia che si accontenta, o limitata, ma con interpreti che sanno fare il loro lavoro.
Da vedere e giudicare come film di fantasia, mescola un po' di elementi, Re Artù e Braveheart, la Roma dei Cesari ormai che sta per esalare ormai l'ultimo respiro. Mi è piaciuta anche la colonna sonora e mi ha sorpreso come combatte Aishwarya Rai. Non mancano suspance e scene cruente. Un prodotto di buon intrattenimento.
Maldestro adattamento di un'opera di Valerio Massimo Manfredi. Nonostante il cast importante (Firth e soprattutto Kingsley ci mettono l'anima per risultare credibili) la storia risulta insapore. Il romanzo di partenza è tradito in più punti, inoltre alcuni suoi passaggi interessanti vengono omessi in favore di ripetitive battaglie da videogame e siparietti umoristici del tutto evitabili. Di dramma o epicità non c'è traccia. Sembra quasi che non si siano volute prendere sul serio le vicende trattate (grave in un film del genere; il simile King Arthur almeno l'aveva fatto). Evitabile.
MEMORABILE: L'esilarante trucco delle palle di fuoco.
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DiscussioneRaremirko • 23/12/20 00:49 Call center Davinotti - 3863 interventi
Nulla di trascendentale, ma comunque un pò sottovalutato.
E' senz'altro un film di attori, dal non ricchissimo budget, semplificato ma godibile quel minimo da garantirgli un suo perchè.